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Autore: _brown_eyes_    27/04/2014    10 recensioni
"Allora ti decidi a parlare?" chiese lui all’improvviso interrompendo il silenzio che si era creato.
"Non ho niente da dire" risposi decisa.
"Certo che sei proprio gelida,gelida come la neve,silenziosa come la notte".
"È il mio cuore a essere congelato.."
"È colpa tua",sussurrò con un filo di voce come se avesse paura di dirmelo.
"Che"? dissi fingendo di non capire.
"Sei tu che non permetti a nessuno di sciogliere il tuo cuore..''
Ed era vero.Facevo di tutto per allontanare le persone ma era solo un modo per proteggermi..
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                 'La vita ha valore solo se si vive per      
                                                                                                 qualcosa  o per qualcuno.'
                                                                                                 -Cesare Pavese.
 
La vita è un regalo  prezioso che ci è stato donato ma non sempre ci rendiamo conto della sua grande importanza o meglio non le diamo il giusto valore. Si,perché la vita deve assolutamente avere un senso altrimenti è inutile. Ognuno di noi deve avere degli obiettivi da raggiungere,un qualcosa per cui lottare con le unghia e con i denti. Anche le persone sono indispensabili:a volte è proprio l’affetto o l’amore che proviamo per loro che ci spinge ad andare avanti. Ma ci accorgiamo della loro importanza solo quando le abbiamo perse. Ma il proverbio dice non è mai troppo tardi,giusto?
Ok,forse dovrei cominciare a raccontarvi tutto dall’inizio,a partire da quel pomeriggio..

 Vagavo tranquillamente per le vie di Londra senza una meta precisa .Quel giorno faceva piuttosto freddo e il turbine insistente del vento scompigliava i miei capelli già arruffati di loro ma non m’importava,avevo una sfrenata di voglia di camminare e di perlustrare i posti più sconosciuti della città. Non mi sarei meravigliata se qualcuno mi avesse scambiato per una vagabonda o per una smemorata che ha dimenticato la via di casa. Imboccai,quindi, una via abbastanza isolata che mi condusse ad un parco stranamente affollato.
-Non era poi cosi isolata questa parte di Londra-pensai. Infondo era colpa mia: nonostante fossero tre anni che abitavo in quella città  non ero  ancora riuscita ad ammirare tutte le sue bellezze. Questo perché non avevo ancora avuto il tempo materiale per farlo e soprattutto la voglia di farlo.
Entrai nel parco e constatai che era molto più piccolo rispetto al Central Park,il parco che ero solita frequentare per rilassarmi o per leggere i romanzi di Spark all’aria aperta:solo in questo modo riuscivo a immedesimarmi nei personaggi e ad assaporare tutti i dettagli delle varie storie.E cosi passavo il tempo dopo una faticosa e stressante giornata di lavoro. Dopotutto lavorare come segretaria per Mr.Douglas che con il suo fare arrogante ci trattava tutti come suoi servi,era molto più che un’impresa. Se avessi avuto un’altra opportunità di lavoro  mi sarei licenziata già da un secolo. Ma dato che questo non era possibile a causa della profonda crisi economica che un po' tutto il mondo stava vivendo,non avevo altra scelta.
Dopo aver vagato un bel po' alla ricerca di un posto per sedermi scorsi in lontananza una panchina vuota e mi ci fiondai.
"Un po di riposo finalmente"esclamai. Effettivamente i piedi mi facevano male nonostante non avessi camminato eccessivamente ma non ero abituata a percorrere chilometri e chilometri a piedi.Sono un tipo che preferisce stare a casa a guardare la tv o ascoltare musica ad alto volume(nei limiti ovviamente) per scacciare i brutti pensieri..
Dappertutto c'erano coppie felici che si sbaciucchiavano e non davano minimamente peso agli sguardi per certi versi disgustati della gente. Altre coppie si tenevano per mano e dai loro sorrisi si capiva perfettamente che si amavano. C'erano anche tanti bambini:alcuni si rincorrevano,altri giocavano a nascondino e altri ancora si divertivano sull'altalena.Erano tutti e ribadisco tutti incredibilmente felici tranne la sottoscritta naturalmente. Non che fossi triste o depressa ma in quel preciso istante non ero felice,ecco. 
Iniziai a fissare il cielo e le sue innumerevoli sfumature .Lo facevo sempre per distrarmi. Ammiravo anche le nuvole e mi divertivo ad attribuire loro un oggetto,un’animale e perché no anche visi di persone. Passai tre quarti d’ora ad ammirare quello spettacolo. Ero rapita da quello scenario e non avevo intenzione di staccare gli occhi da esso. Ma ad un tratto udì una vocina..
"Scusa posso sedermi qui, non c’è più posto?".
"Non vedi che è occupato?" dissi senza staccare gli occhi dal cielo.
"Si ma c’è tanto spazio.Dai, ti prego, ho corso tanto con i miei amichetti e non ce la faccio più".
Cosa? 
Mi resi conto che era solo un bambino che poteva avere 5 anni.
"Ok. Siediti pure ma non disturbare altrimenti dovrai cercare un altro posto e dubito che lo troverai quindi comportati bene".
"starò zitto,zitto e buono,buono" promise il bambino un pò impaurito dal tono aggressivo che avevo usato.
"buon per te".
5 minuti dopo..
"Ecco dove ti eri nascosto" urlò un bambino probabilmente della stessa età.
"Vieni a prendermi!" detto questo il bambino che stava seduto accanto a me si alzò e cominciò a correre ma ahimè cadde disastrosamente a terra probabilmente inciampando su non so che cosa.
"hey,non vedi che c’è un bambino a terra?Potresti anche aiutarlo ad alzarlo!" una voce interruppe per l’ennesima volta i miei pensieri.
"Chi sei tu per dirmi cosa devo fare?"sbottai. Mi voltai per guardarlo in faccia e mi sembrava di conoscerlo. Ma in quel momento non avevo idea su chi poteva essere.
"sono suo padre"
"e allora invece di aggredirmi potresti anche farlo tu"
"si ma cavolo era seduto accanto te!" disse alzando la voce.
"e allora?" tu sei suo padre e tu hai la sua responsabilità-
"papà,papà guarda mi sono fatto male" disse piagnucolando il bambino,attirando l’attenzione del padre impedendogli quindi di rispondermi.
"dai amore non è niente" rispose il padre rassicurandolo.
"è colpa sua" urlò il bambino puntandomi il dito contro.
Cosa? Adesso era colpa mia?
-ma tu vedi a questo mocciosetto!-pensai.
Stavo per andarmene ma all’improvviso l’uomo mi bloccò.
"aspetta,tu non sei la collega di mio fratello?" disse scrutandomi da capo a piedi.
Ah, ecco perché mi sembrava di conoscerlo..
"e tu devi essere Greg,il fratello di Niall" risposi,imitando il suo tono di voce.
"Niall non mi aveva detto che eri così acida e scontrosa e soprattutto insensibile".
Come si permetteva?Avrei voluto tirarli un pugno.
" E Niall non mi aveva detto che aveva un fratello così aggressivo e presuntuoso". Non aggiunsi altro e me ne andai.
Che giornataccia! Non solo avevo dovuto sorbirmi una ramanzina dal mio capo,ma anche essere reputata insensibile da un “quasi”  sconosciuto.
Proprio mentre percorrevo il tragitto per tornare a casa sentì qualcosa venirmi addosso..

Salve gente! 
Innanzitutto dedico questo capitolo a due persone molto speciali che mi hanno aiutato,sostenuto e spinto a fare questa follia,ovvero pubblicare quello che scrivo. Riguardo al prologo,vorrei sapere che ve ne pare(senza offendere) e soprattutto se devo continuare o meno.
Grazie a tutti coloro che leggeranno.
Alla prossima.
  
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