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Autore: sereve    30/04/2014    0 recensioni
a cosa si può essere disposti a fare, quando il tuo desiderio più grande diventa la tua ossessione? un gesto avventato, per raggiungere il tuo obbiettivo
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~Il desiderio si Tom

Vi è mai capitato di ascoltare una storia falsa? Una di quelle storie stravaganti, folli, assurde, che non hanno nulla di vero? Beh … Questa non è una di quelle storie. Potrebbe sembrarlo, ma non lo è, perché io so quello che ho visto. Ero lì, da molto tempo: conoscevo la vita di tutte le persone, ne avevo imparato i comportamenti, e, anche se nessuno poteva vedermi, io ero sempre presente, ovunque fossero e ovunque andassero. Conoscevo la loro vita come se fosse un racconto, una favola della buonanotte che gli adulti raccontano ai figli per farli addormentare felici.
Comunque, come tutti gli altri giorni, il sole era alto nel cielo, splendeva con i suoi raggi e illuminava una stradina in mezzo ad un piccolo paesino.  C’erano tanti alberi, che offrivano ombra quando la luce era più forte;i passanti, si fermavano sempre presso le panchine sotto di essi per godere della tranquillità che il quartiere offriva. Questo viale era particolare:  il colore del terreno era stranamente rosso, come quello  delle rose più belle.
Per capire, però, il motivo di questa sfumatura, impressa vivida nella ghiaia,, bisogna tornare indietro di parecchi anni.
Il protagonista di questa storia è un ragazzo di nome Tomas,anzi,la sua ombra, che per non confondere il lettore chiameremo Tom. Nata e cresciuta come ombra, era orfana come tutti i suoi simili, e come loro, non esisteva altra realtà se non quella di seguire il proprio padrone ovunque, passo per passo, accettando placidamente il destino che le lega a loro; questa ombra in particolare, aveva un desiderio curioso, che lo rendeva per così dire, “anomalo”.
Ogni giorno, quando Tomas si recava a scuola, lei vedeva il sole, nascosto dalla figura del ragazzo; ne scorgeva solo la luce, così bella e accecante, che avrebbe dato qualsiasi cosa, pur di riuscire a osservare ciò che la produceva. Era attirato da quella strana cosa, come se i raggi che illuminavano il paesino lo stessero chiamando, attirandolo a sé; Tom si sentiva caldo grazie a quel bagliore tanto accecante, a differenza delle altre ombre, che erano fredde, come il vuoto dentro di loro.
Purtroppo, l’ombra non riusciva a vedere il sole interamente; passavano giorni, mesi, persino anni, e con lei cresceva anche Tomas, che gli copriva quella meraviglia, diventata oramai una vera e propria ossessione. Continuava a ripetersi “prima o poi riuscirò dove nessuno ha mai osato, e sarò capace di vedere il sole”, ma, per quanto si sforzasse, non ebbe successo nella sua impresa mai,mai, fino a quel giorno.
Tom, chiuso nel suo mutismo, pensava a come poter riuscire nel suo intento: allungarsi un po’ di più rispetto a Tomas? Non ne era capace. Aspettare che il sole giungesse nel punto più alto nel cielo? Ci aveva già provato, aspettando pazientemente, ma il suo padrone era comunque troppo alto e le faceva scorgere solo la luce. In un pomeriggio di Maggio, infine, si arrese e decise di sfruttare la sua ultima possibilità: il giorno seguente, mentre il suo proprietario avrebbe percorso la strada di casa, approfittando del momento in cui nessuno passava, si sarebbe separato completamente da Tomas.
Era un suicidio e un omicidio insieme; sapeva che sarebbe morto e che avrebbe ucciso anche il ragazzo, ma non poteva fare altrimenti: Non riusciva più a pensare lucidamente; ogni pensiero, ogni azione che imitava dal giovane si rifletteva sulla sua fissazione.
Venne poi il giorno predestinato; l’ombra si sentiva stranamente pacifica, calma, come se non dovesse succedere nulla di diverso proprio lì. Quando il sole fu sul punto più alto nel cielo, si decise: si staccò la Tomas. Inizialmente fu doloroso, fin troppo per i gusti dell’ombra, mentre Tomas sembrava non accorgersene;  un piede, poi l’altro, la gamba, le braccia e infine la testa. Infine, prima di staccarsi definitivamente, pensò che forse aveva affrettato un po’ i tempi e che avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno prima di essere così radicale. “Non posso accettare che la mia esistenza consista solo nel farmi calpestare i piedi da qualcuno”. Con questo pensiero prese la sua decisione e si convinse che se non avesse agito subito i giorni sarebbero diventati mesi, poi anni. Cercò di fare in fretta, si autoconvinse che sarebbe stata per il suo padrone indolore, per quanto potesse esserlo un’azione così avventata.
Tomas cadde  a terra e, quando toccò il suolo,si frantumò in mille pezzi, proprio come quando uno specchio si rompe, inondando tutto ciò che li circondava con un liquido rosso, viscoso; il terreno, ricoperto di ghiaia, assunse il colore vermiglio  del sangue del ragazzo morto. L’ombra si fermò un secondo ad osservare quella scena: i resti del suo padrone, il silenzio che lo circondava infondendogli pace, la strada vuota, la sfumatura del suolo.
Per Tom era giunta l’ora di ammirare ciò per cui si era indaffarato molto, soffrendo e facendo soffrire. La sua ossessione in quel momento gli parve divenire una delle sue paure più grandi; teneva lo sguardo fisso al corpo senza vita di Tomas, temendo di aver fatto uno sbaglio colossale.
Quando si decise ad alzare lo sguardo,venne improvvisamente accecato dalla luce più abbagliante che avesse mai visto; un bagliore inimmaginabile. Finalmente vide il sole, senza ostacoli. La visione era celestiale; una sfera perfetta e gialla, quasi tendente al bianco, per quanto forte era la sua luce.
Osservandola, gli vennero le lacrime agli occhi, per l’emozione percepita, provando un calore simile a quello che solo un padre potrebbe dare; accennò un sorriso e, sentendo di essere finalmente riuscito a realizzare il proprio sogno, svanì, semplicemente.
Passarono tanti lunghi giorni alla ricerca di Tomas, che non fu più ritrovato; gli scienziati analizzavano la ghiaia, per cercare di capire, il perché di quel colore. Solo dopo mesi, decisero di archiviare il caso, senza sapere mai cosa fosse successo; tutti se lo chiedevano, mentre io, che avevo assistito ad ogni momento nella crescita di Tom l’ombra, ero l’unico a sapere la verità su quella sfumatura affascinante che aveva ormai dipinto gran parte del terreno ghiaioso con il colore delle più belle rose rosse.

 

  
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