“Perché sei qui? Mio fratello è fuori città, dovresti
saperlo.” Dico guardando Sephine seduta nella sedia di fronte alla mia. In teoria
non dovrebbe essere qua, è la promessa sposa di mio fratello e secondo le
regole dovrebbero vedersi solo il giorno nel matrimonio e poche volte prima del
gran giorno in presenza dei nostri genitori. “tuo fratello non tornerà a
casa, è morto, o lo sarà tra poche ore”
dice lei in tono freddo e distaccato, l’ho sempre trovata inquietante, occhi
neri carbone, capelli neri, pelle bianca, ho sempre pensato fosse più adatta ad
un racconto del terrore che alle sale dei palazzi reali. “cosa ti fa pensare
che sia morto?” le chiedo sorridendo. “perché ho dato ordine che venga ucciso.”
Dice non muovendo un muscolo del corpo. “cosa? Stai scherzando, perché avresti
fatto una cosa del genere? Voi dovete …”.
“ora immagino cercherai vendetta?” questa volta mi guarda negli occhi e si
piega in avanti appoggiando le mani sulla tavola, almeno so che non ha una
pistola sotto il tavolo pronta a colpirmi. “è quello che dicono le convenzioni
sociali, immagino che sarai sorvegliata a tutte le ore del giorno e della
notte, e che avrai già assunto mercenari che uccideranno chiunque cerchi di
avvicinarsi” le mostro anch’io le mani, così almeno siamo pari. “no”. Dice con
espressione angelica e innocente. L’ho sempre odiata per questo, anche da
bambini, faceva le peggio cose e poi sempre con l’aria da innocente, in modo
che nessuno sospettasse di lei. “dico sul serio, voglio che tu uccida mio
padre.” Dice poi umettandosi le labbra, “perché dovrei uccidere tuo padre se
sei stata tu ad uccidere mio fratello?”, “perché non sono stata io ad uccidere
tuo fratello, certo era un bastardo violento e sono felice di non doverlo
sposare, ma non lo volevo morto, non prima del matrimonio almeno. L’avrei
ucciso dopo un mese forse, avrei avvelenato il suo vino o sarebbe accaduto un
tragico incidente di caccia, poi avrei mantenuto il titolo e avrei ereditato
qualcosa. Non so chi sia stato, ma sono certa che incolperanno la mia famiglia”.
Dice iniziando a tormentarsi una ciocca di capelli, non credo stia mentendo. “e
perché vuoi che uccida tuo padre?”, “perché vuole che sposi Arthur Tinkley”, “non
può volerlo, sanno tutti che fine fanno le sue mogli.” Dico un po’ perplesso. Il
vecchio Tinkley è famoso per violentare e picchiare a sangue le sue mogli dopo
il primo figlio se questo non è maschio, è convinto che nessuna donna debba
avere più di un figlio, lo sopportiamo solo perché è il padrone di mezzo mondo
occidentale per cui non abbiamo molta scelta. “perché vuole darti a lui? Cosa hai
fatto? Sephine cosa hai fatto?” la guardo negli occhi e la obbligo a fare lo
stesso, sposta lo sguardo sintomo di vergogna, certo, non sarebbe mai venuta da
me se non fosse disperata, dopotutto la incolperanno per la morte di mio
fratello. “non sono pura James, non lo sono mai stata, non fare quella faccia,
lo sapevi. Mia madre ha nascosto la cosa, ma i sacerdoti l’hanno scoperto,
ormai è tardi, tutti mi conoscono come la figlia di mio padre, un vero
terrestre e non un mezzo umano, ormai è tardi per uccidermi in segreto, non
sono una neonata di cui è facile disfarsi, mi daranno a Tinkley, e lui mi
ucciderà la prima notte di nozze. Ho sentito mio padre che ne parlava. Non voglio
morire James.” Si lo sapevo, o almeno, lo sospettavo. Non si ammala mai, gli
occhi sono così neri che sembrano infiniti, nessun umano puro è come lei. “cosa
dovrei fare? Uccidere tuo padre e poi? I sacerdoti? Gli allievi? Quante persone
dovrei uccidere secondo te?” le dico un po’ severo, “uccidi mio padre e poi potresti
…”, “sposarti? Stavi per dire questo vero?” la guardo arrossire, non ha nessun
piano, è solo disperata. “non posso sposarti Sephine, sono promesso.” È vero,
in un certo senso il mio matrimonio è programmato dalla mia nascita. “posso
uccidere tuo padre, ma non posso fare nulla per te, se ci sono già accordi è
troppo tardi, anche con la sua morte, sposerai Tinkley” è arrabbiata, stringe i
pugni talmente forte che tra un po’ si taglierà i palmi, si sforza di non
piangere, ma non c’è davvero nulla che io possa fare per lei. Poi si volta
verso di me, seria e di ghiaccio come sempre, “allora gli uccideremo tutti, e
poi saremo solo tu ed io.”, “non ti sposerò nemmeno allora” dico guardandola
negli occhi cercando di capire quanto sia serio il suo pensiero. Uccidere tutti
vuol dire uccidere le cinque famiglie, conquistare i territori e diventare l’unico
sovrano. “lo farai.”
“Cosa te lo fa pensare?”
“Perché per allora, sarò il tuo unico desiderio.”