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Autore: elfin emrys    28/04/2014    1 recensioni
[RuLiet, AU]
Ivan non era sicuro che Toris avesse accettato di uscire con lui perchè ricambiava il suo amore. Era alquanto certo che l'avesse fatto per paura.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Russia/Ivan Braginski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un'ora

 

Ivan non era sicuro che Toris avesse accettato di uscire con lui perchè ricambiava il suo amore. Era alquanto certo che l'avesse fatto per paura. Tuttavia, non comprendeva bene il motivo dello spavento dell'altro. Era abbastanza certo che il suo desiderio, il suo amore, il suo affetto gli fossero arrivati, eppure Toris sembrava sempre lontano e distante. Non rispondeva ai suoi messaggi, né ai suoi sorrisi e se i loro occhi si incontravano, l'altro distoglieva lo sguardo.

Ivan si sentiva profondamente rifiutato e il fatto che Toris stesse ritardando all'appuntamento lo faceva sentire preso in giro.

Già al loro primo incontro, il russo aveva capito che non sarebbe riuscito a togliersi quel ragazzo dalla testa. Era così carino, così piccolo a suo confronto! Il fatto che fosse amico di quel polacco odioso non gli importava, importava soltanto che erano nella stessa classe e che, straordinario a dirsi, vivevano nello stesso quartiere. Come aveva fatto a non notarlo prima? Per quanto tempo gli era passato sotto gli occhi senza che Ivan se ne accorgesse?

Aveva saputo che il lituano era gay grazie a delle voci di corridoio scolastiche. Non aveva dato particolare peso a quelli che parevano solo pettegolezzi, ma, quando l'aveva sorpreso a fissarlo durante il cambio nello spogliatoio, Ivan aveva cominciato a pensare che quelle chiacchiere non fossero solo tali. Da quel momento, però, l'altro lo aveva evitato, come la morte. Comprensibile, era l'imbarazzo dopotutto, ma... ma a Ivan quella situazione non andava bene.

Ivan guardò l'orologio. Non cambiò espressione. Mezzora di ritardo.

Così, un giorno, aveva deciso, di punto in bianco, dopo mesi di occhiate, di pianificazioni e di sogni sentimentali che non gli si addicevano, di andare da Toris, allontanarlo da quell'amico suo polacco e chiedergli un appuntamento.

A dir la verità, forse era stato troppo diretto, forse era stato troppo autoritario nella sua richiesta. Forse era per quello che Toris aveva accettato anche quando non voleva. Ormai era evidente.

Ivan non era mai stato fortunato in amore, mai, neppure una volta. Era piaciuto, per un periodo, a una ragazza, ma più che amore era una vera e propria ossessione, perciò il russo non l'aveva mai considerato come un periodo di fortuna in quel senso. Non sapeva neppure se era gay o meno. O meglio, sapeva che gli piaceva Toris che era un ragazzo -e su quello non aveva dubbi- ma non aveva mai avuto esperienza in nessun modo con i propri sentimenti. Anche se non si poteva essere sbagliato (non poteva averlo fatto su qualcosa di così importante) Ivan non poteva certo dire se Toris fosse un'eccezione, un caso o la regola.

Ivan vide l'ennesimo autobus passare. La gente uscì. Non c'era Toris. Quaranta minuti.

Forse Toris non sarebbe mai arrivato e lui sarebbe stato lì ad aspettarlo per ore senza mai vederlo scendere da quel maledettissimo autobus. Non sapeva neppure perchè stesse ancora lì. Normalmente, sarebbe già andato via, a casa del malcapitato, a mettere la testa a posto a chi aveva osato farlo attendere tanto. Ma Ivan non voleva andare via. Ci sperava ancora, un pochino, di vederlo arrivare trafelato e scusarsi balbettando per il ritardo.

Era bellissimo quando era imbarazzato o nervoso. Si agitava tutto e iniziava a guardarsi intorno, arrossiva fino alla punta dei capelli. Era la cosa più carina che Ivan avesse mai visto. Anche più carino e dolce di quel criceto che una volta la madre gli aveva regalato e con cui aveva disperatamente tentato di far amicizia. Pure quello l'aveva rifiutato miseramente. Ma che ci poteva fare se incuteva timore? Era un ragazzone, era normale! A volte, Ivan desiderava di essere stupido. Sempre allegro, felice, espansivo. Qualcuno tipo Antonio, o tipo Gilbert, o Feliciano. O tipo Jones, suo malgrado.

Ivan rigirò fra le mani il pacchetto. Gli aveva comprato un piccolo regalo per l'occasione. Forse non l'avrebbe mai preso. Cinquanta minuti.

Non che Ivan ci tenesse davvero così tanto, comunque. No, non ci teneva. Era solo un'altra prova, miseramente fallita, ma una prova. Non era serio al riguardo, no... Non si sarebbe arrabbiato con Toris. Non poteva certo odiarlo perchè era spaventato da lui! O perchè era evidente che non lo ricambiava. O meglio, teoricamente poteva, ma non l'avrebbe fatto. Avrebbe usato il regalo per sé e non avrebbe detto a nessuno di quell'appuntamento fallito. Certo, se lo fosse venuto a sapere il polacco sarebbe stata la fine. Tutti l'avrebbero saputo entro pochi minuti -quelli che avanzavano alla presa di coscienza di Ivan che effettivamente era stato lasciato solo lì. Addirittura Jones avrebbe avuto qualcosa con cui prenderlo in giro! Ivan sperava solo che, alla fine, tutto sarebbe stato dimenticato.

L'orologio scoccò.

Nessuno. Ivan si alzò, si sistemò la giacca, togliendosi la neve dal retro, e cominciò a camminare. Dopo qualche passo, sentì una mano toccargli la schiena.

-I... Ivan...?

Il russo si girò, vedendo una testolina castana spuntare dalle numerose sciarpe che la avvolgevano.

-Toris...?

L'altro fece un passo indietro, tremante. Era evidente che pensava fosse arrabbiato. E ne aveva ogni ragione. Ivan lo osservò, attentamente, notando che nascondeva qualcosa dietro la schiena.

-Cosa hai lì dietro?

Toris sobbalzò.

-V... Veramente io...

Ivan cominciò a tentare di girargli intorno.

-Ecco io so che ti piacciono però in questa stagione è difficile trovarli e io non sapevo quando sarebbero arrivati e quindi ho aspettato a casa però alla fine ho fatto tutto questo ritardo e io non ho soldi per comprarne tanti e quindi...

Toris continuava a parlare, cercando di nascondersi. Ivan lo prese per le spalle e lo girò. Per la prima volta in quell'ora, la sua espressione mutò totalmente.

-Sono per me?

L'altro sembrò mormorare un “Sì” sommesso e tremante. Ivan prese uno dei due girasoli, lasciando andare il lituano, che cercava evidentemente di farsi piccolo piccolo. Il russo sorrise, poi gli diede il proprio pacchettino. L'altro lo guardò interrogativo, senza sapere cosa fare.

-E' per te.

Toris sorrise lievemente. Gli si avvicinò un pochino facendogli cenno con la mano guantata di avvicinarsi. Ivan si chinò su di lui. Sentì le labbra fredde dell'altro posarsi sulla sua guancia. Sorrise.

-Scusa per averti fatto aspettare un'ora.

 

Note di Elfin:

Ma che carini <3 Spero che la ff vi sia piaciuta :) Non sono molto sicura del carattere di Ivan, però secondo me ci sta, un pochino almeno v.v

Kiss

 

P.S. Non saprete mai cosa c'era nel pacchettino di Ivan, muahahahah è_é

   
 
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