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Autore: Fenicella    27/04/2014    4 recensioni
Ti ho sempre trovato lí, alla fermata, prima e dopo scuola, e continua pure ad ignorarmi, perché non fa altro che accendere ancora di più il mio bisogno del tuo calore.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fa freddo alla fermata

Fa freddo alla fermata. Lo vedo da come ti stringi nel cappotto verde, da come affondi il viso nella tua sciarpa avvolta attorno al collo. C'è il fumo che ti esce dalla bocca, da tanto ti senti infreddolito. Ci sono le tue gambe magre avvolte nei pantaloni sgargianti, a muoversi veloci come se stessi ballando, la tua mano che rimane nella tasca, e l'altra che digita qualcosa sul cellulare. Mi soffermo sui due anelli che porti al dito, che forse io avrei messo sul medio e non sull'anulare, per non pensare chi sia il destinatario del messaggio che stai scrivendo. Può essere qualche tua amica, e probabilmente é così, dato che non ne hai di maschi, per quanto ne so io. Sei sempre circondato di ragazze, alcune più belle, altre meno, ma tutte affascinanti almeno quanto te. I capelli biondi, che io so essere fortemente tinti, ti si avvicinano agli occhi, e tu li scosti. Te li porti indietro, in un gesto di stanchezza e insieme di solitudine. E io mi rendo conto solo ora di non averti mai visto sorridere. Non so se i tuoi occhi si assottigliano quando lo fai, non so se sei uno dalla risata facile o sempre serio, non so se emetti rumori attutiti quando ridi di gusto o se ti sciogli in rumori forti e liberatori. Non so come guardi qualcuno quando ti ha appena fatto ridere, e non so se lo abbracci, come invece piace fare a me. Non so come baci, non so com'è sentire il calore della tua pelle, non so se dai un solo bacio su una guancia o se ripeti l'operazione due volte, o quattro come gli spagnoli. Non so come sia parlare con te di quello che mi piace, se sei un ascoltatore attento e interessato, oppure se hai le tue opinioni e da lì non ti muovi. Eppure, so che voglio scoprire tutto questo. So che vivo nell'impazienza di sapere di più, anche a costo di rimanere delusa, so che voglio vivere la mia vita e abbandonarmi alle possibilità che essa offre, so che voglio ancora credere nei sogni, che voglio ancora credere nei miracoli. So che voglio credere nelle mie prospettive, nelle mie ambizioni, nella paura e nella voglia di irradiare la mia luce. Voglio prendere l'ago e il filo, e incominciare a tessere una tela, come fanno le Parche con la vita di tutti gli uomini, solo che io creerò qualcosa di più bello. Creerò uno splendido arazzo, solo col filo bianco, e lo dipingerò con colori che tu mi darai, perché i colori sono sempre stati di competenza tua. Incrocerò la mia vita con quella di altri, e ne farò un capolavoro. Ma fa freddo alla fermata, e io mi rendo conto di non riuscire più a pensare, come se i pensieri mi si fossero congelati nel cervello, e rimanessi tu come fermo immagine. Vorrei avvicinarmi a te, e vedere da vicino la tua guancia, i peli della tua barba, del tuo petto quando é estate, toccare la tua pelle soffice e chiara, e tentare di seguire i tuoi passi durante la vita. Ma io so che fa freddo alla fermata, e tu hai già qualcuno a tenerti al caldo. Hai sull'agenda la pianificazione del prossimo happy hour in quel bar, il numero di quell'aspirante modella che hai conosciuto allo studio l'altro giorno, quella bionda-lei per davvero- con il corpo magro e perfetto, che carica le sue foto mezza nuda su instagram. E poi perché lo fa? Tu lo sai? Hai i disegni da portare a scuola oggi sulla spalla, nel raccoglitore, hai i libri in quello zaino che sembra non pesare mai abbastanza da incurvarti, i messaggi sul cellulare a cui devi rispondere. Ma fa freddo alla fermata, e tu sembri congelato. Hai alzato gli occhi dallo schermo che stavi guardando, e li hai portati verso un punto indefinito. Hai messo le mani nelle tasche, come faccio sempre io. Hai chiuso quegli occhi bellissimi e credo tu stia fissando il cielo. Lo faccio anch'io, sai, come se ci fosse qualcuno capace di sentirmi, lassù, o magari di guardarmi. Credo serva a sentirsi meno soli. Anche se non risolve niente. Sai, quand'ero piccola, le suore dicevano che era normale innamorarsi, perché riflette il bisogno dell'essere umano di essere amato e di amare, e questo sentimento non è altro che la ricerca di quell'amore che sta all'origine, ovvero l'amore di Dio per l'uomo. Io non ti sto dicendo queste cose per metterti a disagio, come succede a tutti quando le sentono, io lo so che tu non sei credente, e non ti chiedo di cambiare. Ti chiedo solo di non scappare, di fronte ai miei momenti di debolezza. Debolezza. Si, é questa la parola più importante, perché l'amore non è nato da povertà e ricchezza, come ha detto Platone, ma da debolezza e tristezza. Ed è solo da Eros che nasce Forza. Quand'ero piccola, no mi interessavano i ragazzi. Avevo un fidanzato immaginario, da piccola. Avevo persino creato una storia attorno a lui. Aveva gli occhi chiari, e i capelli castani, e sognavo di ballare con lui, uno di quei balli delle principesse, magari, così vecchi e antiquati, e ridicoli, oramai. Ma per me non hanno perso la loro celata ma ostentata bellezza. Durante gli anni, egli ha sempre cambiato volto, e mi rendo conto adesso che il suo ultimo viso é il tuo. Continuo ancora a sognare balli sempre più fastosi, solo che ora ci sei tu. Ci sono i capelli biondi, gli occhi castani e la barba scura. C'è il tuo neo, e la tua vanità. La mia durezza nei momenti meno opportuni, e la tua dipendenza da internet. C'è la tua voglia di alcol dell'adolescenza, e la mia di amore. C'è qualche amica comune, e i flash di un futuro che sono sicura aspetti te. Ma fa freddo alla fermata e io devo tornare alla realtà. Un soffio di vento mi scompiglia i capelli, e prende di mira le pagine su cui sto scrivendo. D'un tratto, vedo una mia foto, che mia madre ha messo, oppure che è finita nel mio taccuino per sbaglio. Sono io quest'estate, in montagna. Era una brutta giornata, quella, e mi ero seduta sui gradini della casa, per pensare. Guardavo in basso, gli occhi truccati nel disperato tentativo di essere alla moda, quasi patetica. Penso a noi due. Non riesco a non sentirmi male. Fisicamente male. Non può esistere storia tra noi due, non possiamo. Perché siamo troppo diversi, tu alla moda e io sciatta e patetica, tu dannato e col corpo perfetto, e io con queste gambe grosse che potrebbero essere quelle di una balena. C'è chi direbbe che effettivamente é così, che devo innamorarmi di qualcun altro, trovare quello giusto. Ma ho provato, cavolo, se non ho provato, ad amare un altro, ma il problema é che ci sei sempre tu. Torni come torna l'orologio a battere l'ora, come torna la risacca sulla riva, la luna piena ogni ventotto giorni. E sei sempre lo stesso, magari un giorno hai i capelli verdi e l'altro li hai di nuovo biondi, ma sei sempre uguale. Sempre impossibile. E fa freddo alla fermata, e io sono qui con te. E non c'è niente da fare perché non ti sei accorto che in questo momento hai freddo, e io potrei riscaldarti. Perché siamo sotto la stessa pensilina malandata, le stesse nuvole cariche di pioggia, e lo siamo stati per tanto tempo, e tu non hai mai sospettato niente. Possibile che non abbia visto che è più di un anno che ti muoio dietro? Che ogni volta che ti vedo mi sembra di impazzire? E che non so più se sperare oppure no. Però fa freddo alla fermata, e si ghiacciano le distanze. I nostri mondi vanno in collisione, ché forse gli opposti si attraggono. E a me vengono quasi le lacrime, quando ti avvicini a me. Con i tuoi passi leggeri, e la tua faccia ancora del mattino, vieni verso questo stupido mio corpicino. E non mi sembra possibile, perché non lo è. Con uno sguardo vacuo, ti avvicini agli orari del bus, mi ignori. E allora mi arrabbio ancora di più, con me stessa e con il resto, e forse anche con te. Non m'importa più, del fatto che non so niente di te e potrei sembrarti una maniaca. Non m'importa dello sguardo di rimprovero che mi lanceranno tutti, te compreso, perché non voglio più sentirmi sola. Mi lancio verso di te, tocco il tuo petto e le tue braccia, facendo finta di essermi sbilanciata, e ti abbraccio. Tu non fai resistenza e ti lasci avvolgere, ti lasci amare. Amare in un modo semplice e puro, amare donando un po' di calore. Perché non fa più freddo alla fermata. 


Ehilà!!
Allora, solo due parole per dirvi quanto significhi questa storia per me. Non voglio svelarvi i retroscena, perché me lo chiederete voi se vorrete, però devo dirvi un po' di cose. Credo che continuerò la storia, magari con una long o un'altra one shot, perché sicuramente tornerò a scrivere di questo ragazzo. Anche se non posso dirvi se è reale o immaginario...lasciatemi qualche recensione, vi preeegooo!! (Faccia di supplica) a presto!
  
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