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Autore: SkyDream    30/04/2014    4 recensioni
“Io sto andando, ci vediamo domani!” Tornò a sbattere le palpebre e vide Kazuha agitare una mano nella sua direzione e salire poi su una macchina nera.
Una macchina nera.
La sua Kazuha.
Cosa ci faceva la sua amica su quell'auto? Perché non gli aveva detto nulla?
Kazuha ed Heiji sono alle prese con un loro "vecchio amico", e proprio a causa sua il detective si ritroverà con mille grattacapi e qualche benda di troppo.
In fondo...cosa non si fa per amore?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La serie di Ayane'
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Heiji e Kazuha -Problemi di gelosia. -


_One-shot_

“Quello…QUELLO E’ HEIJI HATTORI!”
Kazuha ed Heiji si voltarono l’una verso l’altro e sospirarono prima di cominciare a correre verso casa per evitare che il ragazzo venisse letteralmente travolto da ragazze senza pudore ne contegno.

“Giuro…che è l’ultima volta che corro così per colpa tua!” Disse la castana guardando truce l’amico che si stava riposando appoggiato a un muro di una stradina solitaria.
“Non è colpa mia! Lo sai che per colpa dei casi risolti che sono diventato famoso.”Sbuffò lui riprendendo a camminare lentamente per poi voltarsi nuovamente verso l’altra. “E tu non mi hai ancora spiegato cosa ti sta succedendo.”
La ragazza impallidì vistosamente, sapeva bene…era cosciente di quanto il suo amico fosse empatico nei suoi confronti…ma come riusciva a capire proprio tutto?
“C-cosa? Cosa mi sta succedendo?” Chiese lei chiudendo gli occhi e sorridendo con aria interrogativa mentre prendeva a camminare verso casa.
“E’ da ieri che continui a mandare messaggi a qualcuno, e nemmeno il tuo visetto mi convince.” Disse Heiji mentre guardava serio la coda a cavallo dell’altra rimbalzare fra destra e sinistra.
Le afferrò il polso e la costrinse a voltarsi per guardarla negli occhi.
Quegli occhi smeraldo che prendevano mille sfumature di verde, che ogni volta gli facevano perde ogni lume di ragione.
“Kazuha, a chi stai pensando?” Riuscì a sussurrare prima di distogliere lo sguardo da quelle iridi magiche.
La ragazza se ne andò rispondendo “A nessuno, Heiji, a nessuno.” Sapendo perfettamente che lui aveva capito tutto.


Heiji si sistemò le maniche della divisa nera della scuola e si affacciò nuovamente dalla finestra della sua classe aspettando che la sua amica si facesse avanti.
Si, perché il giorno prima l’aveva vista allontanarsi da lui con aria strana, il candore della sua pelle era più chiaro del solito e i suoi occhi mentivano. Mentivano.
“Heiji?” Il ragazzo si voltò e trovò Kazuha un po’ preoccupata. “Ti senti bene?”
Il ragazzo arrossì di botto mentre la mano fredda della ragazza controllava la temperatura della fronte.
In fondo di cosa si preoccupava? Kazuha era sempre stata una combina guai, una ficcanaso ma era anche una ragazza con la testa sulle spalle, sapeva cosa faceva.
E allora perché? Perché gli pungeva nel vivo che quella castana messaggiasse con qualcuno che non fosse lui?
“Hattori! Devo fare una convocazione alla famiglia?” Il ragazzo si ridestò dai suoi pensieri e si ritrovò un professore furibondo che faceva segno di andare alla lavagna, nel banco accanto Kazuha simulava un applauso ironico.


“Non so, la prossima volta porto un megafono? Veramente non mi hai sentito mentre ti dicevo che il prof ti aveva chiamato più di cinque volte? E allora ci avevo visto giusto, tu non stai bene.”
Heiji si voltò a guardare il viso della ragazza, rimase incantato da quella pelle e da quelle labbra…e allora? Ancora non riusciva a trovare l’anello che collegava l’amicizia che c’era fra loro e quella sensazione strana che gli attanagliava il cuore quando la vedeva uscire il telefono col ciondolo –il loro ciondolo- e cliccare quei tastini velocemente.
“Io sto andando, ci vediamo domani!” Tornò a sbattere le palpebre e vide Kazuha agitare una mano nella sua direzione e salire poi su una macchina nera.
Una macchina nera.
La sua Kazuha.
Cosa ci faceva la sua amica su quell’auto? Perché non gli aveva detto nulla?
No, non poteva essere suo padre perché era di turno, lo sapeva.
E allora chi era? Chi era quell’uomo o quella donna che la stava portando via?
<< Accidenti a quella ragazza! >> Si ritrovò a pensare mentre inforcava la bicicletta rosa di una ragazza che per poco non era svenuta trovandosi il suo idolo sopra il suo mezzo.
Heiji correva veloce sulle strade asfaltate e rimase allibito quando si accorse che la macchina si era fermata davanti al cancello della casa della ragazza, forse avrebbe finalmente scoperto chi era questo o questa misteriosa.
Scese dalla bici e la nascose bene dietro un muretto, dopodiché si arrampicò con maestria sulla fronde di un albero e attese con impazienza che i due uscissero.
Come un predatore che aspetta la sua cena.
Lo sportello si aprì e Kazuha scese tranquillamente aprendo il cancelletto e sedendosi su un muretto che costeggiava la casa.
Heiji sospirò constatando che la ragazza non portava alcun segno di violenza o altro.
L’altro sportello si aprì e da lì uscì…Ayane? Ayane Nakamura?
Cosa ci faceva quel mezzo criminale insieme alla sua Kazuha?
Sì, quello era un mezzo criminale. Chiunque può essere considerato criminale se nomina, tocca o –in quel caso- porta a spasso Kazuha senza il suo consenso.
“Vedi, io ho capito di essere stato troppo precipitoso con te…e di questo mi pento. Mi sono lasciato trasportare dalla fantasia del momento quella notte e non era mia intenzione fare qualcosa che a te non fosse gradito. E poi non so cosa ti abbia inculcato in testa quel detective…io non ho assolutamente parlato male di te! Io sono innamorato di te, Kazuha…lo sai.” Gli occhi scuri del ragazzo si avvicinarono a quelli dell’altra.
<< ‘ E’ solo una bambina viziata che crede ancora che io sia innamorato di lei, mentre io miravo ad altro. Come se non bastasse continua a girarmi intorno con la convinzione che io si affezionata a lei, povera illusa!!’Con che coraggio riesci a dire che questo non è parlare male di una persona? >> Si ritrovò a pensare Heiji mentre si avvicinava di più al bordo dell’albero.
Le manacce del ragazzo erano sul viso arrossito della ragazza che, in un momento di lucidità, si ricordò di avere già qualcun altro nel cuore.
Ayane avvicinò le sue labbra alle guance della ragazza e piano piano fece per raggiungere la bocca, ma quella fu più decisa del previsto e mollò un bel ceffone in faccia al compagno.
“Non ti permettere mai più! Ti ho già detto che tu non riesci a fare deduzioni, se fossi stato un detective ti saresti accorto che una persona non può amare due ragazzi contemporaneamente e, per tua informazione, il mio cuore è già occupato da un ragazzo che ha più sale in zucca di te!” Rispose pronta la ragazza mentre scendeva dal muretto.
<< Parola per parola. Proprio tutto quello che aveva detto due mesi prima a quel criminale da strapazzo. >> Pensò il detective mentre continuava ad avvicinarsi un po’ più sollevato.
Il cellulare vibrò nella tasca della divisa nera del ragazzo che, per lo spavento dell’improvvisa chiamata, si mosse un po’ troppo facendo così cedere il ramo dell’albero.
Nel giro di pochissimi attimi, Heiji si ritrovò spiaccicato sul selciato di casa Toyama con tanto di ramo sulla testa.
“HEIJI!” Urlò la ragazza arrabbiatissima nello scoprire di essere spiata dal proprio migliore amico. “HEIJI!” Urlò dopo preoccupata nel vedere il ragazzo non muoversi.
Si avvicinò a lui e si inginocchiò per soccorrerlo.
Lo girò supino e constatò che respirava ancora e che stava cominciando ad aprire gli occhi, gli spostò i capelli dal viso per cercare eventuali ferite che però non andavano oltre semplici graffi e un labbro sanguinante.
“Ti sei fatto male?” Chiese cercando di farlo alzare.
“Tu che dici?” Rispose quello mettendosi in piedi e tenendosi la testa con la mano destra.
“Mi dispiace. Ma cosa ci facevi arrampicato lì?” Disse prendendo il braccio sinistro e facendolo poggiare alle proprie spalle.
“Ahi, ahi! Aspetta Kazuzu, aspetta un momento.” La ragazza sbiancò di colpo.
Se Heiji la chiamava Kazuzu significava che c’era qualcosa che non andava seriamente, e in quel caso significava che si era fatto veramente male.
Entrati in casa la castana lo fece accomodare sul divano della cucina e prese del ghiaccio e dei cerotti per medicare il tutto.
Era praticamente un miracolo che fosse ancora vivo e senza ossa rotte.
“Sicuro di riuscire a muovere tutto?” Chiese la ragazza mentre passava del cotone sulla fronte dell’altro.
“Mmh.” Mugolò quello con un sorrisetto ebete e gli occhi chiusi mentre beneficiava più che poteva delle mani dolci e delicate dell’amica sul suo corpo.
Le dita esili e candide di lei passavano lente sul viso del detective, appena arrivò alle labbra ebbe un brivido lungo la schiena…come se il sangue fosse gelato di colpo.
“Tutto bene?” Chiese quello non sentendo più le carezze sul volto.
“S-s-si” Rispose l’altra mentre arrossiva in modo improponibile, ma nonostante tutto andò per poggiare il cotone sul labbro, e proprio in quel momento la mano grande del suo amico prese le sue dita e le baciò delicatamente.
 
“Hai sentito? Hattori si è fatto male…poverino!”
“Secondo me è stata Toyama a picchiarlo per bene, quella ragazza non si rende conto dello splendore che ha accanto.”
“Si, Hattori è così bello!!”
Decine e decine di persone spettegolavano senza ritegno sulla mano fasciata e sui due cerotti in vista che Heiji non riusciva a nascondere.
“Non mi hai ancora spigato cosa ci facevi con Ayane ieri mattina.” Cominciò il ragazzo mentre si affacciava sulla finestra guardando il cortile interno.
“Non penso che la cosa ti riguardi tanto.” Sentenziò l’altra mentre giocherellava con la lattina di Coca che aveva in mano.
“A me no, ma ai miei amichetti sì.” Disse ironico mentre indicava labbro ferito e mano sinistra fasciata.
Kazuha sbuffò e si accertò che non ci fossero orecchi indiscreti nei paraggi.
“Ayane…ha cercato di convincermi che ciò che hai detto tu è tutta una balla, si è scusato per averci provato spudoratamente con me la sera della cena e…e ha riprovato nuovamente a baciarmi.” Disse la ragazza senza togliere gli occhi da terra.
“E tu credi a lui o a me? Se ti dicessi che ho sentito dell’altro…tu mi crederesti?” Chiese il detective.
“C-cosa hai sentito?” Disse quella cominciando a tremare.
“Ho sentito che ha fatto una scommessa, lui vuole strapparti qualcosa che è solo tua. Lui vuole te come corpo e usarti come premio per farsi grande davanti i suoi amici.”
La castana tremò ancora e sentì che le lacrime cominciavano a pizzicare.
“T-tu, tu mi stai mentendo perché sei geloso! Anzi, invidioso che qualcuno possa avermi come ragazza.” Gli occhi di Kazuha si inumidirono e si riempirono di lacrime salate.
“Pensi veramente che io sia capace di mentirti su una cosa simile?! E’ assurdo!” Sbottò il ragazzo. “Pensi che queste ferite me le sono fatte per invidia? O per gelosia? Me le sono fatte per proteggerti! E me ne rifarei altre mille se serve! Perché io…Kazuha io…”
La ragazza scoppiò a piangere.
“…io ti voglio bene, Kazuzu.” Heiji la cinse con le braccia e la strinse a se carezzandole i morbidi capelli castani.
Le lacrime gli bagnarono la divisa, ma a lui non importò nulla…voleva che lei fosse felice, e non avrebbe permesso a nessuno di usarla come oggetto o come premio.
Specialmente se il premio era il suo corpo.
Le loro mani si intrecciarono, e solo allora Kazuha si calmò.
“Ti senti meglio?” Chiese il ragazzo mentre si beava del suo calore.
Perché lui aveva bisogno di sentirla vicino.
Aveva bisogno del contatto della sua pelle con la sua, aveva bisogno di sentire il suo calore.
 Il suo calore per lui è vita.
Aveva bisogno del suo sorriso, di vedere le sue labbra incresparsi alle sue parole.
O forse aveva bisogno delle sue labbra.
Aveva bisogno del profumo dei suoi capelli, perché essi hanno il profumo dell’amore.
Aveva bisogno delle sue mani delicate alle carezze delle sue ferite, ma forti a sostenere le sue cadute.
Aveva bisogno dei suoi occhi per sentirsi scrutato, letto e sconvolto dentro.
Gli serviva il suono del suo cuore, per sentirsi felice e in pace con mondo.
Gli serviva il rumore del suo pianto per sentire dentro quali sono i sentimenti che fanno crescere.
Aveva bisogno del suo respiro per sentirsi vivo dentro, lì dove il cuore non è organo.
E la vorrebbe solo per se, ma a malincuore la lascerebbe, perché ogni farfalla è libera di cambiare fiore.
E si sentirebbe un rifiuto a lasciarla tremare, si sentirebbe un nulla a lasciarla divorare dal dolore.
Il suo sorriso lo rendere vivo, lo rasserena, lo culla e lo addormenta.
 
E quindi i tuoi genitori staranno fuori tutta la notte per andare ad assistere tua zia. E non sei preoccupata a rimanere a casa da sola a dormire?” Le chiese continuando a ripassare con gli occhi gli ultimi passaggi di una stramaledettissima espressione che non voleva risultare…un’espressione circondata dai disegnini manga della ragazza.
“No, dai. Alla fine è solo una notte, domani sera torneranno…quindi non c’è da preoccuparsi. Giusto?” La voce dall’altro lato del telefono era un po’ insicura, e lui sapeva bene che anche se non voleva dimostrarlo è una gran fifona.
“Se vuoi puoi venire a dormire da me, come quando eravamo piccoli.” Finalmente trovò l’inceppo nell’espressione e cominciò a sistemarla fino a far risultare il tutto, solo allora si accorse di non aver ricevuto una risposta. “Allora? Dormi qui?”
Il suo silenzio lo preoccupò un po’, aveva la sensazione che fosse arrossita.
“E-ecco, i-io non vorrei disturbare…e-e poi…d-dai è una notte sola…” La sua voce era spezzata dall’imbarazzo, effettivamente la richiesta di Heiji suona un po’ strana a diciassette anni suonati.
“Fai come vuoi, basta che non mi chiami in piena notte piagnucolando come una bimba…” La punzecchiò lui con fare divertito.
“Idiota! Sempre disponibile, eh?” Disse sarcastica lei, ma sa benissimo che sta scherzando.
“Per qualsiasi cosa non esitare, buonanotte Kazuha.” Disse lui prima di sentire la linea interrompersi, gli parse così strano non sentire la sua buonanotte prima di andare a dormire.
La sua buonanotte è quasi un rito di scaramanzia, se non gli da la buonanotte non riesce a dormire bene…o tutte le volte in cui è successo sono semplicemente casi.
Sì, erano certamente dei casi.
Come le vene delle tempie che si ingrossano quando qualcuno le si avvicina, o le mani ferite e i tagli che compaiono quando un certo Ayane vuole usarla come premio.
Si sdraiò sul letto e fissò il soffitto con fare pensieroso.
Alla fine decise di rimanere  tutta la notte a fissare il telefonino, nel caso lo chiamasse.
E’ la sua migliore amica, no?
No…non proprio almeno.
Ma da quanto questo letto è così comodo? E perché sentì gli occhi farsi pesanti? << Io…devo stare attento a Kazuha. >>
“Sei splendida, sei un frutto della natura…un frutto dolce della natura.
Ti voglio con me, voglio farti mia per sempre.”Ayane si avvicinò alla ragazza e la baciò lentamente sulla bocca, un bacio lento e passionale.
“Io sono già tua.”

Heiji si svegliò di colpo, era sudato dalla testa ai piedi e sentiva delle scosse continuare a pervaderlo.
<< Kazuha…ha bisogno di me. >> Pensò infilando le scarpe senza calze e correndo giù per le scale senza pensare minimamente a che ore fossero.
Gli isolati che li separavano erano pochissimi, e li percorse in meno di metà del tempo che solitamente impiegava.
Arrivò in casa Toyama con i capelli madidi di sudore e il cuore che chiedeva pietà così come i suoi polmoni.
Il campanello risuonò, e dopo pochi secondi –che parvero ore- una Kazuha in pigiama e capelli spettinati aprì la porta.
Heiji le si fiondò addosso e la abbracciò così forte che le fece mancare il respiro, dopo qualche secondo si rese conto che lei era lì e che stava bene, che nessuno aveva osato toccarla e che nessuno le aveva fatto del male.
“T-tutto bene?” Chiese lei ricambiando il caloroso abbraccio.
Lo guardò dalla testa ai piedi e sorrise a vederlo con il pigiama celestino.
“Scusami, sono un deficiente. Ho fatto un sogno…e…scusa, ora che ci faccio caso sono veramente uno stupido. Anzi, la stupida sei tu che mi fai preoccupare.” Disse facendo per andarsene.
“Io ti faccio preoccupare? Tu ti preoccupi per me? Lo vedi…alle due e mezza di notte sei più dolce del solito, vieni a farmi visita più spesso a quest’ora.” Sorrise lei prendendolo per un braccio e facendolo voltare. “Grazie mille, Heiji.”
“Kazuha…sicura di star bene? Se vuoi io…” Il ragazzo si perse nuovamente in quegli occhi lucidi di sonno e in quel viso che presentava una guancia candida e l’altra rosea per il cuscino, i capelli erano sciolti e lunghi come mai…com’era bella anche in piena notte.
“Ho capito, ho capito.” La ragazza chiuse la porta e con l’aiuto dell’altro riuscirono a portare il divano nella sua stanza.
“Buonanotte Heiji, vedi di non farmi prendere altri colpi per cortesia…Heiji?” Ma quando Kazuha si voltò lo vide già addormentato con la posa di un bambino.
<< No, non cambierà mai. >>
 
“Buongiooorno!” Disse il ragazzo stiracchiandosi sul divano e facendo un piccolo riassunto mentale di ciò che era successo poche ore prima.
La ragazza dormiva beata volta verso di lui, il lenzuolo e le coperte penzolavano verso terra sui suoi fianchi, era splendida.
<< Poi si lamenta se le prende il raffreddore. >> Pensò fra se e se sospirando e alzandosi per rimboccarle le coperte.
Quando si avvicinò notò che era arrivato un messaggio sul cellulare della ragazza.
Stasera una bella cena a lume di candela per farmi perdonare. Alle 20 e 30 al Tenshi Yume . Ci stai? Ieri hai detto che ti avrebbe fatto piacere passare una serata tranquilla con me. Ayane.
 Heiji sentì le tempie pulsare e il sangue ribollire nelle vene.
Guardò Kazuha, quel viso dolce e roseo, la bocca semi aperta, quelle labbra dolci, gli occhi chiusi e sereni, quei capelli leggermente scompigliati dall’aria che entra dalla finestra.
“Mhmm, Heiji?” Il ragazzo poggiò di fretta e furia il telefono e si accovacciò all’altezza della ragazza e le pizzicò il naso dandole della dormigliona.
Quella si trascinò le coperte fin sopra la testa e si voltò dall’altro lato ignorando l’amico che, per ripicca, le tolse tutte le coperte e avvicinò le mani ai fianchi pronto per farle il solletico.
Quelle mani curiose, che avrebbero volentieri carezzato quel viso e quel corpo…
“Heiji? Mi volevi fare il solletico?” Chiese quella sedendosi a gambe incrociate e strofinandosi gli occhi, aveva notato che il detective aveva allungato le mani per farla svegliare, ma non capiva perché si fosse fermato.
“I-io n-no..” Balbettò l’altro arrossendo << Non riuscirei a frenare le mani .>>
“Se esci mi cambio, e magari preparo la colazione…o vuoi morire di fame?” Disse quella ridendo.
Passò all’amico la divisa nera della scuola che aveva dato a lei perché rattoppasse gomiti e ginocchia che si erano sgualcite con la rovinosa caduta di due giorni prima.

“E così con Ayane non ti sei sentita più…” Cominciò lui vago sperando che lei parlasse del messaggio.
“No, non ci siamo più sentiti…” Rispose quella porgendo al ragazzo la colazione giapponese che tanto amava.
“Quindi hai deciso di ascoltare me?Non lo cercherai più o altro?” Il ragazzo addentò affamato l’abbondante pasto.
“Mhm.” Annuì lei bevendo del succo e guardando l’orario. Quel giorno avrebbero saltato la scuola.
 
“Siamo sicuri che avete solo dormito?” Disse la vocina del piccolo Conan.
“Kudo, vuoi che ti riattacchi in faccia?”Rispose quello guardando l’orario.
“Quello che dovrebbe riattaccare sarei io! Quello che hai in mente è molto pericoloso.” Disse il bambino cercando di dissuadere l’amico da quella follia.
“Non è poi così spericolato: seguo Ayane da casa sua, taglio per la strada Nera, arrivo prima al ristorante e chiudo il conto. Tutto qui.” Disse serio l’altro.
“Tutto ciò perché Kazuha è la tua amica d’infanzia, nient’altro.”Disse ironico Shinichi.
“Tu pensa a Ran e a quell’altro che la corteggia.” Rispose il detective di Osaka.
“Piuttosto, c’è solo la stradina Nera per arrivare al Tenshi Yume?Non puoi fare la strada principale? Mi hai spiegato bene che quella strada è chiamata Nera proprio per i morti a causa di rapine, rapimenti e motociclisti impazziti…” Conan si allontanò dalla stanza e notò che Ran era al telefono.
“Scusa Hattori, devo andare, ti richiamo stasera tardi.” Detto ciò si udì la linea sconnessa.
<< Kudo, sempre il solito >>.
Heiji infilò il giubbotto nero e prese le chiavi della moto. Ayane aveva i minuti contati.
 
La moto sfrecciava dietro la macchina nera di Nakamura, strideva sul suolo della strada e inforcò la stradina Nera e velocizzò ancora di più sperando di arrivare prima dell’altro.
Durante una curva più stretta fu costretto a girare sul polso dolorante e finì col perdere il controllo.
Heiji voltò la faccia a destra e notò due luci che filtravano dal casco. Dopo il silenzio.


Un odore forte di pesca lo investì in pieno, aprì lentamente gli occhi e vide davanti a se un dottore di mezza età che lo guardava serio.
“Sei un miracolato, vedi di ringraziarla.” Dopodiché se ne andò chiudendo la porta.
“C-cosa è successo? Dove sono?” Chiese notando di non poter muovere alcun muscolo.
L’unico rumore che udiva era quello dei singhiozzi.
“Chi è che piange dietro di me?” Disse girandosi lentamente e scoprendo la presenza di una ragazza in abito da sera e coda alta.
“Kazuzu?” Disse sorridendo debole.
Il ragazzo cercò di muovere il polso destro e lo avvicinò alla sua amica.
“Smettila di piangere…” Sussurrò con fatica mentre sentiva i muscoli indebolirsi ancora.
Kazuha si asciugò le lacrime e mostrò un viso annerito dal leggero trucco sbavato che cozzava con il viso dolce che però era contratto in un pianto infinito.
“Sei tutta bagnata…” Le fece notare guardandole i polsi e le maniche madide di lacrime.
“E’- è tutta colpa mia…dovevo dirti che ci sarei andata solo pe…per dirgli che non volevo avere a che fare con lui. I-io non te l’ho detto perché…volevo provare da sola a chiudere questa faccenda.” Detto ciò ricominciò a piangere sulle mani consumate dal sale delle lacrime che correvano da più di un’ora.
“Mi riprenderò presto su, sono forte e poi con…-ci pensò su un po’ e poi decise che forse l’avrebbe calmata- …con te accanto guarirò prima, no?” Sorrise leggermente e poi chiuse gli occhi un altro po’.
“Heiji, non ti addormentare ora…ti prego.” Il ragazzo riaprì gli occhi a metà e notò che gli occhi della ragazza erano più luminosi del solito. “Ho bisogno di te, Heiji.”
Il detective si spostò da un lato del letto con fatica e solo con la parte del superiore del corpo.
“Vieni qui, Kazuzu.” La ragazza si alzò e si sdraiò accanto a lui piangendo sulla sua spalla, lo strinse a se provocandogli dolore che lui si sforzò di non mostrare pur di vederla stare un po’ meglio.
“Shi..Shinichi mi ha detto che volevi prendere la stradina Nera e io sono scappata immediatamente e ho visto che una motocicletta ti arrivava addosso…Ho avuto paura!” Si accoccolò ancora di più nel pigiama azzurrino ospedaliero e mise una mano sulla guancia del suo amico.
“Stupidina, non farlo mai più. Poteva succedere a te…” Detto questo le baciò i capelli e ci poggiò sopra la fronte.
“Avrei preferito rompermi io la gamba, avrei preferito io slogarmi il polso e finire su questo letto d’ospedale! L’avrei preferito, Heiji!” La ragazza frenò le lacrime e cercò di calmarsi prendendo lunghi respiri e ascoltando il battito del cuore.
Aveva rischiato di non sentirlo mai più quel cuore battere, aveva rischiato di perdere quell’infinito calore che in quel momento la avvolgeva, aveva rischiato di perdere il suo migliore amico…il ragazzo di cui era follemente innamorata da una vita.
“Non lo dire neanche per scherzo, Kazuha. Io mi riprenderò presto e l’importante è che tu stia bene, provvederò io stesso a parlare con Ayane.” Disse quello sempre più stanco.
“Di lui parleremo dopo, ora riposati.” Gli disse mentre si slacciava dall’abbraccio per lasciargli più spazio.
“Non andartene, resta qui…”La pregò allungando un po’ il braccio destro per poi farlo cadere sul fianco.
E Kazuha si sdraiò ancora accanto a lui mentre lo vedeva tornare a dormire, mentre si chiedeva cosa stesse sognando e ignorando che lei era l’oggetto dei suoi sogni.






Angolo autrice- nuovamente in azzurro.-
Ciaoo :D Quanto tempo!
Ultimamente ho mille cose da fare e sempre meno tempo per scrivere T-T (E sempre meno idee)
Ma oggi è uscita questa cosa (?) è da questa mattina che scrivo, spero che vada bene.
Fatemi sapere com'è ;) Baciii 

P.s. No, non siete impazziti...non è morto nessuno .-.
 

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