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Autore: Birra fredda    27/04/2014    0 recensioni
Prendete una manciata di flaconi di tinte per capelli, qualche piercing, una pagella scolastica deprimente, un fisico scarno, un sorriso strafottente, un paio di occhi vispi e allo stesso tempo velati di malinconia, un pacchetto di Marlboro rosse, una bottiglia di vodka alla menta e un dito medio perennemente alzato. Ora mischiate il tutto ed ecco a voi...
Chris Gaskarth!
Diciassette anni, batterista, pelle chiara, marijuana, rabbia repressa.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimasero immobili per un lungo momento tutti e quattro. La ragazza con i capelli rossi scompigliati sulla testa, Jack e Alex che riflettevano che quella doveva essere Wendy, quella Wendy, e Chris che non riusciva a pensare nulla di intelligente da dire o da fare.
“Ciao” disse Jack, rompendo il silenzio, sfoderando un largo sorriso.
Wendy sorrise di rimando, scoprendo due fossette profonde nelle guance. “’Giorno” abbozzò entrando nella stanza con passo lento. “Come sta il pestato?”
Chris si riscosse, imponendosi di smetterla di fissarla come se fosse qualcosa di inumano per i suoi occhi. “Meglio, grazie. Tu come stai?”
Non appena chiuse la bocca, si diede dell’idiota. Quando era ubriaco gli veniva assai più facile parlare alle ragazze, sia a quelle che conosceva che a quelle sconosciute con le quinte di seno.
Invece essere lì di fronte a Wendy, che gli piaceva, lo rendeva più impacciato che mai.
“Bene” rispose lei. “Sono passata a salutarti...”
Jack lanciò uno sguardo d’intesa ad Alex, che annuì svelto. La situazione era già abbastanza imbarazzante senza che ci fossero loro due presenti, quindi decisero di lasciare soli i due ragazzini.
“Chris” chiamò il maggiore dei due fratelli, “io e Jack andiamo. Torniamo più tardi, se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, chiama.”
Il minore annuì e li salutò con la mano, felice di restare solo con Wendy.
Non sapeva bene cosa dirle, a dire il vero. Più che altro avrebbe voluto baciarla e stringerla a sé, ma si rese conto che prima di tutto dovevano pur avere una sorta di conversazione.
“Cos’è?” domandò lui a lei, indicandole con un dito il pacchetto azzurro che teneva tra le mani scarne.
“Oh, è per te” gli disse lei arrossendo appena e porgendoglielo. “Spero ti piaccia” continuò mentre lui li afferrava e cominciava a scartarlo in fretta, “ma sappi che è solo un pensiero, niente di...”
“Lo adoro” esalò lui, interrompendola, alzando il cd in alto per osservarlo bene. “Dove lo hai preso? Io l’ho cercato ovunque ma non l’ho mai trovato!”
“Beh lo avevo ordinato su internet un paio di anni fa, ma poi mi sono trasferita nel nuovo appartamento e l’ho perso” iniziò a spiegare lei. “Così mia madre me lo ha riordinato sullo stesso sito di due anni fa, ed è arrivato a casa il giorno prima che io ritrovassi l’altro. Ne avevo due e mi fa piacere il fatto che tu ora ne abbia uno.”
Parlò quasi senza staccare le parole, Wendy, avvampando sempre di più. Aveva previsto quella domanda e si era già preparata il discorso a casa.
I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love dei My Chemical Romance stava sul lenzuolo sulle cosce di Chris.
Wendy gli aveva regalato uno dei suoi cd preferiti.
“Ti piace?”
“È il regalo migliore che io abbia mai ricevuto.”
Chris le parlò guardandola dritto negli occhi azzurri, sprofondandoci dentro senza timore. Pensò che quegli occhi avrebbero potuto salvarlo da qualsiasi afflizione.
“Siediti” le disse dolcemente, spostandosi da un lato per farle posto nel letto.
Lei non se lo lasciò ripetere due volte e sedette al suo fianco, posò le spalle contro il materasso e subito cercò la sua mano.
Chris le piaceva da tantissimo tempo, da ben prima che si ritrovasse a baciarlo alla festa di compleanno di Grace Smith.
Rimasero immobili, mano nella mano, per qualche istante, poi Gaskarth si decise a parlare. “Ho saputo che hai litigato con il preside...”
“Già” lo interruppe lei sorridendo. “Ho fatto una scenata epocale perché volevo accompagnarti sull’ambulanza.”
Lui ghignò appena. “Ti ringrazio” le disse sinceramente riconoscente. “Davvero, Wendy, ti ringrazio di tutto. Per la scenata, per essermi stata vicina dopo il pestaggio, per essere qui adesso...” mentre parlava, Chris pensò che quello era orario scolastico. “Ma tu non dovresti essere a scuola?” quasi gridò.
Lei annuì. “Oggi avremmo avuto due ore di biologia e farle senza di te seduto alla fila dietro la mia non sarebbe stato lo stesso, quindi eccomi qui.”
Chris senza pensare, senza badare a ma e se, voltò lo sguardo verso di lei e premette le labbra contro le sue. Wendy spalancò un momento gli occhi, ma poi si rilassò e si abbandonò al bacio.
Fu un bacio ben diverso dal primo, che era stato voglioso e dal sapore di alcol. Fu un bacio dolce e romantico, che si diedero sciogliendo piano piano le dita intrecciate sul lenzuolo per passarsele tra i capelli e sul viso e sulle braccia e sui lividi.
Quando si divisero, Chris le avvolse la guancia con una mano e le posò il pollice sotto l’occhio, sulle lentiggini chiare. Era bellissima. E lui doveva sembrare un mostro, in quel momento, con il viso pieno di botte e il labbro gonfio.
Eppure lei era lì, di fianco a lui, bellissima e sorridente. Felice. Con lui che era un ragazzino ribelle che s’era fatto picchiare per una stupida frase detta da un idiota senza cervello al marito di suo fratello.
Lei era lì per lui.
Chris se lo urlò nella testa, se lo disse a pieni polmoni dentro di sé e abbandonò la sua fronte contro quella di Wendy.
“Chris...”
“Mh?”
“Giuri di non prendermi in giro se ti confesso una cosa?” chiese lei con un filo di voce.
Lui annuì, staccando la fronte da quella di lei per guardarla meglio in faccia. La vide fremere per un momento.
“Tu...” cominciò lei abbassando lo sguardo, incapace di reggere gli occhi profondi dell’altro. “Tu mi piaci dal primo giorno che ti ho visto.”
Chris aprì bocca per rispondere ma la richiuse subito, non sapendo bene cosa rispondere. Avrebbe voluto ringraziarla e dirle che non lo meritava, che lui in realtà era un disastro, nulla di buono, e che lei avrebbe dovuto aspirare a qualcuno di superiore.
“Tu sei sempre stata un mistero, per me” disse invece. “Ti vedevo sempre tra le nuvole, mai interessata alla lezione, con quell’agenda tra le mani tutta scritta... molte volte ho desiderato leggere le tue parole, Wendy... e poi ci siamo baciati, dopo quel bacio non ho potuto fare a meno di pensare a te. Non riuscivo a togliermi di dosso i tuoi occhi, il sapore delle tue labbra...”
La ragazza non lo lasciò finire, ben sapendo che se avesse continuato a parlare in quel modo avrebbe cominciato a piangere. Le faceva sempre un certo effetto sentirsi dire cose così belle, dato che non ci era abituata.
Non lo lasciò finire prendendogli la testa tra le mani e baciandolo.
Sarebbe potuto durare per sempre quel momento e tutto sarebbe stato perfetto. Persino il dolore dei lividi sembrò offuscarsi per la durata di quel bacio. Persino il dolore di una vita scombussolata e frenetica.
Era una mattinata di sole, quella, una di quelle che lassù nel Maryland non si vedevano tutti i giorni. Era una mattinata senza scuola, dopo la colazione e con l’amore nascente proprio lì davanti ai loro occhi gonfi di splendore.
E loro due non lo sapevano ancora, e non avrebbero potuto saperlo, ma quella giornata aveva fatto sì che fosse oltrepassato il limite del rapporto sempre più stretto tra i due. Perché non ci può guardare tanto da vicino negli occhi, rischiando quasi di annegarci dentro, senza innamorarsi.
Chris lo capì subito che tra loro due avrebbe funzionato. Almeno per un po’, perlomeno all’inizio, sarebbe andato tutto bene. Forse poi ci sarebbero stati alti e bassi, forse troppi bassi e pochi picchi di alti, ma almeno nell’immediato futuro avrebbe funzionato.
Wendy, più timorosa e meno abituata dalla vita a vedersi regalare felicità gratuita, stentò a credere a loro due in quella mattina. Come se Chris fosse lì come un miraggio, come se fosse sempre irraggiungibile.
Poi si sarebbe ricreduta, certo, ma in quel momento quasi non le sembrò vero che tutto stesse accadendo proprio a lei.
Rimasero su quel letto, stesi uno di fianco all’altro, spalla contro spalla, mano nella mano, fino a che un’infermiera non arrivò a portare il pranzo al ragazzo, rifilando una scenata epocale riguardo l’orario di visita.
Wendy lasciò Chris con la promessa di rivedersi al più presto. Chris la vide andare via con occhi nuovi, osservandole quelle spalle piccole come se non ci fosse nulla di meglio al mondo, come se da un momento all’altro potesse vederle delle ali candide spuntare tra le scapole.
Non appena lei scomparve alla sua vista, lui afferrò il cellulare e inviò un messaggio ad Alex, Jack, Rian e Zack. Wendy, run away with me. I know I sound crazy, don't you see what you do to me. I want to be your lost boy.
Sapeva che avrebbero capito.
Poi ne inviò un altro a Samantha e Pete. Sono sulla buona strada per vincere la scommessa.
Sapeva che avrebbero capito anche loro.















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Chi non muore si rivede, no?
Sono tornata con questo nuovo capitolo sdolcinato come non mai. Finalmente Chris e Wendy hanno compiuto il passo e boh, da adesso ho più chiaro nella mente come procedere quindi, se la scuola non mi risucchierà tra le sue grinfie, potrei anche aggiornare più spesso!
Come sempre mi fa piacere se mi recensite, colgo l'occasione per ringraziare tutte le persone che seguono questa roba e vi abbraccio tutti.
Echelon_Sun

 
  
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