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Autore: Pontomedusa    28/04/2014    2 recensioni
Questa storia partecipa al contest "La ragazza e...la spada" indetto da darllenwr sul forum di efp.
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“Un samurai non si separa mai dalla sua spada e non si separa mai dal suo onore.”
“Tra i fiori il sakura, tra gli uomini il samurai.”
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Giappone feudale
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3

 

“Devi tendere di più la corda! La cocca deve sfiorarti la punta del naso.”

L'aspirante arciere tirò un po' indietro il gomito destro, con uno sforzo che sembrava sovrumano, a giudicare dalla sua espressione. Sakura si sforzò di trattenere un risolino.

“Così va meglio, ma non stringere forte la corda. Le dita devono essere rilassate.”

L'uomo le rilassò un po' troppo, perché la freccia partì con un sibilo e andò a conficcarsi nel muro di una casa poco lontano. Per fortuna Sakura insisteva sempre perché la linea di tiro venisse lasciata libera, durante gli addestramenti.

“Va bene, Hiro. Diciamo che per oggi abbiamo finito, d'accordo?”

Hiro fece un cenno con il capo, lasciò l'arco e si allontanò con un'espressione da cane bastonato.

“Il materiale umano non è gran che, eh?”

Sakura si voltò verso la voce e vide Daisuke. Non riuscì a fare a meno di sorridere.

“Non sono poi tanto male. Stanno facendo grandi progressi. Perché non ti fai vedere anche tu agli addestramenti, ogni tanto?”

“Io non ne ho bisogno! Ho fatto fuori venti ronin tutti da solo, ricordi?” E le fece l'occhiolino.

“Al massimo saranno stati dieci...se continui a raccontare questa storia in giro, fra un mese saranno diventati cinquanta!”

Daisuke rise.

“Be', forse è vero, ho un po' esagerato, ma comunque devi ammettere che non ho bisogno di addestramenti.”

“Diciamo che te la cavi.”

“E poi ti ho salvato la vita!”

“Parole grosse!”

Ma Sakura sapeva che era vero. Però era bello punzecchiare Daisuke. Era bello passare del tempo con lui. Era bello...

Sakura abbassò lo sguardo, improvvisamente imbarazzata.

“Sarà meglio che vada. È quasi ora di cena. Il lato positivo di questi addestramenti è che il vitto è incluso...finalmente posso mangiare come si deve.”

Daisuke assunse un'espressione comicamente disperata.

“Io invece devo tirare avanti con i soldi che ci hanno dato per avere sconfitto i ronin! Devo farmeli bastare! Solo riso e tè!”

Sakura rise di nuovo.

“D'accordo, d'accordo, quante storie! Stasera cena con me. Offro io.”

 

Sakura aspirò l'aria della notte. Era profumata di fiori.

Daisuke camminava accanto a lei.

“La cena era deliziosa!” disse lui.

“Sono contenta che ti sia piaciuta, ma cerca di non farci l'abitudine!”

“Ma come no, Sakura? Sarò il tuo schiavo fedele! Ti servirò in tutto! Solo in cambio di tre pasti al giorno!”

“Lo sapevo! Sei come certi cagnolini...ti seguono fino a casa e poi non c'è verso di liberarsene!”

Daisuke si fece improvvisamente serio.

“Davvero vorresti liberarti di me?”

Sakura era incredula.

“Ma no, sciocco...scherzavo. Non volevo offenderti, scusa.”

“Non mi hai offeso...solo...”

Le prese la mano.

“Solo...a me piace davvero stare con te,” continuò.

Sakura non sapeva cosa dire. Non sapeva neanche cosa sperare...

E poi lui la baciò. Pochi secondi, le labbra sulle labbra.

Quando lui si staccò da lei, Sakura rimase immobile per qualche istante. Poi, girò sui tacchi e si allontanò, senza correre.

Daisuke non poté vederlo, ma Sakura stava sorridendo.

 
   
 
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