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Autore: Greywolf    28/04/2014    5 recensioni
E se Obito fosse arrivato in tempo? Prima che Kakashi trafiggesse Rin?
Una breve FF che dedico ad un'amica speciale con cui condivido la passione per questo fantastico mondo di Naruto! :)) Sara_Uchiha, è per te, sperando che ti piaccia! Tanti auguri! :))
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Obito Uchiha | Coppie: Obito/Rin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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“KAKASHI!!”

All’udire il suo nome si bloccò all’istante, il Mille falchi ad appena un centimetro dal petto di Rin, che si era appena  frapposta tra lui e il suo obbiettivo.

Entrambi restarono un attimo immobili paralizzati.

Lui, perché solo in quel momento si è reso conto che sarebbe bastato che quella voce avesse parlato un secondo dopo e sarebbe stato troppo tardi. Avrebbe ucciso la persona più importante che gli era rimasta nella vita. L’avrebbe uccisa. Con le sue stesse mani. Non avrebbe mai potuto sopportare il peso di un gesto simile. Tremava.

Lei, perché sapeva cosa avrebbe comportato il gesto che aveva scelto di fare. Sarebbe morta…ma non poteva  permettere che innocenti pagassero con la vita se poteva essere evitato. Stava facendo davvero la cosa più giusta per il Villaggio…ma non per lei. Non per Kakashi, perché sapeva di condannarlo in quel modo ad un senso di colpa di cui non si sarebbe mai potuto liberare. Ma aveva deciso di farlo lo stesso. Tuttavia nonostante la sua scelta fosse stata impulsiva, ora la tecnica più potete del suo compagno di squadra era bloccata a pochissima distanza dal suo petto. Si era dimenticata di respirare.  Il dolore e la morte non erano arrivati. Tremava.

Entrambi paralizzati, perché quella voce…la voce che non avrebbero mai creduto di poter udire ancora…l’avevano sentita.

Dubitavano entrambi. D’altronde come poteva essere possibile?

Una figura si precipitò dietro la ragazza e in un lampo eliminò il ninja alle sue spalle.

I due ragazzi la guardavano. Quello era ancora voltato ma lo sentirono dire:

“Pare che per una volta…io sia arrivato puntuale…”

Quella voce. Quelle parole. Non c’erano più dubbi.

“T-tu…ma…come…?” balbettava il ninja argentato.

“Che c’è? Il grande Kakashi è rimasto senza parole?” rise.

Non c’era parola adeguata per quella situazione. Qualunque avesse provato a formulare sarebbe parsa riduttiva, non avrebbe mai espresso tutto quello che sentiva o che voleva dire.

“O-bito?” fu la ragazza a dire quel nome, lo disse piano, per timore di sbagliarsi.

Al sentire il suo nome, pronunciato da lei…lo fece rabbrividire.

“Abbiamo un lavoro da fare…” sentenziò “..facciamo vedere a questi vermi di cosa sono capaci i ninja della Foglia!”

Dopo aver raccolto l’arma al ninja che aveva ucciso poco prima, si fiondò verso gli altri nemici.

Kakashi restò ancora un attimo immobile, combattuto a causa delle mille emozioni che stava provando. Poi:

“Rin…ora mettiti al riparo, ti prego…” disse mettendole una mano sulla spalla mentre passava oltre.

Lei con lo sguardo perso ad osservare quella figura che combatteva, lo sentì lontano. Ma annuì.

Così la ragazza si ritrovò ad osservare da dietro una roccia, i suoi due compagni di squadra. Per la prima volta li vide combattere insieme, con un obbiettivo comune. Fu la prima volta…ma sapeva che l’avevano già fatto. Kakashi glielo aveva raccontato tante volte.

Solo una cosa permetteva loro di collaborare: proteggerla.

L’avevano fatto una volta. Lo stavano facendo ancora.

Stavolta con più ardore, con più determinazione. Avevano fretta.

C’era tanto da dire. Quella battaglia inutile doveva finire al più presto.

Durò poco. La coordinazione dei due era strabiliante. I loro occhi erano inarrestabili. Batterono in ritirata.

Non si erano rivolti uno sguardo dall’inizio dello scontro.

Ancora una volta, Kakashi si ritrovò a guardare quella figurata che gli dava le spalle.

Compreso che il pericolo era scampato, Rin uscì dal suo nascondiglio e si affiancò all’amico.

I cuori di tutti e tre, sebbene a ritmo diverso, sembravano impazziti.

Cosa provavano? I cuori battevano troppo forte, non riuscivano a pensare.

“Ascolta…io…”

Pensavano si stesse riferendo a loro, ma videro qualcosa staccarsi dal suo corpo.

Uno strano essere ora li stava guardando. A entrambi sembrò che avesse sorriso poco prima di tornare ad osservare Obito:

“Hai deciso quindi?”

“Si.”

“Allora…buona fortuna.”

“Mi lascia andare così?” chiese perplesso.

“Diciamo…che mi sei scappato. Però tu…”

“Non temere…non lo farò.”

“Bene. Se mai un giorno ti dovessi ricredere e volessi tornare sulla tua scelta…”

“Saprò dove venirvi a cercare.”

Di cosa stavano parlando?

“Sai una cosa?”

“Che cosa?”

“Quel soprannome che gli hai dato…gli sta a pennello! Ce l’ha la faccia da Kakashemo!”

Rise a quella che sarebbe stata l’ultima battuta che avrebbe sentito da lui. Da loro.

Lì per lì a Kakashi era sfuggita la battuta su di lui.

“Vedi di non farti ritrovare di nuovo sottoterra! La prossima volta non scapperai!” disse ancora quello strano essere dalla faccia a spirale mentre diventava un tutt’ uno con la terra, sparendo alla loro vista.

“Grazie…di tutto…”

Restarono solo in tre.  Solo in quel momento Obito si voltò.

Kakashi e Rin quasi non lo riconobbero, con quel volto sfigurato e i capelli lunghi.

“Obito…sei… davvero tu?”chiese lei.

Istintivamente lui si portò la mano dell’unico braccio rimasto sulla faccia a coprire quelle terribili lesioni.

Se gli aveva fatto quella domanda voleva dire che non era sicura…non era sicura che fosse lui.

Una lacrima sfuggì all’occhio superstite.

La ragazza gli si avvicinò, togliendoli la mano dal volto.

Lui la guardò stupito. Ma anche come non l’aveva mai guardata. Era bellissima, come lo era sempre stata.

Lui invece…ora come poteva definirsi? Distolse lo sguardo da quello davanti a lui.

Rin lo guardò con dolcezza. Gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarla di nuovo.

Fece vagare le dita su quelle lesioni, accarezzandole piano.

Guardò quell’unico occhio e immaginò anche l’altro. Era il suo sguardo. Non aveva più dubbi. Era lui!

“Mi sei mancato…” sussurrò.

L’Uchiha non credeva alle sue orecchie. Non poteva crederci.

E quando le labbra di lei si posarono leggere sulle sue, pensò in cuor suo di essere già dentro il mondo di cui gli aveva parlato Madara, solo nel quale sarebbe potuta accadere una cosa del genere.

Il suo desiderio più grande si era avverato.

Ora aveva di nuovo i suoi amici. E la ragazza che aveva sempre amato gli aveva dato un bacio dolcissimo.

Lui ancora ad occhio aperto, non sapeva cosa fare.

“E non sono neanche riuscito…a dichiarare i miei sentimenti a Rin.”

Ora si, lo sapeva.

Si staccò a malincuore da quelle labbra che aveva sempre desiderato, e disse in un sussurro:

“Rin, se non te lo dico ora non lo farò mai più…”

Sollevò la mano per carezzarle la guancia:

“Ti amo…ti ho sempre amata…”

La vide fare il più bel sorriso che avesse mai visto.

“Lo sapevo già…Obito.”

Sentirle pronunciare il suo nome lo riempì di gioia. La baciò lui stavolta, sempre con la stessa dolcezza.

Si abbracciarono in silenzio.

Kakashi era rimasto a guardare, aspettando che venisse il suo momento.

Obito penso che lui era lì a guardarli. Arrossì di colpo. Poi riprese il controllo.

Si avvicinò al compagno che intanto aveva abbassato lo sguardo.

“Kakashi…”

“E’ stata tutta colpa mia…più che dirti che mi dispiace, temo di non poter fare…”

Obito gli posò una mano sulla spalla:

“Non te ne ho fatto una colpa quando è successo…stai facendo tutto da solo. La responsabilità delle nostre azioni è solamente nostra. E io mi sono preso le mie. Ho fatto la mia scelta e non la rimpiango.”

“Ma…”

“Kakashi…siamo di nuovo insieme…c’è davvero ancora bisogno di pensare al passato?”

Sorrise, lo fece sotto quella maschera, nessuno lo vide. Ma lo fece. Il suo cuore era libero, quel peso pesante quanto il macigno che Kakashi credeva lo avesse ucciso, lo aveva appena tolto. Con le parole…dovette ammettere che ci sapeva fare.

Si abbracciarono. Si strinsero con forza, dandosi poderoso pacche sulle spalle. Poi Rin si unì a loro e lì divenne un abbraccio davvero completo. Erano di nuovo insieme.

Avrebbero voluto non interromperlo mai.

Quando lo fecero, Kakashi disse:

 “Dì un po’…”

“Si?”

“In quanti ora mi conoscono con il nome di Kakashemo?”

L’Uchiha arrossì ancora e si passò nervosamente la mano tra i capelli.

“A proposito…chi era quello? Quello con cui stavi parlando?”

Obito tornò serio:

“Non posso dirvelo, mi spiace. Ma senza di lui non sarei mai arrivato fin qui.”

“Avrei voluto ringraziarlo…” disse la ragazza.

“L’ho fatto io…a nome della nostra squadra, tranquilla.” le rispose.

Lei si strinse a lui,forte per paura di perderlo ancora.

“Dobbiamo risolvere il problema del Tricode dentro il corpo di Rin…Non può tornare al Villaggio.” li riportò alla realtà Kakashi.

“Sono sicuro che insieme troveremo un’alternativa!”

“Bah non so…Tu sei un’idiota per le alternative, i risultati si vedono…” disse indicandolo scherzosamente “….e io…” indicò se stesso “sono Kakashemo…c’è possibilità per te?”

“Non dirmi che ti sei offeso davvero!!”

“Tu ti offenderesti se io ti chiamassi…fammi pensare , ad esempio…Obitonto?”

“Si che mi offendo! Guarda che anche io posso avere delle buone idee, Kakashemo!”

“Smettila ora di chiamarmi così! Basta scherzare!” si fece serio.

“E chi ha mai scherzato?!” 

Rin intanto se la rideva. Erano ancora loro. Forse davvero poteva tornare tutto come prima.

Li prese entrambi per le mani, mettendosi in mezzo a separarli:

“Io sono convinta…che ora che siamo tutti insieme..troveremo sicuramente un’ altra soluzione!” concluse.

I due ragazzi sorrisero.

Quella promessa non sarebbe mai stata infranta.

Nessuno…nessuno li avrebbe più potuti separare. 
  
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