Altro
contest altra storia!
I
contest non finiscono mai di sorprendermi, anche perché mi
danno l’occasione di
lavorare con personaggi su cui, normalmente, non scriverei nulla; sono
una
sfida continua che, la lettrice e da scrittrice (nel mio piccola), sono
sempre
felice di poter cogliere!
Passando
alla storia, partecipa al "Un'anima in due corpi" indetto
da HermioneJeanGranger
e ColeiCheDanzaColFuoco sul forum di EFP, e colgo l’occasione
per ringraziarle
immensamente.
Bè,
che dire? Ci vediamo in fondo con il mio angolino da autrice e buona
lettura!.
Ps.
Come sempre, è consigliata la lettura accompagnata
dall’ascolto della canzone
allegata (sì, sono un po’ fissata)!
E,
ovviamente, nessuno dei personaggi qui di seguito mi appartiene.
The Little Things Give You Away
I'll sing it one last time for you
Then we really have to go
You've been the only thing that's right
In all I've done
Appena
aveva varcato la porta si era ritrovata a pensare che l’aria
salmastra, che
entrava dalla finestra aperta, fosse un toccasana per la bambina.
I
muri della cameretta erano incastonati di conchiglie; Fleur aveva
trasformato
il color sabbia che caratterizzava in precedenza la stanza, in un rosa
tenue
che non stonava affatto con l’ambiente.
Victoire
dormiva tranquillamente con il pollice in bocca nel suo lettino, i
capelli
biondissimi ad incorniciarle il visino.
La
sua prima
nipotina.
La
sua prima nipotina compiva un anno ed erano già passati tre
anni dalla
battaglia di Hogwarts, venti dalla fine della Prima Guerra Magica; si
sentiva
addosso molti più anni di quelli che non avesse.
«
Presto avrai dei fratellini e tanti cuginetti, piccola mia »
si ritrovò a
sussurrare mentre sistemava le copertine della bambina.
Tutti
bambini
che non dovranno mai soffrire la perdita di un fratello.
Ginny
si era
addormentata sulle note di una vecchia ninna nanna che le aveva
insegnato sua
madre. Non si era voluta staccare da lei nemmeno per un momento quella
mattina.
La
bambina era
l’unica cosa che la teneva ancorata alla realtà.
Aveva
detto ad
Arthur che avrebbe raggiunto lui e i bambini più tardi,
aveva solo bisogno di
un momento da sola con i suoi fratelli.
Ancora
un momento.
Molly
non aveva
versato una lacrima. E si sentiva profondamente in colpa, ma loro non
avrebbero
voluto. Se lo erano ripromessi all’inizio della guerra:
qualunque fosse stato
il loro destino non avrebbero versato una lacrima per gli altri;
combattevano
per una nobile causa e non c’era nulla di cui rattristarsi se
serviva allo
scopo.
Nonostante
la
promessa, si sentiva come se le avessero fatto a pezzi
l’anima, si sentiva
distrutta. Anche i suoi figli si erano resi conto che qualcosa non
andava,
perché era sempre silenziosa, gliel’aveva fatto
notare Charlie, sempre con la
nuova arrivata appresso, quando normalmente Molly non era affatto
silenziosa.
Era una caratterista Weasley non essere silenziosi.
Era
anche una
caratteristica dei Prewett.
Amava
i suoi
fratelli più della sua stessa vita e tutto quello che le era
rimasto erano due
lastre di pietra fredda.
Riconobbe
subito
la presenza rassicurante di Andromeda quando sentì una mano
sulla sua spalla;
non esitò un minuto a coprire quella mano con la sua. Le
sembrava di riuscire a
respirare almeno un po’ grazie a quel tocco.
«
Ho pensato
che… » cominciò a parlare
l’altra, ma lei la interruppe ringraziandola.
«
Ted ed io
possiamo tenere i bambini per un po’ se vuoi » le
suggerì l’altra donna.
Lei
scosse il
capo rifiutando l’offerta. « Mi basta che resti un
po’ qui con me ».
Rimasero
per
molti minuti in silenzio a guardare le tombe di Fabian e Gideon, quindi
Andromeda riprese a parlare: « So perfettamente che la mia
situazione non è
lontanamente paragonabile a quello che provi… Che senti,
ma… Ma anche io ho
perso le mie sorelle e, bè, per me tu sei come una sorella
quindi… »
Tutta
la
comunità magica era a conoscenza della storia di Ted e
Andromeda, di come lei
fosse stata disconosciuta dalla famiglia, non credeva fosse possibile
far finta
che un membro della sua famiglia non esistesse, che tutto il tempo
passato con
lui potesse essere cancellato con una semplice decisione, che i
sentimenti
obbedissero a logiche di onore e sangue puro.
Lei
e Andromeda
si erano conosciute ai tempi di Hogwarts, solo di sfuggita, poi aveva
avuto
occasione di conoscerla veramente quando aveva abbandonato la famiglia,
quando
era nata Ninfadora. Sapeva quanto avesse sofferto per il distacco dalla
famiglia, dalle sorelle: non aveva più visto Narcissa e
Bellatrix dal giorno in
cui aveva lasciato casa Black.
Molly
abbracciò
di getto Andromeda rischiando di schiacciare la bambina tra i loro
corpi per
l’intensità che aveva messo in quel gesto. Avrebbe
voluto esprimere a parole la
gratitudine e l’affetto che provava per l’amica,
solo che in quel momento
quell’insieme di emozioni la stavano sopraffacendo a tal
punto da riuscire ad
esprimerle solo in un gesto.
Light up, light up
As if you have a choice
Even if you cannot hear my voice
I'll be right beside you dear
Quando
più tardi scese in salotto, lasciando Victoire dormire nella
camera al piano
superiore, fu accolta da un’Andromeda indaffarata a non far
saltare Teddy sulla
torta al cioccolato che faceva bella mostra sul tavolino.
«
Questo è il nostro regalo per la festeggiata. Non puoi
mangiarla ora Teddy! »
la sentì rimproverare il bambino.
Molly
sorrise, divertita dalla scena, e andò a salutare
l’amica in maniera più
appropriata.
«
Che ne dici di una passeggiata in spiaggia? » le chiese.
Con
la coda dell’occhio vide Fleur comparire dalla cucina e farle
un cenno.
«
Credo che Fleur si possa occupare di Teddy nel frattempo »
continuò
rassicurandola.
Andromeda
era sempre un po’ a disagio quando doveva lasciare il bambino
ad altri, ma Molly
era sicura che in quel momento l’amica avesse bisogno di una
pausa. Glielo
dicevano le occhiaie marcate che le incorniciavano gli occhi e il
sorriso
stanco con cui l’aveva salutata.
Quello
non era un giorno semplice per nessuno.
«
Sai, ho sempre
pensato che Bill e Dora si sarebbero sposati »
confessò Molly di getto mentre
aiutava Andromeda in cucina.
Stavano
allestendo le ultime cose per il matrimonio di Ninfadora e Lupin che si
sarebbe
svolto il giorno dopo a casa dell’amica.
Andromeda
non
era mai stata entusiasta della carriera che aveva intrapreso la figlia;
era
orgogliosa, ma non entusiasta. Non era mai stata entusiasta nemmeno
dell’Ordine
della Fenice, in fondo quelli che si facevano la guerra erano i suoi
amici e i
suoi cari, persone con cui aveva trascorso l’infanzia e con
cui stava passando
la vita. L’aveva sempre trovata combattuta al riguardo.
«
L’ho pensato
anche io molte volte. Anche se l’avrei vista più
con Charlie » disse l’altra
ridacchiando. « Anche se sono convinta che sia troppo presto
»
Molly
la guardò
corrugando la fronte. Non aveva mai pensato che Andromeda si fosse
fatta
problemi al riguardo, date le condizioni in cui si era svolto il suo
matrimonio
con Ted.
«
Non pensare
male di me… Io adoro Remus. Credo non esista una persona
migliore per mia
figlia, solo… » Andromeda si interruppe cercando
il suo sguardo.
Ora
capiva.
Anche lei credeva fosse presto per Bill e Fleur: la guerra alle porte,
il fatto
che fossero giovani. Senza contare che aveva cominciato a rivalutare
Fleur solo
negli ultimi mesi.
Non
aveva
creduto nell’amore della ragazza per il figlio fino alla
battaglia di Hogwarts.
Non che Bill non fosse degno di lei, era stata una vita di pregiudizi,
di
continui richiami al fatto che gli Weasley non fossero abbastanza, a
portarla a
pensare una cosa del genere.
E
si era
sbagliata.
Ed
era felice di
essersi sbagliata.
«
Con la guerra
alle porte, di nuovo, non voglio che lei debba sopportare tutto quello
che ho
dovuto sopportare io. So come ci si sente, so quanto ci si possa
sentire
oppressi » continuò Andromeda. « Ci sono
stati momenti in cui Ted avrebbe
potuto andarsene, certo non l’ha fatto ma… Avrebbe
potuto. Voglio solo che sia
felice ».
Andromeda
aveva
solo bisogno di essere rassicurata, proprio come ne aveva avuto bisogno
lei.
«
Tu non avevi
una famiglia a sostenerti, non avevi amici degni del tuo affetto e,
soprattutto, non avevi me pronta a preparare il dolce più
bello del mondo per
il matrimonio di tua figlia » Le disse Molly riuscendo a
stapparle un sorriso. « E’ un piccolo
regalo per la sposa ».
To think I might not see those eyes
Makes it so hard not to cry
And as we say our long goodbye
I nearly do
«
Ci ho messo ore per fare quella torta ».
Nonostante
la bella giornata e la temperatura gradevole, l’acqua che le
lambiva i piedi
era terribilmente fredda. Si sistemò il leggero scialle chi
si portava appresso
sulle spalle, mentre lanciava un’occhiata a Villa Conchiglia;
ancora non si
vedeva nemmeno l’ombra di Harry, Ron e Hemione. Stavano
aspettando solo loro
per cominciare i festeggiamenti.
«
Non ho utilizzato la magia » proseguì Andromeda
con un sorriso amaro.
Molly
continuò a camminare accanto alla donna aspettando che
continuasse a parlare.
Sapeva perfettamente che con l’amica doveva solo aspettare
che si aprisse.
Piano,
piano.
A
poco, a poco.
«
Non sono riuscita a chiudere occhio stanotte » la voce di
Andromeda era carica di
tristezza, un sussurro appena udibile. « Allora mi sono messa
a cucinare pur di
non pensare… » continuò.
Molly
la prese a braccetto e le circondò la mano destra con le
sue, mentre
continuavano a passeggiare. Tra lei e Andromeda col tempo si era
instaurato un
rapporto che andava bene oltre la semplice amicizia: erano diventate la
sorella
l’una dell’altra, condividevano l’amore
di una madre per i propri figli, il
dolore per la loro perdita.
Erano
tante le cose che erano state strappate via ad entrambe.
«
Appena sposati Ted ed io cucinavamo spesso insieme, mi ha insegnato a
fare
tante cose, ma era un enorme fonte di distrazione a pensarci bene
» questo lo
disse con un sorriso malinconico sulle labbra.
«
Mi manca così tanto ».
Quando
due anni prima era morto Ted stavano accadendo così tante
cose che non aveva
avuto il tempo materiale per passare a trovarla; si era sentita
così impotente
nel non poter affievolire almeno in parte il dolore che provava
Andromeda e, a
dirla tutta, non aveva nemmeno il coraggio necessario a guardarlo in
faccia
quel dolore.
Nella
sua vita aveva sempre avuto il bisogno viscerale di sentirsi utile per
gli
altri, era qualcosa che l’aveva sempre caratterizzata, ancora
prima di
diventare moglie e madre.
Quando
finalmente una sera di fine marzo Andromeda si era presentata alla Tana
aveva
solo ascoltato quello che aveva da dire: ricordi impegnati di amore e
dolore la
cui unica costante era Ted.
Le
aveva raccontato tutto quello che in anni non si erano mai dette e lei
non
aveva mai aperto bocca, le aveva solo tenuto la mano tra le sue e aveva
ascoltato, perché non c’era nulla di giusto da
dire, nulla che potesse
alleviare quella sofferenza, non ci sarebbe mai stato.
Molly,
come
faccio?
Come
faccio a
vivere senza di lui? Era tutto quello che avevo… La mia
famiglia, il mio
migliore amico… Il mio compagno. Come faccio?
E
piangeva. Lacrime silenziose che le rigavano il viso, la mano premuta
sulla
bocca per trattenere i singhiozzi che minacciavano di uscire da un
momento
all’altro.
Molly
non si sarebbe mai tolta quell’immagine dalla testa; era come
se qualcuno
avesse strappato il cuore dal petto dell’amica e
gliel’avesse calpestato,
schiacciato ripetutamente.
Non
riusciva nemmeno ad immaginare come si potesse sentire Andromeda, per
lei, il solo
pensiero di vivere una vita senza Arthur era insopportabile.
«
Lo so » disse semplicemente Molly rafforzando la presa sulla
mano dell’altra
donna.
In
quegli anni avevano combattuto e perso tante piccole cose, tanti
frammenti di
un cuore spezzato dal dolore, ma avevano ottenuto un futuro sereno per
i loro
figli e i loro nipoti. Dovevano continuare a ripetersi che nessuna
perdita era
stata vana, che tutto aveva un significato anche quando si pensava di
non
riuscire a sopportare altro.
«
Io sono qui, sempre » aggiunse poco dopo lei.
Andromeda
ricambiò la sua stretta e disse : « Lo so
».
Louder, louder
And we'll run for our lives
I can hardly speak I understand
Why you can't raise your voice to say
“Run” Leona Lewis
(cover Snow Patrol)
Angolo
dell’Autrice.
Allora,
tralasciando il fatto che ho lavorato alla fic in tempi ristrettissimi,
cosa che
odio (ma stavolta ne valeva la pena), adoro i personaggi. Non avrei mai
immaginato di poter scrivere qualcosa con Molly, e mi rendo conto di
averla
presentata sotto una veste diversa da come la si vede di solito, e,
invece, ho
sempre voluto scrivere una Ted/Andromeda: la coppia mi intriga un sacco
(come
mi piacciono da morire le Lupin/Tonks e, non vogliatemene, le
Teddy/Lily ). Insomma
non sappiamo praticamente niente di Andromeda, per questo ho dovuto
fare un
sacco di ricerche!
Lo
scopo del contest era quello di raccontare l’amicizia, e
quando mi è capitata
Molly come personaggio l’ho associata subito ad Andromeda
perché, secondo me,
sono molto simili: prima di tutto hanno perso entrambe i fratelli (
Fabian e
Gideon sono stati uccisi durante la Prima Guerra Magica, mentre
Narcissa e
Bellatrix hanno disconosciuto la sorella), sono entrambe madri e hanno
perso
entrambe un figlio nella Seconda Guerra Magica (ecco spiegato anche il
titolo: le piccole cose che hai dato via). Fatte queste considerazioni
ho
costruito i Missing incastonandoli nell’anniversario della
vittoria, a me
sembrava sensato perlomeno.
Che
ne dite?
Spero
vi sia piaciuta, alla prossima
Ciara