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Autore: Yuki Delleran    21/07/2008    4 recensioni
Non ci si rende conto dell’importanza delle cose finché non le si perde. Questa è una verità che vale per tutti e il Generale di Brigata Roy Mustang non fa eccezione.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E fuori è buio Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. La canzone "E fuori è buio" è di © Tiziano Ferro.




E fuori è buio

di
Yuki Delleran



“Ti ricorderò in ogni gesto più imperfetto
Ogni sogno perso e ritrovato in un cassetto
In quelle giornate che passavano in un' ora
E la tenerezza i tuoi capelli e le lenzuola
E no, non piangere che non sopporto le tue lacrime
Non ci riuscirò mai
Perché se sei felice
Ogni sorriso è oro
E nella lontananza perdonandoti ti imploro
E parlerà di te
È solo che…”
***
Non ci si rende conto dell’importanza delle cose finché non le si perde. Questa è una verità che vale per tutti e il Generale di Brigata Roy Mustang non fa eccezione. Da quel giorno non aveva più messo piede in ufficio, non ce la faceva. Non riusciva in alcun modo a lasciare quella casa, non finché viveva nell’assurda speranza che lui potesse tornare da un momento all’altro. Il tenente Hawkeye, che si prendeva amorevolmente cura di lui durante la convalescenza, aveva tentato di accennare alla cosa un paio di volte, ma lui si era sempre rifiutato di approfondire il discorso. Sentiva che tutti i suoi sogni erano scomparsi con quel ragazzino, scomparsi non morti, perché Ed non poteva essere morto. In ogni caso senza sogni, senza un obiettivo da raggiungere, non aveva senso proseguire quella che ora gli appariva solo come un’inutile carriera. Sapeva che se fosse tornato al Quartier Generale sarebbe stato assalito dai ricordi e a stento riusciva a sopportare quelli che già lo affliggevano. Ogni gesto, ogni parola gli riportava alla mente il pensiero di Ed, le litigate, le invettive, ma anche le inattese gentilezze e le attenzioni. Poche volte lo aveva visto piangere e solo in situazioni estremamente drammatiche. Era un bambino, Roy lo sapeva, e ancora adesso si chiedeva se non avesse sbagliato a rimproverarlo come aveva fatto rammentandogli il suo dovere. Forse avrebbe dovuto asciugare quelle lacrime rassicurandolo e stringendolo a sé. Se avesse visto il sorriso tornare sul suo volto, si sarebbe sentito a sua volta meglio, perché quello era il balsamo migliore per qualunque ferita. I rari sorrisi sinceri di Ed erano pura luce, più preziosi di qualsiasi oro. Quando era in sua compagnia il tempo scorreva troppo velocemente e sempre troppo velocemente giungeva il momento di separarsi. Anche il loro ultimo saluto era giunto troppo presto e di questo Roy non riusciva a capacitarsi. Gli innumerevoli E se… che affollavano la sua mente lo tormentavano. Non accusava Ed di nulla e se anche l’avesse fatto, a questo punto lo avrebbe già perdonato innumerevoli volte. Tutto quello che riusciva a fare era rimanere in silenzio a pregare per il suo ritorno.
***
“Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
E questo fa paura
Tanta paura
Paura di star bene
Di scegliere e sbagliare
Ma ciò che mi fa stare bene sei tu amore”
***
Da quando Ed se ne era andato, erano innumerevoli le ore che Roy trascorreva immobile alla finestra. Aveva l’impressione che in questo modo sarebbe stato il primo ad accorgersi del suo ritorno. Sulle prime Riza aveva tentato di dissuaderlo da quel comportamento che a lei appariva strano, ma non ottenendo risultati aveva lasciato perdere. Ogni volta che sentiva dei passi risalire la via, Roy non poteva fare a meno di affacciarsi. Da tempo aveva imparato a distinguere il rumore dei passi di Ed, delle suole pesanti degli stivali unito al clangore dell’Auto-mail e desiderava così tanto sentirlo nuovamente che a volte arrivava a immaginarlo. Tutto quello che aveva attorno perdeva importanza e sfumava di fronte a questa fantasia. Quando Ed fosse tornato, cosa sarebbe successo? Gli avrebbe parlato dei suoi sentimenti? E se questo fosse stato un errore? Se lo avesse portato a perderlo definitivamente? Nonostante faticasse ad ammetterlo persino a sé stesso, questa ipotesi lo spaventava. Ed era l’unico in grado di farlo sentire in pace con sé stesso. La sua lontananza era dolorosa e destabilizzante, lo stava sperimentando proprio ora. Non poteva accettare l’idea di una separazione definitiva.
***
“Ho collezionato esperienze da giganti
Ho collezionato figuracce e figuranti
Ho passato tanti anni in una gabbia d' oro
Si forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero
ora dipenderò sempre dalla tua allegria
Che dipenderà sempre solo dalla mia
Che parlerà di te
E parlerà di te
È solo che…”
***
Dopo tutti gli anni che aveva passato nell’esercito, si era quasi convinto di essere diventato insensibile a qualunque tipo di emozione. Le esperienze drammatiche della guerra, la scalata al potere e infine la perdita di tutto quello che aveva guadagnato. La scoperta che ogni sogno, ogni ideale era stato reso vano da un mostro che aveva governato le loro vite a loro stessa insaputa. Tutto questo sarebbe stato troppo per chiunque. Fino a quel momento non se ne era reso conto. Aveva pensato solo alla carriera e ad un modo per raggiungere il prima possibile il suo obiettivo. Era per il bene del Paese e di tutti i suoi abitanti, si ripeteva nei momenti di sconforto. Non aveva mai capito che in quel modo si era costruito attorno la sua stessa prigione. Era stato esaltante e gratificante per un certo periodo, ma si era reso conto della situazione non appena aveva conosciuto lui. Edward era adrenalina allo stato puro. Fin dall’inizio aveva rifiutato di prendere parte agli sporchi maneggi dell’esercito e quando era costretto a piegarsi ai doveri che gli venivano imposti, non aveva mai accettato nessun tipo di corruzione. Nonostante fosse il primo a definirsi un peccatore e a dirsi disposto a tutto per raggiungere il suo scopo, Roy riusciva a vedere in lui una purezza assoluta. Questo inizialmente lo aveva infastidito: com’era possibile che in quel mondo tanto orribile una persona si ostinasse a mantenere la propria integrità quando anche lui era stato costretto a rinunciarvi? Questo però era stato solo l’inizio. Ben presto si era trovato travolto dall’energia di Ed, dalla sua determinazione e dalla sua forza di volontà. Sapeva benissimo che in fondo al cuore era solo un ragazzino preda costante dei sensi di colpa, ma invidiava il suo coraggio nel mostrasi sempre allegro. Era arrivato a dipendere da quell’allegria. Ogni volta che entrava nel suo ufficio dando un calcio alla porta e ricoprendolo di coloriti insulti, per Roy era come se un raggio di sole avesse fatto capolino tra le nuvole. In un certo senso si beava di avere una così grande influenza su di lui. Così, quando era convinto di non poter provare più nessun sentimento, aveva scoperto di avere costantemente in mente lui, lui e solo lui.
***
“Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
e tanto ti amo
che per quegli occhi dolci posso solo stare male
e quelle labbra prenderle e poi baciarle al sole
perché so quanto fa male la mancanza di un sorriso
quando allontanandoci sparisce dal tuo viso
e fa paura
tanta paura
paura di star bene
di scegliere e sbagliare
ma ciò che mi fa stare bene ora sei tu amore”
***
La sera, quando la città si acquietava e le luci si spegnevano, era il momento in cui si faceva più acuto il senso di mancanza. Ogni pensiero, ogni respiro, ogni angolo della sua casa gli ricordava lui. L’incertezza del futuro si faceva soffocante e qualunque altra idea o progetto perdeva importanza di fronte alla forza del sentimento che provava. Era amore, inutile tentare ancora di prendersi in giro, amore come non ne aveva mai provato prima. Non esisteva altra spiegazione per il suo struggersi dal desiderio di incontrare quegli occhi color del miele e quasi altrettanto dolci, anche se solo in rare occasioni. Voleva che quello sguardo speciale venisse rivolto verso di lui almeno una volta. Voleva baciare quelle labbra rosee alla luce del sole, senza dover più nascondere al mondo i suoi veri sentimenti. Era stanco di soffrire da solo. Conosceva fin troppo bene quella sensazione e non voleva più provarla. Tenersi sempre tutto dentro lo aveva portato a quella situazione. Se avesse avuto più coraggio, gli avrebbe parlato quella volta, durante il loro ultimo saluto. Al momento dell’addio, lo sguardo di Ed si era rabbuiato e il suo sorriso era svanito. Si era accomiatato da lui con una serietà spaventosa, come se sapesse benissimo che non si sarebbero rivisti. In quell’esatto momento, Roy avrebbe voluto rincorrerlo, dirgli di non andare da solo, che avrebbero trovato una soluzione insieme o semplicemente ordinargli di tornare da lui, di non sognarsi nemmeno lontanamente di farsi ammazzare. Purtroppo non ci era riuscito. La mano che avrebbe voluta alzare era rimasta immobile lungo il fianco e Ed aveva svoltato di corsa quel maledetto angolo. Roy si era imposto una volta di più di pensare al suo dovere, reprimendo ogni tipo di impulso e di sensazione di fatalità che la vista della determinazione in quegli occhi dorati aveva scatenato dentro di lui. Si era imposto di pensare al suo dovere, aveva chiuso lo sportello della macchina e lo aveva perso. La prossima volta non sarebbe stato così. La prossima volta – e Roy era assolutamente sicuro che ci sarebbe stata – non lo avrebbe lasciato andare. Non aveva più intenzione di tentennare sugli E se…, la prospettiva di una scelta non lo spaventava più. Ormai l’aveva compiuta ed era sicuro che fosse quella giusta. Aveva riposto tutta la sua speranza di felicità nelle mani di quel Fagiolino e non temeva più la possibilità che quella stessa felicità si realizzasse. Non aveva importanza quale sarebbe stata la risposta alla sua dichiarazione, l’importante era che lui ci fosse. La sola presenza di Ed sarebbe stata sufficiente a farlo stare bene.
«Quindi, stupido Fagiolino, sbrigati a tornare! »
***
“E fuori è buio
ma ci sei tu amore
e fuori è buio…”


FINE








NOTICINA DI YUKI:
Questa terza song arriva in ritardissimo rispetto alle altre, scusatemi! Come sa chi mi ha seguito su "Love & Pride", in questo momento mi sto occupando di un altro progetto e quindi è rimasta seppellita nei meandri del mio computer senza essere nè riletta nè postata. Ieri, mentre mi riprendevo dal viaggio di ritorno dal mare, ho pensato che sarebbe stato carino rispolverarla e postarla finalmente. La si può considerare un po' il prequel di "Réve-moi" post-serie, pre-film. In origine le mie song avrebbero dovuto essere quattro, due RoyEd e due EdWin, ma temo che per il momento la seconda EdWin verrà rimandata a data da destinarsi...
Piccola anticipazione per chi si ricorda i deliri espressi nel cap.14 di L&P! (mi sa nessuno...) Bhè comunque sappiate che presa da una follia improvvisa sto buttando giù quella cosina su Al ^_-
A presto!
YUKI-CHAN

   
 
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