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Autore: zaffiredream22    01/05/2014    1 recensioni
Prendendo un lungo respiro, Kieran osservò per un'ultima volta gli alberi che, alle sue spalle, protendevano i rami spogli verso il cielo, simili a dita adunche tese verso il Nulla. Nessuna stella brillava in quella distesa oscura, ma sapeva che ormai mancava poco. Doveva solo pazientare ancora un po'. Guidata dall'istinto, la sua mano si strinse attorno all'amuleto donatogli dalla madre, alla disperata ricerca di un po' di conforto che lo aiutasse ad affrontare quel momento con coraggio e consapevolezza. Quello stesso conforto che sapeva non avrebbe più ricevuto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apri gli occhi dell'anima

La capacità di guardare oltre... con la mente e con il cuore


Una luce quasi spettrale illuminava la radura sacra, tingendo d'argento i radi fili d'erba falciati solo qualche ora prima. Gli adepti dovevano aver lavorato per ore intorno alla massiccia stele di granito grigio per ricreare uno dei simboli più importanti tra quelli che gli Anziani gli avevano insegnato... Al solo pensiero di quelle lunghe ore trascorse a imparare a memoria intricati simboli e rune evanescenti, sentiva gli occhi appannarsi, ma si riscosse presto da quella sorta di torpore. Non poteva permettersi alcun calo di concentrazione, non in quel momento.
Prendendo un lungo respiro, Kieran osservò per un'ultima volta gli alberi che, alle sue spalle, protendevano i rami spogli verso il cielo, simili a dita adunche tese verso il Nulla. Nessuna stella brillava in quella distesa oscura, ma sapeva che ormai mancava poco. Doveva solo pazientare ancora un po'. Guidata dall'istinto, la sua mano si strinse attorno all'amuleto donatogli dalla madre, alla disperata ricerca di un po' di conforto che lo aiutasse ad affrontare quel momento con coraggio e consapevolezza. Quello stesso conforto che sapeva non avrebbe più ricevuto. Sua madre era entrata nel regno degli Spiriti da molti anni e lui.. lui stava per essere consacrato al mondo sovrannaturale che, fino a quel momento, si era disperatamente sforzato di ignorare. Ma i suoi poteri erano emersi con troppa prepotenza per rimanere celati e gli Anziani non avevano esitato ad allontanarlo da ciò che era rimasto della sua famiglia per istruirlo... per renderlo uno di loro e trasmettere così la propria conoscenza alle nuove generazioni, in modo che il sapere accumulato nel corso dei secoli non andasse perduto.
Kieran sapeva di essere solo uno degli eletti, scelti tra centinaia -se non addirittura migliaia- di altri ragazzi, ad aver ricevuto il Dono, ma non si sentiva lusingato o privilegiato. Non aveva deciso lui di avere quei poteri, di poter vedere cose che la maggior parte delle persone ignorava e conosceva solo attraverso i racconti fatti intorno al fuoco nelle gelide notti invernali. Il Dono non gli aveva permesso di salvare sua madre. Il Dono non l'aveva aiutato a sopportare il dolore straziate che aveva accompagnato la sua scomparsa. Gli aveva solo consentito di vederla un'ultima volta, prima che il suo spirito raggiungesse il luogo a cui apparteneva. A volte, si sentiva come rinchiuso, intrappolato in qualcosa ben più grande di lui che non gli lasciava scampo. Comprendendo il suo stato d'animo, il Maestro gli aveva suggerito di lasciare che gli eventi gli scivolassero addosso come pioggia leggera, senza che lasciassero traccia nel suo animo, ma non era facile seguire quei consigli, per quanto saggi. Accettare le proprie capacità, il suo nuovo ruolo.... la nuova vita che lo attendeva, lontano da tutti coloro che conosceva era stata la prova più ardua che avesse mai dovuto affrontare.
Improvvisamente, la notte venne rischiarata da una serie di fuochi multicolore, che circondarono la radura seguendo le linee tracciate nell'erba umida con le falci consacrate. Era un fuoco che non bruciava, eppure riusciva a diffondere il proprio tepore nell'aria circostante, dissolvendo la nebbia leggera che aveva avvolto quel luogo come un mantello sovrannaturale. Era il segnale; la cerimonia stava ormai per cominciare.

Con il cuore che gli batteva a mille, Kieran si unì agli altri tre ragazzi ed entrò nel cerchio sacro, mentre una dozzina di Anziani si posizionavano silenziosamente lungo i bordi, ognuno a custodia di un fuoco. Di colpo, un leggero ronzio si diffuse nell'aria, avvolgendo i giovani assieme a una leggera brezza che prese a gonfiare ritmicamente le leggere tuniche che indossavano. Al contrario di quelle indossate dagli Anziani, erano grigio scuro, con solo una sottile fascia bianca a rispecchiare il colore che avrebbero assunto al termine della cerimonia, quando sarebbero diventati ufficialmente parte di quel mondo segreto e nascosto ai più. Una volta che furono tutti e quattro esattamente nel centro, uno degli Anziani si mosse verso di loro, la tunica color neve che ondeggiava fluida a ogni passo. I suoi penetranti occhi da falco indugiarono con attenzione su ognuno di loro, quasi a decidere chi di loro avesse il compito di iniziare. Nel silenzio che aveva avvolto la radura, si potevano quasi udire i battiti forsennati che riecheggiavano nei petti dei quattro ragazzi, in attesa della decisione del superiore, il cui sguardo si fermò improvvisamente su Kieran, che prese un profondo respiro; a quanto sembrava, toccava a lui.
Sforzandosi di non mostrare alcun timore, si avvicinò all'Anziano e puntò lo sguardo sulla cerchia di alberi in lontananza. Al suo fianco, l'uomo si ergeva come una statua candida e solo le mani arrossate dal freddo sembravano mostrare la sua appartenenza al mondo dei viventi, la sua umanità. Anche lui sarebbe diventato così, se mai avesse raggiunto quel livello di potere e quell'età? Con un moto di volontà, scacciò quel pensiero dalla propria mente, che ben presto fu libera da qualsiasi distrazione. Tutto ciò che percepiva era la Vita. Scorreva ovunque, sotto i suoi piedi, nell'aria, tra gli alberi frondosi... Perfino nel più piccolo granello di terra. -Apri la mente- sussurrò l'Anziano, poggiandogli le mani sulle spalle -Apri te stesso e lascia che la Vita ti permei. Richiama i tuoi fratelli, Kieran-. Seppur con apprensione, il ragazzo reclinò il capo all'indietro e usò il proprio Dono per visualizzare gli abitanti della foresta; sapeva che la magia creata dalla cerimonia avrebbe attirato qualche creatura sovrannaturale e lui doveva dimostrare di poterla avvicinare, comunicare con essa... usare il suo potere per scopi benefici.
Seguendo gli insegnamenti ricevuti, aprì la mente e il cuore agli esseri che lo circondavano, diventando egli stesso parte della terra, dell'aria, della Vita. Essa era presente nel suo spirito nello stesso modo in cui lui faceva parte di quell'immenso mondo in continua lotta tra il bene e il male. Per lunghi, intensi minuti rimase immobile, alla ricerca di un barlume di magia e i suoi occhi si aprirono di scatto quando percepì come una fiamma splendente che rivelava un forte potere magico. Se era riuscito a individuarlo con chiarezza, doveva trovarsi verso ovest. Sfruttando sia la vista fisica che quella interiore, avanzò alla ricerca della fonte di quell'energia intensa quanto pura e un lieve sorriso gli incurvò le labbra nello scorgere qualcosa di candido aggirarsi tra gli alberi. Guidato dall'istinto, tese la mano verso la creatura, sforzandosi di creare un legame con essa e farle comprendere che non aveva cattive intenzioni. Non fu facile, ma la fiera rispose positivamente al suo contatto e una profonda tranquillità permeò ogni muscolo del ragazzo, che ispirò a fondo prima di pronunciare un'unica richiesta -Vieni da me-. 
Le figure immobili degli Anziani si mossero appena ai bordi del cerchio, colpite da un sussulto collettivo quando il magnifico animale uscì dalla sicurezza della foresta, scuotendo appena il capo quando oltrepassò uno dei fuochi magici. Il suo manto era così candido da far apparire scure le tuniche dei druidi e solo gli occhi, neri abissi colmi di un'antica saggezza, spezzavano quella purezza. Gli zoccoli argentei sembravano non sfiorare quasi l'erba, permettendogli di muoversi in un silenzio rotto solo dal respiro accelerato del giovane apprendista, che lo osservava con timore reverenziale. Pur conoscendo quella creatura grazie alle immagini impresse sulle pergamene e gli arazzi che gli Anziani custodivano gelosamente nel loro piccolo magione, mai avrebbe pensato di poterla vedere con i propri occhi e averla davanti gli provocò un'emozione sconosciuta, di piena e completa comunione con ciò che lo circondava. Con il cuore che batteva impazzito contro le costole, avanzò cautamente verso la creatura, tenendo la mano destra tesa in segno di pace. -Non intendo farti del male- lo rassicurò con voce pacata, facendo un altro breve passo nella sua direzione -Io ti sono amico-.
Aprendo completamente l'anima, Kieran s'impose di guardare oltre ciò che vedeva, di abbattere ogni barriera mentale e fisica, e un lieve sorriso gli apparve sul volto pallido quando percepì la coscienza dell'animale sfiorare la propria. C'era volontà di capire, unito all'onnipresente timore che un pericolo fosse in agguato nell'ombra, ma quest'ultima emozione svanì lentamente quando lui gli inviò immagini cariche di calma e sicurezza. Chinando il capo in un tacito segno di rispetto, riuscì a creare un legame mentale e i suoi occhi sembrarono brillare di una luce nuova quando riuscì a sfiorare con la mano il morbido muso dell'unicorno. L'idea che una creatura tanto mite e schiva avesse risposto alla sua chiamata, permettendogli addirittura di sfiorarla, gli riempiva il cuore di gioia. Non molti eletti potevano vantare la stessa esperienza e il solo ammirare una fiera tanto meravigliosa compensava ogni fatica sopportata per arrivare fin lì. Senza che se ne rendesse pienamente conto, iniziò a canticchiare una delle ninne nanne insegnategli da sua madre e la bassa melodia sembrò acquietare definitivamente l'unicorno, che abbassò la testa equina fino a sfiorargli il braccio con la criniera candida. 
Il lungo corno a spirale che spuntava dalla fronte risplendeva come madreperla sotto la luce lunare e il ragazzo rimase incantato da come sembrasse catturare i lievi raggi argentei e rischiarare l'aria circostante con un lieve alone luminescente. Sapeva che quello era il fulcro della magia insita nella creatura, un simbolo di potere così intenso da costringere i loro possessori a nascondersi nelle fitte foreste per evitare i cacciatori e i maghi rinnegati che ne volevano entrare in possesso. Essere così vicino a una tale fonte di energia magica non lo lasciava indifferente, ma la sola idea che qualcuno potesse ferire, se non addirittura uccidere un essere così mite solo per impadronirsene lo disgustava nel profondo. Tuttavia, il desiderio di sfiorare il corno era intenso e, trasmettendo quella sensazione all'animale nella speranza di non allarmarlo, alzò lentamente la mano sinistra per toccarne la punta. L'unicorno si ritrasse appena, facendogli capire che non gradiva quel contatto, e si lasciò accarezzare il muso solo quando Kieran abbassò le braccia lungo i fianchi, comprendendo di aver osato troppo. Non voleva spaventarlo, ma era chiaro che quel gesto l'aveva innervosito e il ragazzo cercò di rimediare, sfiorandogli con delicatezza il muso e il collo, piacevolmente caldo in quella sera di fine autunno.
Dopo qualche istante, l'animale si scostò per fissarlo negli occhi e mai come in quel momento, umano e unicorno furono uniti in qualcosa di indescrivibile, qualcosa mai visto da occhi umani. Le loro menti, i loro stessi spiriti sembrarono fondersi in un'unica entità e una luce abbagliante invase la radura, facendo arretrare gli altri tre ragazzi, che si spostarono alle spalle dell'Anziano in cerca di protezione. L'uomo rimase apparentemente impassibile davanti a quell'inaspettata manifestazione di potere, ma i suoi occhi scuri brillarono d'orgoglio sotto le folte sopracciglia candide. Il più cocciuto dei suoi allievi stava dimostrando una capacità di empatia incredibile; dopotutto addestrarlo non era stata una totale perdita di tempo... Grazie al lungo addestramento ricevuto, riusciva a percepire i sentimenti del ragazzo che si fondevano con quelli dell'unicorno, in un vortice caldo e colmo di pace che sembrò bandire l'umidità e il freddo che iniziavano a permeare la zona. L'accenno di un sorriso si fece largo tra le rughe imposte dell'età e dalle fatiche della vita; la prova stava procedendo nel migliore dei modi.
Immerso in un dolce tepore, Kieran non vedeva null'altro che l'unicorno, immerso in un bagliore così intenso da rendere quasi impossibile sostenerne la vista. Sentiva la magia permeargli ogni singola cellula del corpo, invaderlo e sollevarlo verso qualcosa di nuovo, in un luogo fatto di pura luce. Percepiva le emozioni dell'animale nella propria mente come se fossero sue, così come la sua forza nei muscoli, il suo intenso desiderio di libertà... Era una sensazione meravigliosa, che non aveva mai provato in vita sua. Era come se fosse in perfetta comunione non solo con il proprio mondo, ma con l'intero cosmo, con ogni singola vita presente in quell'immenso universo. Reclinando il capo all'indietro, lasciò che quelle ondate di potere lo avvolgessero come un caldo mantello e quasi non si accorse che la sua magia più profonda, il fulcro più nascosto dei suoi poteri, si stava lentamente fondendo con quello dell'unicorno. Un lampo di luce bianca sembrò invaderlo dall'interno, insinuandosi in ogni sua parte e quell'improvvisa scarica d'energia lo indusse a inarcare la schiena, allargando le braccia ai lati del corpo come per immergersi più profondamente in quel mare di sensazioni sconosciute e inebrianti.
Quando riemerse da quel delizioso torpore, la radura sembrava aver assunto delle tonalità nuove e sconosciute e il ragazzo impiegò un po' a capire che le minuscole gemme dai riflessi color arcobaleno che scorgeva erano in realtà gocce di rugiada che rivestivano gli steli d'erba. La vegetazione che lo circondava sembrava composta da innumerevoli tonalità di verde e perfino il cielo non sembrava più semplicemente oscuro, ma ricco di sfumature del viola e del blu scuro, con qualche pennellata d'argento verso est. Un leggero ronzio gli riempiva le orecchie e scosse la testa per riprendersi, ma trasalì nel riuscire a percepire molti più suoni di quanto si fosse aspettato. Persino il naso e la pelle sembravano più recettivi del solito e si ritrovò a inspirare voluttuosamente il profumo dell'erba bagnata, della legna odorosa che bruciava nei fuochi multicolori... Ma com'era possibile un simile prodigio? Istintivamente, cercò lo sguardo dell'unicorno, che emise uno sbuffo equino prima di compiere un gesto che lo lasciò senza parole. L'animale chinò la testa, puntandogli il corno lucente contro il cuore, e Kieran trattenne il fiato quando la punta sfiorò il ciondolo donatogli da sua madre.
Sotto i suoi occhi increduli, la lucida pietra di fiume incastonata tra gli intrecci del legno si era tramutata in cristallo, le cui sfaccettature catturavano la luce dei falò, irradiando migliaia di bagliori luminescenti. Incapace di emettere qualsiasi suono, il ragazzo sollevò il ciondolo per guardarlo meglio, per poi alzare lo sguardo sull'unicorno. Un flebile -Grazie- gli sfuggì dalle labbra e la creatura scrollò il capo, prima di arretrare verso la foresta. Arrivato ai margini della radura, s'impennò sulle zampe posteriori e lanciò un acuto nitrito verso il cielo, per poi correre come il vento e svanire in mezzo agli alberi così com'era arrivato.
Ancora incapace di muoversi, Kieran rimase a fissare il punto in cui l'animale era svanito e strinse il ciondolo nella mano, percependo un nuovo legame a cui non aveva fatto caso fino a quel momento. Alle sue spalle, un morbido fruscio gli annunciò l'avvicinarsi del Maestro e si voltò appena per incontrare i suoi occhi scuri, che lo guardavano con aria imperscrutabile. -Ti è stato fatto un grande dono, Kieran. E non parlo solo dell'amuleto che stringi tra le dita- mormorò l'Anziano -Hai portato a termine con successo la tua prova... E sembra che quella creatura ti abbia scelto più di quanto tu abbia scelto lei-. Davanti allo sguardo perplesso del suo allievo, aggiunse -C'è un legame tra voi, adesso. Un legame incredibilmente forte. Vi siete uniti in un modo che neanch'io riesco a comprendere appieno, ma è certamente un dono di valore-. Un dono che il ragazzo aveva tutte le intenzioni di custodire con la massima cura.
A un cenno del Maestro, si spostò con lui verso un'estremità del cerchio, ma, immerso com'era nei suoi pensieri, registrò appena che, uno dopo l'altro, anche i suoi compagni stavano affrontando la prova che lui aveva appena concluso. C'era qualcosa che gli dava da pensare e rimase a lungo in silenzio, gli occhi verdi rivolti al cielo che andava rischiarandosi in vista dell'alba. Secondo il Maestro, l'unicorno l'aveva scelto per un motivo preciso... ma non l'aveva fatto solo perché aveva percepito la sua magia e aveva avvertito un legame con essa, di questo ne era certo. C'era qualcosa di più. Aveva avvertito come una scossa quando aveva incrociato quegli occhi neri e imperscrutabili, qualcosa di stranamente familiare. Qualcosa che sentiva di conoscere, ma che continuava a sfuggirgli come acqua... Inconsciamente, prese a rigirarsi il ciondolo tra le dita e la risposta ai suoi dubbi appare nitida, quasi un lampo gli avesse attraversato la mente, rivelandogli ciò che cercava. Sua madre!
Con il cuore che gli batteva furiosamente nel petto, il ragazzo fissò la pietra incastonata nel legno di cedro e un sorriso che sapeva di sorpresa e commozione gli apparve in volto. Sua madre aveva guidato l'unicorno da lui; gli era stata accanto in quel momento così difficile e importante, sostenendolo e confortandolo, anche se lui non se ne era reso conto. Senza che potesse impedirlo, una lacrima gli scivolò lungo la guancia, specchio della gioia che gli aveva riempito l'animo. Secondo le leggende, erano proprio gli unicorni a guidare le anime dei giusti nel Regno degli Spiriti e sua madre gli aveva raccontato quella storia innumerevoli volte, solo per vederlo sorridere; sapeva quanto avesse sempre ammirato quelle creature e ora.. ora gli aveva concesso un dono inestimabile, permettendogli di creare un legame profondo con una di esse. Pur senza comprenderne appieno ogni frangente, Kieran sapeva che il vincolo che lo univa a quell'essere così incredibile gli avrebbe permesso di percepirlo ovunque e in ogni momento. Se avesse avuto bisogno del suo aiuto, l'unicorno non avrebbe esitato a raggiungerlo e il ragazzo non sarebbe stato da meno, se fosse stato l'animale a trovarsi in difficoltà. Erano legati da un doppio filo che non sarebbe mai venuto meno, che li avrebbe uniti per tutta la vita. 
Mentre nella radura la prova continuava, Kieran rivolse uno sguardo commosso al cielo e, stringendo il ciondolo sul cuore, sussurrò grato -Grazie per essermi rimasta accanto, mamma. Grazie per avermi insegnato a vedere con il cuore e guardare il mondo con gli occhi dell'anima.

  
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