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Autore: Talpina Pensierosa    20/07/2008    7 recensioni
La mia prima NejiHina^^
"Hanabi, sai dov'è tua sorella?"[...]
“Neji, per piacere valla a cercare, tra un paio d’ore c’è il pranzo e voglio che tutta la famiglia sia al completo.”.
“Come vuole Hiashi-sama”.
Hinata aveva aperto lentamente gli occhi, ancora un po’ intontita.
S’era guardata intorno, cercando di capire dove era finita.[...]
Nessuno sarebbe mai venuto a cercarla.
Nessuno l’avrebbe salvata.

[REGALO per hinata hyuuga]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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A hinata hyuuga, aka Cos.
Alla mia lady-chan.
Ad una delle migliori persone che abbia mai incontrato.
Ad un’ottima scrittrice.
A colei che mi ha convertito XD
Auguri, ti voglio bene!^O^!
 
Peach Flower
 
 
Il cortile di Casa Hyuga era pieno di luce, illuminato dal sole di mezzogiorno.
Non c’era ombra se non sotto il portico, dove erano seduti Hiashi e Neji Hyuga.
Entrambi erano stanchi e sudati non solo a causa dell’allenamento, ma anche per il caldo che li attanagliava.
Solo il tè freddo, portato loro da Hanabi, avrebbe potuto offrire loro un po’ di ristoro.
I due avevano bevuto lentamente, a piccoli sorsi, ignorando il forte desiderio di svuotare il bicchiere in un sorso.
Hanabi s’era seduta vicino a loro, chiedendo come stessero andando gli allenamenti.
 
“Molto bene Hanabi, tuo cugino impara in fretta ed è dotato d’indubbio talento.
È raro trovare allievi così eccezionali e che danno così tanta soddisfazione.”.
“Non esageri Hiashi-sama…”.
“Non esagero nipote! Non ho mai allenato un Hyuuga del tuo calibro.
Ah, se solo Hinata avesse un decimo del tuo talento!
A proposito Hanabi, sai dov’è tua sorella?”.
 
La ragazza aveva scosso il capo.
“No, non la vedo dalla colazione. Si starà ancora allenando con il suo team…”.
“Non credo Hanabi-sama, io so che per oggi Kurenai-sensei ha disdetto gli allenamenti.”.
Hiashi aveva sospirato.
“Neji, per piacere valla a cercare, tra un paio d’ore c’è il pranzo e voglio che tutta la famiglia sia al completo.”.
“Come vuole Hiashi-sama”.
 
Hinata aveva aperto lentamente gli occhi, ancora un po’ intontita.
S’era guardata intorno, cercando di capire dove era finita.
Il posto era piccolo, senza una forma vera e precisa.
Dalle alte pareti sbucavano qua e là delle radici.
Aveva guardato verso l’alto, vedendo il foro irregolare da cui passavano i raggi del sole.
Aveva provato ad alzarsi, ma era caduta a terra, facendosi sfuggire un gemito di dolore.
Con una smorfia sul viso, aveva controllato la caviglia destra, capendo che nella caduta aveva preso una storta.
 
Il suo cuore s’era riempito di paura.
Nessuno solitamente passava per quella dimenticata e isolata via di campagna.
Nessuno sapeva che era andata a passeggiare lì, cercando un po’ di quiete.
Nessuno si sarebbe preoccupato per la sua scomparsa improvvisa.
Nessuno sarebbe mai venuto a cercarla.
Nessuno l’avrebbe salvata.
 
Una lacrima aveva cominciato a rigare il suo viso.
Aveva cominciato ad invocare aiuto, ma la sua voce era troppo flebile.
Aveva continuato per un po’, ma poi aveva dovuto fermarsi per la gola secca.
Il suo stomaco aveva cominciato a brontolare, essendo a digiuno dal primo mattino.
Hinata s’era appoggiata alla parete dietro di lei, cominciando a piangere.
Non per i disagi che provava, ma per la sua incapacità di fare qualcosa.
Il suo credo ninja le imponeva di non arrendersi, di cercare una soluzione.
Ma lei aveva troppa paura.
 
Neji correva attraverso le strade di Konoha.
Aveva chiesto a tutti i domestici dove fosse Hinata, ma solo una cameriera aveva potuto dirgli qualcosa di -più o meno- preciso.
Aveva detto di aver visto la ragazza uscire poco dopo la colazione, diretta verso la parte est del villaggio.
Il ragazzo aveva cominciato a cercarla con il Byakugan, senza risultati, anche perché era difficile usarlo alla perfezione con le troppe persone che affollavano Konoha.
 
Ad un certo punto le case avevano cominciato a diradarsi, per dare spazio alla campagna.
Lì Neji s’era fermato all’ombra di un albero per riposarsi.
S’era stancato parecchio durante l’allenamento, e certamente la corsa fuori programma non l’aiutava ad essere fresco come una rosa.
S’era rialzato dopo qualche minuto, riprovando a cercarla con i suoi occhi.
Nonostante sul suo volto non apparisse il minimo senso d’emozione, interiormente s’era stupito nel vedere che sottoterra, in una fossa, stava sua cugina.
 
Aveva raggiunto velocemente il buco, sporgendosi per controllare le condizioni della ragazza.
Era riuscito a vedere che era svenuta, probabilmente per il caldo, e che aveva una caviglia piegata in modo strano, sicuramente aveva preso una storta.
Era saltato rapidamente dentro, per prendere Hinata sulle spalle e portarla con lui.
Ma inspiegabilmente era rimasto lì, accovacciato su quel terreno duro, a guardarla assorto.
Nonostante il viso sporco, i vestiti laceri, la posizione strana, sembrava un angelo, bello e irraggiungibile, ma contemporaneamente molto fragile.
 
Neji aveva allungato la mano per toccarla, capire se quell’immagine davanti a lui era un’allucinazione, ma quando aveva sfiorato delicatamente la guancia della cugina, s’era reso conto che quella celestiale visione era reale.
Aveva ritratto in fretta la mano, mentre la vedeva aprire lentamente gli occhi, che l’avevano subito notato stupiti.
“N-nii-san? S-sei tu”.
“Sì Hinata-sama, vi porto subito sopra”.
 
Rapidamente e senza dire una parola, il ragazzo l’aveva presa in braccio, facendola arrossire, e con un salto l’aveva portata fuori dalla fossa.
Poi era corso rapidamente sotto l’albero di prima, facendola sedere e controllando che, a parte la storta alla caviglia, non ci fossero altre ferite gravi.
“Hinata-sama, vado a prendere due rami per fermarle la caviglia e torno.”.
Era andato via senza attendere il timido cenno d’assenso della ragazza, che nel frattempo si guardava attorno.
 
Neji, una volta tornato, aveva cominciato a legare i rami alla caviglia con bende di fortuna, ottenute sacrificando le sue maniche.
“N-nii-san, non dovevi, p-potevi prendere le mie...”.
“No Hinata-sama, i suoi vestiti sono sporchi, avrebbe rischiato un’infezione.”.
Lei aveva abbassato lo sguardo, mentre mormorava, con espressione dispiaciuta:
“A-avrei dovuto pensarlo…”.
Lui aveva continuato, mantenendo la solita espressione indifferente.
 
Una volta finita la fasciatura Hinata aveva provato a stare in piedi, ma s’era resa conto ben presto che non poteva camminare, quindi Neji aveva cominciato a sostenere la cugina.
Mentre i due s’avviavano lentamente verso Casa Hyuuga, lui aveva chiesto:
“Come mai è andata in un posto simile?”.
“V-volevo passeggiare un po’…”.
“Non le piacciono i giardini di casa Hyuuga?”.
Lei aveva abbassato triste lo sguardo, incapace di dare voce a ciò che provava per quella casa.
Ma Neji non aveva bisogno di parole per capire.
 
Erano arrivati vicino alla fine della periferia e all’inizio del villaggio, quando Hinata gli aveva chiesto, con tono gentile ma parzialmente emozionato, di portarla vicino ad un frutteto poco lontano.
Neji era sorpreso da quella strana richiesta, ma non aveva chiesto niente, mentre esaudiva il desiderio della cugina, facendola scendere dalle sue spalle.
“G-grazie nii-san”.
“Prego Hinata-sama”.
 
La ragazza s’era sporta verso un albero pieno di fiori rosa a cinque petali, e n’aveva colto uno.
Dopo qualche minuto, aveva teso il fiore verso l’altro, mentre il suo viso assumeva una delicata tinta purpurea.
“P-prendilo nii-san”.
Quel gesto aveva così stupito Neji, che si poteva persino individuare una piccola traccia di sorpresa nel suo volto gelido.
“Io?”.
“S-sì nii-san, è per te.”.
 
Lui l’aveva guardata dubbioso, senza dare voce alla sua domanda.
“N-nel linguaggio dei fiori s-sono segno d’a-ammirazione e r-riconoscenza…e-e io ti ammiro e ti voglio ringraziare nii-san!”.
Lui aveva mantenuto un’espressione neutra, allungando la mano e prendendo il fiore da quella della cugina, ma nel farlo aveva sfiorato la sua, provocando un aumento del rossore sul viso della ragazza.
“Hinata-sama, ora è meglio tornare velocemente.”.
“S-sì nii-san.”.
 
Poco dopo, lui aveva cominciato a correre verso casa, con Hinata ancora rossa aggrappata saldamente alle sue spalle, che non poteva vedere il piccolo sorriso sul volto del cugino.
 
 
 
 
E finalmente eccovi la mia prima NejiHina!
Spero vi piaccia ^^
Come avete già letto sopra, è il mio regalo per hinata hyuuga: auguri!^O^!
La vorrei dedicare anche a arwen5786, che ha contribuito pesantemente nella mia “conversione” al NejiHina, e a Kurenai88, che mi ha incoraggiato veramente tantissimo in questi giorni, e che ha contribuito anche lei XD
Piccolo avviso per chi mi segue nelle altre fic: la raccolta riprenderà a settembre ^^
E non mi sono dimenticata della mia long, tranquilli XD
Recensite in tanti! ^^
Talpina
 
 
 
 
 
 
  
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