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Autore: Ashihei    26/04/2014    1 recensioni
Un ragazzo ritrova in soffitta una lettera consegnatagli da sua nonna anni prima, e tutto ciò che può provare è rimpianto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                   24 Maggio

 

Caro Mirai,
ricordo ancora la prima volta che ti ho visto, in quel piccolo lenzuolo bianco, tra le braccia di tua madre.
Lei era sfinita per il parto, e tu guardavi chiunque arrivasse con quei grandi occhi color nocciola.
Mi sono avvicinata al letto dell’ospedale e non riuscii a dire assolutamente nulla.
Ero così emozionata.
Finalmente anche io potevo avere un nipote da viziare, un bambino che mi ricordasse i bei tempi passati insieme a tua madre.
Ti accarezzai la guancia e tu mi sfiorasti la mano con le tue dita piccolissime, e credimi, non fui mai più felice in tutta la mia vita tanto quanto in quell’istante.
Anni dopo non smisi mai di badare a te.
Eri un bambino così dolce e premuroso, come non se ne vedono più.

 
Era appoggiato contro il muro della soffitta, tenendo nella mano sinistra una busta di carta e nella mano destra la lettera che gli aveva scritto sua nonna il giorno del suo diciassettesimo compleanno.
I capelli castani gli ricadevano sul volto, mentre leggeva quelle parole di cui aveva disperatamente bisogno.
 

Ho avuto prova del tuo animo gentile la volta in cui salvasti quel piccolo passerotto alla riva del fiume.
Aveva le ali ferite e non riusciva più a volare, ma chiunque passasse continuava a camminare, ignorandolo.
Chiunque passasse tranne te, ovviamente.
Non appena lo inquadrasti andasti subito ad aiutarlo, senza pensarci due volte, e costrinsi tutti a portarlo a casa per il tempo che avrebbe richiesto la guarigione.
Avresti potuto continuare per la tua via, ma non lo hai fatto.
Hai scelto di aiutare qualcuno che si trovava in difficoltà, anche se era la scelta più difficile, e io fui incredibilmente fiera di te, quel giorno
come tutti gli altri.


 
Sua nonna era sempre stata incredibilmente legata a lui, e anche lui provava gli stessi sentimenti per lei, indubbiamente.
Lei era presente in ogni suo ricordo, in ogni sua reminescenza.
Lei c’era sempre stata quando lui aveva bisogno, e proprio quell’ultima volta, lui non era stato capace di perdonarla.
Lei aveva fatto una sciocchezza, e lui si era arrabbiato per nulla, scatenando un putiferio.
Ora proprio quella sua attitudine a dare per scontate alcune persone della sua vita gli si era rivoltata contro.
Aveva fatto un errore, e ora non poteva più rimediare al suo sbaglio.
Avrebbe portato quel fardello con sé per sempre.
Per sempre.
 

In questo momento tuo nonno sta dormendo sulla poltrona, come sempre.
Non lo ammetterebbe mai, ma anche lui è agitato.
Stai per compiere diciassette anni, come vola il tempo.
Siamo tutti emozionati e non vediamo l’ora di vederti, veramente.
 

Strinse ancora di più il foglio con le dita, e cominciò a piangere.
Quella lettera gli era stata consegnata da sua nonna due anni prima, e, dopo averla letta, non vi aveva mai prestato troppa attenzione.
Ma ora tutto era cambiato.
 

Ti amiamo con tutto il cuore, Mirai.
A proposito, sai cosa significa il tuo nome nel suo linguaggio originale?
Mirai è la parola giapponese che sta per “futuro”.
Io e tua madre abbiamo scelto proprio quel nome perché è ciò che significhi per noi, il nostro futuro.
Ma ora basta con queste cose noiose, spero che ti divertirai oggi e che insieme passeremo una bellissima giornata.
Ti auguro tutto il bene possibile, e non vorrei altro che vederti per sempre felice.
 
                                                                                                                                                    Theresa
 

Avrebbe dato qualunque cosa pur di rivederla solo un’ultima volta, un ultimo momento, per poterle chiedere perdono.
Ma non poteva più, lei non c’era più ormai.
Tutto ciò che poteva fare ora, tutto ciò che fece, fu stringere la lettera al petto e lasciarsi rigare il viso dalle lacrime.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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