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Autore: GiuliaGranger    27/04/2014    1 recensioni
Simon ricorda ogni momento della morte di Isabelle quando non è riuscito a controllare la sua sete di sangue. Ma non sapeva che non sarebbe riuscito a vivere senza di lei. Non credeva che l'amava così tanto. Decide perciò di morire, ma da solo non può uccidersi. C'è qualcuno che lo vuole morto e lui si va a rivolgere a lui: Raphael Santiago...
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il funerale di Isabelle è finito e io penso che se non fossi stato un vampiro avrei pianto. Lacrime che non avrei mai versato mi bruciano gli occhi.
Nella mia mente è impresso l'ultimo momento in cui ho visto Isabelle, prima che i miei denti affondassero nella sua pelle bianca e morbida, prima che io la uccidessi...
 L'immagine è stampata a fuoco dietro le mie palpebre.
Poi un pensiero, che non è della mia ex, mi attraversa la mente, ma è una follia; lo scaccio via.
Ma ritorna sempre, mi tormenta, mi bombarda il cervello e alla fine i piedi si muovono da soli, si spostano verso l'hotel Dumort, si spostavano verso Raphael Santiago...
Il pensiero torna facendosi strada nella mia mente, ma ora non mi sembra più così folle, sono comunque dannato e andrò comunque all'inferno, solo se Dio sarà misericordioso mi manderà da lui in Paradiso, solo se sarà misericordioso mi riunirà a Isabelle.
Comincio a correre, la città che sfreccia accanto a me e, dopo cinque minuti sono arrivato davanti all'hotel.
Mi arrampico sopra il palazzo e mi calo dentro il palazzo atterrando leggiadramente sul pavimento sporco e scostato dell'hotel. Mi giro, Rphael è lì e mi guarda con sguardo crudele, uno di quelli che ti trafiggono da parte a parte. La pelle cinerea e senza pori riluce pallida nella semioscurità dell'hotel. Ricambio lo sguardo facendomi coraggio, ormai ero lì, sapevo esattamente cosa fare.
Le mie labbra riuscirono a pronunciare una sola parola. -Uccidimi.
Un ghigno malefico si forma sulle sue labbra poi guarda e un baluginio si muove nella sua mano, un pugnale.
Non faccio neanche in tempo a replicare che me lo trovo ficcato nel petto, il vestito da sera bianco sporco del suo stesso sangue. Le mie labbra hanno appena il tempo sussurrare il nome di Isabelle che l'oscurità da cui non c'è ritorno mi avvolge come una coperta nera.
 
  
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