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Autore: Lylawantsacracker    01/05/2014    5 recensioni
Un'introspezione sul personaggio che amo di più in questa serie, Simon Bellamy, sulla base della canzone "Creep" dei Radiohead.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alisha Bailey, Simon Bellamy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Simon Bellamy era sempre stato considerato “il tipo strano” fin da quando era piccolo. Era vero, non sapeva relazionarsi con le persone, ma ci provava. Ci provava davvero, sebbene lo intimorissero.
Ma i suoi sforzi e i suoi modi goffi servivano solo ad attirare ulteriormente le battute degli altri. Battute che lo ferivano, anche se non lo dava a vedere. “Malato mentale” e “Coglione erano i nomignoli affettuosi che erano soliti affibbiargli. Simon cercava di non dar loro peso, e di socializzare comunque. Anche ai servizi sociali.

Ecco, i servizi sociali. Ci era finito quando il suo carattere tranquillo e mite si era frantumato in mille pezzi, per lasciare il posto ad una furia cieca e distruttiva. Si ricordava bene quella notte.

But I'm a creep
I'm a weirdo
What the hell am I doing here?
I don't belong here


Quella sera, Simon stava leggendo uno dei suoi fumetti preferiti, quando gli arrivò un sms sul cellulare. Era piuttosto sorpreso; non lo cercava mai nessuno. Prese il cellulare e lesse il messaggio. Era un invito alla discoteca lì vicino per mezzanotte. Appena vide il mittente, rimase ancora più sorpreso. Era Matt, il ragazzo che lo derideva e lo picchiava a scuola. Pensò che volesse farsi perdonare.

Allegro, si preparò per la serata. Arrivò al locale, un paio d'ore dopo. Aveva preso due birre, una per lui e una per Matt; era disposto a perdonarlo. Vide che chiacchierava tranquillamente con un gruppo di amici. Simon si avviò verso di lui, con una sicurezza insolita.

- Ciao, Matt. - disse Simon, sorridendogli.

Lo fissarono tutti. Matt lo guardò gelidamente. - E tu cosa vuoi?

Simon esitò. - Beh, ho ricevuto il tuo invito per stasera... C'era scritto Simon...

L'occhiata che gli lanciò il ragazzo era piena di commiserazione. - Dio, Simon, non era per te. Era per un altro Simon, mi sono sbagliato.

I suoi amici scoppiarono a ridere.

- Sei proprio un ritardato – aggiunse Matt, ridendo con gli altri.

Simon se ne andò con la coda fra le gambe, con l'eco delle risate che gli rimbombava ancora in testa.

Ma certo. Era ovvio che si fosse sbagliato. Come aveva potuto essere così stupido? Cosa ci faceva in quel posto? Quel posto non faceva per lui. Lui doveva stare da solo, in mezzo ai suoi fumetti. Non tra le persone.

In ogni caso, era stufo dell'atteggiamento di Matt. Era furioso, e anche piuttosto ubriaco; si era scolato entrambe le birre più altri tre drink. E la furia e l'ubriachezza, si sa, non sono una bella combinazione.

Ruppe la finestra del piano inferiore della casa di Matt (sapeva che sarebbe stata vuota a quell'ora) e appiccò fuoco ad una tenda.

Stava per andarsene, quando sentì un miagolio terrorizzato all'interno della casa.

Cavolo, non voleva che quel gatto ci rimettesse la pelle. Gli piacevano, i gatti. Inoltre, lui non gli aveva fatto del male.

Preso dal panico, riuscì a spegnere l'incendio urinando dalla buca delle lettere. Per fortuna l'incendio non era ancora arrivato a livelli critici.

Simon fu sorpreso così dai padroni di casa, che pisciava per spegnere il fuoco.

Cercò di spiegarsi, ma fu interrotto dal pugno del padre di Matt, mentre la madre avvertiva la polizia.

Il ragazzo li raggiunse poco dopo, e diede un altro pugno a Simon, come per replicare a quello del padre.

 

Seguirono giorni terribili. Fu costretto a rimanere in una clinica per alcuni mesi. Doveva prendere delle medicine che non facevano altro che peggioragli l'umore, e, come se non bastasse, c'era una ragazza nevrotica ossessionata da lui.

Sua sorella e sua madre lo venivano spesso a trovare. Miriam, la sorella, piangeva, perché voleva che tornasse a casa il prima possibile.*

I don't care if it hurts
I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul


Simon sapeva di aver fatto un torto, ma non si considerava un criminale. Aveva semplicemente perso il controllo, dopo anni di frustrazione e dolore. Voleva solo essere come gli altri. Voleva essere una bella persona.


When you were here before
Couldn't look in the eye
You're just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful whirl
I wish I was special
You're so very special

 

 

E poi c'era lei. Alisha.

L'aveva incontrata ai servizi sociali, che fu obbligato a svolgere appena uscito dalla clinica.
Era bellissima. Simon pensò che fosse la ragazza più bella che avesse mai incontrato.
Aveva i capelli folti e ricci, che risplendevano al sole. La sua pelle era più scura della sua, liscia e attraente.
Alisha si mostrava superficiale e spensierata, e anche un po' stronza. Ma Simon sentiva che dietro quella maschera ci fosse qualcosa di più profondo.
Anche lei lo considerava ridicolo, come gli altri. Anche lei rideva alle battute di Nathan, come gli altri.
Simon cercava come sempre di non dare troppo peso alle parole del ragazzo, nell'ansia di trovarsi nuovi amici.
Ma soffriva per il fatto che Alisha lo deridesse.

 

I want you to notice
when I'm not around
I wish I was special
You're so very special

 

Simon voleva di più. Voleva essere notato da Alisha. Voleva essere importante per lei.
Tuttavia, era sicuro che non sarebbe mai accaduto. Alisha aveva una relazione con l'attraente e atletico Curtis, a cui non si poteva decisamente paragonare.
Certo, la loro relazione non era una delle più facili; il potere della ragazza rendeva tutto più complicato.
Infatti, appena qualcuno la toccava, voleva fare sesso con lei. All'inizio Alisha ne approfittava, ma poi iniziò a considerare il suo potere deprimente. Era come se drogasse le persone, perché queste perdevano totalmente il controllo, e non ricordavano nulla una volta mollata la presa.
Simon avrebbe comunque accettato di prendere il posto di Curtis, anche al costo di non poterla mai sfiorare.
Sembrava impossibile, finché non arrivò l'uomo mascherato. Che a quanto pareva, era il Simon del futuro. E fu proprio lui a far innamorare Alisha, e a farla cambiare profondamente.
Il Simon attuale, infatti, aveva notato qualcosa di strano in lei. Era più gentile e affettuosa nei suoi confronti.
Certe volte la sorprendeva a guardarlo con tenerezza.
Poi, gli venne spiegato tutto. Alisha gli rivelò l'identità dell'uomo in maschera, e di come si fosse sacrificato per lei.
Non riusciva a crederci; eppure aveva un senso.
Simon, tra noi cinque tu sei il vero supereroe” gli aveva detto lei.
La loro relazione iniziò così. Simon, però, era ossessionato dal diventare il se stesso del futuro, per poterla salvare.
Lei diceva che non doveva farlo, che era già stata salvata.
Se non diventerò il me stesso del futuro, tu non ti innamorerai mai di me!” gli rispondeva lui, arrabbiato. Alisha diceva che lo amava così com'era, ma lui persisteva. Per Simon era molto importante reggere il confronto con la versione di se stesso che l'aveva fatta innamorare.

La loro relazione divenne più intensa, quando vendettero tutti i loro poteri. Poteva toccarla, finalmente.
Con lei stava diventando un'altra persona. Era più naturale, più sicuro. Questo atteggiamento ben presto fu evidente anche con gli altri, che ormai considava suoi amici. Stava diventando “l'altro Simon”.
Il tempo passava, e loro due diventavano sempre più uniti. Tuttavia, la gioia di Simon era oscurata dall'angoscia che provava. Aveva paura di dover fare quello che l'altro se stesso aveva fatto.
Tuttavia, cercava di non pensarci, e godersi la sua relazione con Alisha.

 

Whatever makes you happy
Whater you want
I wish I was special
You're so very special

 

Purtroppo, Simon aveva ragione. Quel momento arrivò. Fin troppo presto.
Il momento in cui capì che avrebbe sempre dovuto sacrificarsi per salvarla.

Alisha morì, sgozzata dal fantasma di Rachel.
Simon, disperato, la prese tra le braccia. Gridava di chiamare un'ambulanza, con voce rotta, sapendo che non sarebbe servita a nulla. Kelly obbedì singhiozzando, pur essendo cosciente della stessa cosa.
Simon e Alisha si guardarono negli occhi, finché la vita non svanì da quelli della ragazza.
Simon continuò ad accarezzarle i capelli, e le baciò la fronte un'ultima volta.


Il gruppo cadde in preda al panico. Era così ingiusto.
Quella tempesta aveva portato solo guai.
Se non ci fosse stata, loro non avrebbero avuto i loro poteri, ma neanche gli altri. Che non avrebbero avuto occasione di far loro del male.
Curtis osservò Simon tenere tra le braccia il corpo senza vita della sua ex ragazza, in preda all'orrore.
Soffriva anche per lui, perché capiva esattamente quello che stava provando.

Gli era successa la stessa cosa, con Nikki.
Era morta tra le sue braccia, proprio come Alisha con Simon.

 

La seppellirono nella foresta.
Dopodiché si prepararono a dire addio a Simon.
Sarebbe tornato nel passato, per non tornare mai più.
Seth e Kelly erano riusciti a trovare l'uomo in possesso di quel potere, e a costringerlo a restituirlo.

 

-Falla innamorare di nuovo di te, okay? - disse Kelly, cupa.

Simon annuì, poi si congedò. - A presto, ragazzi.

 

In un istante, si ritrovò nello stesso luogo, il tetto del centro sociale. Si voltò; dietro di lui, i suoi amici non c'erano più.
Guardò giù, e vide se stesso, Nathan, Curtis, Kelly e Alisha.

La vecchia Alisha; quella spensierata, allegra e un po' superficiale.

Simon sorrise.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarla. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla felice di nuovo.

 

 




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*dettaglio inventato, ovviamente, visto che Simon non nomina mai i suoi familiari nella serie tv. Dice solo di avere una sorella di dodici anni.

Aaaallora. Questa è la mia prima fic in questo fandom.
Spero vi piaccia °c°
Accetto tutte le recensioni, positive o negative.
Ho ripreso a scrivere da poco, quindi ho tipo tantissimo da imparate è.è
 

  
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