27/04/2014
0 recensionivi lascio subito alla storia, tranquilli, volevo solo avvertirvi che questa storia NON è una CrissColfer come NON è una Miarren, ma ci sono solo accenni alle due coppie e che quando si parlerà di Mia e troverete alcune battutine, sappiate che non è assolutamente per offendere la ragazza ma è soltanto per strapparvi un sorrisetto. Ci si becca giù!
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Mamma, sono gay!
Quando Darren Criss scoprì di essere gay, non lo sapeva ancora. In un primo momento fu strano, molto strano. Rientrare in casa e sentirsi diverso, uscire e sentirsi distante, parlare con le persone e avere la sensazione di non aver detto il proprio nome prima di iniziare la conversazione. Era come avere un mal di testa perenne, come se la testa di Darren fosse stata coperta da un velo trasparente, ma duro da essere riuscito a sfilare. Quando andava a lavoro, per esempio, prendeva sempre due caffè, uno prima e uno dopo. Ed era solito girarli entrambi con il cucchiaino di plastica che la macchinetta era solita fa uscire dalla sua bocca meccanica. E, dicevo, girava sempre, sempre!, il cucchiaino tenendo il gomito leggermente in su e facendo in modo che il pollice e l’indice si scontrassero e che le altre dita restassero separate.
Da gay.
Oppure, a casa, quando aveva ospiti si preoccupava che tutto fosse in ordine e che nulla gli sfuggisse di mano: c’era sempre un leggero odore di cannella, per via delle varie torte che sfornava, o di pomodoro, per le pizze che uscivano dal suo forno magico.E quando gli amici lo chiamavano fuori dal suo appartamento, urlandogli che doveva aprire la porta visto che le loro mani erano colme e stracolme di regali, Darren rispondeva loro qualcosa come:«Arrivo, cari!»
Troppo gay.
Darren pensò che era la presenza del suo amico Chris a farlo comportare in questo modo. I due passavano molto tempo insieme, al puto di definirsi come migliori amici. Tanto che alcune volte si spintonavano, o si tenevano la mano, accompagnandosi a vicenda ai propri camerini. E andavano a fare shopping ed uscivano sempre dai negozi con almeno tre buste per braccio e si guardavano con aria compiaciuta, battendo il cinque e ridacchiando come delle teen-agers.
Da Chris Colfer.
Però questo comportamento non abbandonava il giovane Darren neanche quando il suo amichetto non era nei paraggi. Ma la cosa più strana, a dire il vero, fu quando, in estate, Darren uscì per fare due passi vicino al mare. Aveva voglia di gelato e sentire il vento caldo tra i suoi capelli e di vedere le stelle, perché aveva scoperto che le stelle di notte erano magnifiche (non che di giorno lui le riuscisse a vedere, ovvio). Darren stava camminando con il suo gelato al cioccolato alla mano quando, ad un tratto, un paio di ragazze gli si pararono davanti.
Le due potevano essere sorelle, data la loro identica fantasia nel vestire: pantaloncino corto, inguinale secondo l’occhio attento di Darren e un top che lasciava scoperto molto di più di quanto un ragazzo etero o gay potesse immaginare. E quando le due gli chiesero in coro dove potessero anche loro comprare un gelato così succoso, come quello che lui stava leccando così assiduamente, Darren sorrise goffamente e indicò loro la gelateria, a due passi da lì. E nel farlo sputò un po’ di saliva sul viso di una delle due, e cercò di pulirlo strusciandoci sopra la mano inzuppata di gelato.
«Oh, m-mi dispiace!», sputò ancora, facendo andar via le due signorine che sussurravano tra loro frasi come: «te lo avevo detto che era gay, deficiente!»
Quando Darren Criss scoprì di essere gay, si sentì libero, più leggero, come se fosse una farfalla. Si accorse che quando teneva la mano della sua ragazza, Mia, non provava più quel formicolio alla gola o alla gambe, o che quando lei lo bacava (perché era sempre lei a farlo)lui non sentiva più i fuochi d’artificio che una volta gli annebbiavano la testa, ma soltanto che quella donna aveva un alito davvero pessimo.
Quando Darren Criss si accorse di essere gay, era insieme a Chris Colfer, nel suo camerino. C’erano due sedie, per entrambi, e un grande specchio con diverse borse del trucco per poter accontentare le richieste più pazze e sfrenate di diverse dive. Darren gli chiese come aveva scoperto di essere gay, e se c’era un protocollo preciso da seguire poi, o un certo codice comportamentale. E quelle strane domande fecero sorridere Chris, e Darren scoprì anche che il suo sorriso gli piaceva tanto. E allora Chris gli raccontò la sua storia, di come per la sua prima volta si fosse innamorato di un suo compagno di classe alle medie e di come aveva dovuto affrontare il bullismo fuori e dentro la scuola; o di come entrambi i suoi genitori gli dissero compiaciuti che loro lo avevano sempre saputo, perché un bambino etero per Natale non chiederebbe mai la casa di Barbie, Christopher!
Quando Darren Criss ebbe la conferma di essere gay, lasciò tutti a bocca aperti, ma non importava perché tanto ormai lo avevano capito da un pezzo.
Fu quando una domenica mattina entrò in casa dei suoi genitori senza neanche avvertire, con i capelli spettinati e la maglia al contrario e, invece di dire buongiorno, come va? , urlò «Mamma, sono gay!».
Note finali perché se c'è l'inizio c'è sempre una fine:
allora, vi è piaciuta? Spero che vi abbia fatto un po' ridere e che abbiate immaginato Darren come lo ho immaginato io (ovvero nel suo quotidiano) :P
Aspetto vostre recensioni e pareri e soprattutto, grazie per la lettura!
Un graaande bacio!
CrissColfer is the way!