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Autore: Geilie    30/04/2014    2 recensioni
«Certo che però è stata una strana avventura, quest’apocalisse» esordisce Crowley un pomeriggio, mentre osserva due anatre contendersi il pezzo di pane che ha appena lanciato in acqua, con evidente divertimento. «Voglio dire, un povero diavolo si pone qualche domanda quando campa migliaia d’anni in previsione di qualcosa e poi puff!, uno schiocco di dita del ragazzino giusto e tutto si risolve in un nulla di fatto.»
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Geilie
Titolo: Un dubbio legittimo
Fandom: Good Omens
Personaggi: Azraphel, Crowley
Rating: verde; Pg
Avvertimenti: post-libro
Parole: 505 (Word)
Note: partecipa agli Easter Egg Days di Pseudopolis Yard. Non è un granché, sono stanca e l’ho scritta di corsa, ma si tratta comunque di un’unica grande citazione-omaggio a Douglas Adams e alla sua Guida. Da me, con quel prompt, ci si poteva forse aspettare altro?
Prompt #5: Domanda fondamentale sulla vita, sull’universo e su tutto quanto


 
Un dubbio legittimo


«Certo che però è stata una strana avventura, quest’apocalisse» esordisce Crowley un pomeriggio, mentre osserva due anatre contendersi il pezzo di pane che ha appena lanciato in acqua, con evidente divertimento. «Voglio dire, un povero diavolo si pone qualche domanda quando campa migliaia d’anni in previsione di qualcosa e poi puff!, uno schiocco di dita del ragazzino giusto e tutto si risolve in un nulla di fatto.»
Azraphel aggrotta le sopracciglia. Non si sente a suo agio quando l’altro parla del Giorno del Giudizio con tutta quella leggerezza. È anche vero che raramente si è sentito a proprio agio nel parlare con Crowley di grandi questioni. Anche di questioni meno grandi, in verità. È l’effetto che gli fa Crowley, col suo mettere in dubbio sempre tutto… È destabilizzante!
Non fa davvero in tempo a obiettare, comunque – né all’argomento della conversazione, in generale, né al tono quasi deluso con cui Crowley ha appena parlato di mancata fine del mondo – perché l’altro continua quasi immediatamente. «E non è che mi dispiaccia, bada, ma tutte quelle storie sulla predestinazione, sull’Ineffabilità del Piano… Viene quasi da chiedersi dove siano andate a finire. Se siano andate a finire da qualche parte, in primis, o se fosse tutto parte del Piano dal principio
Azraphel osserva le anatre che ancora si stanno litigando la merenda e lancia un pizzico di miracolo per moltiplicare pani e pesci e macedonie di fragole: le anatre, ognuna col proprio tozzo di pane tornato magicamente fresco di giornata, smettono di starnazzare. Crowley sbuffa e si abbandona all’indietro sulla panchina.
«Sono grandi quesiti, questi. Di quelli pensati da Lui in pers- be’, in spirito. Non ritengo sia saggio tentare di dare una risposta a certe domande, Crowley…» tenta di farlo ragionare Azraphel.
Crowley sospira e sembra arrendersi all’evidenza, buttando all’indietro anche la testa per godersi gli ultimi raggi di sole, ma poi stira le labbra in un sorriso malefico, dopo qualche istante di pace, e ribatte: «Magari il quarantadue c’entrava davvero qualcosa.»
Azraphel non ha bisogno di far mente locale per cogliere l’allusione. «Splendido lavoro, quello. E con tutto quel seguito, poi! Una delle nostre opere migliori.»
«Delle vostre? No no no, mio caro, sono sicurissimo che si trattasse di noi. Ci abbiamo lavorato per mesi, sono andato io stesso a lanciare messaggi subliminali a quell’Adams per tre notti di fila!»
«Ma…» comincia Azraphel, poi pare pensarci su per un istante e aggiusta il tiro. «Probabilmente è stato uno sforzo congiunto. Quarantadue è il prodotto del numero dell’imperfezione e del Suo numero, in fondo.»
Crowley mugugna qualcosa di incomprensibile e probabilmente poco educato e poi si zittisce.
«Gran bei libri, comunque» dice dopo un po’.
«Già. Gran bei libri.»
«La prossima volta che fai la moltiplicazione dei tozzi di pane davanti al mio naso, te la faccio pagare.»
«Ah, lo sapevo che eri tu a metter zizzania tra quelle povere anatre!»
«Le vecchie abitudini son dure a morire, angelo.»
Crowley sorride e si riaggiusta gli occhiali da sole sul naso. Il sole non è mai stato tanto luminoso.
  
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