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Autore: grietwriters    27/04/2014    0 recensioni
Zayn e Liam sono stati sempre un'unica cosa, finché l'anoressia non ha bussato alla loro porta.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Please, don’t go away.


 

Luci al neon accecanti, urla strazianti di dolore, dottori che corrono da una parte all’altra.

L’ambiente degli ospedali non era mai stato di particolare gradimento per Liam, nonostante ci lavorasse come infermiere da circa tre anni. Ogni giorno vedeva sempre le scene più allucinanti e strazianti che qualcuno potesse sopportare.

Corpi squarciati e ricoperti di sangue, ossa rotte, anziani che non sanno contenersi nei bisogni. Quelli erano i momenti in cui desiderava di scappare da quelle oscenità. Ma non lo faceva, perlopiù due erano le ragioni che lo fermavano. La paga e Zayn.

Zayn era sempre stato il classico amico di vecchia data, quello con cui ci cresci, ci condividi le esperienze più preziose che conservi ancora nei tuoi ricordi, quello con cui gli confidi i tuoi più intimi segreti, ma soprattutto quello con cui scapperesti in qualsiasi momento e affrontare una nuova vita insieme, perché sai che quella persona ti starà sempre al fianco e non ti deluderà mai.

Liam e Zayn erano in perfetta simbiosi sin da quando le loro mamme non li fecero conoscere. Erano gli ultimi giorni di Agosto e l’aria scolastica si cominciava a sentire tra le case dei bambini che avrebbero cominciato il primo anno di asilo. A casa Payne tutta questa atmosfera non era di gradimento. Liam era un bambino parecchio viziato, essendo figlio unico. Nonostante i suoi tre anni di vita, aveva sempre ottenuto ciò che volesse senza mai un impedimento. Si giocava sempre il suo asso nella manica: gli occhi dolci. Riusciva ad ammaliare chiunque. Ma questa sua tattica non funzionò per non iniziare la scuola. Per giorni diventò un bambino capriccioso e piagnucolone, fino all’incontro con Zayn. Una calda mattina, Karen decise di invitare per il tè la sua nuova compagna di squadra di tennis del nuovo circolo sportivo che avevano aperto nei quartieri alti di Londra. Trisha, così si chiamava la giovane donna, fece bene a portare con sé suo figlio Zayn, secondo di quattro figli. La famiglia Malik aveva origini pakistane, questo perché il capofamiglia, deciso di investire nella sua grande impresa anche a Londra, che, con suo sommo successo ebbe fortuna, incontrò sua moglie da dove poi ebbero i loro adorati figli.

Quando Liam e Zayn si videro per la prima volta sulla soglia di casa del primo, egli non fu così scontroso come la madre si aspettava. Anzi, lo prese per il braccio e lo portò con sé nell’immenso giardino di casa sua per giocare a qualcosa che piacesse ad entrambi. Da quel giorno, i due divennero inseparabili. Zayn era poco più grande rispetto al castano, infatti lui quell’anno doveva frequentare l’ultimo anno di asilo per accedere poi alla scuola elementare. Con Zayn, Liam divenne un altro bambino. Col tempo non era più capriccioso, iniziò ad usare le buone maniere, era sempre gentile ma soprattutto non era più quel bambino che voleva sempre i giocattoli e, quando qualcosa non gli era data, scrollava le spalle e continuava a giocare con altro.

Karen fu felice di questo cambiamento. L’amicizia tra le famiglie Payne e Malik crebbe con gli anni e ogni festività, le trascorrevano sempre insieme. Facevano insieme anche numerosi viaggi e Liam non si stancava mai di stare con Zayn e la sua famiglia.

 

 

 

‹‹Zayn, mi prometti una cosa?›› chiese un piccolo Liam, mentre stava provando le sue nuove macchine da corsa di cui un paio ne aveva regalate al suo amico.

‹‹Certo Liam, qualsiasi tu cosa voglia.››

‹‹Promettimi di non abbandonarmi mai. Sei l’unica persona che mi capisce.››
Zayn lo guardò con occhi dolci e si affrettò a lanciarsi addosso al castano abbracciandolo di slancio provocando le risa di quest’ultimo.

‹‹Zayn, ma così mi strozzi›› riuscì a dire tra le braccia strette dell’amico.

‹‹Non ti abbandonerò mai, Liam, saremo amici per sempre›› gli sussurrò lievemente all’orecchio.

 

 

 

Il moro era davvero legato al suo migliore amico e la cosa era ricambiata. Liam era l’unico amico che Zayn possedeva e Trisha ci provava a farlo legare con altri bambini della sua età, ma proprio il piccolo non ne aveva le intenzioni. Suo malgrado non fu solo questo il fattore che lo portò a non avere compagnia.

Zayn, a differenza di molti bambini di quel ceto sociale, era in sovrappeso. Ma non perché amava mangiare. Ci furono delle complicanze con alcuni antibiotici che prese all’età di sette anni, che lo portarono di conseguenza a gonfiarsi con qualsiasi cosa mangiasse o bevesse. Per questo motivo, il bambino con l’ingresso alle elementari di una delle scuole più prestigiose della città, iniziò ad avere problemi con i suoi compagni di classe, ovviamente tutti figli di dottori, imprenditori e avvocati. Essi iniziarono a prenderlo in giro per il suo aspetto fisico affibbiandogli i nomignoli più offensivi che potessero mai immaginare.

Maialino marrone”,Ciccione piagnucolone”, “I tuoi genitori non ti mettono a dieta? Sei troppo grosso per stare con noi” si sentiva ripetere il piccolo Malik ogni giorno. Ma lui non sapeva mai come reagire. Lui non era come Liam che, al contrario, aveva sempre la risposta pronta ad ogni frecciatina. Lui era debole, aveva paura a rispondere ai suoi compagni perché questi lo avrebbero deriso ancora di più. In classe non aveva amici, ai tavoli della mensa era sempre in disparte e non faceva niente per rimediare la situazione. Le insegnanti ci provarono a parlare con la sua famiglia, ma Zayn aveva le orecchie da mercante. Da una parte gli piaceva stare solo, per fatti suoi. Ma ciò che non accettava erano gli insulti che riceveva quotidianamente.

Anche Liam era al corrente di questa situazione e molte volte era arrivato al punto di urlargli contro per farlo rinsavire, ma senza risultati.

La situazione continuò anche alle medie, dato che si ritrova gli stessi compagni delle elementari, ma lui stava bene così. Era abituato agli insulti ai quali ogni tanto se ne aggiungeva qualcuno nuovo, così imparò a far scivolare le parole senza più badarci. Sapeva che tutto ciò che dicevano era la pura verità così li ignorava deliberatamente senza più piangere a causa di quelle parole. Liam, nel frattempo fece amicizia con nuove persone. Non molte, ma a lui stavano simpatiche. Erano altri tre ragazzi di Londra con la quale avrebbero frequentato lo stesso liceo di lì a pochi mesi. Aveva anche iniziato a praticare la boxe, trovando quello sport un modo per sfogarsi da tutta la merda che viveva quotidianamente. Il padre riccone sempre assente ma con una bottiglia di whisky sempre in borsa. Una madre sempre dedita alle faccende domestiche per ignorare il fatto di avere un marito quasi inesistente, perché sempre in viaggio a causa del lavoro. Liam combatteva con le manie strane della madre ogni giorno, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.

Ciò che più odiava Liam erano quegli odiosi bambocci che da anni osavano prendere in giro il suo migliore amico. Sapeva i problemi che Zayn passava e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvarlo da quella situazione scomoda. Avrebbe voluto prendere i volti di ciascuno e picchiarli a sangue. Anche se col tempo aveva iniziato ad essere più gentile e buono, il disprezzo verso le persone di quel ceto sociale aumentava sempre di più. Così, convinse Zayn, di qualche anno più grande rispetto a lui, a scegliere un liceo pubblico e ad abbandonare quelle merde di persone che lo circondavano. Il ragazzo accettò di buon grado, avrebbe seguito Liam anche in capo al mondo, infatti per lui non faceva una piega in quale scuola andasse, gli bastava sapere che ci fosse Liam con lui. Per questo motivo, con l’inizio del primo liceo, gli venne la splendida idea di farsi bocciare. I suoi voti alti iniziarono a calare vistosamente e la sua “vita sociale” non voleva proprio prendere vita. Zayn aveva anche conosciuto i nuovi amici di Liam. Erano tre, per la precisione e tutti e tre gli stavano particolarmente simpatici. Non erano del loro stesso ceto sociale ma a loro non poteva fregare di meno. I ragazzi si chiamavano Niall, Harry e Louis. Erano dei ragazzi perfettamente normali e anche loro come i due non avevano una vita sociale attiva, ma condividevano tutti e cinque la stessa passione: tutti quanti amavano cantare. Zayn in modo particolare. Da sempre aveva deliziato la sua famiglia con piccoli spettacoli canori cantando qualsiasi canzone gli passasse per la testa. Una volta era sera tardi e il ragazzino non aveva alcuna intenzione di finirla di cantare, ricevendo le urla di sua sorella più grande, Doniya, che gli diceva di smettere di cantare dato che era tardi.

Trisha era contenta di vedere il proprio figlio fare amicizia con qualcuno che non fosse Liam, ma non perché odiasse il ragazzino. Semplicemente era preoccupata per il suo bambino vedendolo quasi sempre chiuso in camera sua. Ma ciò che non sapeva era che Zayn dava libero sfogo alla sua fantasia e immaginazione. Scriveva storie di fantascienza, storie d’amore, tragiche, comiche. Ma egli scriveva soprattutto poesie. Poesie che aveva dedicato solo ad un’unica persona.

Liam.

Nel corso degli anni Zayn si sentiva attratto in modo particolare dall’amico arrivando a sentirsi mancare l’aria in sua assenza. Lo pensava sempre e molte volte era arrivato a sognarlo. Così, il ragazzo decise di farsi bocciare anche l’anno dopo per capitare finalmente in classe con il suo migliore amico.

Questi, non ne fu poi tanto felice. Era preoccupato per lui. Si sentiva lusingato da quel gesto, ma era fermamente convinto che Zayn stesse sbagliando e voleva solo il suo bene.

Al ragazzo pakistano però non interessava ciò. Voleva solo passare gli anni del liceo in tranquillità con i suoi nuovi amici e Liam, il centro dei suoi pensieri. La fortuna volle tra l’altro che, dopo le infinite visite in ospedale, i dottori migliori di Londra riuscirono finalmente a trovare un cura che potesse far tornare Zayn all’aspetto fisico che aveva un tempo. Durante il primo anno di liceo frequentato insieme ai suoi amici, faceva giornalmente delle cure in ospedale per aiutarlo a ritornar come una volta. E Liam era sempre lì, che lo accompagnava volentieri. E in quelle ore di dolce far niente i due parlavano. Parlavano, parlavano e parlavano.

Avevano sempre qualcosa di cui parlare, tipo qualche nuova melodia da far comporre con la chitarra al loro compagno Niall, perché da qualche mese avevano deciso di mettersi su come una band. Giusto per il piacere di farlo. Non avevano intenzione di fare video o di andare in qualche locale.

Parlavano di come sarebbe stata la loro vita quando sarebbero diventati grandi. Zayn sognava di diventare un insegnante di inglese, mentre Liam voleva diventare un dottore. Ma mai il ragazzo dalla carnagione olivastra, si permise di accennare ai suoi sentimenti all’amico. Più volte si erano ritrovati a dormire insieme la notte, abbracciati e facendosi le coccole. Nessuno dei due era mai andato oltre.

Dopo qualche mese, per la felicità di Zayn, il ragazzo non era più grosso. Riuscì a finire la scuole con i voti più alti di tutta la classe e finalmente poteva andare in vacanza al mare con la sua famiglia e quella di Liam. Entrambi riuscirono a convincere i propri genitori a portarsi con loro i loro più fidati amici ed essi accettarono di buon grado, generosi com’erano sempre stati. Passarono la stagione estiva sulle coste della Corsica nei loro immensi camper da viaggio. Quell’estate, fu l’estate del cambiamento per ognuno di loro.

Niall diede il suo primo bacio ad una ragazza italiana che trovava particolarmente carina. Harry e Louis confessarono la loro relazione che andava avanti da più di un anno, mentre Zayn e Liam scoprirono cosa fosse l’amore.

Era una notte stellata per le spiagge del lido dove trascorrevano le loro giornate e i due avevano deciso di imbucarsi per fare un bagno, ma, quando riuscirono ad arrivare appena alla riva, una delle guardie del posto li beccò iniziando ad inseguirli. Liam, essendo più atletico di Zayn, riuscì a seminare prima l’omone che correva dietro loro, mentre l’amico ebbe delle complicanze. Stava correndo quando si sentì tirare la maglia dal fianco. Entrò nel panico, così cercò di divincolarsi all’istante aumentando la velocità della sua corsa, sorridendo ad un Liam che lo aspettava vicino le loro cabine. Zayn riuscì a seminare la guardia ed insieme al moro si chiusero nel piccolo abitacolo. Erano uno di fronte all’altro, con il fiatone a mille, e piccole risate nascoste dietro le loro mani per non farsi sentire dall’uomo che li stava cercando.

Smisero di ridere all’improvviso, non appena le loro iridi si incrociarono. I loro respiri divennero intensi non più per l’affaticamento della corsa, ma di quella pericolosa vicinanza dei loro visi. Ad entrambi batteva il cuore all’impazzata così Zayn fece ciò che da tempo desiderava. Prese delicatamente il volto di Liam tra le sue mani e lo baciò. Fu un bacio inizialmente dolce e casto, il classico primo bacio insomma, che venne approfondito dalla lingua di Liam che, a sorpresa del ragazzo, lo prese per i fianchi e lo avvicinò ai suoi facendogli percepire la protuberanza che si era venuta a creare. Non seppero nemmeno loro quanto tempo durò quel bacio, ma dovettero staccarsi per controllare se ci fosse via libera e tornare di conseguenza nei loro camper. Non dissero a nessuno di ciò che successe quella sera, rimase il loro piccolo segreto. Da allora entrambi non persero occasione di sfruttare i momenti in cui fossero soli per qualche bacio e, qualche volta, anche per delle carezze nelle parti del corpo dove non batteva il sole.

Negli ultimi giorni estivi poi tutti e cinque decisero di farsi un piccolo tatuaggio. Quello che si raffigurarono sulla caviglia fu un piccolo sole in memoria di quella magnifica vacanza che avevano passato.

Ma con gli anni la situazione per Zayn iniziò a precipitare nuovamente.

Il periodo del liceo lo passò in estrema tranquillità, facendo perfino amicizia con altri ragazzi e il suo rapporto con Liam andava ad intensificarsi sempre di più, fino ad arrivare a stabilire una relazione seria, messa alla luce dopo qualche mese. Ne furono tutti felici e soprattutto particolarmente sorpresi e nessuno ne fu contrario.

 

 

 

 

 

Zayn e Liam erano sdraiati sul terrazzo di casa di quest’ultimo. I loro corpi erano opposti gli uni agli altri, ma i loro visi erano particolarmente vicini. Si carezzavano e ogni tanto scappava qualche bacio casto, altre volte un po’ più approfondito.

Era la notte di un’eclissi lunare così i due decisero di appostarsi sopra casa di Liam per ammirare lo spettacolo che avrebbe deliziato migliaia di persone.

‹‹Cosa ti piace di me?›› chiese ad un certo punto un Zayn curioso mentre sfiorava il naso del ragazzo con il suo.

‹‹Di te amo gli occhi.››
Il ragazzo rimase accigliato da quella risposta e la sua espressione facciale provocò le risa di Liam, così continuò a parlare per spiegarsi meglio. ‹‹Mi sono innamorato dei tuoi occhi, Zayn, perché sono lo specchio della tua anima. Io riesco a leggerti. Poi amo la tua bocca, così morbida e carnosa che la morderei fino a farti uscire il sangue. Di te amo i tuoi sospiri, che mi tranquillizzano la notte quando mi sveglio dopo un incubo e noto che non abbiamo chiuso la chiamata prima di addormentarci. Di te amo la tua risata perché mi fa capire che tu stai bene, ed è proprio questo il mio compito.››
A quelle parole il ragazzo di fronte a lui si commosse. Si avventò sulle labbra del moro e lo baciò passionalmente e con foga. Dopo quelle parole, sentiva la necessità di percepire il suo sapore. Si staccarono un attimo per riprendere fiato.

‹‹Ti amo, Liam.›› disse un Zayn con il cuore che batteva a mille.

‹‹Ti amo, Zayn.››

E, quella sera, i due fecero per la prima volta l’amore.

 

Dopo il liceo la vita di Zayn fu disastrosa. Già da quando aveva riottenuto finalmente il suo fisico, qualcosa nella sua mente era cambiata. Aveva iniziato a disprezzare il cibo e di questa cosa non se n’era accorto inizialmente nessuno. Non appena aveva occasione, non mangiava. E la situazione peggiorò drasticamente con gli anni successivi alla cura. Quando iniziarono il college, Zayn e Liam decisero di andare ad abitare da soli. Niall in quegli anni era rimasto in contatto con la bella ragazza che conobbe in vacanza e, non appena ebbe l’occasione, volò in Italia per andare a studiare lì e in qualche modo stare con la bella brunetta che proprio non voleva abbandonare i suoi pensieri. Harry e Louis invece, decisero di viaggiare con ciò che riuscivano a racimolare. Vivevano il giorno, senza farsi alcuna aspettativa sul futuro.

Così, Zayn e Liam rimasero soli a Londra, ma stavano bene così.

Liam, però, si accorse di ciò che stava accadendo al corpo del suo ragazzo ed era tremendamente preoccupato. Il ragazzo usava la scusa dello studio per evitare di mangiare insieme a lui inventandosi qualche menzogna dicendo che aveva già mangiato in facoltà, ma non gli credeva affatto. Quando facevano l’amore, riusciva a percepire ogni ossa del corpo gracile e giallastro di Zayn che continuava a riempirsi di acqua e, quando sapeva di essere solo in casa, mangiava piccoli batuffoli di ovatta in modo tale da riempirsi lo stomaco. Quando la domenica andavano a mangiare a casa delle loro famiglie riunite tutte e due per l’occasione, dopo l’abbondante pranzo si chiudeva nel bagno e vomitava tutto ciò che aveva ingurgitato.

Numerose furono le litigate tra i due, con un Liam con le lacrime agli occhi preoccupato di perdere l’unica ragione della sua vita. E gli anni del college andarono avanti così, tra continui bisticci e il corpo di Zayn che tendeva a somigliare sempre di più ad uno scheletro. Liam da subito diede l’allarme alla famiglia, che non perse tempo a consigliargli qualche centro di riabilitazione, ma la proposta provocò soltanto l’incavolatura del ragazzo che si sentiva visto come un malato terminale. Lui era perfettamente normale e vedeva il suo comportamento come una cosa normalissima.

Dopo la laurea, entrambi riuscirono a trovare lavoro. Liam come specializzando nell’ospedale di Londra, mentre Zayn come supplente di inglese nelle scuole elementari. Nel corso del tempo, le cose sembrarono andare meglio. Zayn sembrava si stesse riprendendo, ma ebbe nuovamente una ricaduta e, questa volta, sembrava essere peggiore rispetto a prima.

Un giorno, mentre Liam era alle prese con un anziano affetto di broncopolmonite, si sentì chiamare dal suo capo reparto, che gli sussurrò all’orecchio ciò che il moro temeva di sentire da sempre.

Zayn era stato ricoverato di urgenza per perdita dei sensi. Egli si sentì morire. Era visibilmente sbiancato e quando raggiunse la sala d’attesa, vide la sua famiglia e quella del suo ragazzo che attendevano un responso dei dottori. Passò una settimana completamente in quella stanza, senza smettere di piangere dopo aver scoperto che il ragazzo sdraiato di fronte a lui in quella stanza d’ospedale, stava rischiando di morire. Non lo aveva mai abbandonato, gli sussurrava sempre che lo amava, versava in continuazione fiumi di lacrime, pregava ogni giorno ad un qualunque dio di lasciarlo sulla terra, perché, se Zayn se ne fosse andato, anche lui sarebbe andato via con lui.

In quei giorni lo avevano raggiunto anche Niall, Harry e Louis che avevano saputo la terribile notizia. Avevano spesso tenuto compagnia a Liam che presentava sul volto segni di insonnia come occhiaie e pallore per la mancanza di cibo ingerito.

Non sapeva più cosa fare. Era arrivato all’apice della disperazione. Fino a quando, però, una piccola speranza si accese. Era mattina presto, forse l’alba e ancora quella notte non era riuscito a dormire. Teneva la mano stretta a Zayn, quando quest’ultimo finalmente si risvegliò dopo giorni di perdita di coscienza.

‹‹Hey, amore.››
Liam percepì quelle parole quasi come un sussurro. Inizò a piangere per la felicità non riuscendo a spiaccicare parola.
‹‹Non piangere, sono qui. Non ti abbandono, te l’ho promesso. Ricordi?›› e Liam continuava a piangere senza una ragione. Lo guardava e lo accarezzava.

‹‹Zayn, ho bisogno di te più che mai non mi lasciare. Ti amo, Zayn, ti amo più di qualsiasi altra cosa.››

‹‹Ti amo anche io, Liam, non scordarlo mai. Sei sempre stato l’unico per me. Ti amerò per sempre.››
E con quelle ultime parole Zayn chiuse gli occhi, per non riaprirli mai più. E in tutto l’ospedale, si sentì l’urlo straziante di un Liam sofferente senza più le forze di continuare a vivere.

 

   
 
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