Capitolo 1
Aaron.
Sentii la sveglia suonare. Aprii piano gli occhi e vidi il telefono segnare le sette.
-Che palle..
Mi
alzai e andai in bagno, feci i miei bisogno e poi mi lavai.
Dovevo
andare a lavoro, anche se ero un cacciatore di demoni mi servivano i
soldi per riuscire ad avere una stanza dove dormire.
Presi il mio zaino e scesi in strada avviandomi allo Starbucks dove lavoravo.
-Sei
in ritardo Aaron!
La mia datrice di lavoro mi stava rimproverando.
-Scusi, nottataccia.. Mi metto subito a lavoro!
Entrai negli spogliatoi e misi lo zaino nell’armadietto. Odiavo lavorare, preferivo allenarmi ma i soldi che mi davano mi bastavano per pagare l’affitto della stanza al motel ed a prendermi qualcosa da mangiare. E poi il pomeriggio ero in grado di allenarmi.
Quella mattina non mi divertii particolarmente, sbagliai qualche caffè e qualche altra ordinazione.
Non
so spiegarlo ma qualcosa mi dava fastidio. Cercavo di visualizzare il
locale, capire se effettivamente ci fosse qualcosa o qualcuno che mi
dava realmente fastidio.
Non riuscii a trovare nessun volto a me
conosciuto quindi decisi di continuare a lavorare ed in seguito ad
andarmene.
Alle tre e mezza passai al Mc, presi due panini, una bibita da un litro e delle patatine e mi avviai al parco per allenarmi. Mangiai tutto in pochi minuti e poi iniziai con i miei esercizi. Di sicuro il fatto che fosse caldissimo aiutava i miei allenamenti. Se mi guardavo intorno notavo sempre qualche ragazza o ragazzina che mi fissava.
LESLIE.
Emily stava continuando a parlarmi del suo primo appuntamento con Thomas, ma le sue parole mi sembravano sempre più lontane. Il mio sguardo era fisso su un ragazzo che si allenava nel parco. La sua faccia era familiare, quando posò il suo sguardo su di me finalmente ricordai dove lo avevo visto.
-Les? Leslie? Mi stai ascoltando?
Emily mi strattonò attirando di nuovo la mia attenzione.
-Scusa Emily, Puoi aspettarmi un attimo qui?
Le dissi alzandomi dalla panchina dove eravamo sedute. Lei mi guardò sorpresa.
-Certo...Tutto bene?
Annuii e mi diressi verso il ragazzo. Le parole di Ronnie continuavano a ronzarmi in testa. “E' arrivato dal nulla e ci ha salvato da tre individui strani,non sembravano neppure umani”. Fin da quando ero piccola vedevo cose che gli altri non riuscivano a vedere. Per molto tempo ho pensato che fosse un mio problema, in fin dei conti volevo essere solo normale, ma più tardi ho realizzato che ciò che vedevo non era solo frutto della mia fantasia. Purtroppo non era così. Il male esisteva davvero.
-Hey!
Esclamai. Il ragazzo si voltò verso di me fissandomi. I suoi occhi erano di un verde intenso, inoltre venivano messi in risalto dal nero corvino dei suoi capelli. Era chiaro perché tutte le ragazze del parco lo guardassero sognanti. Era davvero bello.
-Io...ti ho già vista.
Disse. Pensavo che stesse per aggiungere qualcos'altro ma invece rimase in silenzio.
-Ieri sera ero al Bronze, hai salvato uno dei miei amici.
Lui mi fissò per qualche attimo come se stesse valutando cosa rispondere.
-Salvato? Era solo una rissa.
Esclamò ridendo.
-Non era una rissa.
Replicai seria. Il suo sguardo si fece serio.
-Interessante...credo che dovremmo parlare.