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Autore: Hagoromo EFP    28/04/2014    4 recensioni
Questa storia è stata frutto della creazione di nove scrittore di efp. Essa è accentrata sulla storia di nove ragazzi che all'improvviso si ritrovano catapultati nel mondo di Naruto. Impareranno a vivere nel nuovo mondo e convivere con le loro nuove nature. Inizieranno a fare conoscenze nel mondo shinobi e capiranno chi sono realmente quelli che da sempre stimano o che odiano. Capiranno le illusioni e le realtà di entrambi i mondi.
Nella parte di Mattia/Satori Uchiha Fudorama
Nella parte di Paola/Petrin Sabaku Petrin
Nella parte di Matthew/Kaito Namikaze Matt2291
Nella parte di Marina/ Ryoko Senju RobbyHowl
Nella parte di Eddy/Arashi Uzumaki Goringo
Nella parte di Giuseppe/Shinichi Sarutobi Stormwind
Nella parte di Simona/Suri Uzumaki pinkpunk
Nella parte di Alessia/Kyoko Uchiha miss_fairy
Nella parte di Cristopher/Shikaro Nara TheCristopher94
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Team 7, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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Erano le 19.00 di un noioso sabato invernale, Paola, come sempre, era nel pieno di un’ansia che le coinvolgeva cuore e mente. Aveva finito di parlare da poco con la madre di Mattia, un suo caro amico per il quale stava organizzando una grande festa a sorpresa. Il ragazzo era giù di morale da alcune settimane, quindi risollevarglielo le era sembrata una buona idea: niente di meglio di una rimpatriata tra amici. Eppure, nonostante avesse organizzato tutto, aveva ancora tante cose da fare. Discese le scale, spostandosi dal secondo piano di casa sua, alla ricerca del suo cellulare. Entrò di corsa in camera sua: era lì, su di una mensola. Scorse rapidamente i contatti della rubrica: doveva chiamare un bel po’ di gente. Il primo contatto selezionato fu quello delle sorelle Cassano.
**** La musica pulsava dagli auricolari, Simona era nel pieno delle sue fantasticherie: innumerevoli pomeriggi aveva trascorso in compagnia di essa. Prendeva tutto con molta colpa, nessun dovere sembrava importarle: del resto, per quanto riguarda i compiti, aveva sua sorella, Alessia. Nel pieno di quel mondo fatto di note e vorticosi giri, venne interrotta sul più bello: il fido cellulare si era scaricato. Era sul procinto di andare a cercare il caricabatterie, quando sentì quello di casa squillare. Rispose dopo uno scatto degno di un centometrista: «Ehi, ciao Simo!» era la squillante voce di Paola, impossibile non riconoscerla. «Ehi ciao Paola!Come va?» domandò la ragazza ricambiando il saluto. «Senti Simo, volevo invitare te e tua sorella ufficialmente a casa di Mattia per una festa a sorpresa, ci state?». Al sol sentire la parola “sorpresa”, la sorella di Simona, Alessia, si alzò di scatto dalla scrivania per premere il tasto “viva-voce”. Quella parola l’aveva distratta dal suo studio. Era così elettrizzata: poco le era servito per distrarsi. Presa la parola, domandò a Paola l’orario: «Ale credo che per le 20,30 da Mattia andrebbe bene!» rispose Paola dall’altro lato della cornetta. La ragazza, sanata la sua curiosità, non volle sentire il resto della discussione che subito, avvicinatasi di corsa alla scrivania, richiuse i libri. L’armadio adesso era fonte delle sua attenzione: aveva poco più di un’ora e mezza per prepararsi, la missione più arda era cosa mettersi per quella serata. Simona, terminata la telefonata, si accostò alla sorella, e, come sempre capitava in occasioni del genere, accenni di lite erano nell’aria: «ALE NON METTERTI QUELLO!»
**** Un’intontita Paola, dopo aver finito di parlare con quella forza della natura quali le gemelle, decise di proseguire il suo giro di telefonate. Il prossimo era Cristopher. **** Cristopher era tornato sfinito dalla palestra da poco. Dopo essersi lavato con le ultime energie rimaste, messosi comodo in pigiama, si sedette davanti al computer: quelle sei pagine di Word lo aspettavano, cercava di buttare una bozza per un nuovo capitolo. Nel pieno del suo operato, venne interrotto da un persistente squillare del telefono. Si accinse a rispondere, e, con grande stupore, notò che era Paola – “chissà come ha scoperto il mio numero” – pensò: «Hola Cris, come va?». «Ciao Paola…aspetta un attimo! Come hai fatto ad avere il mio numero?!» chiese incuriosito. «Uhm non ricordo. Forse me l’hai dato in chat quando eri mezzo ubriaco» rispose la ragazza con tono saccente. «Ok…cosa vuoi? Hai bisogno di aiuto per le tue storie?» «Nono, questa volta è per Mattia. Stiamo organizzando un party a sorpresa a casa sua, niente scuse, devi essere presente! Alle 20.30 a casa sua, hai un’ora e mezza per prepararti». «Certo come no,spiegami come ci arrivo da Mattia entro mezz'ora? Vengo a nuoto partendo da Messina e poi faccio jogging salendo per mezz' Italia?» disse il ragazzo con fare sarcastico «Senti caro, ti ripeto che non hai scuse! Ricordo benissimo che ti sei trasferito da qualche mese nella nostra zona e, che addirittura ti abbiamo aiutato tutti con il trasloco, quindi non bluffare e muoviti!». La telefonata terminò poco dopo lasciando un inebetito Cristopher ai dilemmi topici di certe improvvisate. Cosa mettersi?
**** Marina, altra ragazza del “gruppo” di scalmanati, era il prossimo contatto. Selezionato rapidamente il suo numero, non ci volle molto affinché Paola -la scatenata- andasse a disturbare la serenità di un innocente.
**** Estasi totale. L’incenso, la tranquillità, la solennità in un metro quadrato. Immersa nel suo meditare, a gambe incrociate, nella posizione del loto, Marina sul procinto di annullare ogni suo pensiero, venne interrotta con suo sommo dispiacere dal telefono: «Chi è questo dannato che mi disturba a quest'ora Madafakka?!?» ringhiò, andando a rispondere con foga tale da far tremare il parquet sotto i suoi piedi. Maledizioni su maledizioni vennero scagliate alla “vittima”. La voce squillante di Paola risuonò dalla cornetta: «Ehi ciao Marina, tutto bene? Disturbo?» « Ehm...No tranquilla Paola – stavo solo raggiungendo il Nirvana – tutto bene grazie ,tu?» «Bene, bene...senti per stasera avrei una festa a sorpresa da proporti,tu sei dei nostri vero?”. «Stasera ci sarei,ma per chi è la festa?» domandò incuriosita. «Per Mattia. In questo periodo l'ho visto un po' giù ed ho pensato di risollevargli il morale! Se per te va bene ci vediamo alle 20,30 da lui» “Oh si. è perfetto Paola. Hai avuto una splendida idea! Allora ok, ci vediamo lì.” Certo il Nirvana sarebbe stato più appagante,ma una festa era sempre una festa e per Mattia avrebbe fatto questo ed altro.
**** Fuori un altro! Mancavano poche persone, Paola iniziava a sentirsi più sollevata. Scorse velocemente la sua rubrica: il prossimo era Giuseppe…non un’impresa facile!
**** Giuseppe trascorreva nella placida tranquillità di un solitario pomeriggio la sua giornata. Le dita scorrevano agili sul manico della chitarra: era nel mezzo di un nuovo brano. Comporre era diventata dapprima un hobby, poi una passione dirompente. Canticchiava un non ancora finito testo sopra un tappeto sonoro di note arpeggiate, lui e la sua musica : binomio perfetto. Venni distolto dal suo vagar con le sette note dal telefono che squillava. Sbuffando alquanto infastidito dall'interruzione, si alzò dal pavimento cosparso di fogli per andare a rispondere: «Ehi ciao Pè! Senti per stasera tieniti libero che ho un party a sorpresa da organizzare ed è d'obbligo la tua presenza!!». «Quello che organizzi tu è sempre pericolo Paola,ma visto che me lo chiedi così, non mancherò» disse, rispondendo in modo pacato. «Ok perfetto!! Ti confesso che dalla nostra conversazione mi aspettavo di peggio,ma meglio così! Comunque la festa a sorpresa è per Mattia,ci vediamo alle 20,30 da lui, ok?» ecco la sua elettricità. Si prospettava una serata interessante… Gli ultimi due sfortunati ad essere chiamati furono rispettivamente Matthew ed Eddy. Il primo sbadigliava sonoramente all’ennesimo “clik” del mouse tra una video e l’altro. Un pomeriggio estremamente noioso. Il giorno dopo c’era l’università, e, sebbene avesse del materiale da studiare, sentiva comunque il bisogno di darsi un incoraggiamento. Riprese il tomo che stava leggendo fino a poco fa, quando distinse il flebile squillo del suo cellulare. Dopo una ricerca immane lo trovò in cucina. “Paola” sul display – cosa voleva quella scalmanata?- «Pronto?». «Mattheeeeeeew, scusa se ti disturbo con i tuoi duemila impegni, ma volevo invitarti ad una festa. Sei libero stasera?». «tu-tuuuuu...Tu-tuuu» magari avrebbe attaccato, pensò sarcasticamente. «Dai non fare lo scemo. Ti ho fatto un invito per una festa, non per un funerale» «Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile,la invitiamo a riprovare più tardi,grazie…» disse con quanta miglior voce simulata riuscisse. Non era propriamente in buoni rapporti con Paola. L'ultima volta che aveva chiamato così allegramente per una delle sue tante idee bislacche si era ritrovato intrappolato dentro una canoa in mezzo alle rapide. Ci volle un bel po’ per convincere Matt, ma per un amico avrebbe fatto questo ed altro. Ed inoltre, nonostante fosse una ragazza eccentrica, in cuor suo doveva ammettere che Paola era una ragazza molto carina ed il suo carattere lo affascinava. Un giorno o l’altro avrebbe fatto meglio a chiarire i suoi sentimenti…
**** Il patito di videogames Eddy fu l’ultima vittima del giro telefonico di Paola. Quel pomeriggio lo stava trascorrendo con un emozionante torneo a PES: 2-2 contro suo fratello, un match da cardiopalma. Ma, come nei peggiori incubi, fu il telefono ad allontanarlo dal joystick: «Hola Eddy, come va?» fece con fare contento la sua interlocutrice. «Tutto bene Paola, a parte le batoste che prendo a PES da mio fratello. Te?» «Ah, mi dispiace. Ma ho una soluzione per risollevarti il morale! Una festa!» Al pallone venne sostituito come pensieri cosa indossare. L’ultima vittima era stata selezionata.
**** Nel frattempo, l’ignaro Mattia, principale protagonista della serata a sorpresa, dopo una lunga sessione di meditazione, reclamò un po’ di pausa. Ritrovarsi i propri amici a casa in quella maniera fu alquanto una sorpresa. Sua madre, grande complice del piano, sbucò all’improvviso tutta agghindata. I capelli in una acconciatura elegante, truccata e con un vestito nero, sotto lo sguardo sorpreso di un eguale sorpreso Mattia: «Scommetto che questa è opera tua Annaré». La donna gli rispose con un sorriso stampato in volto: «divertiti con i tuoi amici, io esco a mangiare una pizza con Franco». Franco era il compagno di sua madre, uomo per il quale provava grande rispetto: c’era un rapporto di fiducia e stima reciproca. Lo stesso Franco, fu di premura a portare una torta, vista la sua professione come pasticciere, sia dei vassoi di rustici (di cui uno solo per il ragazzo, composto da cibo vegetariano). Mattia, infatti seguiva la disclipina Zen del Buddismo, la quale era molto rigida su certi aspetti. Gli ospiti trepidanti aspettavano in sala e, Mattia, dopo essersi vestito elegantemente, andò ad accoglierli. I soliti saluti, poi discorsi e convenevoli. Una solita riunione tra amici, e, vista l’anima zuzzurellona dello stesso Mattia e di Giuseppe, non ci volle molto affinché i discorsi diventassero più “spinti”. Le battute maschiliste del duo non erano affatto gradite alla maggioranza femminile né tantomeno appoggiate dai ben più reticenti, a giusta ragione, esponenti di sesso maschile: «Le donne stanno bene in cucina, o no?» disse il giovane ragazzo rivolgendosi all’amico musicista. All’improvviso, afferrata Alessia, una delle due gemelle, per un braccio, Mattia pronunciò alcune frasi poco apprezzate tanto da prendersi una sonora sberla. Eddy, Cris e Matt preferirono non appoggiare il filone che stava prendendo il discorso. Fortunatamente il momento passò e tra un video riportante tutti i successi delle gare del “festeggiato” in competizioni di arti marziali, e tra un bicchierino di vodka, tutto passò o quasi…sino a che, una furiosa Paola, dopo essersi allontanata dal gruppo, fece suo ritorno nella sala ove erano tutti: «COSA DIAVOLO È QUESTA ROBA? ESIGO UNA SPIEGAZIONE! ORA!» urlò rivolgendosi a Mattia mostrando alcuni manufatti e oggetti strani rinvenuti in camera sua. «TI SEI PER CASO DATO AL SATANISMO O QUALCHE DOTTRINA CHE VENERA DEMONI?!» «L’ignoranza non merita risposta!» Paola gli diede un ceffone, con rabbia, colpita nell’orgoglio da quel suo modo di fare: « Rispondimi Mattia! Cosa ti sta succedendo?» Al che il ragazzo decise di dire la verità: « Esistono cose che gli uomini preferiscono definire non reali, ma che esistono. Sono un praticante del misticismo e posso andare oltre la realtà, posso vedere oltre essa». Sguardi straniti lo investirono tranne Marina, la quale sembrava aver compreso il suo discorso: «Hai avuto la tua spiegazione, ora posa i miei Ibutsu dove li hai trovati». Intervenne Marina a suo favore: «Hai detto misticismo? Ho letto qualcosa in proposito e voi sciamani siete capaci di attraversare i vari mondi che compongono il ciclo universale giusto?». Fece un cenno con la testa «Potresti mostrarci un rito Mattia? Da tempo ne vorrei vedere uno!». -Non se ne parla nemmeno- fu la sua risposta... ma alla fine cedette. Prepararono la tavola per il rito. Il blocco di legno al centro, con cinque candele azzurre su ogni punta. Mattia sparse del sale sui bordi del tavolo per poi bruciare alcune erbe. Strani suoni erano emessi tramite la gola ed il naso, poi la frase chiave:« Watashitachi o mimamo~tsu ōinaru hikari. Jijitsu wa watashitachi no fukakujitsusei ni yori heisa igai ni mite watashi no me to watashi no kokoro suru direkutori ni anata no chikara o kifu – Ditemi. Cosa volete che vi venga mostrato?-» – Marina rispose subito:« Facci parlare con un’entità dell’aldilà» « Le anime dell’aldilà non vanno disturbate, soffrono già tanto per la loro purificazione, perché doverle ulteriormente umiliare?» disse di rimando Mattia in preda ad un’improvvisa ira. «Beh chiamiamo un entità positiva?». Ancora un rifiuto:« Le entità pure finiscono nel Nirvana, un universo diverso dal nostro dove regna la luce». “Portaci nel mondo di Naruto” – fu Paola ad intervenire. Sguardi scettici su di lei. «Paola è una richiesta impossibile, parliamo di mondi reali, che esistono, Naruto non esiste!» . .Ma nonostante il richiamo logico di tutti, si decise di tentare. Congiunti i palmi, l’evocatore pronunciò una nuova frase chiave:«Idaina hikari, watashi wa Naruto no sekai ni watashitachi o michibiku tame ni anata no tasuke o yobidashimasu. Wareware wa wareware jishin no genjitsu o koete miru koto ga dekimasu na ryōiki ni watashitachi o mota ras». Alcuni minuti, il nulla, ma del resto era stato inutile il solo tentare: «Paola te l’avevo detto che era impossibile» fece Mattia, sicuro di ciò che diceva. Ma non appena ebbe finito di pronunciare l’ultima sillaba, Eddy disse qualcosa che lo sconvolse:« Ragazzi io sento un freddo incredibile! Voi?». Un’enorme energia nera si formò sopra il gruppo di amici. Aveva l’aspetto di un enorme vortice. Un’enorme forza stava per trascinarli con sé. Il ragazzo, autore di tutto ciò, comprese perfettamente tutto:« Daitan no Jigen! L’Alterdimension». Furono tutti risucchiati da quell’enorme concentrato di energia oscura…risucchiati chissà dove.

  
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