e. Magari posso tornare indietro, a casa e dire che non mi sono sentita bene, ma ormai sono qui. Forse se faccio finta di non vederli. Troppo tardi mi hanno vista, eccoli che si avvicinano. Ora che anche mio cugino è tornato in Francia mi possono benissimo picchiare. Quei due ragazzi avranno all'incirca vent'anni. Sono grandi, grossi e si divertono a picchiare ragazze più piccole " Guarda, guarda chi si rivede. " Dice il biondo, lui deve essere il capo, è quello che attacca per primo " Ti portavi sempre dietro la tua amichetta. Dov'è adesso ti ha abbandonato? " Dice sempre lo stesso, con un sorriso tutt'altro che amichevole. Vorrei scappare, ma le parole mi si bloccano in gola. Sono ferma, immobile come il lampione della luce a pochi passi da me " Che c'è? Hai perso la lingua? " Mi chiede, non so dove trovai il coraggio, ma risposi " N... No" dico. Lo so che ora mi picchierà " Tu picchi perché..." non riesco a finire la frase che arriva il primo schiaffo, poi un altro. Ecco che si aggiunge anche l'altro, il Moro. Poi si aggiungono i calci, i pugni. Mi butto a terra. Inizio ad urlare, a piangere e dimenarmi. Sperando che qualcuno mi noti, che gli fermi, che gli faccia smettere. Perché non fanno nulla e mo passano accanto come se nulla fosse? Lo stomaco è sotto sopra. Non mi sento più ne braccia ne gambe o nessun'altra parte del corpo : " Io direi che possa bastare, sta per morire. " Dice il Moro " Si per oggi è tutto! Ci vedremo presto. " Dice il capo in tono minaccioso. Se ne va, lasciandomi da sola, per terra e dolorante. Non credo che andrò a pallavolo. Se le mie amiche mi vedono piena di lividi mi faranno domande. Perché nessuno ha fatto nulla. Perché mi hanno lasciato li a soffrire. Non chiedevo tanto. Posso capire, hanno paura. Il mondo ha paura.