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Autore: horanadorable    01/05/2014    8 recensioni
Se avessero chiesto a Stiles come si sentisse in quel momento avrebbe risposto:” Bene, amico!.” Come al solito no? [...]
Si incolpava della disperazione silenziosa del padre di Allison.
Del dolore nascosto sotto un sorriso di Lydia.
Degli occhi tristi di Isaac.
Della faccia scavata di Scott.
Della scomparsa di Ethan.
E di quella di Derek.
Erano passati tre mesi, dieci giorni e decisamente troppe ore dall'ultima volta che Stiles sentì di essere vivo.
[Sterek] spoiler 3B.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                 The rain inside me and the rainbow inside you.

Se avessero chiesto a Stiles come si sentisse in quel momento avrebbe risposto:” Bene, amico!.” Come al solito no?
Ma Stiles non stava bene, per niente.
Erano passati tre mesi dall'ultima volta che aveva visto Allison.
Aveva il suo sorriso impresso nello sguardo. La risata che risuonava nella mente.
Erano passati tre mesi dall'ultima volta che aveva visto Aiden.
Aveva in mente ogni cosa, ogni lotta, ogni sua battuta, anche se un rapporto con lui effettivamente non aveva.
Scott aveva provato ad andare avanti, “E' questo che fa un Alpha!” diceva.
E tutti ci credevano. Ma Stiles no, oh lui non poteva crederci.
Lui sapeva che Scott era distrutto, dentro, fuori.
E Stiles ci provava, ci provava davvero a consolarlo.
Ma come può un tornado ricostruire una città dopo il suo passaggio?
Ecco come si sentiva Stiles, confuso, bloccato, sull'orlo del precipizio.
Nella mente gli tornavano tutti i ricordi, gli occhi delle persone, il terrore, ricordava tutti, come se fosse stato al cinema a vedere un vecchio film in bianco e nero.

Le giornate passavano lentamente. Al rallenty. E Beacon Hills sembrava stesse piangendo la morte dei suoi amici, erano ormai settimane che il sole non spuntava dalle nuvole.
Proprio come dentro di lui.
Stiles, la mattina si svegliava, andava davanti alla finestra e guardava fuori, rimaneva ore disperso tra le nuvole, e quando andava a dormire sperava con tutto se stesso che tutto l'accaduto fosse frutto della sua piccola mente.
Ma non era certamente così.
E la mattina si svegliava e ricominciava quel ciclo infinito.
Perchè si incolpava di tutto, anche se la colpa non era sua.
Si incolpava della disperazione silenziosa del padre si Allison.
Del dolore nascosto sotto un sorriso di Lydia.
Degli occhi tristi di Isaac.
Della faccia scavata di Scott.
Della scomparsa di Ethan.
E di quella di Derek.
Erano passati tre mesi, dieci giorni e decisamente troppe ore dall'ultima volta che Stiles sentì di essere vivo.
Quel giorno, si sveglia urlando, il sogno ancora impresso, lui che prova ad uccidere Derek.
E dopo minuti passati a fissare il vuoto, usce sul davanzale.
Guarda un po' in giro.
Fa per sporgersi per vedere meglio un albero quando.
“STILES!” un urlo lo fa saltare dalla paura.
Riconosce quella voce.
“Derek?” si guarda intorno confuso.
E proprio l'interessato lo guarda appollaiato sopra un albero.
“Cosa ci fai qui?” riparla guardando il lupo.
“Passavo.” divaga Derek saltando dall'albero al davanzale.
“Ah, passavi per il mio albero?” chiede Stiles con sarcasmo, ma con la voce stanca.
“Diciamo.” risponde il lupo guardandolo.
“Pensavo fossi tornato da Cora” dice l'umano sedendosi sul letto.
“Sono stato qui in giro” il lupo prende una maglietta e dei pantaloni dall'armadio di Stiles “Metti questi” ordina.
“Perchè dovrei” chiede l'umano senza guardare Derek.
“Devo portarti da qualche parte, ti stai isolando Stiles, sei messo così male che se non sentissi il tuo cuore ti crederei morto da tempo.” Derek lo guarda con così tanta intensità da costrigerlo ad annuire.
Prende i vestiti e si chiude in bagno per fare una doccia, e dopo venti minuti ne usce asciutto e vestito.
Derek senza dire nulla, gli fa cenno di scendere le scale.
Stiles supera il lupo e scende le scale velocemente, si ferma in cucina e lascia un rapido foglietto a suo padre.
Si gira accorgendosi del maggiore dietro dio lui.
Apre la porta e si avvia verso la Jeep che da ormai tre mesi è chiusa in un lurido garage.
“No, andiamo con la mia.” per poco Stiles, pensa che quelle parole non fossero state dette dal lupo dietro di lui -cioè la sua Camaro è sacra- scomparso perchè impegnato a correre verso la macchina scappando dalla pioggia che aveva deciso di fare capolino sulle loro teste.
Stiles cammina piano sente ogni goccia scivolare in mezzo ai capelli, scendere sul suo volto, incastrarsi nelle ciglia, accarezzare le sue labbra e poi cadere rovinosamente a terra alimentando il terriccio. Ama la pioggia, da piccolo con Scott nelle fredde giornate d'autunno quando la pioggia era l'unica cosa che si vedeva all'orizzonte, uscivano di casa e a braccia aperte, sollevavano la testa verso il cielo. Non è necessario dire che quando tornavano a casa, una arrabbiata Melissa e un severo Sceriffo li sgridavano per tanto tempo, e poi dopo aver deciso una punizione, preparavano la cioccolata calda.
Stiles sorride al cielo pensando ai ricordi d'Infanzia.
Allison tu sorridi anche li?
Il clacson dell'auto nera di Derek lo risveglia dai suoi pensieri.
Arriva davanti alla macchina e apra la porta, si siede al posto del passeggero tranquillo.
“Se volevi lavare la mia macchina bastava chiedere” lo guarda storto il lupo.
“Scusa” dice colpevole Stiles “E' che amo la pioggia” continua alzando le spalle.
Derek lo guarda – stranamente – con leggera dolcezza, e Stiles si senta sollevato, come se un camion avesse appena portato via uno dei massi posti sopra alla sua anima.
Quando la macchina parta Stiles guarda fuori con occhi inespressivi, e dieci minuti dopo è ancora lì, immobile.
E a Stiles sembra come un eco lontano la voce di Derek, come se fosse una voce aldilà del vetro.
“Non è stata colpa tua, Stiles.” dice la voce dell'uomo al volante guardando la strada.
Stiles non ci bada molto all'inizio, ma quando il suo cervello racimola abbastanza energia da capire la frase del lupo pensa di essersi immaginato tutto.
“Stiles.” lo chiama Derek, col tono di un padre che parla al figlio che lo ignora.
Allora il ragazzo capisce di aver sentito bene.
Scrolla le spalle e gira il viso verso il lupo.
“Sai che non è stata colpa tua.” ripete l'uomo, accostando l'auto.
Derek si gira verso Stiles.
Verde nel dorato.
Smeraldo e Ambra.
“Ma tu non mi odiavi un tempo?” chiede l'umano guardando il licantropo apatico “E poi perchè proprio tu, tu che “Stiles è un idiota bla bla, gli taglio la gola con i denti bla bla, sei qui?” gesticolò imitando il lupo.
“Io non faccio così.” lo guarda Derek imbronciandosi.
E poi, succede una cosa meravigliosa. L'espressione di Derek era così buffa da sembrare un bimbo a cui avevano tolto una caramella, Stiles si sente riempire di serenità, e scoppia a ridere, una risata trattenuta, partita dal cuore dell'umano e arrivata in quello del lupo.
E Derek vede Stiles ridere con le lacrime agli occhi, il sollievo tra le risa, e non può fare a meno di sorridere.
Dopo che Stiles – con fatica – smette di ridere, guarda il lupo dopo un secondo salta sul posto.
“Stai sorridendo!” emette un urletto estasiato battendo le mani.
E a Stiles pare di aver sentito il suo cuore battere all'impazzata.
Derek allora torna alla sua espressione currucciata.
“No” risponde riaccendendo la macchina.
“Oh si, sourwolf, ti ho visto.” dice deciso l'umano punzicchiando la guancia del lupo.
L'uomo sbuffa.
Dopo svariati minuti di sbuffi, e sguardi curiosi arrivarono davanti ad un ristorante.
“Un ristorante?” chiede curioso l'umano guardando l'insegna.
“Beh, dove porti una persona al primo appuntamento?” pronuncia il lupo aprendo la portiera e uscendo.
Appuntamento. Derek. Loro. Insieme.
Stiles si sente avvampare e giura di sentire il suo cuore uscire dalla cassa toracica.
Uscito dall'auto insegue Derek dentro.
“Ho ordinato per due, Hale” si rivolge con gentilezza sua al primo cameriere il lupo.
Stiles lo guarda.
“Avevi organizzato tutto? E se non avessi accettato?” domanda l'umano stranamente felice.
“Ti avrei preso in braccio e obbligato a salire in macchina.” gli fa l'occhiolino il lupo.
Oddio Allison, è bellissimo.
E Stiles sorride, sorride come non sorrideva da tempo.
Si siedono nel tavolo assegnato.
“Carino qui.” cerca di scacciare l'imbarazzo Stiles.
“Si.” dice Derek prima di concentrarsi sul menù.
Il cameriere si avvicina a loro.
“Cosa desiderate di pranzo?” chiede.
“Un piatto di pasta al sugo di noci, e di carne una bistecca alla brace.” ordina Derek solennemente.
Stiles si guarda intorno.
“Uhm...pasta al pesto e carne impanata” ordina incerto, insomma era la terza volta che andava al ristorante!
Il cameriere annuisce per poi sparire.
“Allora...ti piacciono -Stiles si guarda intorno cercando qualcosa di cui parlare- i fiori, si i fiori!?” chiede a Derek.
“I fiori? Si.” lo guarda divertito il licantropo.
Stiles avvampa.
Lo salva il cameriere che poggiando i piatti sul tavolo e dando il suo numero a Dere- aspetta, dando il numero a chi?
“Ehm Derek, ti ha dato il suo numero” puntualizza Stiles dopo che il cameriere si volatizza, provando..gelosia?
“Uh si, pazienza” alza le spalle l'uomo.
E Stiles tira un sospiro di sollievo.
“Lo chiamerò dopo.” ghigna Derek trattenendo un sorriso.
Ma andiamo.
Stiles inizia a mangiare facendo finta di non aver sentito.
Dopo aver finito quel interminabile cena, Stiles cerca il portafoglio ma.
“Oddio Derek, ho dimenticato il portafoglio, scusa, ti pago la cena dopo giuro” sussurra Stiles guardandolo desolato.
“E' uguale tranquillo.” l'uomo si alza per pagare e poi torna al tavolo. “Andiamo?”
Stiles annuisce.
“Piove ancora” si lamenta Derek uscendo e avvicinandosi alla macchina.
“Stiles muoviti!” urla ormai davanti all'auto.
“Dai Derek, io amo la pioggia, vieni ad amarla con me” grida Stiles con le braccia aperte.
“Non dire stupidaggini Stiles, muoviti.” incrocia le braccia il lupo.
“Cos'è lupetto ti si arruffa il pelo?” sorride Stiles.
Derek spazientito si avvicina al ragazzo ancora sorridente.
“Mi farai impazzire.” sbuffa l'uomo.
E Stiles lo guarda, lo guarda come se fosse l'unica cosa oltre la nebbia.
Derek sprofonda nei suoi occhi, affoga nel cioccolato.
Il lupo si avvicina lentamente, appoggia una mano dietro la nuca del ragazzo e lo avvicina a lui.
“Oh si, mi farai impazzire.” sorride prima di unire le sue labbra a quelle del ragazzo sconvolto davanti a lui.
E Stiles rimane disorientato ma poi, quando Derek passa la lingua sulle sue labbra, le socchiude lasciandolo entrare.
Rimangono avvinghiati per secondi che sembrano minuti, minuti che sembrano ore, con la pioggia a fare da collante.

 

 

                                                                                                     There's a hole in my soul.
                                                                                                      I can't fill it. I can't fill it.

                                                                                                  There's a hole in my soul.
                                                                                             Can you fill it? Can you fill it?

 

 

E quando la pioggia finisce e il primo raggio di sole colpisce i due, Stiles si stacca di poco.
Negli occhi di Derek si riflette l'arcobaleno spuntato dietro di loro.
“Hai l'arcobaleno negli occhi.” sussurra Stiles.
“Che frase romantica Stiles, da che cioccolatino l'hai pres- “ prova a dire il licantropo ma è interrotto da uno schiaffetto sulla nuca.
“Stupido, intendo che l'arcobaleno si riflette sui tuoi occhi.” ridacchia Stiles indicando l'arco di colori.
“Ah, ok.” guarda il cielo Derek.
“ Eeeeee dai” ride Stiles.
“Ah ridi?” chiede divertito il lupo.
“Si” continua a ridacchiare l'umano.
“Vediamo se continui a ridere” lo prende in braccio Derek.
E mentre Stiles continua a ridere sopra alla spalla del lupo che sorride, qualcuno li sta guardando.
Qualcuno dei piani alti.

 

 

 

Allison sospira intenerita.
“Ehi Alls” una Erica allegra la chiama sedendosi affianco a lei su un masso proprio davanti a quella tenera scena.
“Sono teneri vero?” ridacchia Allison.
“Oh sisi, lo sapevo io!” ride “Boyd -urla- mi devi venti dollari, guarda, che ti avevo detto?”
Un Boyd intenerito per la scena e seccato dalla scommessa appare a fianco a loro.
“Vedo” si siede sull'erba.
“Che state guardando?” una ragazza bellissima con due occhioni verdi appare affianco a Allison.
“Laura, ehi, guardiamo tuo fratello e il piccolo Stiles.” risponde Allison sorridendo.
“Si è dato da fare eh, sono bellissimi, mamma, Claudia, voi che ne pensate?” sorride.
"Sono meravigliosi, davvero meravigliosi." dicono in coro le due madri.
“Tra pochi giorni dovremo nascondere preservativi ovunque.” si apre in una fragorosa risata Erica, che coinvolge tutti.
Si Stiles, anche qui sorrido.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ehm. Ciao?
Questa...cosa dovrebbe essere un OS, dovrebbe.
E' un esperimento, vedremo.
Spero vi piaccia, ci tengo.
Se ci sono errori, ditemelo, così provvedo subito.
Alla prossima -forse-
Adiosss.

  
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