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Autore: everyteardropisawaterfall    27/04/2014    1 recensioni
Due ragazzi che non si assomigliano, se non per un particolare: la loro bellezza. E lo straordinario potere che i loro sguardi hanno su Aline. I loro occhi azzurro-cielo, attraevano alla stessa maniera la ragazza.
Due segreti celati al resto del mondo, un duplice amore, una lotta tra Bene e Male.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Mi svegliai di soprassalto da un tocco lieve che mi scuoteva.
Stavo quasi per mandare a fanculo Jessica, e dirle di non rompere.
Invece, quando mi girai e aprii gli occhi, vidi Luke, più bello che mai, che mi osservava preoccupato.
"Vedi che sono le sei, dobbiamo scendere." affermò.
Oh cazzo. All'improvviso realizzai: avevo dormito con Luke quella sera, nello stesso letto. Ci eravamo baciati e stava quasi per....mi fermai. Non volevo pensarci. 
Non volevo che quella cosa, pur non sapendola definire, appena iniziata, quell'attrazione, finisse.
Sapevo che una volta scesi, avremmo preso due cammini diversi. 
Che tristezza.
"Uhm, credo che dovrei andare in stanza a prendere la valigia." gli dissi, di malavoglia.
"Penso che, se proprio non accetti la mia proposta di scappare insieme, ci dovremmo salutare adesso.." 
"Mh, allora vado."
"Non voglio dirti addio, preferisco un arrivederci. Perciò..arrivederci, ragazza dei miei sogni."
Luke aveva un'espressione indecifrabile. Non capivo se fosse dispiaciuto, triste, o magari, contento. Con lui niente era scontato. Lui non era un tipo prevedibile.
"Arrivederci." risposi, abbassando lo sguardo, evitando quello di lui.
I suoi amici dormivano, così non dovetti prendermi nemmeno la briga di salutarli.
Luke's pov
Salutai Aline, con la forte convinzione che l'avrei rivista.
Sì, ne ero più che sicuro.
Sapevo che non ero in possesso, dei miei vecchi 'poteri', che li avevo persi, ma avevo come una specie di sesto senso che mi guidava.
Doveva essere così per forza. Dio,me la sarei scopata a sangue quella!
Mi faceva troppo sangue.
Riflettei un secondo al pensiero appena concepito. Per fortuna avevo pensato alla parola 'Dio' soltanto nella mia testa! Se l'avessi pronunciato, non so quali conseguenze avrei subito nella mia pelle.
O meglio, lo sapevo già, cosa sarebbe successo, ma pensavo che la seconda volta, se fosse capitata, sarebbe stata molto più atroce. Mi era già capitato in passato di aver pronunciato la parola 'Dio', e la conseguenza fu devastante.
Fu come se lungo il mio petto, un ago rovente mi marchiasse la pelle.
Un dolore lancinante come quello, non credevo fosse possibile. Non fino a quel momento.
Ricordavo come l'agonia, venne lentamente sostituita da una cicatrice dai contorni neri, una specie di tatuaggio, che col tempo, scoprii ahimè essere indelebile.
'Cado Angelus' diceva.
Ebbene sì, ero un Angelo Caduto.
Un angelo decaduto dal suo stato di grazia e allontanato dal Paradiso.
Un angelo privato dei suoi poteri, delle sue ali, del suo stato primitivo e imprigionato sotto forma umana, costretto a vagare sino al Giudizio Universale, quando poi verrà esiliato all'Inferno.
E io, il motivo per essere diventato un Angelo Caduto, non lo capivo proprio.
O perlomeno, non capivo Dio. Non lo capivo, perchè, come puoi fingerti indifferente quando uno stupido, sciocco, inutile, umano cerca di romperti i coglioni ovunque tu sei?
Come puoi fingerti indifferente, se l'umano in questione è uno stregone, (del quale non seppi mai il nome) che ti evoca, perennemente per cazzate, dal Paradiso stesso?
L'unica via che mi restava era ucciderlo.
Ucciderlo avrebbe significato mettere fine a tutto quello.
Probabilmente, era abbastanza inesperto, per evocare un angelo, direttamente dal Paradiso, per questioni sciocche tipo dargli qualche strumento in aiuto per la distruzione di alcune Arpie (donne uccello che predano dall'alto), tenere a bada l'alfa di un gruppo di licantropi che da qualche mese invadeva il suo territorio. 
Insomma, questioni che per uno stregone sarebbero state più semplici di bere un biccher d'acqua.
Era evidente la sua esperienza, e sicuramente non sapeva che, come dai nostri più antichi scritti, se si evocava un angelo per questioni futili, si veniva puniti.
Dovetti sopportare quella stupida evocazione per giorni interi:
''In in nome dell'eccelso,
per i suoi tre angoli,
per la rosa di Mariam!
invoco il possente aiuto
del custode del rituale
pietosissimo levi!
tu che possiedi il libro,
tu che protendi l'oro,
incidi la mia carne!''
Così, quel due febbraio, quando mi evocò, lo uccisi, ustionandolo col mio tocco.
Lo lasciai stecchito sulla sua terrazza, non prendendomi nemmeno la briga di nascondere il cadavere. Mi evocava quasi sempre lì, in quanto nelle mie proporzioni reali, per un'evocazione avrei avuto bisogno di molto spazio. Almeno questo, lo 'stregoncello' lo sapeva.
Fu appunto questo il motivo che mi fece perdere i miei poteri.
Nessuno fu contento per il gesto che avevo compiuto. Gli scritti dicevano che coloro che evocavano futilmente potevano essere puniti, ma non s'intendeva di certo la morte.
Non mi seppi controllare quel giorno.
Così, il quattro febbraio, dopo che l'Angelo Superiore, si accertò di persona delle condizioni dello stregone, e dopo che egli stesso ebbe convocato il Consiglio Supremo, fui bandito.
L'idea di poter appartenere, in futuro, ad un luogo come l'Inferno, mi riluttava.
Non mi reputavo qualcuno di cattivo, sul serio.
Non avevo un temperamento calmo, questo lo sapevo, ma ero intenzionato a tutto pur di tornare ad essere un angelo.
Ero intenzionato ancor di più a sapere il motivo per cui sognavo quella ragazza, Aline, da due mesi o poco più. Soprattutto volevo sapere perchè proprio da quel cazzo di quattro febbraio.
E, pur non volendolo ammettere, oltre che scoparci, con quella, se avessi avuto tempo, avrei provato a parlarle, a capirla. Insomma a farmela piacere. Volevo capire cos'era il sentimento che fra gli umani veniva definito 'amore', perchè in Paradiso, lì non c'era niente come questa sorta di affetto, che potesse riguardare qualcuno al di fuori di noi angeli e Dio. Magari, niente di serio, ma avrei voluto stare assieme a quella ragazza, ad innamorarmene...forse. Mi incuriosiva troppo, e, ahimè, la curiosità, era uno dei miei punti deboli.

Questa è la nostra Aline, per darvi un'idea. c:


  
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