Sono quasi le sei. L’auto viaggia sull’autostrada non troppo trafficata, a ritmo costante. Destinazione: Seul. Sporgo la mia mano fuori dal finestrino…sento la leggera brezza di fine estate accarezzarmi con dolcezza, e mi soffermo a guardare il tripudio di colori del tramonto che tingono il cielo, trasformandolo in un incantevole dipinto.

Vedo scorrere il paesaggio della mia città che mi ha visto nascere e crescere, e l’unica cosa che riesco a pensare è che un po’ mi mancherà. Con un pizzico di nostalgia, ritorno ad immergermi nella lettura del mio libro di  fiabe. Ebbene si, sono una liceale, ma ciò nonostante, adoro le fiabe; classiche o moderne che siano, hanno la capacità di affascinarmi e di farmi sognare.

I sogni. I miei sogni sono molti. Troppi. Uno di questi sta già prendendo forma: io e la mia famiglia ci trasferiamo nella grande Seul. Mio padre, ha avuto una promozione come manager nella sede centrale dell’azienda in cui lavora, appunto sita nella capitale. Alla notizia del trasferimento, la mia felicità era alle stelle: pensavo già a nuove avventure, a nuovi amici, e chissà… all’arrivo del mio principe azzurro.
 
-Ho finito anche questo- dico tra me e chiudendo il libro dalla spessa copertina, lo ripongo nello zaino che ho accanto. Chiudo il finestrino e mi sistemo i lunghi capelli ondulati, spettinati dal vento, in una coda.
“Papà, quando arriviamo? Sono troppo curiosa di vedere il nuovo appartamento”  domando con certa   impazienza, sporgendomi sul davanti dell’auto.
“Tra una decina di minuti Yoo Mi”. Mio padre è un campione nel calcolare le distanze, ed infatti, dieci minuti dopo siamo intenti a portare dentro casa le nostre valigie, residui di un trasloco durato, ahimè per mio padre, un’intera settimana. La casa è abbastanza grande e con uno stile moderno e lineare; vedo gli occhi di mia madre brillare, e mi accorgo che la casa ha superato a pieni voti le sue aspettative.
Raggiungo la mia camera: letto grande, armadio spazioso, scrivania e scaffali  già ricolmi dei  libri che mio padre aveva sistemato per me durante il trasloco. Mi appresto ad aprire l’armadio, per sistemare i miei vestiti e inaspettatamente, ci trovo la nuova divisa scolastica.
“ Carina!”- la scruto in ogni piccolo dettaglio, rigirandomela tra le mani.
 Non ci penso due volte a provarla.
Mi guardo allo specchio: gonna blu sopra al ginocchio, camicia bianca con il sottile fiocco e giacca blu con rifiniture bianche e con lo stemma della High Central School. 
 “Niente male” afferma scherzosamente mia madre, appena entrata nella stanza.
Faccio un giro su me stessa per farmi ammirare in maniera più completa. Altezza 1.64. Fisico longilineo tipico delle ragazze coreane,  curve al punto giusto.
“Certo che sei cresciuta piccola mia, il tuo corpo si sta plasmando in maniera così veloce! “. Mi guarda con premura, con gli occhi lucidi che mi hanno visto crescere. 
“La cena è pronta, affrettati a venire in cucina ad aiutarmi”.
Aveva preparato tantissime cose per festeggiare la nostra nuova vita. Mangiammo con gusto. Dopo cena troppo stanca del viaggio, mi distesi sul letto. Chiusi gli occhi e, aspettando che il sonno prendesse il sopravvento, cominciai a pensare che la mia favola stava prendendo forma: la piccola sognatrice Yoo Mi era avvolta nella nuova, magica atmosfera della grande Seul… viveva nel suo castello, cullata dall’amore dei suoi genitori, e ben presto avrebbe conosciuto nuovi fantastici luoghi, persone… Settembre era alle porte e tra pochi giorni la scuola sarebbe cominciata… quel giorno non tardò ad arrivare.

Ecco la nostra Yoo Mi