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Autore: Dulcet    29/04/2014    1 recensioni
Mia mamma mi raccontava tutte le sere che esiste un filo, sottilissimo ma indistruttibile, che unisce due persone, che saranno destinate a trovarsi e a stare sempre insieme, e non conta l'età, non conta alcuna differenza, alla fine comunque i due sono destinati a ricongiungersi.
''Quel filo, invece, era stato tagliato con un colpo netto.''
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il filo rosso del destino.
Mia mamma mi raccontava tutte le sere che esiste un filo, sottilissimo ma indistruttibile, che unisce due persone, che saranno destinate a trovarsi e a stare sempre insieme, e non conta l'età, non conta alcuna differenza, alla fine comunque i due sono destinati a ricongiungersi.
E io avevo scoperto a chi ero legata, col filo rosso. Ne ero e ne sono ancora sicura.
Bhe in fondo ho solo diciassette anni e ne avevo solo quattordici quando ho incontrato Stephen, ne avevo quindici e mezzo quando ci siamo dati il primo bacio.
Spesso gli adulti ci dicono che il vero amore non si può trovare alla nostra età, ma nessuno quando stavo con lui osava dire qualcosa del genere, ne erano tutti sicuri, sapevano che eravamo destinati a stare insieme, sapevano la verità
Stephen era più grande di me di due anni, era il primogenito di cinque fratelli, sua mamma era morta di infarto e suo padre soffriva di depressione. Di solito, se i genitori non stanno bene, i figli crescono male.
Invece non era così, non solo per Stephen, ma anche per i suoi fratelli.
Erano tutti simpaticissimi, forti d'animo, spiritosi e divertenti e avevano un ottimo senso dell'umorismo, specie Stephen.
Lui mi diceva che dalle cose brutte aveva solo imparato cose belle e sapeva affrontare qualsiasi cosa.
Non era molto sensibile, era molto menefreghista, impaziente e non sopportava ripetere le cose due volte.
Insomma, ovviamente anche lui aveva i suoi difettacci che a volte lo rendevano insopportabile, ma in fin dei conti era un ragazzo fantastico.
Quando successe, quella notte, tutto finì
Mia mamma mi svegliò urlando e disperandosi: ''Mio Dio, Mia svegliati, svegliati subito!!!!''
Il giorno prima ero stata con Stephen, eravamo andati al piccolo festival di primavera che si tiene ogni anno in città, avevamo mangiato zucchero a velo e cioccolato e ci eravamo fatti fare delle foto in un piccolo stand. Poi si era fatta sera e Stephen mi aveva riaccompagnata a casa in macchina.
Quando aprii gli occhi a causa degli urli e dei pianti di mia madre, notai guardando la sveglia con la coda dell'occhio, che erano le quattro del mattino.
''Cosa c'è mamma? Sono solo le quattro...'' dissi incredibilmente assonnata.
La sua bocca si curvò, i suoi occhi di riempirono nuovamente di lacrime colme di dolore.
''Mia... ieri sera Stephen ha avuto un incidente...''
La notizia mi fece preoccupare, ma non così tanto, forse per il fatto che ero un po' intontita dal sonno o forse per il fatto ch mi fidavo ciecamente della prudenza del mio ragazzo.
''E adesso sta bene, no? E' in ospedale?'' risposi con la voce rauca per il sonno.
Stavolta scoppiò in un pianto isterico, mise la testa tra le coperte del mio letto e pianse per molto tempo.
A quel punto cominciò ad insinuarsi in me una preoccupazione che divenne più grande e insopportabile mentre mia mamma continuava a singhiozzare.
Quando si calmò un po', finalmente proferì parola:
''Mi dispiace tesoro'' disse guardandomi negli occhi.
E nello stesso instante in cui aprì di nuovo bocca capii cosa era successo.
''Non ce l'ha fatta'' e stette a guardarmi, con le lacrime, il naso che le colava e la bocca all'ingiù.
Fu peggio di qualsiasi cosa mi fosse mai capitata.
Non ricordo bene come reagii, ma rimasi a guardare mia mamma per circa un minuto, senza piangere, senza mostrare segni di tristezza o di altro.
Ma fu come una ferita: all'inizio sai che hai sbattuto, che ti sei tagliata, ma non senti assolutamente nulla. Dopo arriva, arriva il dolore. E in questo caso fu il dolore più insopportabile e più terribile di sempre.
Il mondo mi cascò addosso, tutto sembrava, era, senza senso.
Quella notte non dormii e piansi fino alle nove della mattina, quando mio padre mi portòla pizza in camera, perchè sì, io adoro mangiare la pizza a colazione, anche se spesso non mi viene permesso.
''Buongiorno Mia'' disse visibilmente triste, affaticato, stanco. Lui sapeva cosa era successo, ma stava cercando con ogni sua forza di non far vedere il suo dolore e stava cercando di non farmi pensare a Stephen. Conosco mio padre ed è sempre stato così: una persona falsamente forte, perchè dentro in realtà è così triste. Ed io ho preso da lui.
Quella mattina non andai a scuola e nemmeno l'indomani, neanche la settimana successiva.
Tutto quello che chiedevo, da allora in poi, vi veniva concesso. Ogni sera mia madre, prima che andasse a dormire, si sedeva sul mio letto e mi baciava la fronte. Eh sì, anche i miei genitori sono cambiati da allora.
I giorni che seguirono li trascorsi nella disperazione. Tutto quello in cui credevo era stato smantellato, ridotto in polvere.
Non credetti piùalla leggenda del filo rosso indistruttibile, perchè quel filo, invece, era stato tagliato con un colpo netto.
Era la fine del terzo anno delle superiori, c'era tanto da fare e materie da recuperare con urgenza, non volevo perdere l'anno per poi ripeterlo e stare così più tempo in quell'edificio tra le pagine di greco e latino. Non sopportavo la scuola e non vedevo l'ora di uscirne, perciòdecisi che avrei studiato quel po' che bastava per la sufficienza e che il resto andasse pure da sè.
In quegli stessi giorni, guardandomi allo specchio, vidi il riflesso di una persona che non riconoscevo iùormai da troppo tempo.
Pensai inevitabilmente a Stephen, che non avrebbe mai voluto questo, avrebbe voluto che sorridessi, perchè in fondo la vita è una sola perciò è meglio affrontarla con un sorriso. Allora decisi che non mi sarebbe più importato della mia sofferenza, del mio vuoto. Da allora avrei sorriso anche per le cose brutte e lo avrei fatto per la mia famiglia, per i miei amici, per Stephen, ma soprattutto per la persona più importante: per me.


Sono tornata! D: da quant'è che non scrivo qualcosa? 8 mesi?  Mamma mia! Continuerò con Door Lock appena finirà la scuola mi sa, devo riscrivere il 5^ capitolo ><
Stavolta la storia che leggerete sarà quella su cui baserò il mio manga. Stavolta non dovrei piantarvi in asso anche perchè scrivere la storia è necessario, altrimenti non posso disegnare, perciò almeno ne approfitto per pubblicare qui, così vedo se piace a qualcuno!
Recensite per favore! u.u
Un bacio :)
  
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