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Autore: Vala    22/07/2008    0 recensioni
- “Ho sentito le acclamazioni, come al solito hai vinto tu! Non c’è storia contro il grande Fuji Shusuke, il grande, l’unico, il solo…”.
“Devo andare in bagno!”.
Fuji entrò di corsa tagliando corto la sfilza di complimenti di Momo. Qualcosa l’aveva morso. Si infilò una mano in tasca ed estrasse una pallina da tennis.
“Insomma, ma ti pare!”.
“Quello non la finiva più! E io ho fame! Cibooooooooo!!”.
Fuji sospirò. Camilla non era mai stata una pallina paziente. -
La prima fanfic che ho scritto interamente dedicata a Camilla, Prima Pallina Ammaestrata. Perchè Pallina Ammaestrata? Se conoscete il manga e un minimo delle leggi naturali, o le palline di Fuji sono ammaestrate o quella storia è ambientata in un altro pianeta...
Genere: Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fuji Shusuke, Nuovo Personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La folla era in delirio. Tutti esultavano, chiamavano il suo nome con enfasi, con la voce carica di ammirazione. Era l’idolo, l’unico, il solo, il grande Fuji. Il suo ultimo Tsubame Gameshi che gli aveva fatto vincere set e game dopo appena mezz’ora di partita, era stata la ciliegina sulla torta. Si beava della popolarità quasi quanto Atobe, era la star, il più bello, il più forte, il più…
“Ehi, non ti sei dimenticato qualcosa…?”.
La voce proveniva dalla sua tasca. Sorridendo come se nulla fosse, Fuji si rialzò dalla panchina sulla quale si era appena seduto per vedere il mach di Eiji ed Oishi e con fare innocente si allontanò con la scusa del bagno. Nella sua tasca qualcosa continuava a muoversi agitata.
Davanti alla porta del bagno degli uomini incrociò Momo che gli fece segno di vittoria.
“Ho sentito le acclamazioni, come al solito hai vinto tu! Non c’è storia contro il grande Fuji Shusuke, il grande, l’unico, il solo…”.
“Devo andare in bagno!”.
Fuji entrò di corsa tagliando corto la sfilza di complimenti di Momo. Qualcosa l’aveva morso. Si infilò una mano in tasca ed estrasse una pallina da tennis.
“Insomma, ma ti pare!”.
“Quello non la finiva più! E io ho fame! Cibooooooooo!!”.
Fuji sospirò. Camilla non era mai stata una pallina paziente. La posò con cautela sul ripiano del lavandino e quella prese a saltellare per l’impazienza. Forse sarebbe stato meglio portare la sua gemella, ma la piccola Camilla doveva fare esperienza…e poi ieri sera era così entusiasta dell’incontro! La pallina saltò fedele nella sua mano non appena ebbe tirato fuori dal sacchetto uno zuccherino. Era una pallina molto golosa. Mentre mangiava, Fuji la fece sobbalzare leggermente.
“Camilla…non sarai ingrassata, vero?!”.
“Ingrassata…? Io…?”.
Gli occhioni della pallina erano talmente tristi che non ebbe cuore rimproverarla. Povera Camilla, in fondo era anche colpa sua che non le prestava le dovute attenzioni da quando in famiglia era entrato Hernando, la pallina spagnola regalatagli da sua madre come souvenir dell’Europa. Ma come dire…Hernando era così caliente! Le sue linee armoniose erano irresistibili!
“Fuji-sempai…? Tezuka chiede di te!”
Gli occhi di Fuji diventarono due cuori. In tutta fretta si infilò in tasca Camilla ed uscì dal bagno per andare a cercare Tezuka che lo stava aspettando con sguardo serio negli spogliatoi. Fuji lo raggiunse quatto quatto e gli saltò addosso alle spalle abbracciandolo tutto contento. Nessuno in giro. Premeditazione o pura fortuna?
Tezuka si voltò scrollandoselo di dosso e lo baciò. Doveva essere successo qualcosa al campo per averlo reso così intraprendente. Colto alla sprovvista, Fuji sentì le gambe cedere e si appoggiò all’armadietto alle sue spalle. Era gelido, ma non gli importava. Tezuka insinuò la lingua nella sua bocca e prese a giocare, stuzzicandolo per poi ritrarsi. Non era da lui. Fuji si staccò ansimando.
“Qualcosa mi dice che abbiamo vinto su tutta la linea…” commentò sentendo le mani del suo amante palpargli il sedere.
“Cosa te lo fa pensare?” ribatté Tezuka baciandogli il collo mentre le sue mani proseguivano l’esplorazione.
“Di solito fai così solo quando sei particolarmente soddisfatto…”.
“…mmm…potrebbe essere…”.
Tezuka gli leccò sensualmente il collo e Fuji non fu più in grado di parlare. Allungò le mani e strinse a sé il suo amante con il bisogno di un assetato per l’acqua. Non poteva essere normale, si erano visti in intimità solo il giorno prima, eppure la voglia era ancora così forte da fargli girare la testa. Le mani di Tezuka toccarono i suoi fianchi come a volergli sfilare i pantaloncini da tennis. Sentì qualcosa all’interno della sua tasca e pensò che a Camilla sarebbe piaciuto quello spettacolino fuori programma, era una pallina golosa. La mano di Tezuka si infilò nella tasca e portò agli occhi di Fuji quello che aveva trovato.
“Che ci fai con del sapone in tasca, Fuji?” domandò sospettoso.
Fuji sbiancò. Del sapone? Allora che fine aveva fatto Camilla?! Spinse via Tezuka che, sbalordito, si rigirò il sapone tra le mani, gli voltò le spalle e lo lasciò da solo con il suo tormento. L’aveva offeso. Un problema alla volta.
Fuji lasciò in fretta gli spogliatoi e si infilò in bagno. Doveva essere lì di sicuro, era l’ultimo posto dove ricordava di averla vista l’ultima volta, l’unico posto dove poteva aver fatto quello stupido scambio con il sapone. Si sentì un idiota. Se la pallina fosse stata Hernando non l’avrebbe di certo dimenticato. Povera Camilla, si doveva essere sentita abbandonata!
Guardò ovunque, anche dentro le tazze, ma non ve n’era traccia. Sconfortato si lasciò scivolare a terra, sul pavimento non certo pulitissimo essendo un bagno scolastico. Gli veniva da piangere. In quella fece il suo ingresso Momo.
“Ehi Fuji, che succede?!”.
“La mia pallina…ho perso la mia pallina…”.
“Per caso quella gialla con una C rosa?”.
“Si! L’hai vista?!”.
“Beh, ci sta giocando ora Kawamura…”.
Lo sguardo di Fuji trasmetteva tutto il suo terrore. Kawamura. Il terribile Kawamura. Con la sua potenza stava facendo a pezzi la sua povera adorata Camilla. Si alzò come un tornado, travolse Momo e percorse la distanza che lo separava dai campi da tennis in pochi secondi netti. La sua Camilla, la sua piccolina era in pericolo.
“BURNING!!!”.
“NOOOOOOOOOOOO!!!”.
L’urlo di Fuji scombussolò Kawamura che mancò di riprendere la palla la quale, dopo aver rimbalzato contro il muro, si schiantò nel suo stomaco. Era un colpo micidiale, il tennista si accasciò al suolo. Fuji si avvicinò in tutta fretta, spostò Kawamura con un piede e guardò la pallina. Non era Camilla.
“Kawamura, hai visto una pallina con una C rosa disegnata sopra?”.
“Si…l’ho passata ad Echizen…doveva provare un nuovo colpo…”.
Echizen Ryoma? Il bambino che dice basta solo dopo essere caduto a terra svenuto? Povera Camilla! Fuji ripartì a razzo lasciando Kawamura steso a terra, agonizzante. Camilla, Camilla, Camilla! La sua povera adorata pallina! Troppo giovane per affrontare un maniaco come Echizen!
“Twist Serve!”.
“NOOOOOOOOOOOOOOO!!!”.
L’urlo di Fuji distrasse Echizen che sbagliò il colpo mandandolo a vuoto mentre perdeva l’equilibrio e cadeva indecorosamente sul di dietro. Si voltò a guardare Fuji con aria offesa. Intanto l’altro era andato a recuperare la pallina, se la rigirava tra le mani, ci soffiava sopra. Non era Camilla.
“Echizen, hai visto una pallina con una C rosa disegnata sopra?”.
“Si, l’ha presa Eiji che ne aveva bisogno per far vedere qualcosa ad Oishi…”.
Fuji si diede una pacca sulla fronte. Come aveva potuto non riconoscere Camilla mentre passava per andare da Echizen?! Eppure avrebbe dovuto sentirla! E via di nuovo verso un altro campo da tennis ove Eiji ed Oishi giocavano…no, non giocavano…non c’erano proprio! E di Camilla nessuna traccia!
“Inui, Kaidoh! Avete visto Oishi ed Eiji?!”.
“Si, sono andati via insieme, perché?”.
“Avevano una pallina con loro?”.
Inui e Kaidoh si guardarono perplessi. Una pallina? Chi se ne frega di una pallina! Fuji non attese risposta, li lasciò ai loro allenamenti disumani che grazie al cielo non prevedevano l’uso di palline da tennis. C’era un solo posto dove quei due avrebbero potuto andare, il loro posto segreto.
Correndo come un disperato, Fuji li trovò sopra al container dietro la scuola. O almeno immaginò fossero loro dai piedi dato che erano sdraiati e avvinghiati. Povera Camilla, cosa le toccava vedere! A lei piaceva lo zucchero, non i dilettanti smielosi!
“Eiji! Oishi! Avete voi la mia pallina?!”.
“Pallina…?” Oishi si alzò pigro a guardare Fuji che trafelato attendeva il responso.
“No…” rispose Eiji alzandosi anche lui a guardare l’amico “oggi avevi portato Camilla, vero? Non l’ho vista da nessuna parte…”.
Sconsolato, Fuji li ringraziò e li lasciò ai loro giochi d’amore. Camilla non c’era. Camilla era scomparsa. Camilla era persa. Le lacrime rigavano il suo volto quando tornò agli spogliatoi per cambiarsi e andare a casa, a dare la cattiva notizia alle altre sue sorelle. Ma negli spogliatoi c’era già qualcuno.
“Fuji, era ora!” esclamò Tezuka vedendolo arrivare.
“Non ora…sono triste…” mormorò Fuji asciugandosi le lacrime con un braccio.
“Questa per caso è tua?”.
Nella mano di Tezuka, tesa verso di lui, c’era una pallina da tennis. Ma non una pallina da tennis qualunque, la sua pallina da tennis. La sua Camilla!
“Camilla!” urlò tutto contento baciandola e coccolandola “Ma dove l’hai trovata?”.
“Veramente…mi stavo cambiando quando ho sentito un rumore, mi sono girato un attimo e quando ho preso i pantaloni mi sono reso conto che c’era quella dentro…”.
“Oh, Camilla! Pallina mia adorata! Sei tutta il tuo papino!!”.
Quella sera la pallina Camilla ebbe molte cose da raccontare ad Hernando, il suo fratello spagnolo, che geloso si limitò ad un “hasta la vista” prima di andare a dormire. Nemmeno lui nella sua magnificenza si era mai infilato nei pantaloni di Tezuka. E da quel giorno, la pallina Camilla ebbe sempre zuccherini a volontà e si guadagnò a pieno diritto il titolo di Prima Pallina Ammaestrata.

  
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