Harry sedeva con le gambe incrociate davanti al camino, stava aspettando la lettera di silente da tre giorni. Ed erano stati tre giorni di agonia.
Quell'uomo era andato a recuperare l'eredità segreta di sua madre, l'ultima cosa, l'ultimo segno d'affetto che avrebbe potuto ricevere dalla donna che era morta per amore del figlio.
Sapeva che non potevano essere soldi, ma non gli interessavano. Ne aveva abbastanza, forse troppi, pensando alla miseria della famiglia Wasley. A lui sarebbe bastato un suo profumo, o un suo vestito, o forse una vecchia foto sbiadita dal tempo.
Era passata quasi un'ora e capì che neanche quel giorno sarebbe arrivato niente, e si diede dello stupido per essere stato tutto il giorno lì, davanti a quel camino che ormai aveva smesso di scoppiettare, ma lui, impegnato a scrutare la finestra piena di neve, non se ne era neanche accorto.
fece per salire le scale che portavano verso il dormitorio maschile quando una civetta sconosciuta planò sulla finestra della sala comune picchiettando nervosamente con il becco il vetro appannato.
Subito la fece entrare, attraversato da un brivido freddo provocato dalla neve. Slegò la lettera dalla zampa e notò la scrittura obliqua del suo Preside che diceva:
"Harry, ho quello che ti spetta, spero che tu possa venire nel mio studio questa notte, dopo aver letto questo messaggio, c'è qualcosa che devi vedere"
Albus Silente
p.s. Adoro il succo di Zucca!!!
Senza perdere tempo corse nel suo dormitorio, afferrò il mantello dell'invisibilità e scivolò via dal buco del ritratto quando, senza nemmeno essersene reso conto, si ritrovò a pronunciare la parola d'ordine suggerita in codice nella lettera di Silente.
Una volta arrivato davanti alla porta dell'ufficio del Preside bussò ed entrò, senza neanche aspettare il permesso. In quel momento le buone maniere scolastiche potevano andare a farsi benedire.
Silente lo scrutò da sopra i suoi occhiali e con un leggero sorriso lo invitò a sedersi su una sedia di fronte alla sua scrivania. Ci furono pochi secondi di silenzio quando Harry, impaziente, disse: "Signore, mi scusi, ha trovato l'eredità di mia madre?...è un suo abito? una sua foto?..."
Ma silente scuotendo la testa lentamente rispose con la sua solita voce calma
"Calma Harry...non è niente di tutto questo, ma mi sono permesso di osservare bene ciò che hai ereditato e credo che la cosa ti potrà, in un certo senso, sconvolgere..."
Harry fece per parlare ma il preside lo interruppe con un gesto della mano.
"Harry, l'eredità di tua madre non altro che una lettera, una lettera per te, ma che forse, riguarda anche qualcun'altro ed ammetto che anche io, nel leggerla, sono rimasto colpito..."
Gli pose gentilmente il foglio di pergamena ed il Bambino Sopravvissuto lo afferrò subito, iniziando a leggere...