Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Milady    20/07/2008    5 recensioni
Racchiuso in una ipotetica linea di confine fra ”realtà” ed “ arcano ” fra Gondor, il mondo degli Uomini e la Foresta B

 

Racchiuso in una ipotetica linea di confine fra ”realtà”  ed  “ arcano ”   fra  Gondor,  il mondo degli Uomini  e la Foresta Verde, dominio degli Elfi,  l’antico Regno di Lilymgard  è in  apparenza   ancora  avulso  dalla  lotta che infuria nella Terra di Mezzo.

Ma quando  la giovane Anjanka,  coinvolta in uno strano evento sente di dover rispondere al richiamo che la spinge fuori dai suoi  sicuri confini,  tutto muta precipitosamente.

Sarà l’inizio di un avventura che  cambierà ogni cosa per sempre,  portando la ragazza ad incrociare  il suo destino con strane ed improbabili creature:  Hobbit   impegnati  in una misteriosa missione, un essere inquietante e pericoloso…  un manipolo di Uomini all’apparenza senza scrupoli che rappresentano,  però,  l’ultimo baluardo a difesa di una Città destinata a cadere,  come tutto il loro mondo…

 

 

Genere: Drammatico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Faramir, Frodo, Nuovo personaggio, Sam
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Alcune premesse dell’autore:

 

Da tempo avevo in mente questa storia, che decido di pubblcare solo ora.

Non ho letto il libro,  ma intendo farlo quanto prima, quindi ho visto solo i films, e so bene quanto possano essere belli ( questi li ho amati tutti e tre!) ma  “incompleti” al cospetto  dello   scritto.

Quindi perdonatemi se trovere incongruenze o strafalcioni, inesattezze o dimenticanze.   

Ho inventato parecchie cose,  ma  ai personaggi del film,  che ritroverete nella mia fic,   sono rimasta fedele (almeno spero di esserlo stata…)

Ovviamente,  a parte tutti i preamboli e prefazioni,  situazioni  da me inventate e quant’altro,  la storia avrà  per  “co-protagonista” un preciso personaggio creato da Tolkien… che a mio parere è il più bello,  il più emozionante, il più complesso… con una storia talmente piena di risvolti psicologici e introspettivi.. da meritarsi un libro lui stesso…

Beh, non voglio dirvi altro, ne dilungarmi;  spero che leggiate e commentiate,  e soprattutto possiate divertirvi, almeno quanto mi sono divertita io a scrivere…

Con affetto a tutti voi.

 

 

------------------------------------------------------------------------------------

 

 

 

 

IL Giglio Scarlatto

Racconto a puntate di  Milady.

 

 

1. La strega dei Boschi.

 

Era quello il suo mondo…

Un mondo dominato da alberi secolari,  che superavano indenni il mutare delle Ere  o da vita brevissima che poteva completarsi nel palpitare lieve di una  farfalla.

 

Fatto di  pericoli mortali ed  esseri letali,  eppure di  bellezza indescrivibile.

 

Forgiato nel sole ma pieno  di ombre…

 

Era il bosco.

 

E nel lontano e remoto, Regno di Lilymgard,  il cui territorio era quasi interamente coperto di Foreste   c’era sempre profumo di  bosco,  di pino  e  di resine fresche, mescolate a miele selvatico.

Di corteccia d’albero e di muschio fresco. 

Di fiori e d’erba bagnata dalla pioggia,  di frutti esotici dai nomi e dalle forme indescrivibili, se non con l’antica  Lingua dei Lilym,  che  si era ormai  perduta  nella notte dei tempi.

 

Il destriero dal lucido mantello nero come la notte,  correva sul sentiero accidentato,  schivando alberi e radici millenarie che sbucavano dal terreno insidiose e temibili  come mani protese ad artigliare nel vuoto.

Ma  Manto d’Ebano ,  un cavallo che vantava discendenze dagli antichi destrieri della Terra di Rohan,   non era certo inesperto su quel terreno accidentato per  qualsiasi cavaliere.

 

Si fosse trattato di Uomini,  o Elfi,  Raminghi o Rohirrim  avrebbero avuto il loro bel d’affare per districarsi da quel  reticolo di alberi e arbusti, che si intricavano in una foresta fitta e misteriosa come un labirinto mortale per chiunque non la conoscesse a dovere… come la conosceva lei…

 

Lei era nata praticamente in quei boschi,  figlia di quella natura selvaggia ed incontaminata che rappresentava una sorta di “zona franca”  nella vasta e  “variegata” popolazione della  Terra di Mezzo.

 

Il dominio di Re Ulrich,  signore di Lilymgard  esisteva ormai da 3 Ere degli Uomini e  nessuno era mai venuto a disturbarne la quiete.

 

A ridosso della Terra di Gondor,  confinante  al nord con il  dominio degli Elfi della Foresta,  non era facilmente accessibile,  se non attraverso passaggi  difficilmente rintracciabili,  oscurati e dissimulati da nebbie magiche e perenni.

 

Un luogo perfetto ed inviolato… all’apparenza,  che però ultimamente aveva iniziato a subire suo malgrado,  dei lenti ed inesorabili cambiamenti   poiché il  Mondo esterno …era cambiato.

 

Il tempo aveva modificato il suo incedere lento, eterno ed inalterabile… a Lilymgard ;    l’ antica magia era mutata,  tanto da far supporre che in breve le nebbie fatate a protezione dei valichi una volta inaccessibili  agli stranieri,  sarebbero cadute…

 

Poteva rappresentare la loro fine…

E lei lo sapeva.

 

Lo sentiva nel respiro degli alberi,  nell’andatura seppur maestosa ma più cauta del suo fido destriero… lo sentiva nel canto degli uccelli non più armonioso come un tempo,  ma non si abbandonava alla disperazione.

 

Non voleva cedere ad essa !

 

Non voleva credere  che l’odio inconsulto degli Uomini dediti solo alla ricerca del potere,    li avrebbe  condotti  alla rovina.

 

All’avarizia dei Nani, che si curavano solo di scavare più profondamente nella Terra,  per trarne  i suoi immensi tesori ancestrali.

 

All’ alterigia  degli Elfi,   che avevano a cuore solo la loro salvezza, disinteressandosi di tutto quanto accadeva attorno a loro. 

 

Non voleva credere alle voci sempre più insistenti che  riportavano di risvegliati e tremendi Poteri   Oscuri  nella Terra  di   Mordor.

 

Forse ciecamente,  forse spinta dall’inesperienza della sua giovane età,   desiderava fare ancora quello che aveva sempre fatto,  ad ogni costo.

Con la stessa aria leggiadra e sbarazzina.

Con lo stesso infantile divertimento e piacere…

 

Per questo aveva disobbedito ancora una volta agli  “ordini” di  suo padre,  ed era scappata al galoppo di Manto    verso la foresta della  Strega,  come la gente del posto usava chiamarla.

 

Se ci fosse davvero  una Strega,  pensò divertita Anjanka ,  sarebbe  più divertente…

 

Ma nelle lunghe passeggiate o battute di caccia  che aveva condotto  a qualsiasi ora del giorno, e talvolta della notte,  non aveva mai incontrato segno di tal  fantasioso personaggio.

 

In una sola occasione, quando poco più di una ragazzina le era capitato di cadere maldestramente da cavallo e rimanere  per ore svenuta nella foresta,  aveva fatto uno strano sogno… 

Quello di essere stata curata e trasportata in un altro luogo,  forse un antro buoi e tenebroso… forse in un luogo bellissimo e solare,  da un’entità  confusa,  indefinibile  ma gentile.

Al risveglio,  però,    si era semplicemente ritrovata nel medesimo posto in cui era caduta,  con l’aggiunta  di un  bel bernoccolo in  fronte  dalle dimensioni  degne di un re… 

 

Aveva pertanto sempre attribuito a quell’accaduto,  la naturale conseguenza del colpo  subito alla  testa.

 

Non gli era mai più successo nulla da allora…

 

Neppure ora,  dopo mesi e mesi di rimproveri e ammonimenti da parte di suo padre che intendeva proibirle le sue cavalcate nella  Foresta… perché il Mondo era cambiato

 

Chissà,   forse suo padre infondo…infondo  aveva ragione,  ma ora non ci voleva pensare!

 

Stava cacciando…

 

Indomita e battagliera,  aveva continuato a correre dietro a quella lepre birichina  che da più di un’ora  gli  stava dando filo da torcere.

 

Sarebbe stata la sua preda giornaliera,  il suo trofeo…  anche se in verità per ”trofeo” Anja intendeva  la cattura della lepre per la sola ed unica soddisfazione di aver vinto una sorta di sfida con lei;  una volta appagato  il suo ego,  avrebbe  liberato certamente  la  piccola creatura.

 

Anja non aveva mai ucciso un essere del bosco.

Mai.

 

******

 

Dopo aver cavalcato a perdifiato,  la giovane si fermò all’improvviso,  accarezzò con lentezza il collo arcuato del magnifico cavallo sentendo sotto le sue dita affusolate  la solidità dei muscoli tesi,  quindi balzò giù con un gesto fluido ed atletico.

 

I suoi piedi nudi toccarono il sottile manto di muschio  senza fare alcun rumore.

 

Prima di piegarsi verso il terreno, alla ricerca di qualche traccia della lepre scappata,  volse il volto arrossato dalla corsa verso il nord.

 

Era  pedinata,   non   aveva dubbi.

 

Sulle sue traccie, di sicuro c’era Valoomir

Il caro,  fedele, inflessibile,   Val.

 

Sorrise sorniona, e con un gesto secco si tolse la fascia dai  capelli   lasciando che fluttuassero sciolti  sulle sue spalle.

Folti e  brillanti,  ricci e ribelli.

 

Detestava tenerli legati, ma andare di corsa a cavallo le imponeva quella  regola, o pettinarli sarebbe poi stato impossibile!

 

Senza esitazione si diresse verso il folto del bosco, dove la luce penetrava appena attraverso le imponenti piante ed il crepuscolo pareva perenne.

 

Con un segno deciso della mano, che il destriero comprese alla perfezione,  gli impose di attendere nella piccola radura.

 

***

 

 

 

 

Dietro,  e molto distanziato,   in effetti procedeva il potente stallone,  guidato dal fido  Valoomir,   il capo delle Guardie del Re,  nonché un sorta di guarda del corpo di Anjanka.

 

L’uomo era sicuro di aver preso tutte le precauzioni del caso, in modo che Anja non lo  scorgesse, ma non ne era più certo…

La ragazzina era un vero portento a cavallo.

Nel bosco poi… era nel suo elemento.

 

Aveva un istinto naturale nel cavalcare a pelo,  nel dissimulare tracce  o piste battute,  nel diventare “invisibile” ,  un eredità forse avuta in dono dalla madre di razza umana,  la cui origine si perdeva nelle Terre  Meridionali sconfinate e sconosciute   o ereditate dal padre,   un Elfo  della  Casta dei Lilyhm

 

L’attempato cavaliere,  che un tempo si mormorava fosse stato un Ramingo selvaggio delle terre del Nord,   sorrise  mentre  grattandosi la barba pensieroso,  comprendeva di essere stato fregato per l’ennesima volta.

 

Ma non ne soffriva, solo si preoccupava per lei…

 

Lei,  quella fanciulla terribile e adorabile al tempo stesso,  con quel  sorriso contagioso.

 

Sapeva che  Anja  amava  fargli credere di essere ancora infallibile e scaltro… come quando viveva di scorribande nei paesi selvaggi.

 

E lui,  un po’ odiandola  per la preoccupazione che gli ispirava,  un po’ adorandola come fosse una  figlia sua  e non la giovane principessa  da controllare e seguire...  si lasciava portare per il naso,  inseguendola in lungo ed in largo per la Foresta del Monte Acuto.

 

Ma quel giorno il gioco non gli piaceva.

 

C’era qualcosa di strano…

 

La giornata era iniziata con un sole splendente che faceva brillare i tetti delle case ed il fiume che scendeva quieto verso il mare remoto e lontano   ma ora cupe nubi dai riflessi rossastri parevano addensarsi all’orizzonte.

 

Valoomir  non si faceva certo spaventare da un temporale… eppure qualcosa non gli quadrava.

L’aria era immobile e stantia,  non fresca e cristallina come ci si sarebbe aspettati in un sentiero ai piedi della montagna.

 

Con un gesto deciso chiamò a se un uomo della sua guarnigione.

 

- Non mi piace questo tempo!  Dobbiamo rintracciare la principessa e riportarla a palazzo, subito! Se Re Ulrich scopre che si è allontanata senza permesso,  temo che ci rimetteremo  la testa! Va di là, con  Hrum e Bradck aggireremo questa rupe,  di certo si è fermata all’interno della radura. Svelto!

 

L’uomo eseguì in fretta l’ordine e  Valoomir  si diresse verso la parte opposta.

Arrivato dove la foresta s’infittiva,  scese da cavallo e s’addentrò nel sottobosco, cupo e silenzioso.

 

Pure gli uccelli parevano aver smesso di trillare  e la luce si affievoliva ad ogni passo.

 

Una strana nebbia lo avvolse all’improvviso,  facendogli temere il peggio.  Una cosa del genere non era mai successa.

 

Inspiegabilmente perse il sangue freddo,  e contrario ad ogni istruzione impartita ai suoi stessi uomini in quelle occasioni,   iniziò a chiamare a gran voce la ragazza.

- Anja!  Anja… dove sei,  rispondi accidenti!  Anja

 

Ma dalla ragazza… nessuna traccia,   né risposta.

 

***

 

 

L’aria mutò,  divenne più pesante. 

Un silenzio improbabile avvolse tutto come la coltre morbida della neve che cade  d’inverno.

C’era qualcosa di strano…

 

Anja rallentò,  muovendosi più cautamente,  analizzando in fretta  eventuali  e repentine mosse a sua difesa.

 

Uno strano freddo l’assalì all’improvviso,  ma non se ne preoccupò.

 

Non era certo quel genere di ragazza svenevole e freddolosa che spesso si poteva incontrare ai ricevimenti di  Corte di suo padre,  pronte a svenire per un alito di vento o per la vista di qualche insetto fastidioso.

 

Non la spaventava  l’oscurità della foresta,  la minaccia di essere attaccata da qualche animale pericoloso,  o la paura di dover affrontare tutto questo munita solo delle sue armi… e del suo istinto.

 

Con movimento rapido,  dettato da anni di allenamento,    si sfilò il grosso arco dalla spalla,  incoccando al tempo stesso la freccia sottile ed appuntita.

 

Guardando attorno attentamente mosse alcuni passi , addentrandosi ancor più nella foresta.

 

Finalmente un suono giunse alle sue orecchie.  Pareva un fruscio lieve, un rumore soffocato come di qualcuno che scavasse in modo frettoloso.

 Allungò il collo oltre una bassa siepe formata da grandi foglie verdi scure,  e scorse due piccoli scoiattoli ai piedi di un vecchio albero,  intenti a rovistare nel terreno alla ricerca di ghiande o nocciole.

Sorrise scuotendo la testa.  Era dunque quello lì…   il pericolo?

 

Una sola cosa era certa: aveva perso le tracce della lepre e  gli scoiattoli non rappresentavano affatto  un’allettante alternativa.

Gli adorabili animaletti  erano imprendibili,  non si sarebbe mai  impelagata nel tentativo di catturarli… dato che era impresa impossibile.

 

Abbassò l’arco e inforcandolo nuovamente sulla spalla,  decise che era tempo  di fare ritorno. La sua caccia non aveva avuto successo quel giorno,  e quell’aria strana e misteriosa inoltre pareva ancora circondarla.

Desiderava andare via e galoppare veloce sul suo fido destriero verso casa.


Ma ritornando sui suoi passi,   sebbene fosse sempre molto attenta ad ogni segnale e particolare della foresta,  non riusciva a ritrovare la radura dove aveva lasciato Manto.

 

Era impossibile… Si era perduta?

 

L’ansia cominciò ad invadere i suoi pensieri,  sebbene lei sapesse tenere bene a bada le paure ancestrali che potevano assalirti quando ci si  accorgeva di essere  in balia della natura selvaggia della foresta.

 

Camminò per un tempo che le parve infinito,  la nebbia aveva avvolto ogni albero e ogni pianta, era certa di girare in tondo,  a volte,   o di camminare ora in salita ora in discesa.

 

Alla fine,  abbattuta nel corpo e nello spirito,   si lasciò cadere su di un grosso masso,  nascondendo il volto  fra le mani.

 

O come desiderava avere accanto Valoomir, adesso…

 

Avrebbe abbracciato di buon grado persino  quell’impiastro noioso ed invadente di Doriamin… il che era tutto dire.

 

“Pensa…pensa...  pensa,   Anja!”  Si ripeteva costantemente,  come per darsi coraggio.

“Potresti accendere un fuoco e fare segnalazioni…”

 

Ma scartò ben presto quell’idea.   La stagione secca era nel pieno,  e un fuoco  poteva divampare incontrollato nella foresta di quei tempi.

 

Doveva trovare un’altra soluzione.

Si alzò risoluta,  prendendo una direzione decisa.  La nebbia ormai fitta,  e inusuale in quel periodo dell’anno,  le impediva finanche di vedere dove mettesse  i piedi.

Anja non se ne curò, coraggiosa e determinata procedette,   mettendo  un piede dopo l’altro…un piede dopo l’altro….

 

Di certo  sarebbe uscita da quella strana  situazione Si ripeteva.

 

Ma fatti alcuni passi,  sentì cedere il terreno sotto i  suoi piedi e cadde in una voragine  che si era aperta all’improvviso nel bel mezzo della foresta…

 

 

******

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Milady