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(15:12)

Cosa è successo?

(15:13)

Qualcosa del genere.

(15:15)
Certo, sono qui apposta. Mi hai cercato tu, ricordi? E il mio ‘qualcosa del genere’ era per ‘sto sognando Aaron Johnson quindi non rompermi le palle, perché lo sta già facendo lui’.

(15:17)
Dimmi.

(15:19)
Mi hai svegliato.

(15:19)
Appunto. Sputi il rospo o no? Aaron mi aspetta.

"E Kurt ride. Si getta indietro sul letto e ride, forte, a crepapelle. Con le lacrime agli occhi, perché non ci crede.
Neanche con tutto se stesso, neanche un poco, neanche niente. Ha il cuore così pieno di lui che tra un po’ esplode; ha gli occhi pieni del suo sorriso che tra un po’ non fa altro che andare a sbattere contro i pali; ha la bocca piene delle sue parole che non parla mai.
E canta sottovoce, perché cantare gli ricorda Blaine. E non può ricordarlo, perché gli amici non lo fanno.
Gli amici non pensano quello che pensa Kurt, gli amici non guardando quello che guarda Kurt.
Gli amici non si bramano, non si desiderano, non si pregano.
Gli amici non si amano.
Gli amici sono pezzi di un tutto, e Kurt ne fa parte a metà.
Perché nonostante Blaine sia il suo tutto, Kurt non lo è.
E lo sa così bene che sta morendo, a furia di essere quella metà.
Perché non importa, fammi essere qualcosa, anche un quarto mi va bene, ma fammi essere."

(15:25)
Lui com’è?

(15:27)
Sì.

"E Kurt piange, silenziosamente. Perché troppo forte non può farlo, e se lo dovesse sentire?
E’ lui. Lo sa. Sta parlando di lui.Ci scommette tutto, pure il cuore. Pure l’anima. Pure tutto.
Perché tanto sa di aver perso in partenza, perché tanto sa che è solo un povero illuso."

(15:30)
Sì…?

"Gli sembra di averlo qui, vicino a lui.
Che gli sollecita l’orecchio, sussurrando piano e dolcemente. In modo provocatorio, perché Blaine è stronzo, e lo sa bene.
Dillo, avanti. Ti prego, dillo. Straziami, usami, feriscimi. Ma dillo.
Giuro che potrei guardare il sole in faccia e dire che c’è qualcosa che fa più male, perché questa ansia mi distrugge.
Perché è un nome facile, il mio, e mi piace tanto quando lo pronunci.
E non fa niente se lo scrivi, mi accontento. Mi accontento sempre."

"E Kurt non sa che dire, o scrivere, o respirare. Perché non ha più aria.
E non per il pianto, no, quello non c’entra niente.
E’ come se il cuore fosse bloccato tra la sua trachea e quella cosa che non mi ricordo mai come si chiama, cazzo!
Ma che importa, perché meglio di così non potrebbe stare."

(15:35)
I tipi difficili sono i peggiori, bello mio. Ti entrano dentro e chi ti molla più?
E tu bacialo, bacialo come se non aspettassi altro.
(15:35)
Avvicinati e sorridi, e dagli un bacio. E vedrai che cadrà ai tuoi piedi, ci scommetto il mio nuovo maglione di Marc Jacobs.

"Ci scommette tutto l’armadio, in realtà, ma non lo dice, perché lui ha già detto abbastanza.
E allora aspetta quel bacio, quel suo secondo bacio, perché il primo ha fatto pena.
Ma non importa, si dice.
Perché Blaine potrebbe essere il secondo o il centesimo bacio, ma sa che sarà quello più memorabile. Perché, Dio!, il cuore è praticamente sommerso."

"E’ okay. E’ tutto okay. E’ sempre okay.
Perché Blaine è sempre uh scusa per aver urtato i tuoi sentimenti, Kurt, mi dimentico sempre che sei sempre il solito coglione.
E Kurt non ride, non piange e non parla. Non scrive più.
Però respira. Perché anche il respiro è stanco di mancare, di fare le finte, di scomparire e poi dover ritornare come se fosse stato un falso allarme.
E’ sempre un falso allarme. L’unica cosa che può fare è incolparsi.
Perché lo sapeva che non era lui, lo aveva sempre saputo che non sarebbe mai stato lui.
Perché chi era lui, in confronto a Blaine? Chi era lui, in confronto al tutto?
Solo una metà, bruciata e rosicchiata, strappata e sputata.
Perché tanto di te nessuno se ne fotte, Kurt, quando lo capirai?"