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Autore: Ciara    27/04/2014    5 recensioni
Nonostante la promessa, si sentiva come se le avessero fatto a pezzi l’anima, si sentiva distrutta. Anche i suoi figli si erano resi conto che qualcosa non andava, perché era sempre silenziosa, gliel’aveva fatto notare Charlie, sempre con la nuova arrivata appresso, quando normalmente Molly non era affatto silenziosa. Era una caratterista Weasley non essere silenziosi.
Era anche una caratteristica dei Prewett.
Amava i suoi fratelli più della sua stessa vita e tutto quello che le era rimasto erano due lastre di pietra fredda.
Riconobbe subito la presenza rassicurante di Andromeda quando sentì una mano sulla sua spalla; non esitò un minuto a coprire quella mano con la sua. Le sembrava di riuscire a respirare almeno un po’ grazie a quel tocco.
« Ho pensato che… » cominciò a parlare l’altra, ma lei la interruppe ringraziandola.
« Ted ed io possiamo tenere i bambini per un po’ se vuoi » le suggerì l’altra donna.
Lei scosse il capo rifiutando l’offerta. « Mi basta che resti un po’ qui con me ».
** La storia partecipa a "Un'anima in due corpi" indetto da HermioneJeanGranger e ColeiCheDanzaColFuoco sul forum di EFP**
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Tonks, Molly Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Altro contest altra storia!

I contest non finiscono mai di sorprendermi, anche perché mi danno l’occasione di lavorare con personaggi su cui, normalmente, non scriverei nulla; sono una sfida continua che, la lettrice e da scrittrice (nel mio piccola), sono sempre felice di poter cogliere!

Passando alla storia, partecipa al "Un'anima in due corpi" indetto da HermioneJeanGranger e ColeiCheDanzaColFuoco sul forum di EFP, e colgo l’occasione per ringraziarle immensamente.

Bè, che dire? Ci vediamo in fondo con il mio angolino da autrice e buona lettura!.

 

Ps. Come sempre, è consigliata la lettura accompagnata dall’ascolto della canzone allegata (sì, sono un po’ fissata)!

 

E, ovviamente, nessuno dei personaggi qui di seguito mi appartiene.

 

The Little Things Give You Away

 

I'll sing it one last time for you
Then we really have to go
You've been the only thing that's right
In all I've done

Appena aveva varcato la porta si era ritrovata a pensare che l’aria salmastra, che entrava dalla finestra aperta, fosse un toccasana per la bambina.  

I muri della cameretta erano incastonati di conchiglie; Fleur aveva trasformato il color sabbia che caratterizzava in precedenza la stanza, in un rosa tenue che non stonava affatto con l’ambiente.

Victoire dormiva tranquillamente con il pollice in bocca nel suo lettino, i capelli biondissimi ad incorniciarle il visino.

La sua prima nipotina.

La sua prima nipotina compiva un anno ed erano già passati tre anni dalla battaglia di Hogwarts, venti dalla fine della Prima Guerra Magica; si sentiva addosso molti più anni di quelli che non avesse.

« Presto avrai dei fratellini e tanti cuginetti, piccola mia » si ritrovò a sussurrare mentre sistemava le copertine della bambina.

Tutti bambini che non dovranno mai soffrire la perdita di un fratello.

 

Ginny si era addormentata sulle note di una vecchia ninna nanna che le aveva insegnato sua madre. Non si era voluta staccare da lei nemmeno per un momento quella mattina.

La bambina era l’unica cosa che la teneva ancorata alla realtà.

Aveva detto ad Arthur che avrebbe raggiunto lui e i bambini più tardi, aveva solo bisogno di un momento da sola con i suoi fratelli.

Ancora un momento.

Molly non aveva versato una lacrima. E si sentiva profondamente in colpa, ma loro non avrebbero voluto. Se lo erano ripromessi all’inizio della guerra: qualunque fosse stato il loro destino non avrebbero versato una lacrima per gli altri; combattevano per una nobile causa e non c’era nulla di cui rattristarsi se serviva allo scopo.

Nonostante la promessa, si sentiva come se le avessero fatto a pezzi l’anima, si sentiva distrutta. Anche i suoi figli si erano resi conto che qualcosa non andava, perché era sempre silenziosa, gliel’aveva fatto notare Charlie, sempre con la nuova arrivata appresso, quando normalmente Molly non era affatto silenziosa. Era una caratterista Weasley non essere silenziosi.

Era anche una caratteristica dei Prewett.

Amava i suoi fratelli più della sua stessa vita e tutto quello che le era rimasto erano due lastre di pietra fredda.

Riconobbe subito la presenza rassicurante di Andromeda quando sentì una mano sulla sua spalla; non esitò un minuto a coprire quella mano con la sua. Le sembrava di riuscire a respirare almeno un po’ grazie a quel tocco.

« Ho pensato che… » cominciò a parlare l’altra, ma lei la interruppe ringraziandola.

« Ted ed io possiamo tenere i bambini per un po’ se vuoi » le suggerì l’altra donna.

Lei scosse il capo rifiutando l’offerta. « Mi basta che resti un po’ qui con me ».

Rimasero per molti minuti in silenzio a guardare le tombe di Fabian e Gideon, quindi Andromeda riprese a parlare: « So perfettamente che la mia situazione non è lontanamente paragonabile a quello che provi… Che senti, ma… Ma anche io ho perso le mie sorelle e, bè, per me tu sei come una sorella quindi… »

Tutta la comunità magica era a conoscenza della storia di Ted e Andromeda, di come lei fosse stata disconosciuta dalla famiglia, non credeva fosse possibile far finta che un membro della sua famiglia non esistesse, che tutto il tempo passato con lui potesse essere cancellato con una semplice decisione, che i sentimenti obbedissero a logiche di onore e sangue puro.

Lei e Andromeda si erano conosciute ai tempi di Hogwarts, solo di sfuggita, poi aveva avuto occasione di conoscerla veramente quando aveva abbandonato la famiglia, quando era nata Ninfadora. Sapeva quanto avesse sofferto per il distacco dalla famiglia, dalle sorelle: non aveva più visto Narcissa e Bellatrix dal giorno in cui aveva lasciato casa Black.

Molly abbracciò di getto Andromeda rischiando di schiacciare la bambina tra i loro corpi per l’intensità che aveva messo in quel gesto. Avrebbe voluto esprimere a parole la gratitudine e l’affetto che provava per l’amica, solo che in quel momento quell’insieme di emozioni la stavano sopraffacendo a tal punto da riuscire ad esprimerle solo in un gesto.


Light up, light up
As if you have a choice
Even if you cannot hear my voice
I'll be right beside you dear

Quando più tardi scese in salotto, lasciando Victoire dormire nella camera al piano superiore, fu accolta da un’Andromeda indaffarata a non far saltare Teddy sulla torta al cioccolato che faceva bella mostra sul tavolino.

« Questo è il nostro regalo per la festeggiata. Non puoi mangiarla ora Teddy! » la sentì rimproverare il bambino.

Molly sorrise, divertita dalla scena, e andò a salutare l’amica in maniera più appropriata.

« Che ne dici di una passeggiata in spiaggia? » le chiese.

Con la coda dell’occhio vide Fleur comparire dalla cucina e farle un cenno.

« Credo che Fleur si possa occupare di Teddy nel frattempo » continuò rassicurandola.

Andromeda era sempre un po’ a disagio quando doveva lasciare il bambino ad altri, ma Molly era sicura che in quel momento l’amica avesse bisogno di una pausa. Glielo dicevano le occhiaie marcate che le incorniciavano gli occhi e il sorriso stanco con cui l’aveva salutata.

Quello non era un giorno semplice per nessuno.

 

« Sai, ho sempre pensato che Bill e Dora si sarebbero sposati » confessò Molly di getto mentre aiutava Andromeda in cucina.

Stavano allestendo le ultime cose per il matrimonio di Ninfadora e Lupin che si sarebbe svolto il giorno dopo a casa dell’amica.

Andromeda non era mai stata entusiasta della carriera che aveva intrapreso la figlia; era orgogliosa, ma non entusiasta. Non era mai stata entusiasta nemmeno dell’Ordine della Fenice, in fondo quelli che si facevano la guerra erano i suoi amici e i suoi cari, persone con cui aveva trascorso l’infanzia e con cui stava passando la vita. L’aveva sempre trovata combattuta al riguardo.

« L’ho pensato anche io molte volte. Anche se l’avrei vista più con Charlie » disse l’altra ridacchiando. « Anche se sono convinta che sia troppo presto »

Molly la guardò corrugando la fronte. Non aveva mai pensato che Andromeda si fosse fatta problemi al riguardo, date le condizioni in cui si era svolto il suo matrimonio con Ted.

« Non pensare male di me… Io adoro Remus. Credo non esista una persona migliore per mia figlia, solo… » Andromeda si interruppe cercando il suo sguardo.

Ora capiva. Anche lei credeva fosse presto per Bill e Fleur: la guerra alle porte, il fatto che fossero giovani. Senza contare che aveva cominciato a rivalutare Fleur solo negli ultimi mesi.

Non aveva creduto nell’amore della ragazza per il figlio fino alla battaglia di Hogwarts. Non che Bill non fosse degno di lei, era stata una vita di pregiudizi, di continui richiami al fatto che gli Weasley non fossero abbastanza, a portarla a pensare una cosa del genere.

E si era sbagliata.

Ed era felice di essersi sbagliata.

« Con la guerra alle porte, di nuovo, non voglio che lei debba sopportare tutto quello che ho dovuto sopportare io. So come ci si sente, so quanto ci si possa sentire oppressi » continuò Andromeda. « Ci sono stati momenti in cui Ted avrebbe potuto andarsene, certo non l’ha fatto ma… Avrebbe potuto. Voglio solo che sia felice ».

Andromeda aveva solo bisogno di essere rassicurata, proprio come ne aveva avuto bisogno lei.

« Tu non avevi una famiglia a sostenerti, non avevi amici degni del tuo affetto e, soprattutto, non avevi me pronta a preparare il dolce più bello del mondo per il matrimonio di tua figlia » Le disse Molly riuscendo a stapparle un sorriso. « E’ un piccolo regalo per la sposa ».


To think I might not see those eyes
Makes it so hard not to cry
And as we say our long goodbye
I nearly do

« Ci ho messo ore per fare quella torta ».

Nonostante la bella giornata e la temperatura gradevole, l’acqua che le lambiva i piedi era terribilmente fredda. Si sistemò il leggero scialle chi si portava appresso sulle spalle, mentre lanciava un’occhiata a Villa Conchiglia; ancora non si vedeva nemmeno l’ombra di Harry, Ron e Hemione. Stavano aspettando solo loro per cominciare i festeggiamenti.

« Non ho utilizzato la magia » proseguì Andromeda con un sorriso amaro.

Molly continuò a camminare accanto alla donna aspettando che continuasse a parlare. Sapeva perfettamente che con l’amica doveva solo aspettare che si aprisse.

Piano, piano.

A poco, a poco.

« Non sono riuscita a chiudere occhio stanotte » la voce di Andromeda era carica di tristezza, un sussurro appena udibile. « Allora mi sono messa a cucinare pur di non pensare… » continuò.

Molly la prese a braccetto e le circondò la mano destra con le sue, mentre continuavano a passeggiare. Tra lei e Andromeda col tempo si era instaurato un rapporto che andava bene oltre la semplice amicizia: erano diventate la sorella l’una dell’altra, condividevano l’amore di una madre per i propri figli, il dolore per la loro perdita.

Erano tante le cose che erano state strappate via ad entrambe.

« Appena sposati Ted ed io cucinavamo spesso insieme, mi ha insegnato a fare tante cose, ma era un enorme fonte di distrazione a pensarci bene » questo lo disse con un sorriso malinconico sulle labbra.

« Mi manca così tanto ».

Quando due anni prima era morto Ted stavano accadendo così tante cose che non aveva avuto il tempo materiale per passare a trovarla; si era sentita così impotente nel non poter affievolire almeno in parte il dolore che provava Andromeda e, a dirla tutta, non aveva nemmeno il coraggio necessario a guardarlo in faccia quel dolore.

Nella sua vita aveva sempre avuto il bisogno viscerale di sentirsi utile per gli altri, era qualcosa che l’aveva sempre caratterizzata, ancora prima di diventare moglie e madre.

Quando finalmente una sera di fine marzo Andromeda si era presentata alla Tana aveva solo ascoltato quello che aveva da dire: ricordi impegnati di amore e dolore la cui unica costante era Ted.

Le aveva raccontato tutto quello che in anni non si erano mai dette e lei non aveva mai aperto bocca, le aveva solo tenuto la mano tra le sue e aveva ascoltato, perché non c’era nulla di giusto da dire, nulla che potesse alleviare quella sofferenza, non ci sarebbe mai stato.

Molly, come faccio?

Come faccio a vivere senza di lui? Era tutto quello che avevo… La mia famiglia, il mio migliore amico… Il mio compagno. Come faccio?

E piangeva. Lacrime silenziose che le rigavano il viso, la mano premuta sulla bocca per trattenere i singhiozzi che minacciavano di uscire da un momento all’altro.

Molly non si sarebbe mai tolta quell’immagine dalla testa; era come se qualcuno avesse strappato il cuore dal petto dell’amica e gliel’avesse calpestato, schiacciato ripetutamente.

Non riusciva nemmeno ad immaginare come si potesse sentire Andromeda, per lei, il solo pensiero di vivere una vita senza Arthur era insopportabile.

« Lo so » disse semplicemente Molly rafforzando la presa sulla mano dell’altra donna.

In quegli anni avevano combattuto e perso tante piccole cose, tanti frammenti di un cuore spezzato dal dolore, ma avevano ottenuto un futuro sereno per i loro figli e i loro nipoti. Dovevano continuare a ripetersi che nessuna perdita era stata vana, che tutto aveva un significato anche quando si pensava di non riuscire a sopportare altro.

« Io sono qui, sempre » aggiunse poco dopo lei.

Andromeda ricambiò la sua stretta e disse : « Lo so ».


Louder, louder
And we'll run for our lives
I can hardly speak I understand
Why you can't raise your voice to say
“Run” Leona Lewis

(cover Snow Patrol)

 

Angolo dell’Autrice.

Allora, tralasciando il fatto che ho lavorato alla fic in tempi ristrettissimi, cosa che odio (ma stavolta ne valeva la pena), adoro i personaggi. Non avrei mai immaginato di poter scrivere qualcosa con Molly, e mi rendo conto di averla presentata sotto una veste diversa da come la si vede di solito, e, invece, ho sempre voluto scrivere una Ted/Andromeda: la coppia mi intriga un sacco (come mi piacciono da morire le Lupin/Tonks e, non vogliatemene, le Teddy/Lily ). Insomma non sappiamo praticamente niente di Andromeda, per questo ho dovuto fare un sacco di ricerche!

Lo scopo del contest era quello di raccontare l’amicizia, e quando mi è capitata Molly come personaggio l’ho associata subito ad Andromeda perché, secondo me, sono molto simili: prima di tutto hanno perso entrambe i fratelli ( Fabian e Gideon sono stati uccisi durante la Prima Guerra Magica, mentre Narcissa e Bellatrix hanno disconosciuto la sorella), sono entrambe madri e hanno perso entrambe un figlio nella Seconda Guerra Magica (ecco spiegato anche il titolo: le piccole cose che hai dato via). Fatte queste considerazioni ho costruito i Missing incastonandoli nell’anniversario della vittoria, a me sembrava sensato perlomeno.

Che ne dite?

Spero vi sia piaciuta, alla prossima

Ciara

  
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