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Autore: Sognatrice_2000    30/04/2014    5 recensioni
Song - fiction sulle note di "Ti dico ciao"di Laura Pausini.
Cosa succederà dopo la morte di Shinichi? Come reagirà Shiho sapendo che il suo amico si è sacrificato per proteggerla?
Quali sono i veri sentimenti che nutre la scienziata nei suoi confronti e che non ha mai avuto il coraggio di dirgli?
Estratto dal testo :
(...)Il suo ritratto era ancora così vivido nella mente. Impossibile dimenticarlo. Il sorriso luminoso,i capelli corvini ribelli,il volto giovane e fresco,i bellissimi e intensi occhi azzurri,come il cielo sopra di lei,nel quale si trova adesso. Era tremendamente carino nel suo aspetto da bambino,aveva un che di ingenuo e perennemente curioso che lo rendeva adorabile. Era carino quando giocava a calcio,in un campetto dall’erba morbida e verde ,con i suoi piedi che toccavano con agilità il pallone,era carino quando si immergeva nel suo mondo di gialli e deduzioni,leggendo con aria da sognatore le avventure di Sherlock Holmes. Era carino quando dormiva con la bocca semiaperta e i tratti del volto rilassati,e anche quando mangiava con gusto gli onigiri che a volte lei gli preparava quando si fermava a mangiare dal dottor Agasa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                            Ti dico ciao 
 
 
La luce pungente del mattino illuminava con grandi fasci obliqui una camera ordinata e abbastanza ampia,nella quale si trovava una ragazza bionda,che ancora stava dormendo.  Shiho sollevò le palpebre,un po’ confusa,portandosi una mano davanti gli occhi.  Inizialmente le sembrò di non ricordare dove si trovasse,poi riconobbe la sua camera,quella calda e familiare della casa del dottor Agasa,dove viveva da tempo.
Passandosi una mano tra i ciuffi di capelli ramati,si accorse immediatamente delle sue grandi dimensioni. Che stupida,aveva creduto di poter rimuovere i ricordi di questi ultimi giorni. Quei ricordi tanto amari da trafiggerle la mente,ma soprattutto il cuore,come una lama affilata.
Aveva creduto di essere ancora Ai Haibara,di ritrovarsi nella maschera di protezione che era il suo corpo da bambina,di dover andare alla scuola elementare Teitan ad ascoltare quelle noiose lezioni di cui sapeva già tutto. Solo adesso si accorgeva di quanto in realtà non ne fosse poi così dispiaciuta. Stava rivivendo l’infanzia che le era stata negata,e aveva l’illusione di essere libera,normale. Le risate dei bambini e lo sguardo di Shinichi le facevano dimenticare tutto : le facevano dimenticare che era in pericolo,che quel sogno non era destinato a durare ancora per molto, e infatti fu davvero così.
Lei non poteva sapere quale grande errore aveva commesso a preparare l’antidoto definitivo per l’Aptx4869. Era giunta alla soluzione definitiva,finalmente,ma questo perAi non era un motivo di gioia,tutt’altro : non voleva tornare grande,né tantomeno che Shinichi l’ abbandonasse come se niente fosse per tornare dalla sua Ran. Eppure,ogni volta che incrociava i suoi occhi azzurri, e vi riconosceva la sincerità,la giustizia,la purezza,si rendeva conto di quanto fossero sbagliati quei pensieri.
Non poteva essere tanto egoista : in fin dei conti,aveva sacrificato le sue speranze e i suoi sogni così tante volte,che una in più o una in meno non faceva assolutamente differenza.
Era giusto così,Shinichi doveva tornare dalla donna che amava,non poteva distruggere un amore tanto profondo per un suo capriccio. E così,i suoi timori si erano avverati : Shinichi aveva rivelato a Ran i suoi sentimenti,raccontandole la verità,e si erano messi insieme.
Lei,invece,era rimasta una bambina di sette anni. Non poteva,non voleva tornare adulta. Era solo uno stupido e inutile ritorno al passato.
Ma c’era una cosa di cui non aveva tenuto conto : l’organizzazione. Già,fu proprio quella che distrusse ancora una volta la sua vita,che le portò via il suo unico amico.
E tutto per colpa sua. Tutto perché Shinichi aveva scoperto quale fosse il loro nascondiglio,e lei si era offerta di prendere l’antidoto,tornare grande e fare così da esca per catturarli.
 L’importante era salvare Shinichi,non voleva coinvolgerlo : lui l’ aveva salvata da morte certa tante volte,adesso toccava a lei. Adesso doveva ricambiare il favore,e il solo modo per farlo era mettere a rischio la sua vita.
Per questo era ritornata al suo vero aspetto di diciottenne, ma … quel presuntuoso … quello sbruffone che voleva fare tutto di testa sua …
 
“Ai,non te lo permetterò! Sei impazzita,per caso? È troppo pericoloso,vuoi farti ammazzare,per caso?!”Shinichi  afferrò il braccio di Shiho,in una presa dolce e protettiva,fissandola con i suoi intensi e severi occhi azzurri.
“Invece dovrai lasciarmi fare. È un buon piano” replicò lei ,calma “non correrò poi troppi rischi,in fondo,dato che ci sarà anche la polizia  pronta ad intervenire … “
“Sciocchina,non capisci? Non ha senso rischiare la vita in questo modo.” Inaspettatamente,Shinichi l’ abbracciò,e Shiho ricambiò un po’ titubante. Quel calore era così bello … ma non potevo esserne lei la destinataria.
“Aspetta,potremo fare così. Mi travestirò io da te,e mi presenterò davanti a loro con il tuo aspetto,prima che arrivi la polizia. Vedrai,in questo modo andrà tutto bene,non correrai nessun rischio” lui si scostò leggermente ,facendole l’occhiolino,ma Shiho scosse la testa,risoluta.
“Non se ne parla  nemmeno,ti ucciderebbero subito. Non farlo.”Il  tono  di Ai doveva essere deciso,ma le emozioni la tradirono. Il tremolio incessante e soffocato che si spandeva dalle sue corde vocali era fin troppo evidente.
 
Non voglio perderti
 
Questa era la supplica che Shiho non osava esternare al suo amico,ma che traspariva perfettamente dalle sue parole. Lui però,non l’aveva capito.
“Non ti preoccupare,andrà tutto bene”la osservò ancora con il suo sorriso sicuro e birichino. Shiho lo afferrò per un braccio,cercando di trattenerlo,ma lui si liberò piano dalla sua stretta : “Quando sarò tornato,festeggeremo tutti con una bella cenetta qui a casa del dottore”e stavolta,fece un sorriso ancora più caldo “vedi di intossicarmi con la tua cucina,però”mormorò scherzosamente.
Shiho mise il broncio,seccata,sebbene un po’ più serena : “Scemo”in un gesto di affetto,gli arruffò leggermente i capelli  “fai attenzione,mi raccomando”
“Sicuro” Shinichi osservò i suoi occhi farsi lucidi e sembrò riflettere per qualche secondo.
 
Te ne vai
Salutandomi
Da quel luogo che
È un luogo senza te.
 
“Stasera vorrei il sushi. Non avvelenato” sorrise ancora,allontanandosi. In quell’istante, Shiho avvertì una sensazione di vuoto incolmabile.
“A stasera”la salutò con un gesto della mano,mentre si stava allontanarsi sempre di più. Una morsa dolorosa strinse lo stomaco della scienziata.
 
Non poteva immaginare che non avrebbero mai mangiato insieme quella sera. Né quella sera,né nessun’altra. Mai più.
Shinichi,quel detective tanto bello e tanto coraggioso dall’intuito geniale,non sarebbe mai più tornato in quella casa.
 
Te ne vai da qui
Con gli occhi lucidi
Che piano si colorano
Di bianche nuvole
 
Ma nonostante tutto,lei sapeva che anche lui era spaventato. Aveva visto che i suoi occhi erano appannati,e insieme si riflettevano di quella luce coraggiosa e determinata.
 
Ti penserò cosi
 
 
Shinichi , anche se aveva paura,era troppo orgoglioso per poterla mostrare. Non si tirava mai indietro,quando si trattava di aiutare qualcuno.
E Shiho lo avrebbe ricordato sempre per questo.
 
Ti dico ciao
Ma so che è un addio,
 
“Ciao,Shinichi”mormorò,anche se lui non poteva più sentirla,visto che era già uscito dalla stanza.
 In fondo al suo cuore,sapeva benissimo che non l’avrebbe più rivisto,ma era l’unico modo per conservare un’illusione,anche se effimera,che non sarebbe finito tutto così. Che lui sarebbe tornato.
 
C’è molto di te
Che sento ancor mio.
 
Eppure,nonostante se ne sia andato,sentiva che dal suo cuore non se ne potrà più andare.
Le esperienze che aavevano condiviso insieme,i momenti in cui lui l’aveva aiutata e consolata,il suo sorriso rassicurante,non se ne andranno mai. Di questo ne era certa.
 
Se c’è un paradiso
Adesso sei lì, nel cielo di raso,
Avvolto così.
 
Istintivamente  Shiho rivolse il mio sguardo al cielo limpido,che si poteva ammirare dalla finestra davanti al letto. Limpido e azzurro come i suoi occhi,senza neanche una nuvola.
E forse,Shinichi si trova proprio in quel cielo,in un paradiso puro quanto il suo cuore.
Una timida lacrima comparve all’angolo del suo occhio destro,ed lei la strofinò con la manica della camicia da notte per cancellarla.
“Shinichi … “affondò la faccia nel cuscino,decisa a reprimere le lacrime. Le sue ultime parole gli risuonavano ancora in mente,come se le avesse dette un attimo fa.
 
Andrà tutto bene … tutto bene. Non ti devi preoccupare,Ai …
 
“Bugiardo!” Shiho colpì con un pugno tremante e privo di forza il cuscino,iniziando a lacrimare “mi avevi detto che saresti tornato … perché hai voluto essere così testardo? Sapevi che era pericoloso …”
“Ai … “la voce apprensiva del dottor Agasalè arrivò alle orecchie,assieme ad un lieve bussare alla porta.
Si ricompose immediatamente,cercando di fermare le lacrime,che uscivano a torrenti : “Sì?”
“Va tutto bene?”chiese il dottore,entrando.
Shiho sapeva che lui era davvero preoccupato per lei,ma come poteva farle questa domanda in un momento simile? Non capiva quanto stava soffrendo?
Non ottenendo risposta,Agasa continuò : “Stai mangiando poco,sei molto pallida. Dovresti uscire,distrarti un po’ … “
 La ragazza abbozzò un sorriso per nulla allegro,sperando di riuscire a convincerlo : “Non si preoccupi,sto bene,davvero … “ in realtà,mai una bugia è stata così evidente. È chiaro che il dottore si sia accorto del suo stato d’animo : è da più di due settimane che non usciva quasi dalla sua stanza,e lo stomaco è chiuso in una morsa di tristezza e angoscia,per questo a stento toccava cibo.
Si sentiva vulnerabile e terribilmente in colpa. Aveva perso l’unica persona che riusciva a farle apprezzare di nuovo la vita,il suo appoggio,l’amico che colmava i suoi momenti di solitudine e che era sempre pronto a darle una mano … perché lui ha deciso di rischiare la sua vita per la lei,per proteggerla.
“Sei sicura? Se vuoi,posso darti il sushi che ho comprato ieri … ”
A quelle parole,senza volerlo Shiho sentì la vista annebbiata e gli occhi pizzicarle,assieme ad una sensazione di bagnato lungo tutto il viso.
Il dottore dovette averlo capito,perché appoggiò una mano sulla sua spalla e,dopo qualche attimo di esitazione,la strinse a sé, in un abbraccio paterno e affettuoso.
“Non sei l’unica ad essere addolorata per la morte di Shinichi. Tutti noi tenevano molto a lui,e ci siamo sentiti in colpa per non averlo fermato e non essere riusciti a salvarlo in tempo. Bambina mia,tu non hai nessuna colpa … “quelle parole così dolci non ebbero però il potere di rasserenarla,e di farle credere il contrario.
I suoi sensi di colpa erano molto più forti rispetto a quelli degli altri,ma il dolore è lo stesso.
Ricordava benissimo quel maledetto giorno di due settimane fa,in cui era in trepidante attesa di notizie da parte di Shinichi. Ma lui non la chiamò,e al notiziario della sera ci fu l’annuncio della scoperta del suo cadavere.
 

Te ne vai,
Lo fai lasciandoci
In quell’ultimo battito
Che d’ali diventò
Amano , amano
Dall’ultimo metro.
 
 
Quando vide il suo corpo senza vita coperto da un lenzuolo,che lasciava appena intravedere quei bellissimi occhi che l’ avevano sempre resa più coraggiosa,ora vuoti e spenti, si impose di essere forte e di trattenere le lacrime. Fu davvero difficile. Il suo pensiero corse a tutte le emozioni che avevano condiviso e tutti i momenti trascorsi insieme. Quel cuore non batteva più,Shinichi l’aveva lasciata, abbandonando per sempre la fermata della vita.
Il dottore scoppiò subito in lacrime,mentre lei non ne versò una sola. Ma poco dopo non ce la fece più : corse in camera,e per tutta la notte le lacrime furono la sua unica compagnia.
Anche Ran pianse per giorni interminabili,così come Heiji,che si dimostrò arrabbiato con sé stesso per non averlo accompagnato. Gli unici a non rendersi conto della situazione furono proprio i bambini,che a malapena conoscevano Shinichi Kudo. Adesso non facevano altro che chiedere di Ai e di Conan,domandandosi che fine avessero fatto e perché non venissero più a scuola da giorni.
Il dottor Agasa disse che erano partiti entrambi per l’America dai dei loro parenti, ma che non li avrebbero mai dimenticati.
Non trovò mai il coraggio di dire loro che Ai Haibara è sempre qui,solo più grande, e che Conan Edogawa non potrà tornare mai più. Ma in fondo saranno più felici così,invece che sapendo la verità.
Un po’ li invidiava,almeno loro potevano cullarsi in questa fiaba,mentre la verità era molto più triste e crudele,assai diversa da come la immaginavano.
Shiho si staccò dall’abbraccio del dottore,alzandosi in piedi improvvisamente.
“Mi scusi … vorrei uscire”disse,con la voce che tremava un po’ “ … c’è un posto dove vorrei andare.”
Lui la osservò stupito per qualche secondo : “D’accordo”le lanciò un ultimo sguardo poco convinto,ma alla fine uscì chiudendo la porta. Credeva di aver capito cosa volesse dire la sua figlioletta acquisita.
Shiho si lavò,velocemente, indossando i primi indumenti e trovati nell’armadio,uscendo di casa con passo svelto. Dopo dieci minuti arrivò davanti al cimitero di Beika.
Entrò cercando di apparire tranquilla,anche se il suo stato d’animo era simile a quello di una violenta tempesta.
Si inginocchio davanti alla lapide di pietra su cui era inciso il nome dell’amico più caro cha aveva, soffermandosi a lungo a guardare la sua fotografia.
Accanto,c’erano molti mazzi di fiori,compresi quelli che aveva messo lei poco tempo prima,e non erano ancora appassiti.
“C’erano davvero tante persone che ti volevano bene”si ritrovò a dire Shiho,con gli occhi fissi davanti a sé “e anche io ne facevo parte,pur cercando di non mostrarlo apertamente. Ero troppo orgogliosa per farlo. Sono stata davvero una stupida.”
Si morse il labbro,cercando di trattenersi dal piangere : “Sei stato davvero molto importante per me,e ti ringrazio. Mi dispiace,avrei voluto dirti prima quanto contavi per me. Se avessi saputo … che quella era l’ultima volta che ti vedevo,ti avrei detto che … “la voce le morì in gola,non ce la faceva a proseguire oltre.
 
Ti dico ciao
E non è un addio,
La memoria di te
Sovrasta il vocio.
 
”Però,in fondo,sapevo bene che ci saremo visti per l’ultima volta. Ma per me,questo non è un addio. È solo un arrivederci,perché tu sarai sempre nel mio cuore e nei miei ricordi,e nessuno potrà portarti via da lì. Non ti dimenticherò mai”disse ancora, lasciando scivolare sul suo volto qualche lacrima “sai,rimpiango molto i giorni felici che abbiamo passato insieme … quanto vorrei che tornassero”mormorò piano,in un sussurro,quasi vergognandosi di apparire debole.
Eppure quel passato non può tornare. Lo sapeva bene,non tornerà più. Non tornerà il sorriso spavaldo di Conan quando risolveva un nuovo caso,il suo sguardo indagatore e curioso quando c’era di mezzo l’organizzazione,il rossore sulle sue guance quando Ran lo abbracciava. Non torneranno le giornate a scuola,i campeggi e le merende con i Giovani Detective. Non torneranno più i momenti in cui lei lo prendeva scherzosamente in giro,cercando di non mostrare così cosa provasse veramente per lui.
 
Lascia il ricordo
Dei consigli tuoi
Che adesso rimpiango,
Che adesso vorrei.
 
Buffo,no? Adesso le mancano anche i consigli e le prediche di Shinichi ,quando le diceva di stare attenta,di smettere di avere paura,di non fuggire dal suo destino,che sul momento erano fastidiosi,ma che adesso si trovava a rimpiangere.
Adesso li avrebbe voluti,ancora. E ancora. Voleva sentire il suo tono rimproverarla con preoccupazione,la sua risatina infantile e le tenere fossette che si formavano sotto la sua bocca quando le diceva di non preoccuparsi,e invece era esattamente il contrario. Voleva semplicemente riaverlo.
 Il suo ritratto era ancora così vivido nella mente. Impossibile dimenticarlo. Il sorriso luminoso,i capelli corvini ribelli,il volto giovane e fresco,i bellissimi e intensi occhi azzurri,come il cielo sopra di lei,nel quale si trova adesso. Era tremendamente carino nel suo aspetto da bambino,aveva un che di ingenuo e perennemente curioso che lo rendeva adorabile. Era carino quando giocava a calcio,in un campetto dall’erba morbida e verde ,con i suoi piedi che toccavano con agilità il pallone,era carino quando si immergeva nel suo mondo di gialli e deduzioni,leggendo con aria da sognatore le avventure di Sherlock Holmes. Era carino quando dormiva con la bocca semiaperta e i tratti del volto rilassati,e anche quando mangiava con gusto gli onigiri che a volte lei gli preparava quando si fermava a mangiare dal dottor Agasa. Non avrebbe mai potuto scordare la faccia buffa che fece quando gli fece assaggiare una torta con il miele : era disgustata,con le labbra che si delineavano in strane smorfie. Era una ricetta che le aveva insegnato sua sorella Akemi,quando era ancora un’adolescente, ed era sicura che fosse venuta bene,infatti anche il dottore l’aveva apprezzata ; ma Conan aveva insistito,dicendo che era troppo dolce. Ma la sua espressione più carina in assoluto era sicuramente quella che gli nasceva sul volto,a metà tra la presunzione e la soddisfazione,quando trovava la soluzione giusta per un caso.
Ed era quella l’espressione che,sebbene ripetesse quanto fosse antipatica,le piaceva di più.
 
 
Ti dico ciao,
Salutami Dio
E digli che tu
Sei l’amico mio.
 
Amico. Era questa la parola che più faceva male a Shiho. Eppure,doveva arrendersi all’evidenza : loro erano soltanto amici,non avrebbe mai potuto competere con un amore così vero e profondo come quello tra Ran e Shinichi. Le era sempre bastato sapere che lui fosse al suo fianco,ogni volta che ne aveva bisogno,eppure rimpiangeva di non avergli detto che cosa provava.
Shiho sospirò,rivolgendosi ancora alla fotografia sulla pietra fredda : “C’è solo una cosa che vorrei che tu sapessi,e che non ho mai trovato il coraggio di dirti”il cuore le batteva forte nel petto,proprio come se lui avesse potuto ascoltarla veramente “Shinichi-kun,anzi no”un sorriso dolce,vero,che non faceva da tempo immemore, sbocciò sulle sue morbide e rosee labbra, in contrasto con le lacrime che le solcavano le guance pallide con lentezza “Shin – chan,ti voglio bene.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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