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Autore: melavia    01/05/2014    10 recensioni
«Il punto è che mi sento come se mancasse il co-pilota. Insomma, quale pilota può partire senza il suo braccio destro?» chiese lei retorica, facendo una giravolta e gonfiando la gonna del vestito.
«A volte il co-pilota è un incompetente e va sostituito» affermò serio Scorpius, con un tono di voce che ricordava tanto quello di suo padre.
Lily annuì distratta e chiuse le danze, abbandonando la sua mano. Non sembrava ferita, non era ferita. Quella frase l'aveva semplicemente fatta riflettere.
Si sentiva come quando nei primi anni a Hogwarts si esercitava negli incantesimi di Trasfigurazione e non le riuscivano; poi arrivava Albus e con la sua solita superbia le esponeva la soluzione a tutti i suoi problemi, che era sempre stata sotto il suo naso.
Doveva solo trovare un nuovo co-pilota.
[Ispirata a 'The Moment I Knew' di Taylor Swift | Accenni Drarry]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Happy Birthday Lily!



You shoul've been there
Should've burst through the door
With that 'baby, I'm right here' smile
And it would've felt like
A million little shining stars had just aligned
And I would've been so... Happy  Taylor Swift, The Moment I Knew

 
La pioggia batteva insistente contro le ampie vetrate della stanza, Lily osservava scorrere le varie goccioline in una gara che esisteva solo nella sua testa.
Ora tifava per quella a sinistra, ma quando questa rallentava la sua discesa verso il suo inevitabile infrangersi con l'infisso in silicone prendeva a favoreggiare quella a destra.
Lily sentiva che quelle gocce di pioggia erano come le sue speranze per la serata: si rincorrevano tra loro, cercavano di primeggiare l'una sull'altra, ma alla fine la loro corsa volgeva al termine e tristemente queste sparivano.
Questi non dovrebbero essere i pensieri di una diciassettenne, pensò la ragazza, specie il giorno del suo compleanno.
Il ventotto dicembre era arrivato prima delle sue aspettative, quando aveva iniziato l'ultimo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Era esaltata, certo, ma allo stesso tempo su lei già incombeva una terribile consapevolezza.
Lui non sarà qui. Neanche quest'anno, come quello precedente e quello ancora.
Ginevra Weasley fissava preoccupata sua figlia dall'altro lato della stanza, le rughe su quella che una volta era una pelle giovane venivano messe in evidenza dall'espressione angosciosa. Accanto a lei il suo secondogenito, Albus Severus, fingeva invece di non interessarsi di sua sorella e intratteneva una conversazione a monosillabi con Scorpius Malfoy.
«Cosa ha Lily? Non le piace la festa?» chiese quest'ultimo al suo migliore amico, che sbuffò esasperato. Scorpius proprio non riusciva a capire cosa potesse rattristare in quel modo la piccola di casa Potter.
Poi fu come se una lampadina stilizzata si fosse accesa sopra la sua testa, e tirò violentemente Albus vicino a sé.
«È per la storia di tuo padre?» chiese, con un tono di voce flebile, per non farsi sentire dalla vicina Ginny che ora sorseggiava una bevanda che aveva tutta l'aria di avere una alta graduazione, date le guance rosse della donna.
«Sì» rispose conciso Albus «Ogni anno è la stessa storia. Lui le promette che quest'anno verrà, che sarà diverso, che riuscirà a liberarsi dagli impegni e lei gli crede. E, puntualmente, lui non viene. Da quando i miei si sono separati è sempre così.»
E Scorpius sentì il senso di colpa bloccargli la gola. Il signor Potter era sicuramente in qualche spiaggia americana a spassarsela con suo padre, brindando al loro neo-matrimonio.
Era colpa sua, si ripeteva. Se lui e Albus non fossero diventati amici, tutto questo non sarebbe successo. Draco e Harry non si sarebbero incontrati e ora la famiglia Potter sarebbe una famiglia felice, Lily starebbe ballando con suo padre e lui si sarebbe goduto gli sproloqui di sua nonna Narcissa su quanto fosse triste il Natale senza Asteria a preparare il Cenone.
A lui, a differenza di suo padre e suo nonno materno, piaceva ricordare sua madre. I momenti più felici che avevano condiviso, seppur pochi, lo aiutavano a non fare della donna dai grandi occhi verdi e il sorriso smagliante un ricordo avvolto in una nebbiolina che lo avrebbe poi coperto del tutto.
Fuori, le luci natalizie facevano risplendere l'asfalto bagnato che risultava argenteo grazie al chiarore della luna. Lily continuò a fissare impaziente la porta, aspettando che suo padre entrasse da un momento all'altro con un grosso mazzo di rose in mano, la abbracciasse e le sorridesse nel modo più genuino possibile, augurandole un buon compleanno.
Troppe volte aveva sognato questa scena nella sua testa e troppe volte questa era risultata una speranza vana.
Ma quest'anno è diverso, si disse. Diciassette anni si compiono una volta sola, sto per entrare ufficialmente nel mondo magico degli adulti. Non potrebbe mai perdersi una cosa del genere, ne sono sicura.
Papà ci tiene a me, me lo ha promesso.
Si afflosciò su una poltroncina e accavallò le gambe, cercando di pensare ad altro per ingannare l'attesa.
 
Christmas lights glisten
I've got my eye on the door
just waiting for you to walk in […]
How you said you'd be here
You said you'd be here.
 
Lily guardò la sala, sorridendo soddisfatta. Tutto era riuscito nel migliore dei modi, dalla musica in sottofondo al colore dei tendaggi. Il buffet era ricco di cibo e bevande, i suoi familiari parlottavano tra loro o si dedicavano a leggeri volteggi al centro della sala e il vestito che aveva scelto le calzava a pennello.
Era come se stesse vivendo una di quelle scene a rallentatore, come quelle dei film. Le persone nella stanza ridevano e si divertivano, mentre lei era lì, nel suo bellissimo abito per i diciassette, il rossetto rosso e si guardava intorno e ancora una volta c'era una sola cosa che mancava.
La stessa che era mancata ai suoi dieci anni, quando suo cugino Hugo si era sentito male e aveva vomitato addosso a Lucy la torta di compleanno.
La stessa dei suoi quindici anni, quando imbarazzatissima aveva ricevuto il suo primo reggiseno da parte di Hermione e si sarebbe volentieri scavata una buca nel terreno.
Harry avrebbe detto qualcosa a proposito del fatto che lei era ancora la sua bambina e che non era ancora pronta per questo genere di cose. Avrebbe, condizionale, perché neanche quella volta lui c'era.
Lily non aveva mai fatto della mancanza di Harry un grande problema, le piaceva vivere con sua madre e da quando Albus e James erano andati a vivere da soli -economicamente sostenuti, s'intende- loro due stavano più tranquille.
Si era sentita incredibilmente libera quando, l'anno prima, aveva desiderato un tatuaggio e, mentre Rose e Molly non avevano avuto il consenso dei genitori, suo padre le aveva risposto un: «Fa come meglio credi».
Allora lo aveva interpretato come una ceca fiducia nella sua maturità di sedicenne, ma si era successivamente accorta che era semplicemente menefreghismo.
Era stata l'unica volta in cui, inconsapevolmente, aveva tentato di attirare la tanto ambita attenzione di suo padre. James ci provava con il Quidditch e Albus con i suoi strabilianti risultati scolastici, ma sempre con scarsi risultati.
E quando aveva parlato con Rose della sua cotta per Teddy Lupin, figlioccio del caro Harry, la cugina aveva catalogato questa sbandata come 'la ricerca di una figura maschile adulta che è sempre mancata nella tua vita, Lils'.
Quando si trattava di sincerità, Rose non aveva peli sulla lingua e a volte quello che lei diceva come semplici constatazioni di fatti reali potevano risultare demoralizzanti e dolorosi per le persone, anche se lei sembrava non accorgersene.
«Balli con me, Lily?»
Scorpius tese la mano verso la ragazza che continuava a guardare la pioggia fuori dalla finestra, come in uno di quei videoclip di canzoni tristi.
Lei si alzò, afferrò la sua mano quasi stritolandola e, trascinandolo al centro della stanza, si permise di far scendere una sola lacrima sul suo viso.
«È una bella serata, non trovi?» chiese lui, cercando di rompere la tensione che si era creata, nonostante il loro lento ondeggiare in un obbligata distanza di sicurezza dettata da Albus.
'Prova ad avvicinarti un po' più del dovuto a mia sorella, e ti faccio diventare donna' insomma, quando voleva, il suo migliore amico sapeva davvero incutergli timore.
«Fuori piove» rispose lei, appoggiando inaspettatamente la testa sulla sua spalla. Scorpius amava la pioggia e non capiva come questa potesse far sì che la serata potesse rivelarsi un fallimento.
«Scorpius» iniziò lei, con un tremore nella voce. Era lo stesso tremore che sentiva in quella di Albus ogni volta che questo gli confidava un segreto. «Ti sei mai sentito come se a nessuno importasse niente di te?»
Restò colpito da quella affermazione e si sentì in dovere di confortare la ragazza che sembrava essere a un passo dallo scoppiare in lacrime. E Scorpius Malfoy non era mai stato un mago nel confortare le persone.
Finiva sempre per dire la cosa sbagliata al momento giusto, cercando di ironizzare con persone che volevano solo piangersi addosso. Non aveva mai capito questo impellente bisogno che aveva la gente di voler condividere il proprio dolore con il mondo. A lui andavano bene Albus, una manciata di biscotti e un'espressione triste sul viso.
E per quello che aveva visto lui, Lily era fatta della stessa pasta e in quel momento si sentì quasi onorato di rientrare nella piccola cerchia di confidenti della ragazza.
«Sai, a volte le persone fanno schifo*1 » disse con voce flebile accompagnata da un sospiro «Ma dobbiamo sempre ricordarci che ci sono cose più importanti nella vita e una sola persona non può influenzare la tua. Guardati, tua madre e i tuoi fratelli ti amano e sono orgogliosi di te -sì, anche Albus, sopratutto Albus»
Lily lo guardò con un timido sorriso nonostante il sopracciglio inarcato.
«Come finirai la scuola lavorerai per quella casa di moda babbana, non ho capito se come giornalista o come modella, e la tua vita sta decollando. Non permettere che il ritardo di un passeggero annulli il viaggio.»
«Il punto è che mi sento come se mancasse il co-pilota. Insomma, quale pilota può partire senza il suo braccio destro?» chiese lei retorica, facendo una giravolta e gonfiando la gonna del vestito.
«A volte il co-pilota è un incompetente e va sostituito» affermò serio Scorpius, con un tono di voce che ricordava tanto quello di suo padre.
Lily annuì distratta e chiuse le danze, abbandonando la sua mano. Non sembrava ferita, non era ferita. Quella frase l'aveva semplicemente fatta riflettere.
Si sentiva come quando nei primi anni a Hogwarts si esercitava negli incantesimi di Trasfigurazione e non le riuscivano; poi arrivava Albus e con la sua solita superbia le esponeva la soluzione a tutti i suoi problemi, che era sempre stata sotto il suo naso.
Doveva solo trovare un nuovo co-pilota.
«Sono sicura che tuo padre sarebbe voluto venire» annunciò Ginny Weasley con tono sicuro, sedendosi vicino alla figlia.
«Perché parli al passato? Potrebbe ancora arrivare, se gli interessasse» rispose Lily incrociando le braccia al petto. Sua madre sarebbe potuta essere il suo supporto, se non fosse stata così ancora intensamente persa per un uomo che chiaramente l'aveva dimenticata da tempo.
Tutto questo ricordare non le era mai piaciuto, a lei che amava vivere il presente e ipotizzare sul futuro. Il presente è adesso e qualsiasi cosa tu dica o faccia lo può cambiare e il futuro ne sarà ovviamente influenzato. Il passato non si cambia, è statico, immutabile.
Lily sentì chiaramente, nonostante il rumore, una notifica arrivarle sul cellulare. Sperò con tutta se stessa di trovare un messaggio che l'avvisava che lui era lì, perché nonostante le parole acide che aveva rivolto a sua madre, ancora un po' ci sperava.
'Hanno ragione a dire che sei lunatica, Lils' pensò accennando un sorriso, che subito si spense.
"@HarryPot ha aggiunto una nuova foto su Instagram: Come ci si diverte sulle spiagge caraibiche, non è vero @DracoLMalfoy? Ti amo."
E sentì il mondo crollarle addosso. Non solo suo padre non era potuto venire e non a causa di impegni lavorativi, ma inoltre si stava anche divertendo dall'altra parte del mondo e non era neanche preoccupato.
E, senza stare troppo a riflettere, mollò il telefono sulla poltrona e corse in bagno. E si permise di lasciar scorrere non una, ma un susseguirsi di lacrime, una volta chiusa a chiave la porta.
Si dice che una volta che si inizia a piangere, si piange per tutto ciò che c'è di sbagliato nella propria vita.
Pianse per tutte le volte che non era venuto, per tutte le volte che non si era sentita all'altezza, per tutte le volte che si era sentita stupida quando Albus esibiva i suoi fantastici voti ai pranzi di Natale e una fallita quando James lucidava i trofei di Quiddich.
Pianse perché alla fine niente andava mai come voleva lei, perché Teddy alla fine aveva scelto Victoire, perché nonostante tutte le volte che ci avesse provato non riusciva ad allontanarsi dalle cose che le facevano male.
Tutto riusciva a ferirla e alla fine doveva sempre raccogliere i pezzi e ricostruirsi, da sola.
Sua madre le ripeteva che queste sono le cose che costruiscono il carattere di una persona, ma a lei sembrava che servissero solo a renderla più fredda e diffidente di quanto già non apparisse.
Sentiva come se la sua vita fosse una farsa, perché non c'era una sola persona che conoscesse la vera Lily. Forse neanche lei conosceva la vera se stessa.
 
And the hours pass by,
Now I just wanna be alone [...]
And there in the bathroom,
I try not to fall apart,
And the sinking feeling starts,
As I say hopelessly,
"He said he'd be here."

 
And it was like slow motion,
Standing there in my party dress,
In red lipstick,
With no one to impress,
And they're all standing around me singing,
Happy Birthday to you,
But there was one thing missing,
And that was the moment I knew.


 
«Lils, sei qua dentro?»
«Va' via Albus»
La porta si aprì e James Sirius guardò la sorella con un espressione afflitta. E se c'era una cosa che Lily non sopportava erano gli sguardi pieni di compassione e pena. Quelli erano sguardi che si rivolgono a una persona che ha davvero toccato il fondo.
Fece per alzarsi quando James la bloccò, sedendosi vicino a lei, in quel bagno che sembrava anche un po' sudicio, nonostante il prestigio dell'hotel.
«Avevo chiuso a chiave» disse Lily in un sussurro, poggiando la testa sulle ginocchia.
«L'ho aperta con la magia» rispose ovvio il fratello, accarezzandole i capelli rossi che le ricadevano disordinati sulla schiena.
«Se sei venuto qui per consolarmi, puoi anche andartene» ribatté Lily con un certo fastidio nella voce. Dannazione, se perfino James voleva consolarla, doveva sembrare davvero depressa.
«Così mi offendi Lils. Non sono quella mammoletta di Albus, io ho trovato davvero un modo per farti tornare a sorridere» rispose il fratello con una voce canzonante, tirando fuori dalla tasche della giacca in pelle una bottiglia di... Vodka?!
«Sappi che non ho intenzione di bere fino a rimettere l'anima in questo schifo di cesso» disse lei asciugandosi le guance bagnate.
«Tu no, ma io sì» e detto questo James prese un grosso sorso dell'alcolico, mandando tutto giù, con sommo stupore di Lily.
Passarono alcuni secondi, forse minuti, prima che lui iniziasse a parlare.
«Ti ricordi la mia prima partita di Quidditch come professionista?» chiese, quasi in un sussurro, passandosi una mano fra i capelli appositamente disordinati.
«E chi se la dimentica? Hai preso il boccino dopo dieci minuti dall'inizio della partita. Sei stato fenomenale» rispose Lily con un sorriso un po' tirato, mentre ricordava l'orgoglio che aveva provato in quel momento, stretta a sua madre e Albus ma...
«Lui non c'era. Non è venuto alla mia prima partita, ne a quella dopo, ne a quella dopo ancora» disse James con voce piatta, la stessa con la quale aveva spiegato per la centesima volta ad Albus le regole del calcio babbano «A volte mi sento come se tutto ciò che io faccia gli importi meno di zero. Potrei essere un drogato, un fallito o il presidente degli Stati Uniti e a lui non importerebbe un emerito cazzo. È come se il suo cervello avesse cancellato tutto dopo che ha lasciato la mamma. Compresi noi»
Lily annuì. Era strano vedere suo fratello intraprendere discorsi seri in cui esprimeva i suoi sentimenti, lei e James erano più tipi da 'mi tengo tutto dentro' e roba così, come li definiva sua madre.
«LILY E JAMES, SIETE QUA DENTRO?» chiese la voce di sua zia Hermione da dietro la porta, mentre la donna cercava di aprire la porta.
«Arriviamo subito» rispose suo fratello, alzandosi e dandosi una sistemata ai pantaloni, tendendo poi una mano verso di lei per aiutarla a mettersi in piedi.
«Questa sarà il nostro piccolo segreto, okay?» chiese lui con un sorrisetto complice riferendosi alla bottiglia di vodka che fu velocemente riposta nella tasca della giacca.
Lily annuì velocemente prima di aprire la porta.
 
«Happy Birthday to you,
happy birthday to you,
happy birthday to Lily,
happy birthday to you»
Lily aveva sempre odiato quella parte del suo compleanno. La soggezione mentre tutti cantano, gli applausi una volta spente le candeline e i numerosi baci sulle guance mentre lei doveva solo mettere su un sorriso di circostanza.
Un sorriso che avrebbe mantenuto, se non fosse stato per una chiamata.

 

You call me later,
And said «I'm sorry I didn't make it.»
And I said «I'm sorry too»,
And that was the moment I knew.

 
«Papà?»
«Hey Lily, amore, ciao. Buon Compleanno»
«Perché non sei venuto?»
«Piccola, adesso non posso parlare. Mi dispiace, non c'è l'ho fatta»
«Dispiace anche a me»
E aveva chiuso la telefonata. Lei, che solitamente cercava di rimanere al telefono con suo padre il più a lungo possibile per sentire la sua voce, gli aveva appena attaccato senza salutare.
Aveva tagliato i ponti con il suo vecchio co-pilota e ora si sentiva come se il suo aereo fosse più leggero. Forse era stata la scelta giusta. Forse lo era stata per davvero.

 

 

 

(*1) è una frase del film 'Speak: le parole non dette'. 

 

Writer's wall:
Salve a tutti. Eccoci quì con la mia prima e triste one shot su Harry Potter. La os è ispirata alla canzone 'The Moment I Knew' di Taylor Swift. In tecnica la canzone parla di un ragazzo che non si presenta al compleanno di una ragazzo pur essendo molto importante per lei, ma io l'ho voluta interpretare come un rapporto padre e figlia. 
Ammetto che in questa os c'è un bel po' di me, diciamo che conosco molto bene le sensazioni di Lily.
Sinceramente, Harry è il mio personaggio preferito e mi dispiace averlo descritto come uno stronzo, ma mi serviva per la storia per cui. Non potevo poi non inserire accenni Drarry (unico mio grande vero amore) e nonostante la mia antipatia nei confronti di Ginny non l'ho descritta particolarmente odiosa.
In realtà questa doveva essere una ScorpiusxLily, ma poi ho preferito non inserire nessuna coppia. Beh, non credo di aver nient'altro da dire.
Ringrazio Bleighton_ per il betaggio della storia, è stata davvero di grande aiuto (anche perché io sono pigra e mi scoccia).
Grazie a chi leggerà, ma sopratutto a chi utilizzerà il suo tempo lasciandomi una recensione, sono consapevole di aver bisogno di migliorare per cui non esistate a scrivere quello che davvero pensate.
Vi lascio il link per contattarmi su 
facebook e ask.
Arrivederci.
-ricordinottuni
   
 
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