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Autore: corpiew    30/04/2014    1 recensioni
Koko vive il periodo più cruciale: l'adolescenza. Mentre si estranea sempre di più dal suo gruppo di amici della originaria classe B e cerca di crearsi una propria personalità attraverso delle scelte del tutto nuove, comincia a fidarsi di chi gli fa promesse vuote scoprendo un altro lato di sé.
«È quando viene a mancare il dato per certo che capisci di essere fottuto. Tutti possono abituarsi all'assenza del nuovo. Dare per scontato qualcosa è l'accettazione della sua importanza.»
// what if // NatsuKoko // KoMire onesided // other pairs // momentaneamente sospesa //
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Kokoro Yome, Natsume Hyuuga, Nuovo personaggio, Sumire Shouda
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Disclaimer: Questi personaggi (tranne i miei OC) non mi appartengono, ma sono proprietà di Higuchi Tachibana; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

Kokoro Yome era un tipo influenzabile. Aveva passato sei anni della sua vita a sorridere per una suggestione, ma era arrivato ad un punto in cui si chiedeva perché continuasse a farlo.
"Non riesco a dimostrare genuinamente ciò che provo", si diceva, mentre cominciava a guardare il volto della gente invece di concentrarsi su ciò che avevano in testa. Odiava il suo Alice ma, come a bocciare quella teoria, era l'unica cosa dietro cui si sentiva protetto.
Ricordava esattamente il giorno in cui decise di iscriversi a teatro, persino il colore dell'avviso in bacheca: bianco, con delle clipart di powerpoint che rendevano il tutto decisamente poco professionale ed alquanto tirato.
Le sue intenzioni erano tutto fuorché artistiche; non aveva mai pensato al teatro come ad una forma di divertimento e non lo aveva mai contemplato fra tutti i club scolastici a cui avrebbe potuto partecipare. Le ragioni per cui decise di entrarci erano due: allenarsi nell'esprimere le proprie emozioni e non avere i suoi amici in giro
 a quest'ultimo poi si accodavano altri due motivi: evitare di sentirsi oppresso dalla loro presenza e conoscere nuove persone.
«Kokoro Yome» il suo tono di voce era stranamente basso e incerto, cominciò ad avere timore persino di non essersi iscritto a dovere e quindi non apparire nella lista. Era il primo giorno e lui era praticamente una matricola, quindi avrebbe dovuto mettere una firma iniziale sul registro per ufficializzare la sua entrata nel club, quasi come fosse un contratto per l'inferno: tutto dipendeva da quelle linee d'inchiostro, non sarebbe più potuto tornare indietro.
La donna gli fece un lieve cenno del capo prima di passargli registro e penna. Sembrava fosse annoiata, ma di sicuro non poteva biasimarla, fosse stato al suo posto sarebbe andato in crisi dopo un po'.
Firmò e con un altro cenno, questa volta della mano, gli indicò l'entrata.
Appena entrò si stupì non poco dell'odore di chiuso che aleggiava nella sala media, ma doveva aspettarselo visto che quello era il posto dedicato a ciò per cui avrebbe sudato anche lui di lì a poco: le prove.
«Freshman!» un grido in un inglese poco perfetto si levò dal gruppo di gente sparpagliata sul palco, seguito da un ragazzo decisamente troppo gellato e appariscente che si staccò dalla marmaglia e saltò giù dal palco senza preoccuparsi degli scalini. «Yo!» Gli andò incontro con un sorriso che dava più dell'inquietante che del caloroso. «Benvenuto nel club, boyo! Seguimi, ti faccio conoscere un po' di gentaglia!»
Koko decise che quel braccio posato sulle sue spalle doveva aver sudato più del dovuto, come il resto del suo corpo e delle persone con cui cercava di parlare senza successo. Aveva sempre immaginato che il club di teatro fosse composto da gente occhialuta ed emarginata con seri problemi di socializzazione, che usavano quell'attività come rampa di lancio per vincere le proprie paure 
– insomma un gruppo tranquillo in cui ogni discorso si sarebbe limitato ad un ciao – ma di certo non si sarebbe mai aspettato un livello di caos simile a quello di una discoteca.
Avevano sprecato mezz'ora per le presentazioni ed era grato del fatto che fosse l'ultima matricola o si sarebbero prolungate fino alla fine delle due ore a loro disponibili. Scoprì che non si era sbagliato sulle persone che avrebbero frequentato quel club: erano in tutto e per tutto degli elementi strani, che probabilmente si trovavano semplicemente a proprio agio fra gente del loro stesso stampo. Erano come fuochi d'artificio, come se la loro esuberanza fosse scoppiata tutta in una volta dopo averla tenuta nascosta.
Il tempo concesso al club si suddivideva in più campi, ma la mezz'ora che avevano sprecato non sembrava un problema, visto che essendo solo all'inizio non avevano ancora deciso un'opera su cui provare.
Nei primi trenta minuti avrebbero parlato dei motivi per cui si erano iscritti come da concordato: era una tradizione.
Il ragazzo gellato, che aveva detto di chiamarsi Rovu – ma probabilmente era il suo nickname, tirò su con il naso e disse: «Voglio riuscire a tenere a bada il mio Alice. Questo è il mio secondo anno qui ed ho notato dei miglioramenti, sebbene la sua forza sia tanta da non avermi permesso di partecipare alla recita dell'anno scorso» sembrò notare che il suo atteggiamento era diventato troppo serio e sfoggiò un altro sorriso per poi continuare. «Beh, mi rifarò quest'anno~»
Dopo di lui seguirono due ragazzi, poi toccò ad una certa Luna, molto diversa dall'omonima che lui aveva avuto la (s)fortuna di conoscere anni prima: aveva capelli corvini e lisci fin poco sotto le spalle, e la frangia così lunga che gli occhi facevano fatica a farsi notare, ma avrebbe giurato fossero verdi. «M-mi sono iscritta perché volevo provare a superare la mia ansia c-concentrandomi su qualcosa di concreto come un progetto di gruppo...» disse. Il suo tono di voce gli ricordava quello che aveva usato pronunciando il suo nome alla donna del registro, anche se non era arrivato a balbettare.
Perso com'era nei suoi pensieri, fece poco caso alle altre "confessioni". «Com'è che ti chiami? Yome, vero? Allora, perché ti sei iscritto a questo club?» Una ragazza lo ridestò dalle proprie riflessioni. Era a gambe incrociate sul palco, sembrava un po' più grande di lui di all'incirca due anni: aveva la stessa sottile eleganza e maturità di Sumire, anche se i capelli biondi a grossi boccoli e gli occhi blu scuro le conferivano più un'aria da diva del cinema degli anni trenta.
«U-uhm...» Koko si schiarì la voce, sentendosi la gola secca. Avrebbe voluto bere, ma non era il caso di chiedere dell'acqua in quel momento. «Avevo intenzione di conoscere nuove persone, infatti nessuno che io conosca ha mai partecipato a questo tipo di attività-» si guardò intorno quasi ad assicurarsi che non l'avrebbero preso per pazzo per il secondo motivo per cui era lì «-e anch'io cerco una via di fuga dal mio Alice, se così può definirsi. Il mio Alice è solo una causa, diciamo.» Si fermò, sentendosi stranamente agitato e riscoprendosi a guardare in basso, le mani che stringevano disperatamente sulle ginocchia. Rilassò i muscoli. Non aveva mai avuto problemi a parlare con le persone nei sei anni in cui era stato il "clown della classe B", e tutto ad un tratto, esternando ciò che provava – anche se solo dei meri obiettivi, gli importava ancora una volta dopo tanto tempo del giudizio degli altri.
«Cercheremo di aiutarti, allora!» Un ragazzo dai capelli castano scuro gli sorrise rassicurante, appoggiato con i gomiti sopra le ginocchia.
«Sì, sì! Non sei l'unico qui dentro, Hato*~» si accodò Rovu, scendendo dal palco e mettendogli ancora una volta il braccio intorno alle spalle.
Come ad averci riflettuto meglio, ripeté a pappagallo il nomignolo che gli aveva affibbiato: «Hato?»
«Yup! Kokoro,» fece un cuore con le mani «Hato~»
Nonostante fosse poco convinto del suo nuovo 'nome d'arte' e benché non facesse ridere per niente, scoppiò a ridere all'improvviso.
Se le discoteche fossero state così, le avrebbe frequentate più spesso.
Decisamente.

 

A/N:
Yolo, gente!
Senza perderci in inutili robe, vi spiego subito una cosa: questo è un prologo per definirvi un po' l'ambiente in cui si svolgerà la storia, ma vi dico subito di non aspettarvi cose scontate dai personaggi che ho appena presentato, perché si riveleranno tutt'altro tipo di gente. Per ora i personaggi più delineati sono 2, ma presenterò meglio un po' tutti i membri del club, che comunque non è enorme, perché avranno tutti un ruolo piuttosto importante nella storia.
Sinceramente non so dire quanto sarà lunga, ma ho la netta sensazione che sarà una long con la L maiuscola. Non per il contenuto, ma proprio perché la sento così difficile da elaborare tutta da sentire che avrà molti capitoli. Magari ci metterò un po' ad aggiornare, ma state certi che prima o poi lo farò. Voglio eliminare il mio vecchio vizio di lasciare appeso tutto ciò che inizio, quindi farò del mio meglio per finirla.
Detto questo, vi ispira? Recensite! Non vi ispira? Recensite lo stesso! Please?
Insomma, mi fareste felice sapendo cosa ne pensate della mia storia, magari mipiacciatela #addit pulsantini# così so che volete seguirla. Se volete farmi notare qualcosa le critiche -costruttive- sono più che gradite.
Al prossimo capitolo (che spero di scrivere presto)~

Note random~
Hato: è la pronuncia di "Heart" in giapponese, infatti "Kokoro" ha il kanji di cuore. Koko inizialmente non capisce perché in realtà nel suo nome assume il significato di mente. (Il kanji di "Kokoro" ha tre interpretazioni: cuore, mente e spirito/anima.)

 
   
 
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