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Autore: Fuffy91    22/07/2008    4 recensioni
La continuazione di un sogno...o di una realtà? Scopritelo da voi!!! Baci baci Fuffy91!!! ^___^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pegasus Seiya, Saori Kido
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sogno o realtà 2

“ Lady Isabel! La prego, si fermi!”

“ No, Pegasus, ti prego…”

Ma lui riuscì ad afferrarle il braccio, la attrasse a sé e rispecchiandosi nei suoi occhi verdi e profondi, le chiuse le labbra con un bacio infuocato.

La pioggia scorreva, torrenziale sulle loro figure intrecciate in un abbraccio senza fine, ma loro non vi badavano. Continuavano a scambiarsi baci ora teneri ora passionali, mentre gocce fredde colavano dai loro abiti, dai loro capelli, dalle loro braccia scoperte ,dai leggeri indumenti estivi.

Lady Isabel immerse le mani affusolate in quei ciuffi castani e ribelli, rispondendo ai baci di Pegasus con una passione travolgente quanto tanto quel temporale.

Il giovane cavaliere si staccò dalla sua dea solo per riprendere fiato, per poi sorridere accattivante e rapire di nuovo i suoi sensi con un altro ennesimo bacio.

Cominciò ad accarezzarle la schiena, i capelli lunghi e bagnati, la vita sottile, i fianchi, per poi risalire lungo il busto, le spalle, le braccia e affondare di nuovo nella sua chioma fluente.

La amava, la amava e desiderava con tutto sé stesso. Pegasus si sentiva il cuore esplodere per la troppa gioia. Doveva dirglielo, adesso, lì, in quel momento, sotto la pioggia.

“ Ti amo.”

Ecco, l’aveva detto, contro il suo orecchio in modo che potesse sentirlo perfettamente. La sentì irrigidirsi, immaginava per la sorpresa e il suo sguardo glielo confermò. Sapeva di osservarla con l’amore riflesso nei suoi occhi marroni, ma non intendeva più soffocare i suoi sentimenti, non ora, non a quel punto.

Lei gli sorrise, con le gocce di pioggia che le colavano dal viso e dalle ciglia lunghe di quegli occhi grandi e meravigliosi, ma non se ne curò.

Lo abbracciò strettamente e baciandogli il collo umido e dal profumo virile, gli bisbigliò all’orecchio:

“Anch’io, anch’io ti amo Pegasus.”

Pegasus si sentì morire per l’ondata di felicità che lo colpì improvvisamente solo per quelle poche ma importanti parole, pronunciate in modo così sentito, da lei.

La baciò di nuovo, con dolcezza questa volta, per poi baciarla ancora, ancora e ancora. Baci caldi, tempestosi, ammalianti, sensuali, teneri, dolci, carezzevoli…baci da cavaliere.

La pioggia cadeva ancora incessante su di loro, le auto passavano abbagliandoli con i loro fari notturni accecanti, ma nulla sembrava turbare il loro idillio, il loro sogno di un amore mai rivelato.

La pioggia terminò come era venuta, inaspettata, lasciando il posto ad una luna piena padrona del cielo punteggiato di stelle. Le tredici stelle di Pegasus sembravano risplendere ancora di più in quella notte magica, accompagnate da cori d’angeli, suono di campane e da una dolce melodia d’amore.

                                                                                                     *************

Quando Pegasus si risvegliò, tutto gli sembrava strano. Era steso in un letto, ricoperto da un lenzuolo bianco, ma stranamente gli sembrava più morbido ed ampio del normale. E poi il soffitto non era più in legno, tipico di una mansarda, ma più alto, dipinto di una luminosa vernice bianca, dove al centro torreggiava maestoso un lampadario stile ‘700. Questi particolari bastarono per fargli capire che non si trovava nel suo appartamento. Si mosse, cercando di alzarsi, ma una tremenda fitta alla testa dovette farlo reclinare di nuovo sul morbido cuscino in piume. Si portò la mano destra sulla nuca. Scottava, aveva la febbre alta. Ma com’era possibile.

All’improvviso la porta della stanza si aprì e Pegasus vide Lady Isabel, vestita con il suo solito abito bianco, varcare la soglia e richiudersi la porta alle spalle, sorridendogli.

“Oh, Pegasus! Ti sei svegliato!”

Mentre si avvicinava verso il suo letto, nella sua mente vorticarono le immagini del sogno meraviglioso che aveva fatto quella notte. Guardò il soffitto, sospirando avvilito. Un sogno, di nuovo. Era la seconda volta che sognava lui e Lady Isabel che si confessavano di amarsi. In circostanze diverse, certo, ma pur sempre in un sogno.

 

“Come ti senti? Non avresti dovuto correre sotto un temporale di quel genere, ieri notte. Era logico che ti saresti preso un malanno.”

Prese una sedia e si sedette accanto a lui, elegantemente, continuando a sorridergli dolce.

“ Sirio, Crystal e Andromeda ti hanno trovato accasciato a terra, bagnato ed ansimante. Fortuna che ti trovavi proprio nelle vicinanze della mia residenza, altrimenti la febbre sarebbe peggiorata a dismisura se ti avessero portato nel tuo appartamento.”

Detto questo, si protese verso di lui e gli avvolse con una mano fresca la fronte, non riuscendo a socchiudere gli occhi a quel tocco.

La sentì sorridere dolce e ritrarre la mano, ora diventata più calda al suo contatto.

“ Bene. La febbre è scesa.”

Gli comunicò, sempre sorridente. Quanto gli piaceva vederla sorridere. Era come se gli regalasse nuova speranza. Un suo sorriso equivaleva ad un caldo raggio di sole dopo una notte buia e tormentata. Ma ora, quel sorriso non faceva che intensificare l’amore incontrastato che provava per lei.

“ Il dottore ha detto che dovrai rimanere a riposo almeno un altro giorno. Questo vuol dire che sarai mio ospite fin a quando non ti sarai ristabilito del tutto.”

Un altro giorno, in quella casa, con lei? No! Non poteva permetterlo! Se solo lo avesse sfiorato di nuovo come aveva fatto poco prima, nello stato in cui si trovava e con il sogno recente ancora vivido nella sua mente, Pegasus sapeva che non sarebbe stato capace di controllarsi, nonostante la febbre.

No! Doveva assolutamente alzarsi di lì, scappare, allontanarsi da lei il più possibile. Ma proprio quando cercò di sollevarsi per alzarsi, una nuova fitta alla testa lo colpì come una lama affilata, facendolo imprecare mentalmente per il dolore.

Lady Isabel, che si aspettava una reazione del genere da parte sua, lo aiutò a sistemarsi comodamente in quel letto che gli appariva come una trappola per bestie feroci.

Ridendo ,quasi divertita per la sua impazienza, gli appoggiò delicatamente il capo sul cuscino trapuntato, accarezzandogli i ciuffi ribelli che gli ricadevano sulla fronte., con l’intenzione di calmarlo, senza sapere che così facendo, non faceva altro che alimentare un altro tipo di febbre che covava dentro di lui: una febbre d’amore.

“Su, avanti. Non essere impaziente, Pegasus. Dopotutto è soltanto un giorno. Non ti mangio mica, sai.”

Non poté fare a meno di ricambiare il suo sorriso dolcissimo, mentre si abbandonava al dolce delirio delle sue carezze sul volto e fra i capelli. Erano così leggere tanto da sembrare che non lo stesse nemmeno toccando. In un certo senso era crudele. Lei poteva sfiorarlo ogni volta che voleva, mentre lui invece doveva sempre trattenersi sul ciglio dell’esplosione. Questo pensiero gli provocò un moto di stizza, tanto che scansò la sua mano quasi con frustrazione, mentre un lampo mai visto prima offuscava il suo sguardo profondo.

Volse il capo verso un punto indefinito della parete, lontano dai suoi occhi chiari e dalla sua espressione sorpresa.

Ma che gli era preso? Non si era mai comportato così bruscamente con lei. Questi sentimenti al condizionale che provava nei suoi confronti, lo stavano facendo impazzire del tutto. Non c’era altra spiegazione e la febbre non contribuiva di certo a farlo ragionare razionalmente. Ciononostante si pentì immediatamente del gesto che aveva appena compiuto e mordendosi le labbra timoroso, le sussurrò, rivolgendole la parola per la prima volta, da quella strana mattina:

“ Perdonatemi, Lady Isabel. Ma …sono molto stanco. Per favore, lasciatemi solo.”

Sospirò amaramente dopo quelle frasi pronunciate non con il tono deciso che avrebbe voluto, ma quasi con una nota di supplica. Diede colpa di ciò di nuovo alla febbre, ma in fondo sapeva che il 99% era del suo cuore grondante passione. Passione per una donna che non poteva avere, non poteva stringere tra le braccia, non poteva accarezzare, non poteva baciare…non poteva amare.

Sospirò di nuovo il cavaliere di Atena, sta volta per la delusione. Il suo compito era di proteggerla, non di provare qualcosa al di là del rispetto e dell’amicizia per lei.

Oh, maledizione! Ingiusto, ingiusto e crudele era stato il suo fato! Perché doveva innamorarsi proprio di lei, Lady Isabel, l’incarnazione della dea Atena? Ma in realtà per lui, non era la dea Atena quella che lo accudiva, lo sfiorava, gli sussurrava parole amorevoli e gli donava luminosi sorrisi. Era Lady Isabel, solo Isabel, non Atena, dea della giustizia.

Forse aveva trascorso troppo tempo chiuso nei suoi pensieri, perché Isabel sospirando rassegnata, senza capire il suo atteggiamento anomalo, si era alzata dal suo capezzale e si era voltata per uscire dalla camera. Ma proprio in quel momento, come animato da un altro Pegasus che si celava nascosto dentro la sua anima, pronto per uscire al momento opportuno, cioè in quell’attimo preciso, si alzò velocemente dal letto, scostando le lenzuola di lino candido con un fruscio, che fece voltare inaspettatamente la bella duchessa Di Tule, mentre i capelli sciolti e lisci le coprivano come fili sottili di seta metà volto meravigliato.

Ma accadde qualcosa di inaspettato: il lenzuolo era scivolato lungo il materasso in piume d’oche, atterrando sul pavimento in parchè e avvolgendo la caviglia sottile di Lady Isabel, che sentendosi tirare, bastò un suo gesto brusco che rischiò di cadere a terra rovinosamente. Prontamente Pegasus la afferrò per un braccio e la attirò a sé, spostandolo verso la vita sottile di lei. I suoi occhi color nocciola si incatenarono a quelli verdi e profondi di lei, che per reggersi maggiormente a lui gli mise una mano sul petto scolpito e ricoperto dalla solita t-shirt rossa ,con le maniche arrotolate sulle spalle.

Isabel vide un nuovo lampo scintillante attraversare lo sguardo incantatore del suo cavaliere, ma ben diverso da quello che l’aveva preceduto. Che fosse…

“Pegasus…”

Gli sussurrò a pochi centimetri di distanza.

Pegasus le catturò quella ciocca di capelli corvini che le ricadeva sempre sul davanti e accarezzandola distrattamente, le bisbigliò, mentre sapeva che la mano di lei stava sicuramente ascoltando il battito irrefrenabile del suo cuore:

“ Isabel…io…”

Ma non riuscì a continuare oltre e così, pur essendo cosciente di star per commettere una pazzia, la baciò, catturando con le sue labbra infuocate, quelle socchiuse e tenere di lei.

Espresse in quel bacio lungo e passionale tutto ciò che non riusciva a spiegare con le parole, socchiudendo gli occhi e stringendola ancora di più a lui, come se volesse modellarla al suo corpo muscoloso ma snello.

Mai fu più sorpresa più gradita sentire le mani di lei raggiungere i suoi capelli e la risposta al suo bacio. Il sogno, tutto come nel suo sogno. Non c’era una pioggia torrenziale ad investirli, ma quella non era nulla in confronto alla vera tempesta d’amore che scaturiva direttamente dai loro cuori impazziti.

Quando quell’attimo meraviglioso terminò, Pegasus le sussurrò senza più reticenze:

“Ti amo, Isabel.”

E leei alzando gli occhi verdi e splendenti di gioia e sorridendo felice gli chiese:

“Da quando?”

“Da sempre.”

Lei lo abbracciò e gli sussurrò all’orecchio:

“Anch’io, anch’io ti amo Pegasus.”

E da qui seguirono altri baci e nuove e ritrovate carezze.

Pegasus sentiva di aver raggiunto il limite massimo dell’universo ed Isabel di aver superato anche quello.

Ora Pegasus ne era convinto, mentre varcava sorridente e mano nella mano con la sua Isabel.

Il sogno era divenuto, finalmente, realtà.

 

 

Allora, vi è piaciuta????  Posso affermare che questa è veramente la fine di questa storia d’amore. Fine, ma che dico??? È solo l’inizio, almeno per loro!!! Spero che sia stata di vostro gradimento e che sia riuscita a farvi amare questa coppia che io adoro follemente!!! Sono gradite anche piccole recensioni, se volete!!! Baci baci Fuffy91!!! ^___________________^

 

 


  
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