-Prego.
Un uomo alto mi invito’ a sedermi lí.Guardai lo strumento con gli occhi di una ragazzina innamorata,e,decisa,mi sedetti sullo sgabello in pelle nera.
Cercai Nate per trovare conforto..ma Nate non c’era.Non ci sarebbe stato mai piu’.Voltai la testa verso l’uomo.
Aveva un’aria apparentemente scocciata,quasi stesse lí perché costretto.Mi guardo’ e con un minimo cenno del capo,mi fece capire che dovevo iniziare.Mi sentii vuota,senza emozioni.Scossi la testa e quasi senza rendermene conto,il mio indice era gia’ sul tasto.
Bianco come la purezza.Puro come un Sol ben suonato.Le mie mani rimasero lí,immobili..non volevano continuare il loro lavoro,nonostante mi sforzassi di muoverle.
-signorina McBrown..si decida,per favore.Non sono qui a perder tempo.
Suonava tra l’autoritario e l’impaziente.Non poteva capire cio’ che in quel momento stava accadendo nella mia mente.Nel mio cuore.
Nel mio stomaco.Nelle mie mani.In realta’ nemmeno io riuscivo a capirlo.
-Allora?!-.
Sussultai.Con calma scoccai tutte le dita e le posizionai sui tasti.Dovevo farlo,per me stessa e per Nate.
Sarebbe stato contento di me,sicuramente..eppure qualcosa mi bloccava.Forse,risuonare il piano dopo 1 anno..o farlo senza di lui.
Sol.Re.La.Semplici accordi,una melodia.Sconosciuta a tutti.La MIA melodia.Le mie mani iniziarono a suonare gli accordi con tanta facilita’,che potevo riuscirci anche ad occhi chiusi.Mentre suonavo notai che il piano era un po’ vecchiotto,ma aveva un suono strepitoso..magico.
Mi lasciai trascinare da quella melodia intensa,e mi sbizzarrii con le variazioni piu’ strane e piacevoli.Scuotevo la testa a ritmo,mi sembrava di essere uno di quei pianisti pazzi,inquietati.
Una nota stonata,una morsa allo stomaco,il buio.