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Autore: Geilie    30/04/2014    1 recensioni
«Il punto è che a casa cominciano a… fare pressioni, hai presente?» bofonchiò Thor tra il quinto e il sesto boccale di birra.
Zaphod Beeblebrox non aveva affatto presente, specialmente dopo il quarto Gotto Esplosivo Pangalattico di fila, ma ritenne di doversi mostrare in qualche modo solidale e annuì con tutta la convinzione di un attore consumato.
«Voglio dire, io glielo dico sempre che stiamo facendo delle cose frughissime» ricominciò l’altro, ruttando poderosamente, «ma i miei sono tipi all’antica, queste nuove mode mica le capiscono. Mi chiedono sempre quand’è che tornerò a pescare serpenti marini a mani nude o a spaccare la testa a qualche jötunn…»
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Zaphod Beeblebrox
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Geilie
Titolo: Società Imprese Impossibili
Fandom: Guida Galattica per gli autostoppisti
Personaggi: Zaphod Beeblebrox, Thor
Rating: verde; Pg
Avvertimenti: niente di speciale da dichiarare.
Parole: 1005 (Word)
Note: partecipa agli Easter Egg Days di Pseudopolis Yard. L’ambientazione è molto vaga, ma di sicuro la storia si pone prima degli avvenimenti narrati nei libri – tutti i libri, e a questo proposito: senza aver letto anche And Another Thing… (il sesto della saga, opera di Eoin Colfer) probabilmente tutto ciò avrà ben poco senso.
Prompt #2: Imprese impossibili


 
Società Imprese Impossibili


«Il punto è che a casa cominciano a… fare pressioni, hai presente?» bofonchiò Thor tra il quinto e il sesto boccale di birra.
Zaphod Beeblebrox non aveva affatto presente, specialmente dopo il quarto Gotto Esplosivo Pangalattico di fila, ma ritenne di doversi mostrare in qualche modo solidale e annuì con tutta la convinzione di un attore consumato.
«Voglio dire, io glielo dico sempre che stiamo facendo delle cose frughissime» ricominciò l’altro, ruttando poderosamente, «ma i miei sono tipi all’antica, queste nuove mode mica le capiscono. Mi chiedono sempre quand’è che tornerò a pescare serpenti marini a mani nude o a spaccare la testa a qualche jötunn…»
«Ne abbiamo parlato, ragazzone, spaccare teste non sarebbe positivo per la tua immagine, i fan potrebbero protestare.»
«No, certo, lo so, però… Cioè, mi hanno detto che Loki sta andando in giro per Jötunheimr a raccontare fandonie sul mio conto, tipo che non mi faccio più vedere perché sono stato trasformato in una donna e mi vergogno. Una donna, capisci?! La mia reputazione colerà a picco!» si lamentò il dio, sventolando il suo martello per enfasi e trucidando così un’intera famiglia di sporofiti venusiani che stava disgraziatamente passando lì accanto.
Zaphod non era particolarmente interessato al fatto che i giganti di Jötunheimr potessero pensare che Thor avesse deciso di cambiare sesso – c’erano davvero troppi bicipiti per poter dare un giudizio onesto, ma Zaphod pensava che le forme femminili avrebbero perfino potuto migliorare la situazione. La reputazione in patria, però? Su quella c’era poco da scherzare. Almeno il cinquanta percento della fanbase di Thor era costituita da ancelle asgardiane con ambizioni principesche, non si poteva certo rischiare che una voce di corridoio facesse crollare il mito dello scapolo d’oro!
Zaphod considerò il problema per un minuto, e poi per un altro paio di minuti, perché l’alcool rallentava i suoi processi cognitivi. «Quindi…» cominciò quando finalmente ebbe riacquistato l’uso di qualche neurone. «Quello che mi stai dicendo, in pratica, è che ti serve un serpente marino da pescare a mani nude?»
«Sì, be’, magari qualcosa di nuovo, giusto per – com’è che dici sempre tu? Shakerare un po’ le acque?»
«Giusto, ripetere la performance non è redditizio… Dobbiamo trovarti un’impresa degna di un dio, insomma.»
«Uh-uh» rispose Thor dall’orlo del suo boccale.
«Un’impresa impossibile.»
«Be’, quasi impossibile…»
«Un’impresa che faccia esplodere le vendite!»
«Non saprei, io…»
«Non ti preoccupare, biondone! Ho giusto quello che fa al caso tuo!» annunciò Zaphod, e fu così che i due si trovarono nella hall della Società Imprese Impossibili.
 
La Guida Galattica per gli Autostoppisti, a proposito di questa fortunata azienda, dà alcune interessanti informazioni. Fondata sul pianeta Mikonos da un tale Euristeo, che si era fatto un nome per essere riuscito a inventare da un giorno all’altro dodici sfide capaci di mettere in difficoltà il campione nazionale di eroismo libero(1) e che aveva saggiamente pensato di sfruttare questa singolare abilità, la Società Imprese Impossibili ha rapidamente acquistato fama e clienti nel circolo degli immortali e delle divinità, tanto da potersi permettere di lanciare un programma fedeltà con sconti per i clienti abituali e pacchetti-impresa speciali per festeggiare compleanni, anniversari e resurrezioni.
 
«Benvenuti alla ImIm Spa, come posso esservi utile?» li accolse la robo-reception con voce flautata.
Zaphod si schiarì la voce e prese in mano la situazione. «Il mio amico, qui, sta cercando un’impresa impossibile.»
La reception inarcò un sopracciglio virtuale. «Siete nel posto giusto» fece notare, e anticipò la domanda successiva: «Gradite consultare il catalogo o preferite parlare con un operatore per progettare un’impresa personalizzata?»
Zaphod si fece dare il catalogo, trascinò Thor verso una delle tante panche dorate che adornavano la sala d’aspetto e cominciò a passare in rassegna le varie offerte.
«Mh, vediamo un po’… Recuperare il tridente di Nettuno in meno di trentasei ore… Correre la maratona reggendo un’anfora piena di vino sulla testa… Ah, ecco, siamo nella sezione Olimpo. Ancora Olimpo, Zarquon, Atlantide… ah, eccoci qui! Valhalla e Asgard!» esclamò, trovando la sezione giusta.
Thor si fece un po’ più attento.
«Dunque, abbiamo detto che il serpente marino non va bene, i giganti nemmeno…»
«Sei proprio sicuro che i giganti non possano andare?»
«Ne abbiamo già parlato, l’audience non regge.»
«Però…»
«Ah, ecco! Che ne dici di questa? Sconfiggere il campione locale di flyting in meno di tre turni.»
Thor storse la bocca.
«Non sono tanto bravo a flyting. E poi il campione è Loki…»
«Non sarebbe abbastanza esportabile, in ogni caso. No… Questa no, questa neanche… E questa? Forgiare l’arma più potente del mondo in non più di un giorno e una notte? Hai anche un martello, non dovrebbe essere troppo difficile fare il fabbro per un giorno, no?»
«Ma il mio martello è l’arma più potente di Asgard» protestò il dio, sempre più depresso.
Zaphod continuò a cercare, imperterrito.
«Rubare una mela dal giardino di Idunn no, è troppo mainstream. No, no, no… Ah, trovato! Sfidare Heimdall a freccette dopo aver bevuto dieci barili di idromele. È perfetta per te!»
«Non sono sicuro che…»
«Perfetta, ti dico!»
«E se non…»
«Ma sì, ma sì, che vuoi che sia?» disse Zaphod, già avviandosi verso l’uscita.
 
Il giorno successivo la sfida fu lanciata, i barili preparati e il bersaglio appeso al muro. Heimdall sbuffava come un toro, sotto sotto contento di essere stato sollevato dal suo compito di guardiano del Bifrost per un paio d’ore; Odino se la rideva lì accanto, Loki ancor di più e in quel clima chiassoso e rilassato la grande impresa ebbe inizio.
Per amor di cronaca, bisogna ammettere che non si trattò di un momento particolarmente alto nella lunga carriera di Thor, ma il video divenne virale in meno di venti minuti e Zaphod, più soddisfatto che mai, spese i proventi del giro di scommesse messo su per l’occasione in una lunga vacanza relax.
La Società Imprese Impossibili ha sempre negato di aver mai avuto in catalogo quella determinata impresa, ma i dettagli non sono mai stati chiariti.
 
 
 
Nota:
(1) Riferimento alle dodici fatiche di Eracle, imposte all’eroe dal leggendario re di Tirinto chiamato, appunto, Euristeo.
  
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