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Autore: LadyAgnesFreiheit    26/04/2014    3 recensioni
- Arrivano oggi!-, urlò ancora Hellen.
- Diventeranno i miei fratelli!-.
- I tuoi. Non i miei, cara!-.
- Oh Hellen, magari sono dei cessi!-, rise Agnes.
- Beh….-, continuò Sofie. - Giudicando Gordon avrei SERI dubbi!-.
- Oh, perché siete tutte fissate col mio patrigno?-.
- Perché è figo!-, risposero in coro le tre.
- Okay, ammetto che se fosse vent’anni più giovane e non fosse il mio patrigno un pensierino ce lo farei, ma… Dio! Rimane il fatto che i vostri sogni erotici non mi riguardano minimamente!-.
- Fammi capire! Tu non hai MAI conosciuto i figli di Gordon?-, chiese stupita Sarah.
- Nah…-, alzò le spalle lei guardando i tipi della squadra di basket che entravano nell’aula. - E ad essere sincera non m’interessa minimamente conoscerli.-.
- Ancora questa storia!-, girò gli occhi Sofie.
- Saranno due intellettualoni del cazzo. Insomma, Gordon poteva lasciarli a Magdeburgo no?-.
- Sì, certo!-, girò gli occhi Hellen. - Quale padre lascerebbe i figli in provincia, quando ha la possibilità di sposare la più famosa stilista di Berlino, vivere in un Megavillone nel Mitte e mandare i figli a studiare al Graues Kloster? Sarebbe un pazzo!-.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Nono Capitolo
<< Ho mai parlato di oro bianco?! E’ un matrimonio tradizionale, l’oro bianco è semplicemente out per il matrimonio tradizionale del secolo!>>.
Bill sbuffò un’ennesima volta mentre guardava la sorellastra, quel giorno vestita con una gonna a ruota blu notte e una camicetta bianca, che solcava il perimetro del pub nel quale erano chiusi da un’oretta piena-per un pomeriggio tranquillo, aveva detto-e urlava con chiunque sbagliasse colore delle rose, composizione dei fiori, colore dell’oro per le fedi…
Da quando Sabine e suo padre avevano annunciato il loro matrimonio-ovvero poco più di quindici ore prima—Agnes aveva deciso che sarebbe stata LEI ad organizzare TUTTO.
<< Assumere un Wedding Planner no, vero?>>, ridacchiò Andreas che era comodamente seduto sul salottino blu  mentre sorseggiava il suo succo all’ananas.
Bill girò gli occhi e guardò l’amico. << Non glielo nominare neanche. È una fottutissima testarda!>>.
Il ragazzo dai capelli biondi guardò l’amico succhiando dalla cannuccia e si sporse a guardarlo maliziosamente. << E tu sei un fottutissimo sfigato, fottutamente innamorato della fottutissima testarda. Auguri, Bill.>>.
Bill sgranò gli occhi e gli intimò di tacere lanciando degli sguardi fugaci alla sua sorellastra che sembrava piuttosto disinteressata alla loro conversazione ed interessata ad urlare a qualcuno al telefono che NO, NON VOLEVA ANCHE I CAVALLI BIANCHI, NON ERA MICA CENERENTOLA.
<< Smettila, Andi. Potrebbe sentirci….>>, il ragazzo arrossì bevendo poi la propria coca cola.<< E smettila di usare sempre quell’aggettivo!>>.
Andreas fece per replicare, ma fu interrotto da Agnes che si avvicinò a loro sedendosi  sul proprio salottino. Posò il cellulare sul tavolino in vetro azzurro ed accavallò le gambe nervosamente, prima di prendere il proprio Malibu e sorseggiarlo nervosamente.
Bill inarcò il sopracciglio e la fissò, prima di afferrare il calice dalle sue mani ed allontanarlo. << Non ti sembra di esagerare? Il tuo fegato sta chiedendo pietà!>>.
Agnes lo fissò sconvolta sbattendo le lunghe ciglia truccate più volte. << SCUSAMI?!>>.
<< Oh-oh….>>, sussurrò Andreas guardando la ragazza che sembrava tutt’altro che felice di quel gesto compiuto dal suo migliore amico. Dal suo stupido migliore amico.
<< Non sono neanche le sei del pomeriggio e bevi già alchool? Ma che razza di cura per la salute hai?>>, la voce di Bill iniziava a tremare, notando gli occhi truccati della sorellastra che si sfilavano in due piccole fessure incattivite. << E… e poi non conviene arrabbiarsi…. Non vuoi mica arrivare con le rughe al…. OH!>>, lanciò un urletto di dolore mentre le unghie rosse della sorellastra gli torturavano la coscia.
<< NON OSARE MAI PIU’ LEVARMI IL BICCHIERE DALLE MANI, RAZZA D’IDIOTA MONOCELLULARE!>>.
Bill lanciò un gridolino poco virile facendo girare un gruppetto seduto sul salottino accanto al loro e Andreas scivolò sul divanetto di pelle coprendosi il viso imbarazzato, finché non sentì la porta del pub aprirsi e riaprirsi e delle voci avvicinarsi a loro.
<< Noto con piacere che il vostro rapporto va migliorando giorno dopo giorno.>>, una ragazza dai lunghi capelli castani e le ciocche verdi posate sulle spalle rise posando-lanciando-la borsa su un divanetto e si sedette accanto ad Agnes che sembrava non volerne sapere di lasciare la coscia del fratellastro. Andreas non notò neanche che dietro di lei fosse arrivato Tom con due altre ragazze, tanto fosse preso a squadrare la ragazza dai capelli strani.
Sofie inarcò il sopracciglio infastidita da quel ragazzo biondo che, a livello di stranezza, doveva per forza essere Andreas, il migliore amico dei gemelli. << Un autografo?>>.
Andreas sgranò gli occhi e la indicò con poca grazia. << IO LO SO CHI SEI!>>.
Sarah ed Hellen scoppiarono a ridere e Sofie girò gli occhi storcendo le labbra. << SEI SOFIESTAR DI DSDS!!!>>, continuò il biondo.
<< E tu sei l’amico biondo, isterico….>>, lo squadrò. << …Ed anoressico dei gemelli.>>, fece un sorrisetto sarcastico. << Onorata.>>.
Andreas, sentendosi colpito nel profondo, assottigliò gli occhi chiari in due fessure e fulminò la ragazza assumendo un’espressione da vip mancato.<< Antipatica.>>, sussurrò.
Sofie si sedette in uno dei divanetti e, mentre prendeva il menu, rivolse uno sguardò di pura antipatia al biondo. << Wow, neanche cinque minuti e mi stai già sulle palle!>>.
In tutta risposta, Tom, Sarah ed Hellen si guardarono sconvolti, mentre fra Andreas e Sofie poteva tagliarsi la tensione con un coltello da cucina ed Agnes e Bill non volevano saperne di mettere fine a quel loro teatrino.
 
Agnes sistemò il cappottino rosa della bambina e se la strinse al petto nascondendo le lacrime dietro il lungo ciuffo nero. << Fa’ la brava, Mia. Zia verrà a trovarti presto con tanti regalini nuovi…..>>, sospirò stringendo forte la piccola Mia che con le manine continuava ad accarezzare i lunghi e lisci capelli della zia. << Promesso.>>, concluse e l’allontanò dal proprio petto sistemandole la sciarpa e il cappellino ben bene.
Seppur abitassero a soli quindici minuti in auto, ogni qual volta Agnes doveva lasciar andare quella piccola principessa, sentiva il vuoto invaderle e –ogni santissima volta- si ripeteva con costernata convinzione che non avrebbe MAI e poi MAI voluto bambini.
La bimba fece ‘ciao ciao’ con la manina alla zia e poi, dopo essersi beccati altri baci dalla nonna e dai presenti uomini, corse in braccio a Gustav che la mise nel seggiolino allacciandole le cinture.
Natalie salutò i ragazzi con un lungo abbraccio e Gordon e poi posò l’ennesimo bacio sulla guancia alla madre. << Avanti! Sol perché non ci vediamo ogni domenica non dovete far sembrare tutto un addio!>>, rise la bionda con la solita aria ottimista; Si avvicinò alla sorella e le alzò il viso sorridendole teneramente. << Dico soprattutto a te.>>, sussurrò prima di abbracciarla.<< Apri il cuore, Ag. Apri il cuore.>>, le disse all’orecchio e la ragazza sgranò gli occhi come se fosse stata colpita da una lama dritta nel segno. Natalie salutò ancora e raggiunse la propria famiglia nell’Auto.
Apri il cuore.
Quelle parole le risuonavano la testa.
A chi doveva aprire il cuore?
Cosa voleva dire ‘aprire il cuore’?
Si crogiolò nelle stesse domande per tutto il giorno non facendo neanche attenzione a quello che mangiava, a quello che le veniva detto, alle critiche di Bill per qualsiasi cosa ella facesse, a Tom che stava più e più volte cercando di richiamare la sua attenzione.
Possibile che sua sorella con una semplice frase riuscisse a metterla così in confusione?
Sbuffò stando seduta a gambe incrociate, mentre aspettava che Tom uscisse dalla doccia. Aveva bisogno di lui, quella sera. Aveva bisogno di non pensare a nulla.
Si sporse dal letto e toccò con le lunghe unghia laccate di rosso le corde della Gibson che Tom teneva premurosamente posata su un cavalletto accanto al letto.
Più di qualche volta lo aveva sentito strimpellare qualche motivo e, doveva ammetterlo, si era spesso fermata dietro la porta ad ascoltarlo quando intonava le note di qualche famosa canzone degli anni passati, canzoni che lei amava incondizionatamente.
Accarezzò le dure corde dolcemente e sorrise quando sentì un suono metallico ed un po’ stonato provenire da esse. Chissà se avrebbe mai imparato a strimpellare qualcosa.
<< Hey…>>, Agnes si voltò sussultando e guardò Tom entrare a petto nudo e con i pantaloni del pigiama in camera; in testa aveva un turbante che conteneva i corn e intorno al collo un asciugamano. << Che combini, piccola?>>, sorrise e si abbassò su di lei posandole un dolce bacio fra i capelli.
La ragazzo sorrise socchiudendo gli occhi e si alzò in piedi sul letto abbracciando il fratellastro. << Voglio dimenticarmi tutto stasera.>>.
<< Beh….>>, Tom sorrise e la abbracciò dalla vita sollevandola e facendola poi sedere sulle proprie gambe. << Credo che oggi un bel po’ di cose tu le abbia dimenticate.>>, sbuffò una risata.
Agnes imbronciò le labbra e lo guardò con gli occhioni struccati. << Hey. Non è colpa mia se ancora non ho realizzato di avere un ospite in casa!>>.
<< Ag, dopo due giorni è il colmo dimenticarsi di apparecchiare anche per Andreas.>>, ridacchiò il moro levando il turbante e lasciando i corn liberi sulle spalle.
<< Ero pensierosa…>>, disse la ragazza in un sussurro.
Tom fece per parlare ma Agnes premette irruentemente le mani sul suo petto e si mise a cavalcioni sul su bacino. << Giochiamo?>>, disse con un sorrisetto malizioso.
<< Ag, è tardi….>>, replicò lui sentendosi non del tutto indifferente ai baci sul collo della sorellastra e ai movimenti sensuali del suo bacino. << Agnes…>>.
<< Sssh, Tomi. Stai facendo i capricci?>>, ridacchiò lei mordendogli il lobo.
Il ragazzo deglutì e accarezzò i fianchi della ragazza decidendo che, sì, era proprio arrivato il momento di confessarle quel piccolo segreto che lo stava torturando ogni notte.
La prese per i fianchi e la sollevò facendola sedere al suo fianco. << Agnes, dobbiamo parlare.>>.
La ragazza inarcò un sopracciglio. << Soffri di disfunzione erettile?>>.
Tom girò gli occhi. << No.>>
<< Oh mio Dio, ti prego dimmi che non ti sei innamorato…..>>, la mora  sgranò gli occhioni e Tom arrossì violentemente sulle gote. << Oh no!>>.
<< Ti posso spiegare….>>.
<< No, Tomi… No!>>, Agnes  si alzò e lo fissò disperata. << Non puoi.>>.
<< Perché non..>>.
<< Perché….>>, Agnes esitò. << Beh…. Io non sono innamorata di te, Tom. E non voglio che tu soffra per me. E’ l’ultima cosa che vorrei. SEI l’ultima persona che vorrei vedere star male, Sei il mio fratellone….>>, arrossì lei. << Il mio migliore amico…>>.
Tom ci mise un po’ per realizzare quello che la sua intelligentissima e piccatissima sorellastra aveva inteso e non poté fare altro che scoppiare in una sonora risata. << Ag! Hai bevuto?>>.
La mora, sentendosi offesa dalla reazione del fratello, puntò una mano sul fianco e lo guardò male. << Cosa c’è da ridere?>>, sbatté il piede per terra.
Tom rise e cinse la vita alla sorella poggiando teneramente il viso sulla sua pancia piatta. << Non è di te che sono innamorato, sorellina.>>.
Agnes si sentì sollevata da quella dichiarazione e posò la mano sulla testa  accarezzandolo dolcemente sui corn bagnati, aspettando che lui continuasse. << Non so come dirtelo….>>, sussurrò lui. Agnes poté giurare di sentire il calore delle guance arrossate del fratellastro attraverso la maglia sottile e sorrise fra sé e sé.
<< Si tratta di Helly, vero?>>, sussurrò con un tono di voce caldo e rassicurante.
Tom, a sua volta, alzò gli occhi su di lei e guardò quel sorriso sincero e  sereno che gli piacque inverosimilmente. << Come… come fai a saperlo?>>, sussurrò.
La mora sorrise dolcemente e premette le labbra sulla fronte di Tom. << Sembra strano, ma anche io capisco quando c’è qualcosa di grande fra due persone. I vostri sguardi, l’imbarazzo, la tua gentilezza nei suoi confronti, la sua irascibilità quando io le parlo di quanto tu sia bravo a letto…>>, rise piano guardando Tom che sbottava un ‘COSA?!’ arrossendo ancor di più all’inverosimile. << ….Sono tutte cose che mi fanno capire che c’è qualcosa fra di voi, DENTRO DI VOI. Qualcosa che, sinceramente, a me è sconosciuto. Qualcosa che….>>, questa volta fu lei ad arrossire e sentì il proprio stomaco aggrovigliarsi come se vi stessero annodando un nastro intorno. << ….che vi invidio.>>, sussurrò in fine a bassa voce, quasi con la paura di esporsi troppo, quasi con la paura di farsi del male da sola.
Il ragazzo la guardava sorpreso, non aveva mai sentito parlare Agnes in quel modo. Non l’aveva mai sentita parlare davvero, in realtà.
I suoi discorsi giravano sempre intorno alla moda, al lavoro, ai bei ragazzi, al sesso, alle serate cool and swag. Poteva sembrare una ragazza vuota, ma Tom sapeva che non lo era: sapeva che c’era qualcosa dentro ci lei che le faceva paura, che voleva tenere stretto per sé e non voleva affatto forzarla a tirar fuori tutto. L’avrebbe rispettata, perché le voleva un gran bene.
Non riusciva a rispondere alle parole della sorellastra, si limitava a guardarla negli occhi e a godersi le sue tenere carezze, per una volta, fraterne.
<< Smettiamola di fare gli amanti, Tom….>>, disse lei facendolo rimanere sorpreso. << Ora hai trovato chi può darti più di un bel corpo sempre pronto a soddisfarti.>>, la sua voce era amara ma sincera e Tom si sentì tremendamente in colpa: possibile che non avesse pensato un solo momento che anche Agnes avesse dei sentimenti? Possibile che se ne fosse approfittato così vigliaccamente e sfacciatamente?
<< Io… non volevo offenderti, Agnes. Voglio dire…>>, deglutì a vuoto. << Non ti considero come una troietta che si da a tutti…. Sono stato un idiota.>>.
La ragazza sorrise amaramente e si abbassò premendo un ultimo bacio sulle sue labbra. << E’ solo colpa mia, Tom. Solo che… non immaginavo di affezionarmi così a te. Non potevo immaginare di trovare in te un vero e proprio fratello. Credimi, è giusto così.>>, sorrise e si stese sul letto di Tom. << Ora però voglio dormire con te. Solo dormire. Mi piace molto di più dormire al tuo fianco che fare sesso, te lo giuro.>>.
Il ragazzo sorrise dolcemente e le rimboccò le coperte. << Aspettami qui, mi asciugo i capelli e vengo.>>.
<< Capelli? Vuoi dire quei serpenti che hai sulla testa?>>.
Tom le uscì la lingua e si diresse verso la porta massaggiandosi la cute con l’asciugamano pulito. << Oh, Ag…>>, fece un passo indietro e si voltò verso il letto mentre e sue labbra si allargavano in un sorriso a trentadue denti. << Venerdì non posso venire in discoteca…. Ho un appuntamento con Hellen.>>.
Agnes sgranò gli occhi e si mise a sedere. << COSA?!>>, urlò e Tom socchiuse gli occhi colpito dagli ultrasuoni della sorella.  << DEVO ASSOLUTAMENTE AIUTARTI A TROVARE QUALCOSA DA METTERE.>>, saltò giù dal letto euforica mentre Tom indietreggiava verso la porta. << E… oh! DEVO ASSOLUTAMENTE FAR SPARIRE QUEI SERPENTI DAI TUOI CAPELLI.>>.
Prima che Agnes potesse finire la frase, Tom si era già chiuso a chiave in bagno.
 
Andreas sentì dei strani movimenti al suo fianco e sporse la mano sul comodino afferrando il suo telefono. Le 10.30. Chi rompeva alle dieci e trenta?
Sentì delle braccia allacciarglisi in vita e sobbalzò fuori dalle coperte spaventato. << OH! BILL, TI SEMBRANO SCHERZI DA FARE?>>.
La chioma scompigliata e corvina dell’amico era riconoscibilissima anche sotto quell’ammasso di coperte che coprivano il suo corpo e gran parte del suo viso.
<< Se eri intenzionato a mettere quelle lunghissime mani da checca bisessuale sulla mia carrozzeria, beh, ti faccio presente che la fase da ‘Andi, scopriamo se quello che dicono gli altri su di me è vero’ è passata nel momento in cui tu hai messo le mani nelle mie mutande a tredici anni e hai commentato con un ‘Che schifo, lo hai piccolo!’>>, Andreas imbronciò le labbra ancora profondamente offeso da quella dichiarazione che l’amico gli aveva fatto più di cinque anni prima.
Bill, di canto suo, scoppiò a ridere e sbucò dalle coperte. << Non ho alcuna intenzione di tastarti di nuovo. Sai che schifo? Era solo per capire se davvero fossi gay o no.>>.
<< Infatti poi ti sei rivelato bisessuale, gran genio.>>, Andreas roteò gli occhi.
<< Anche Agnes lo è. Me lo ha rivelato Sofie.>>, Bill incrociò le gambe mentre sul viso di Andreas si apriva una smorfia di fastidio. << La Sofie che ti piace tanto.>>.
<< E’ una mantide.>>.
<< Lo dico anche io con Agnes.>>.
<< Tu sei innamorato di Agnes.>>.
<< Sì, ma lei….>>, sospirò il moro e si avvolse nuovamente nelle coperte dell’amico. << ….è una troia, una snob, una mantide, una regina delle nevi, una strega dal cuore di ghiaccio….>>.
Mentre l’amico parlava, Andreas aveva aperto le tende facendo filtrare dalla finestra la fioca e gelida luce di fine novembre. << Sì, Bill, ma tu sei un brontolone, sfigato ed innamorato. Che vogliamo fare?>>.
<< Vogliamo fare….>>, una voce proveniente dalla porta socchiusa li fece sobbalzare –Bill perse vent’anni di vita sperando che non fosse Agnes, CAZZO, CAZZO, CAZ…-. << Che ora ALZI IL CULO DA QUEL LETTO, Bill, smetti di lagnarti e inizi a far qualcosa di costruttivo!>>.
<< Sofie!?>>, Bill sgranò gli occhi guardando la ragazza perfettamente truccata –un giorno avrebbe scoperto il segreto delle donne: come facevano alle 10.30 del mattino ad essere PERFETTAMENTE truccate come se stessero andando ad un festiva, o ad una sfilata, o ad un matrimonio….?- che entrava nella stanza e gli strappava le coperte da dosso.
<< La mantide?>>.
<< Sempre molto simpatico, riccioli d’oro, non c’è che dire!>>, la ragazza rifilò un’occhiataccia divertita ad Andreas che urlava che QUANDO I SUOI LISCISSIMI CAPELLI PLATINATI SAREBBERO DIVENTATI RICCI  E DORATI LEONARDO DI CAPRIO AVREBBE VINTO UNO O PIU’ OSCAR.
<< Che ci fai qui?>>, il moro le andò incontro e le posò un bacio sulla guancia.
<< La tua AMATA sorellastra mi ha dato appuntamento alle 10 in punto per dare un’ultima revisione all’articolo da inserire nella rubrica Fashion&Freiheit del giornalino della scuola, ma C.V.D è ancora sotto la doccia e fra poco dovremmo incontrare le altre allo Starbucks di Alexanderplatz, pensa un po’.>>.
La mente di Bill aveva smesso di pensare a ‘è ancora sotto la doccia’ e il suo cervello aveva prodotto pensieri poco casti su Agnes in quella situazione, sull’episodio della vasca, su Agnes che gli si avventava addosso baciandolo come non aveva mai fatto prima con nessun altro, ritrovandosi presto in una situazione poco piacevole d’imbarazzo.
Arrossì e si sedette al bordo del letto accavallando le gambe e guardò i due amici che battibeccavano ancora sulla questione dei capelli.
<< Mentre tu sei qui a brontolare sui tuoi peli argentati, qui c’è il tuo, OPS mi correggo, il NOSTRO migliore amico che soffre le pene d’amore di una principessa di ghiaccio che non vuole uscire allo scoperto e che scopa con tutta Berlino per PAURA di innamorarsi davvero.>>.
<< Cosa, cosa, cosa? La Strega ha paura di far entrare nel suo cuoricino un essere vivente? Beh, mi pare che non abbia avuto problemi a far entrare….>>.
<< Okay, STOP, BASTA, TIME OUT.>>, Bill sospirò e rifilò un’occhiataccia all’amico. << Ragazzi, non siete costretti ad aiutarmi. Tanto è tutto inutile: io ed Agnes siamo TROPPO diversi. Non potrà mai esserci niente fra di noi.>>.
<< Oh, no. Voi siete UGUALI, invece.>>, sbottò la ragazza. << Identici, oserei dire. Entrambi brontoloni, paurosi, ossessivi, OSSESSIONATI dal giudizio degli altri anche se non lo ammetterete mai….>>, Sofie bloccò con una mano Bill che era già pronto ad ostentare il suo ‘menefreghismo verso il giudizio altrui’. << …musoni, insoddisfatti, isterici, perfezionisti ma soprattutto...>>, Sofie mise la mano sul fianco e girò gli occhi. << Due grandissimi IDIOTI.>>.
<< HEY!>>, Bill imbronciò le labbra.
<< Concordo con capelli di ganja.>>.
Sofie fulminò il biondo e continuò. << Dovresti avere più fiducia in te stesso, Bill.>>.
<< Sì, ma io non voglio più vederla in quelle condizioni all’ Adagio. Mezza nuda, ubriaca, strafatta, che si vende a chiunque, SOPRATTUTTO A MIO FRATELLO.>>, digrignò i denti verde d’invidia.
<< Sfigato.>>, tossì Andreas.
La ragazza gli rifilò un ennesimo sguardo di ghiaccio. << Beh, che problema c’è? Venerdì invece di andare all’Adagio andiamo a prendere una pizza ad un bel ristorantino italiano che conosco. Io, te e….>>, guardò Andreas sospirando sconfitta. << Quest’essere biondo qui.>>.
In quel momento un’Agnes ritardataria correva sui suoi stivali neri Prada tenendo in mano Cassie  che si dimenava dalla morsa della padrona. << CASSIE, DOBBIAMO TROVARE ZIA SOFIE, NON C’E’ TEMPO PER I CAPRICC….Oh!>>, si fermò davanti alla camera degli ospiti guardando Bill e Andreas in pigiama seduti sul letto e Sofie in piedi che teneva entrambe le mani al moro.
Un senso di nausea la invase e decise di sopprimerlo facendo irruzione nella stanza.
<< Sofie, ci sbrighiamo, gioia?>>, sbottò con la solita aria da snob. << Non abbiamo tutto il giorno.>>.
La ragazza non poté far altro che guardare Agnes sconvolta e frenò l’impulso di tirarle addosso una lampada. << AH, IO MI DOVREI SBRIGARE?>>.
<< Beh, sei qui a parlare con Mirtilla Malcontenta e la brutta copia di Draco Malfoy.>>.
<< Sempre gentilissima, cara Agnes.>>, Andreas le regalò un sorriso pieno d’odio che lei ricambiò con piacere.
<< Stavamo giusto organizzando un’uscita a quattro. Vuoi venire?>>, Sofie inarcò un sopracciglio cercando di captare le emozioni di Agnes.
Emozioni che lei fu molto brava a nascondere: seppur mille domande le si stessero piazzando in mente-Chi sarebbe la coppia? Venerdì? Perché mi stanno invitando ad uscire? Hanno un annuncio importante da fare? OH MIO DIO stanno insieme? SOFIE E’ INCINTA? Dio, devo smetterla con quest’ossessione sulle gravidanze…- l’unica domanda atona fu. << Ed io con chi dovrei far coppia?>>.
<< Con…. Nessuno.>>, rispose Sofie. << Insomma, al diavolo le formalità, Ag. Ti piacerebbe venire?>>.
<< Venerdì ho l’Adagio, Sofie.>>, lei girò gli occhi. << Ora possiamo andare per favore?>>.
Sofie guardò maliziosamente Bill e gli alzò il pollice. << Ora vado, ti chiamo stasera.>>, e tenendo sempre lo sguardo sull’amica posò le labbra sull’angolo della bocca di Bill lasciando basiti Andreas ed Agnes che seguivano la scena chi con un cipiglio di fastidio chi con una stretta allo stomaco indecifrabile.
Bill, invece, aveva perfettamente capito il piano della sua migliore amica e la guardò grato con la consapevolezza che, ahimè, neanche quella volta avrebbe funzionato.
 
Il gran giorno era arrivato e Tom sentiva i nervi a pezzi e il corpo in fibrillazione mentre Agnes gli intimava di stare fermo e zitto sistemandogli la camicia-LARGA, non avrebbe mai acconsentito a mettere una di quelle camicie di Bill strizzacapezzoli- a quadri verdi su una maglia leggermente più attillata e dei jeans che lo facevano sembrare FINALMENTE quasi della sua taglia.
<< E se balbetto? E se inizio a parlare male e non mi escono le parole? E se le verso la cocacola addosso? E se tremo? E se….>>.
<< TOM.>>, la sorellastra lo guardò esasperata. << Andrà tutto benissimo. Sta’ tranquillo.>>, sorrise dolcemente lei posandogli un bacio sulla guancia.
In quel momento fecero irruzione nella stanza di Tom, Bill e Andreas vestiti di tutto punto per la serata con Sofie. << Oh, avete iniziato presto stasera. >>, sorrise amaro Bill e Tom gli lanciò una pantofola che lui schivò prontamente.
<< Noi andiamo, è arrivata la mantide con i capelli color ganja.>>, continuò Andreas –che si era preso la pantofola di Tom in fronte, maledetto Tom.
<< Okay, sparite.>>, Agnes rifilò loro un’occhiataccia e tornò ad occuparsi dei risvolti della camicia di Tom.
Quando i ragazzi furono usciti, Tom sospirò sonoramente. << Credi che avrei dovuto dirlo a Bill?>>.
<< Beh, io dico proprio di sì. E’ il tuo gemello.>>.
<< Sì, però…. Ag, Bill è un romantico inguaribile, se gli avessi parlato di Hellen avrebbe iniziato con i suoi film mentali, si sarebbe illuso e sarebbe rimasto deluso per me.>>.
<< Tom, ti butti giù prima ancora di aver provato. E poi è normale avere questa forte empatia fra gemelli…>>, affermò lei mordicchiandosi le labbra. << No?>>.
Tom la guardò inarcando il sopracciglio e le alzò il viso.<< Che c’è che non va, Ag?>>.
La ragazza sospirò e gli posò una carezza sulla guancia. << Vai. Sei in ritardo.>>.
<< Agnes.>>.
<< Un giorno forse ti dirò, Tom.>>, sussurrò tenendo gli occhi nei suoi. << Ora non posso. Non sono pronta.>>.
Tom, in un rispettoso silenzio,annuì e le baciò la guancia ringraziandola; prese le chiavi della sua Audi e scese le scale.
Fece un sospiro di sollievo mentre ingranava la retromarcia ed usciva dal cancello della villa.
<< Niente paura, Tom. Niente paura.>>.
Detto questo, ingranò la marcia e partì velocemente sgommando per Doroteenstasse.
I battiti acceleravano sempre di più: più si avvicinava alla villa di Hellen più sentiva il cuore salirgli in gola e poi scendergli nello stomaco provocandogli un senso di ansia.
Parcheggiò la sua R8 davanti ad una grande villa asettica, dai colori freddi e dalle forme precise.
Si ritrovò a pensare che quella villa rispecchiasse profondamente il carattere preciso e razionale di Hellen e sorrise fra sé e sé sentendo il cancello aprirsi.
Alzò lo sguardo e rimase incantato davanti ad Hellen in un vestito scampanato color ambra, i capelli tirati su in un mezzo raccolto e un trench beije che le avvolgeva il corpo perfettamente; a completare l’opera erano i vertiginosi tacchi dello stesso colore del trench che la slanciavano ancor di più.
La ragazza salì in auto e sorrise dolcemente a Tom che continuava a guardarla come se non avesse mai visto una donna prima.
<< Buonasera.>>, arrossì lei sentendosi in imbarazzo totale davanti a quei grandi occhi color ambra che la fissavano.
<< S-sei bellissima.>>, balbettò lui. –Maledetta ereditarietà da suo padre!.
La ragazza sorrise ed abbassò il viso impuntandosi una ciocca ribelle dietro l’orecchio. << Grazie… anche tu stai benissimo.>>, si schiarì la voce. << Dove mi porti?>>.
<< Oh, beh… a pregustare qualche piatto italiano. Ti va?>>, Tom ingranò la marcia ripartendo verso il centro.
<< Certo che mi va. Sarò un giudice molto severo.>>, rise lei.
<< Io invece sarò un giudice poco obbiettivo. Ho una fame.>>.
 
<< Allora mi dite dove andiamo?>>, sbuffò Andreas stando seduto nel sedile posteriore dell’Auto di Sofie.
<< Se solo smettessi di blaterare capiresti che siamo già arrivati.>>, la ragazza uscì dall’auto e si diresse con Bill verso un ristorantino italiano che lei conosceva bene in quanto spesso andava a pranzare con le ragazze.
I due ragazzi la seguirono e subito dopo presero posto ad uno dei tavoli a quattro in religioso silenzio.
<< Allora? Bill?>>, Sofie prese il menu iniziando a sfogliarlo.
<< Allora cosa?>>, disse lui facendo lo stesso.
<< Sviluppi con Agnes?>>.
<< Nah. Stasera era già avvinghiata a mio fratello prima che tu arrivassi. Passeranno una bellissima serata insieme e io li sentirò gemere tutta la notte e come ogni volta mi rintanerò nella mia camera sperando che un giorno Agnes si dichiari a me e Tom trovi la sua metà….>>, sospirò.
<< Vuoi dire quella metà, Bill?>>, Andreas con gli occhi sgranati indicò la coppia che stava entrando nel ristorante e Bill e Sofie non potettero fare a meno di sgranare gli occhi dalla sorpresa.
<< Tom ed Helly?!>>, urlettò Bill.
Una mano subito gli chiuse la bocca. << VUOI STARE ZITTO?>>, urlò in un sussurro Sofie. << Evitate di fare scenate e non rovinate la serata a quei due. Se siamo fortunati non ci vedranno e noi avremo scoperto qualcosa che non può che farti piacere, Bill.>>, ammiccò lei.
Bill la guardava con gli occhioni sgranati e lo sguardo confuso. << E cioè?>>.
<< E cioè che Tom è perdutamente innamora ed AGNES gli sta semplicemente dando una mano con Hellen. E’ semplice, Bill.>>, sbottò Andreas dandogli un colpo sul braccio.
Bill sembrò solo in quel momento capire e sgranò ancor di più gli occhioni che si aprirono, questa volta, in una luce di felicità.
Dopo tanto, tantissimo tempo.
 
<< Forse non hai capito che voglio distruggermi!>>, Agnes rideva a crepapelle cercando di allontanare Sarah che le stava costantemente addosso.
<< Tu da quel maniaco non ci vai, hai capito?!>>, urlò la bionda cercando di sovrastare la musica rimbombante.
Era solo mezzanotte e mezzo ed Agnes era, per qualche strano motivo, già su di giri e fuori di sé. Appena aveva saputo della presenza di quel Drake con la sua gang aveva iniziato a scalpitare dicendo che avrebbe voluto andare da lui per dimenticarsi di se stessa.
<< Drakeee!>>, urlò la mora scoppiando a ridere. << Oh, Sarah Star, ti prego!>>, rise la bionda gettando il collo indietro lasciando cadere i lunghi capelli corvini sul bancone dove Alan stava servendo-con disappunto- l’ennesimo angelo azzurro alla mora.
<< Ora basta, AG!>>, Sarah la prese per le spalle e la fece mettere seduta composta. << Ora mi ascolti. Alan, per favore, porta via questo cocktail.>>.
Agnes continuava a ridere non capendo assolutamente quello che le stesse succedendo intorno. << Stasera siamo sole io e te, Sarah. Non sei felice?>>, le si avvinghiò al collo e ci soffiò sopra. << Finalmente potrai avere la tua prima esperienza lesbo!>>.
Sarah girò gli occhi infastidita e se la scrollò di dosso. << Ora vieni con me.>>, la prese per mano e la trascinò sul balcone che dava su Potsdamerplatz.
Agnes fu subito colpita dal freddo gelido di quella serata e si strinse nel cappotto. << Non nevica. Perché non nevica? Amo quando nevica.>>.
<< Certo.>>, sorrise Sarah. << Sei la regina delle nevi, come dice Bill.>>.
Agnes sgranò gli occhioni truccatissimi e la guardò come se fosse una bimba. << E’ proprio per questo che amo la neve!>>.
Bingo!
Sarah sorrise e le prese le mani scaldandole nelle proprie. << Ti piace quando Bill ti chiama in quel modo?>>.
La mora annuì dolcemente e sorrise.  << E anche quando mi chiama principessa di ghiaccio. Oh, anche quando sento che ha addosso il mio profumo mi sento felice.>>, sorrise sentendo la testa girare vorticosamente. Cadde in avanti e fu prontamente presa da Sarah che sorrise e la strinse forte al petto.
<< E perché oggi volevi dimenticarti di tutto?>>.
<< Beh…>>, la mora ci pensò un po’ su. << Perché tutti sono felici ed io no.>>.
Sarah aveva voglia di ringraziare Alan per avergli concesso di ingerire tutti quei cocktail  che la stavano facendo sciogliere come non mai.
<< Tom sta con Hellen…. Bill con Sofie…. E tu non mi vuoi.>>, disse la mora imbronciando le labbra.
<< Tom sta con Helly?>>.
<< Sì.>>, Agnes continuava a guardarla con gli occhioni. << Sono così belli insieme! Tom si è innamorato ed io sono felice perché lui è il mio fratellino.>>.
<< E Bill…?>>.
<< Bill non è il mio fratellino.>>, borbottò lei. << E non sta con Sofie. Vero che non sta con Sofie, Sarah?>>.
<< Beh, immagino di no, Ag….>>, balbettò la bionda. << E…. perché vorresti andare da Drake?>>.
<< Perché….>>, Agnes fece una smorfia e si appoggiò alla ringhiera ghiacciata.<< Perché quando mi da’ quella polvere magica io mi dimentico di tutto quello che mi fa essere nervosa. E mi fa dimenticare del passato. E del male che ho… ancora…>>, singhiozzò e Sarah sgranò gli occhi.
Non avrebbe permesso che Agnes soffrisse ancora per il passato. Non voleva mai più vederla come tanto tempo prima.
L’attrasse a sé e l’avvolse con le braccia in un abbraccio sincero e protettivo. << Ti fa ancora male, Ag? Stai ancora male?>>.
La mora annuì contro il suo petto. << Le braccia. Quando ci penso…>>.
<< Lo fai ancora, Ag?>>, le alzò il viso e la fissò negli occhi preoccupata. << La verità per favore.>>.
La mora la guardò negli occhi prima di chiudere i propri lasciando le lacrime calde cadere sulle proprie guance. << No.>>.
<< Ho detto la verità, Agnes.>>.
<< Non lo faccio più.>>.
<< Ricorda che ci sono io, Ag. Sempre. Ci sono io.>>, continuava a sussurrare la bionda cullando l’amica dolcemente e sperando, in cuor suo, che si accorgesse presto di aver accanto la cura per tutti i suoi mali.
 
<< Sono stata davvero bene oggi, Tom.>>, Hellen si appoggiò al cancello della propria villa guardando il ragazzo che le stava di fronte.
<< Anche io. Ed il cibo era davvero buonissimo.>>, annuì il ragazzo.
La serata era stata perfetta: non era inciampato, non aveva versato la coca cola, non aveva balbettato troppo e non si era mangiato le parole.
Erano stati benissimo e si erano raccontati tante cose: Tom aveva parlato della morte di sua mamma e si era emozionato parlando del dolore che avesse provato nel vedere Bill attaccato dai bulli della scuola. Hellen lo aveva preso per mano e lo aveva rassicurato che ora erano un gruppo e nessuno avrebbe mai permesso che un componente di quel gruppo stesse male.
<< Sei stato davvero dolce….>>, sussurrò lei arrossendo di colpo. << Insomma, non ti avevo sotto questo punto di vista. Sei… diverso.>>, soffiò e una nuvoletta di vapore ghiacciato si disperse nell’aria.
<< Sono semplicemente me stesso, ora….>>, Tom notò le labbra viola della ragazza che tremavano e portò la mano sul suo viso. Le accarezzò la guancia e passò dolcemente il pollice sulle labbra. << Mi fai stare bene, Helly.>>.
La mora sgranò gli occhi e tremò. Questa volta non dal freddo, ma dall’emozione.
<< Mi piaci, Hellen.>>, sussurrò Tom dolcemente. << Credo di provare qualcosa per te.>>.
Il cuore della ragazza fece cinque salti mortali insieme e deglutì a vuoto sentendo le gambe cederle e le farfalle svolazzarle nello stomaco.
Tom sorrise dolcemente. Sorrise con lo sguardo, con le labbra, con gli occhi, col cuore.
Abbassò il viso verso quello di Hellen che teneva delicatamente fra le mani e la fissò negli occhi intensamente. << Credi che potremo rivederci…?>>.
La ragazza lo guardò negli occhi e un senso di nausea la colpì dritta allo stomaco, mentre gli occhi iniziavano a pizzicarle inspiegabilmente.
Fu allora che si decise ad alzarsi sulle punte e a farlo.
Premette morbidamente le labbra su quelle di Tom e lo baciò. Fu un bacio casto e dolce, senza forzature né voglie di andare oltre. Si staccò dopo pochi secondi con un dolce schiocco e sorrise mentre il vapore gelato si riscaldava fra le loro bocche. << Buonanotte, Tom.>>.

Okay, non so come farmi perdonare. Purtroppo gli impegni lavorativi e scolastici mi hanno letteralmente affogata in quest'ultimo periodo. Però, come promesso, eccomi qui con un nuovo capitolo. Volevo dirvi che tengo tantissimo a questo capitolo perché ha una parte molto personale anche della mia vita. Spero che vi piaccia come lo scorso capitolo perché, credetemi, è stato un parto scriverlo. Vorrei ringraziare DAVVERO tutti quelli che seguono questa ff, che pian piano sta diventando sempre più personale, anche per me. E' la mia unica valvola di sfogo, oltre al disegno. Grazie a tutti i lettori silenziosi, grazie a chi recensisce, a chi critica, a chi l'ha messa fra le preferite e a chi l'ha messa fra le seguite. Un grazie immenso va a loro: _Vesper_ e auroramyth Sono i miei due pilastri, le mie sorelle maggiori. Grazie di tutto, vi voglio bene. Grazie mille a chi leggerà i miei pensieri. Un grande bacio, Liebe. <3

   
 
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