AMICO
-Alzati, dobbiamo
partire per una nuova missione- disse col suo solito tono freddo e
scostante lo
scorpione.
Nessuna risposta.
Strano non era nello stile di Deidara dormire fino a tardi, non quando
c’era di
mezzo una missione, di solito era molto più energico e
allegro già a prima
mattina.
-ehi ti alzi??-
disse avvicinandosi e scuotendolo in malomodo. Allora il biondino
aprì gli
occhi, per poi coprirli con una mano, a causa della luce forte che lo
accecava
–muoviti- disse impassibile l’altro togliendogli le
coperte di dosso. Si alzò
mugugnando qualcosa di incomprensibile e iniziò a vestirsi.
Dopo
non molto era pronto a partire per la
nuova noiosissima missione.
Sasori se la era
già immaginata. Avrebbe camminato per moltissimo tempo con
il compagno che non faceva
altro che parlare e parlare di cose inutili e senza senso.
E in effetti
partirono e camminarono molto a lungo. Ma c’era silenzio.
Allora,stufatosi, il
rosso iniziò ad avanzare il passo, iniziando a correre, in
segno di sfida verso
il compagno. Anche il biondino iniziò a correre, ma intanto
che correva
continuava a ripetere di fermarsi –sei già
stanco?- gli rispondeva l’altro e
allora lui continuava a correre, perdendo sempre più terreno
dall’amico.
–basta, non ce la faccio più- ripeté
Deidara, ma l’altro fece finta di non
sentirlo e continuò a correre…
-ehi perchè ti sei fermato??- chiese Sasori al compagno di
squadra che poco più
indietro si era fermato ansimando
–aspetta…fermiamoci un po’- rispose
cercando
di riprendere fiato –ehi tu non ti stanchi mai
così in fre…-ricominciò, per poi
ritrovarsi il bombarolo accasciato su di lui ansimante. Tenendolo con
le
braccia faceva fatica a restare in piedi anche lui
–ehi, ma che ti
prende?- gli disse prima di rendersi conto che aveva il volto
incandescente –non
è niente…sono solo un po’
stanco…- rispose l’altro facendo fatica anche a
parlare.
Allora il compagno
lo poggiò con delicatezza a terra e gli toccò la
fronte:Era bollente. Lo lasciò
lì per un po’, sperando che si riprendesse,
intanto si dette un’occhiata
intorno e capì che non erano distanti da un villaggio.
Gli si riavvicinò dopo
poco e notò che non era più sveglio, doveva
essere svenuto per la febbre
alta. Forse non
avrebbe dovuto farlo
stancare tanto…se stava così male la colpa era
anche sua…
Si sentì in colpa
coma mai prima d’allora gli era successo, restò a
fissarlo per un po’ e si
accorse che non respirava bene. –Deidara- gli disse cercando
di svegliarlo,
l’altro rispose con un mugolio e aprì un
po’ gli occhi.
Si sentiva stanco
e pesante, era una sensazione che non gli piaceva per niente,
provò a parlare,
ma sentì un bruciore forte alla gola e iniziò a
tossire tanto forte che gli
fece male il petto.
Allora il compagno
lo alzò un po’ stando attento a non fargli male,e
lo abbracciò
-deidara, cerca di
non chiudere gli occhi- gli disse
-…io…-iniziò l’altro, ma si
accorse che più
provava a parlare più male sentiva. Sentì una
specie di nodo alla gola, e
ricominciò a tossire, tremando per il freddo.
Sasori
lo abbracciò e iniziò ad accarezzarlo
sulla fronte incandescente.
-va tutto bene,
calmati-
Il biondino
faticava a respirare, sasori iniziò a stringerlo forte per
non fargli sentire
freddo, ma l’altro non rispondeva. Lentamente si
addormentò nell’abbraccio
caldo del ragazzo di suna.
Intanto i sensi di
colpa iniziavano a divorare la mente del marionettista: lui avrebbe
dovuto
capire che l’amico…già
perché in fondo non erano solo compagni di
squadra…che l’amico
stava male, dal suo silenzio, dal fatto che non voleva alzarsi, invece
no! Lo
aveva continuato a provocare e lo aveva ridotto in quello stato.
Lo prese in
braccio e cercò di portarlo in un posto un po’
riparato, perché iniziava ad
essere tutto nuvoloso nel cielo.
Dopo un bel po’ di
cammino, fatto con il dinamitardo sempre tra le braccia e che non
accennava a
svegliarsi, arrivarono in un villaggio e presero una camera in un hotel.
Appena giunti, sasori
stese l’amico, ancora incosciente sul letto, prese delle
bende bianche e, dopo
averle bagnate di acqua gelata gliele posò dolcemente sulla
fronte, scuotendolo
per un attimo.
-mh- non riusciva
a dire altro. Perché stava tanto male? Se lo chiedeva senza
trovare una
risposta. Forse perché non riusciva a pensare, gli faceva
male la testa, era
ancora parecchio stordito. Aprendo gli occhi non si rese conto di dove
era, poi
vide l’immagine sfuocata del suo danna che gli stava vicino
–ehi, ti sei
svegliato! Come stai?- -bene- si sforzò di dire lui con la
voce più convincente
che potesse e che evidentemente non doveva venirgli molto bene. Sasori
capì che
l’amico aveva bisogno di stare per un po’tranquillo
e decise di lasciarlo solo
a riposare. Glielo disse e poi se ne andò spegnendo le luci.
Deidara non ci
mise molto a riaddormentarsi. Aveva la testa che poteva esplodere da un
momento
all’altro e un dolore forte alla gola e faticava a restare
sveglio, così lasciò
che il sonno lo avvolgesse completamente.
Sasori intanto
camminava per le strade di quel villaggio sconosciuto.
Rimase fuori più
del previsto, non sapeva che fare, ma non gli andava di ritornare.
Perché?
Iniziò a chiedersi. Perché non voleva vedere in
che condizioni era il suo
amico.
Pensava
continuamente a come si era comportato con lui e a come stava male
quando lo
aveva lasciato, così
pensò che fosse
meglio rientrare comunque, almeno per non comportarsi peggio di come
avesse già
fatto.
Aprì la porta
lentamente, attento a non svegliarlo e gli si avvicinò.
Notò con piacere che
stava dormendo tranquillo, che non ansimava più come prima,
quando lo aveva
lasciato. Forse era davvero solo stanco, forse doveva solo riposare un
po’.
Continuò a fissarlo per un bel po’, dopo si
addormentò accanto a lui.
Quando si svegliò
la luce del sole illuminava la chioma rossa, aprì gli occhi
e vide con immenso
piacere che deidara era ancora fermo, dormiva beato, come la sera
prima.
Avrebbe voluto svegliarlo e chiedergli come stava, ma non ne ebbe il
coraggio.
Allora si alzò e andò un po’ fuori a
prendere una boccata d’aria. Quando
rientrò deidara era seduto al centro del letto, con gli
occhi un po’ assonnati,
lo guardava e restava in silenzio. Appena lo vide sasori gli si
avvicinò –va meglio?-
gli chiese posandogli una mano sulla fronte -si- annuì lui,
poi lo abbracciò
–grazie-. Il rosso ricambiò l’abbraccio
e per un po’ restò fermo.
-ti voglio bene deidara-
FINEEEE
ok...iniziamo col dire che ho trovato, anzi che mio fratello ha trovato per sbaglio questa storia in un floppy da qualche parte.
non mi ricordo quando e perchè l'ho scritta, però ritrovandola dopo tanto tempo, ho deciso di metterla nel sito lo stesso...lascio a voi il giudizio!!!
RECENSITEEEE
DEIDARA: scusa, ma per forza io dovevo star male? per colpa tua ora ho il raffreddore!!!
SASORI: ben ti sta ahahahahahahahah; però anche io sono arrabbiato: perchè dovrei sentirmi in colpa per questo tizio??
per reclami di qualsiasi tipo rendetevela con......ITACHI
ITACHI:io?? e che cosa centro io??
in qualche modo dovevo pur inserirti no??? come posso starti lontano ammmmmooooorrrrreeee
ehm...vabbè...io vado!!! mi raccomando recensiteeeeee
kiss
Liby_chan