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Autore: lipsialove    01/05/2014    0 recensioni
Realtà parallela devastata dai Cyborg C17 e C18. Goku e gli altri guerrieri non ci sono più. Gohan allena Trunks affinché possa un giorno vendicare la morte di tutti i loro amici. Sullo sfondo di una guerra senza tregua due ragazzi scoprono che c'è altro oltre la battaglia.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gohan, Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima fic sulla coppia Gohan- Trunks, spero siate clementi. Adoro come interagiscono e trovo che siano una coppia fantastica. Spero vi piaccia. 

In lontananza le macerie della città. Fumo e distruzione. Trunks osservò quella desolazione dall’alto di una roccia, gli occhi colmi di lacrime e un senso di impotenza che gli pesava sul cuore. Voleva combattere anche lui contro i cyborg e vendicare la morte di tutti quei guerrieri valorosi sacrificatisi per la pace. Vendicare quel padre mai conosciuto se non dai racconti di sua madre. Sì, perché anche Vegeta il principe dei Sayan aveva dovuto soccombere a quei mostri che ormai da oltre tredici anni mettevano a fuoco la terra. Nella lotta contro i cyborg era rimasto solo Gohan, il suo più grande amico e maestro. Gohan, l’unico su cui potesse sempre contare e che lo aveva allenato duramente nella speranza, un giorno, di poter combattere uno accanto all’altro. Purtroppo, pochi mesi prima, in un combattimento Gohan aveva perduto il braccio sinistro e per poco non aveva raggiunto il padre e gli amici nell’aldilà. Sua madre, Chichi aveva cercato di impedirgli di compiere quegli attacchi suicidi, ma lui era andato via di casa rifugiandosi dall’amico di sempre. Osservando quella che era l’ultima devastazione provocata da quei due robot, Trunks si chiese dove fosse in quel momento.  Un improvviso desiderio di vederlo, di averlo vicino, lo investì cogliendolo così di sorpresa che lo costrinse a barcollare. “Gohan” mormorò prendendo la decisione più importante della sua giovane ma già provata vita. Non poteva continuare a comportarsi da vigliacco. Doveva combattere per un futuro migliore, per la sopravvivenza dell’umanità. Fece per alzarsi in volo, quando una stretta improvvisa glielo impedì.
“Dove credi d’andare?” fece una voce a lui fin troppo familiare.
“Lasciami!” urlò voltandosi di scatto, le lacrime bagnavano il suo bel viso. “Devo fermarli!”
Gohan lo strattonò furioso: “No! Non ti permetterò che anche tu faccia la fine di tutti gli altri!” la gola gli si strinse in una morsa. “Non potrei vivere se ti accadesse qualcosa Trunks!”
“Devo combattere! Sono un vigliacco a restare qui senza fare niente!” il dolore di Trunks fuoriuscì da ogni sua cellula contagiando anche l’altro sayan che però tentò di calmarlo.
“Non sei abbastanza forte. Ti faranno fuori!” non gli avrebbe permesso di sacrificarsi, almeno non fino a quando fosse stato davvero pronto.
“Allora allenami, Gohan, ti prego! Ci alleneremo di più, fino a quando non riuscirò a diventare super sayan e allora forse…” si morse il labbro. “Forse… riuscirò a sconfiggerli”
La determinazione di Trunks lo colpì tanto che acconsentì. “E va bene” ma in fondo lo sapeva che non sarebbe mai riuscito a negargli nulla. Gli voleva troppo bene. Anche troppo. Da qualche tempo i sentimenti che provava per lui andavano oltre quelli che dovrebbero esserci tra allievo e maestro, ma con Trunks si era sempre comportato da fratello maggiore.. Quando ritornò alla realtà si accorse che gli occhi blu del ragazzo erano su di lui, scuri come un mare in tempesta. Si sentì quasi mancare per la bellezza del suo sguardo così puro, così intenso. Un fuoco del genere lo aveva visto solo in quello di Vegeta, suo padre. Sì, pensò. Trunk era davvero figlio di Vegeta.
“Dai, cominciamo!” lo incitò emozionato il più giovane.
Gohan annuì e si mise in posa mentre il ragazzo dai capelli lilla davanti a sé faceva altrettanto. Cercò di pensare a qualcosa di doloroso, a suo padre, a tutte le persone che avevano lasciato quel mondo, ma niente. Per quanto si sforzasse, non riuscì a trasformarsi. La frustrazione e l’impotenza rischiavano di farlo soccombere. Ormai stremato si lasciò scivolare al suolo. Calde lacrime e sudore bagnarono il terreno. Non tentò neanche di fermarle, non gli importò di farsi vedere debole da Gohan. Lui lo era. Non sarebbe mai stato in grado di sconfiggere quei mostri. Gohan gli si inginocchiò davanti e con l’unica mano gli alzò il volto umido e arrossato per lo sforzo.
“Non te la prendere”
Trunks tirò indietro la testa: “Non te la prendere? Sono un inetto, un perdente. Se fosse qui mio padre si vergognerebbe di avere un figlio come me!” ormai le lacrime gli offuscavano la vista.
“Non è vero!” replicò deciso. “Sarebbe fiero per il modo in cui ti alleni. Vedrai che ci riuscirai. Devi avere solo pazienza. Anche per me non è stato facile trasformarmi per la prima volta in super sayan”
“Continui a ripeterlo ma non accade mai! Sono stufo, Gohan. Voglio combattere!” batté un pugno per terra.
Gohan gli poggiò la mano sulla spalla e la strinse con forza: “Succederà. Combatteremo insieme, fianco a fianco e mi renderai orgoglioso!”
Trunks alzò di nuovo lo sguardo verso di lui e per la prima volta si rese conto di come fossero profondi i suoi occhi. Si sentì accaldato, emozionato e lo stomaco gli sembrò essere diventato una lavatrice per come vorticava. Da qualche tempo si ritrovava a fare degli strani sogni su Gohan ed essergli vicino, così, in quel momento, lo agitò non poco. Ci pensò il più grande a rompere quel momento di imbarazzo alzandosi e porgendogli la mano.
“Su, torniamo a casa, Bulma sarà in pensiero”
“Non mi va di tornare” replicò Trunks visibilmente turbato. “Restiamo ancora un po’”
“Scommetto che tua madre ci ha preparato un bel pranzetto!” Gohan tentò di distogliere lo sguardo da quelle pozze profonde come l’oceano, ma non ci riuscì.
“Preferisco stare qui… con te” arrossì, incerto su come comportarsi. Sapeva solo che non voleva trovarsi in nessun altro posto. Solo quando era con Gohan si sentiva felice, completo.
Gohan lo fissò inebetito, senza parole. Per qualche istante non riuscì a mettere a fuoco quello che gli aveva detto, poi piano piano tutto gli fu chiaro lasciandolo senza parole. Anche Trunks provava i suoi stessi sentimenti. Ma come poteva approfittare di quel momento di debolezza? Di certo lo avrebbe odiato. “Trunks…” mormorò scuotendo la testa.
“Capisco” ferito si alzò in piedi. Aveva frainteso tutto. Doveva capirlo che Gohan lo considerava solo un ragazzino, un fratello minore al quale insegnare tutte le sue tecniche. “Scusami, dimentica tutto” e avvertendo le lacrime premere contro gli occhi, Trunks si voltò e spiccò il volo.
“Dannazione!” imprecò Gohan seguendolo. Non poteva lasciarlo scappare senza spiegargli come stavano realmente le cose.
Sentendo la presenza di Gohan alle sue spalle aumentò la velocità, gli occhi gli bruciavano e il cuore gli sanguinava. Si diede dello stupido. Ora di certo l’amico l’odiava. Detestava sé stesso per non aver saputo tacere. Come poteva sperare che Gohan ricambiasse i suoi sentimenti? Si sentì un completo idiota. dopo aver sorvolato le macerie di altre due città e aver raggiunto l’isola in cui a volte andava ad allenarsi con Gohan, decise che la sua fuga non aveva alcun senso. Non avrebbe di certo potuto scappare per sempre e poi, Gohan non sembrava avere intenzione di mollare. Raggiunto uno dei pochi boschi scampati all’opera di distruzione di C17 e C18, si preparò ad atterrare. Una volta di nuovo sulla terraferma si incamminò fino ad una radura dove non era mai stato. Intorno a sé un silenzio irreale, gli animali sembravano aver lasciato quel luogo. Si sentì quasi un novello Robinson Crusoe sull’isola deserta. Ricordò di quando sua madre glielo leggeva da bambino. L’aura di Gohan lo indusse a fermarsi in un campo di fiorellini viola dal dolce profumo. “Perché mi hai seguito? Voglio stare solo Gohan!”
“Perché sei scappato?” avanzò verso di lui, mantenendosi sempre a distanza di sicurezza.
“Non sono scappato!” replicò piccato.
“A no? E come lo chiami volare lontano con la speranza che io mi stancassi di seguirti?”
“Beh…” colto in fallo arrossì di nuovo. “La smetti di fare il sapientone? E ora, lasciami in pace”
“No! Voglio spiegarti” la voce si addolcì e un sorriso gli animò il volto.
“Non devi spiegarmi niente, okay? Mi piace stare con te e pensavo che anche per te fosse lo stesso, invece per te sono solo un ragazzino, il figlio di Vegeta e…” non riuscì a terminare la frase che si ritrovò steso tra i fiori, con Gohan che lo sovrastava. Sorpreso, Trunks trattenne il fiato, la bocca di Gohan ad era pericolosamente vicina alla sua. Lo fissò sorpreso e quando questi si sporse verso di lui chiuse gli occhi in attesa. Le labbra si incontrarono, un tocco leggero. Inesperto, Trunks restò immobile e non sapendo come comportarsi lasciò fosse l’altro a condurre il gioco. Gohan si tirò indietro e lo scrutò con attenzione, le gote arrossate e la bocca socchiusa. Per un attimo si pentì di aver osato in quel modo, poi le braccia di Trunks gli si avvolsero intorno alle spalle per attirarlo più vicino e lui sentì di essere perduto.
“Trunks” mormorò scostandogli una ciocca dal volto. “Sai che è sbagliato vero?”
“Per me non lo è Gohan” confessò finalmente il più giovane. “Da tanto speravo che anche tu… beh, insomma…” si chiese dove fosse finito il suo carattere spavaldo. “Ricambiassi”
“Non sai quanto ho tentato di negarlo, ma non ci sono riuscito! Tu sei troppo giovane, non sai cosa voglia dire amare. Hai conosciuto solo dolore e distruzione”
“So che quello che provo è vero e mi fa stare male. Non so quando quei dannati cyborg ci manderanno all’altro mondo, ma so che voglio stare con te. Ti prego, Gohan, non mi respingere”
Gohan si sporse in avanti e lo baciò con dolcezza una volta, poi due. Esasperato da quella tortura, Trunks gli afferrò la nuca spingendolo su di sé per indurlo ad approfondire il bacio. Gohan si lasciò sfuggire un gemito, poi si spinse oltre le sue labbra incontrando la lingua di Trunks. Continuarono così per un tempo che parve infinto, in una lotta che non aveva né vincitori, né vinti. Le mani di Trunks si spostarono verso il collo sfiorandolo, scendendo verso il basso. Raggiunta la tuta arancione, la sollevò sfilandogliela dalla testa e lanciandola tra i fiori. Il torace di Gohan era disseminato di cicatrici, mentre al posto del braccio una fasciatura che celava il moncherino. Trunks fece per toccarlo, ma l’altro gli bloccò la mano: “No! non farlo!” distolse lo sguardo. Non avrebbe mai voluto farsi vedere così da lui.
Trunk sfiorò la ferita: “Perché? Amo tutto di te e poi, mi sento un po’ responsabile. Se non fossi stato così debole tu…”
Un ennesimo bacio gli impedì di terminare la frase. Trunks tornò ad abbracciarlo, avvolgendogli le cosce muscolose ai fianchi. Le erezioni strusciarono attraverso il tessuto leggero delle tute da combattimento. Il desiderio li infiammò e senza accorgersene, aumentarono entrambi la loro forza combattiva incenerendo il prato intorno a loro.
“Ops” fece Gohan rendendosi conto del disastro che avevano causato. Trunks rise e un attimo dopo erano tutti e due in lacrime.
Improvvisamente Gohan tornò serio e gli sollevò il mento con l’unica mano. “Trunks, guardami! Sei sicuro?”
Lo sguardo che li lanciò fece naufragare tutti i dubbi, il suo giovane allievo lo voleva con ogni cellula del suo corpo. Gohan lo baciò ancora ed ancora, mai sazio del suo sapore, dei gemiti che riusciva a strappargli. Lo osservò mentre lo spogliava, con le mani tremanti e le gote arrossate.
Lo amò con passione, come se quella fosse la loro ultima giornata sulla terra fondendo i loro corpi che restarono incastrati anche quando esausti giacquero uno tra le braccia dell’altro. La testa di Trunks poggiava sul petto di Gohan, le braccia strette intorno a lui e le gambe intrecciate, quasi come se temesse di essere abbandonato. Gohan gli baciò la fronte umida, poi con un dito percorse i contorni del viso pressoché del suo amante. desiderò imprimere a fuoco nella mente ogni minimo particolare, perfino una vecchia cicatrice. Pochi istanti dopo anche la sua resistenza da super sayan venne meno costringendolo a capitolare.
Un boato lo costrinse a riaprire gli occhi. Imprecò nel vedere del fumo in lontananza. I cyborg dovevano di certo trovarsi nelle vicinanze. Altre esplosioni. Gohan strinse il pugno e contrasse la mascella. Non poteva restare lì a guardare mentre un’altra città veniva distrutta e persone innocenti perdevano la vita. Abbassò lo sguardo verso il ragazzo sopra di lui, il respiro regolare e un sorriso beato ad illuminargli il viso. Ringraziò il fatto che fosse stremato. Non sarebbe riuscito a lasciarlo se fosse stato sveglio. Con cautela si districò dal suo abbraccio e lo distese supino coprendolo con la giacca della tuta. Gli posò un ultimo bacio sulla bocca socchiusa: “Ti amo. So che non puoi sentirmi ma è meglio così. Non sarei riuscito a dirti addio altrimenti. Io devo andare Gohan, non posso restare qui quando quei mostri agiscono indisturbati. Mi odierai per averti lasciato, ma sappi che ti ho amato in ogni istante e che se dovesse accadermi qualcosa non voglio che affronti i cyborg, non fino a quando sarai pronto”.
Una lacrima solitaria si infranse sul collo di Trunks. Non credeva avrebbe pianto, ma l’idea di abbandonarlo gli sapeva così dura. Si alzò in piedi e senza voltarsi volò via diretto verso il suo destino.
Trunks si svegliò di soprassalto. Gli occhi chiari si spalancarono. Non riusciva più a sentire l’aura di Gohan. Disperato lanciò uno sguardo verso il fumo che si vedeva oltre gli alberi. “No! Gohan, no!”
Sapeva che era tardi, che non poteva fare più niente, ma volò più veloce che poté. La città era completamente distrutta, non un grattacielo era scampato alla furia di quei due mostri. Lo cercò ovunque, gli occhi offuscati dalle lacrime e il cuore che sembrava spezzarsi da un momento all’altro. finalmente lo vide, il suo corpo abbandonato tra le macerie di un muro, accanto ad una pozzanghera. Urlando con disperazione lo raggiunse, ma ormai la vita era scivolata via. Gli occhi erano spenti, il corpo disarticolato come quello di una bambola, il bel volto pieno di ferite, il sangue era ovunque. “Gohannnnnnnn!” urlò con tutto il fiato che aveva dentro, il dolore si riversò in ogni cellula, le lacrime scivolarono dalle guance. Lo strinse tra le braccia e se lo portò al petto. Pianse. Pianse la fine del suo migliore amico, del suo maestro e soprattutto del ragazzo che amava e che gli aveva dato tutto sé stesso. La rabbia si sprigionò con tutta la violenza che fino a quel momento era rimasta sopita. E fu allora che accadde. Trunks si trasformò nel leggendario guerriero dai capelli dorati. In fondo aveva ragione Gohan, non aveva mai provato abbastanza dolore e rabbia. 
  
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