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Autore: ladynoir28    01/05/2014    0 recensioni
Tutti ci guardano divertiti e mi rendo conto di aver appena fatto una grende figura di merda, così giro i tacchi e scappo fuori. Si, scappo letteralmente. Qualcosa mi dice che coprire le occhiaie non sia servito a evitare che sembrassi una squilibrata, ci si è messo anche il mio comportamento al bar. Comunque ci sono ottime probabilità che io non riveda più quell'uomo, quindi decido di dimenticare la questione e affrontare il resto della giornata con positività.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~"Only know you love her when you let her go.. and tou let her goo...." Ma che diavolo sta succedendo? Apro lentamente gli occhi in cerca della fonte della musica e mi accorgo che provviene dal mio cellulare. E' la sveglia, sono le 7:00 e oggi è il mio primo giorno di lavoro. Ho la testa pesante, come se avessi passato tutta la notte a bere. Vorrei tanto averlo fatto. Invece sono andata a letto presto, ma ho passato un paio d'ore a rigirarmi da quanto ero nervosa. L'ultima volta che ho guardato l'orario erano le quattro e qualcosa, avrò dormito sì e no due ore e mezza.                                                                                                                                                                                                                                   Mi alzo e mi dirigo in bagno, dove quasi mi spavento guardandomi allo specchio. Va bene che sono appassionata di borse, ma quelle che ho sotto gli occhi questa mattina farebbero invidia a monsieur Louis Vuitton. Tutti i  propositi di fare una buona impressione sono spariti dinnanzi all'aspetto da squilibrata che mi accompagna stamattina.                                                                                                                                                                                                                                         Faccio una doccia veloce e dopo aver passato almeno venti minuti a truccarmi in modo da nascondere le occhiaie, mi dirigo davanti all'armadio per decidere cosa indossare. Alla fine opto per un tailleur pantalone blu navy, una camicetta in seta rosa e un paio di decolletè lucide dello stesso colore del tailleur.Alle otto sono fuori di casa e siccome ho mezz'ora di tempo per raggiungere l'ufficio, decido di fare colazione al bar della mia amica Susanna che si trova vicino allo studio in cui lavoro. Oggi è il suo giorno libero, quindi non mi va di saltare la fila come faccio sempre quando c'è lei, per cui decido di mettermi in coda. Sono quasi arrivata alla cassa quando un'uomo mi passa davanti ignorandomi del tutto.                                                                                                                                                                                                                                        "Mi scusi" dico con tono irritato e sbigottito allo stesso tempo. "Nessuno le ha insegnato l'educazione? Non ha visto che c'ero prima io?"                                                                                                                                                                                                                                           "Non ho prestato attenzione in effetti" Dice con tono sufficente e si gira verso la cassa per ordinare.                                                                              "Ma mi prende in giro? Le ho detto che c'ero prima io di lei e mi ignora?" Sgrano gli occhi.                                                                                          "Signorina non la faccia così lunga, ho un impegno di lavoro." Dice tranquillo.                                                                                                                   "E secondo lei io sto giocando? Dovrebbe rivedere la sua educazione." Dico quasi urlando. Si sono girati tutti a guardarmi, ammetto di star esagerando un po', infondo sono nervosa per il mio primo giorno di lavoro.                                                                                                           "Signorina non so se si sia alzata col piede sbagliato questa mattina o se sia in quel periodo del mese ma sta davvero esagerando, non crede?"                                                                                                                                                                                                                                  Tutti ci guardano divertiti e mi rendo conto di aver appena fatto una grende figura di merda, così giro i tacchi e scappo fuori. Si, scappo letteralmente. Qualcosa mi dice che coprire le occhiaie non sia servito a evitare che sembrassi una squilibrata, ci si è messo anche il mio comportamento al bar. Comunque ci sono ottime probabilità che io non riveda più quell'uomo, quindi decido di dimenticare la questione e affrontare il resto della giornata con positività.                                                         
Cammino con calma e alle otto e trenta precise mi trovo all'interno dello studio. E' molto bello : l'arredamento è moderno e i soffitti sono alti. La cosa che più mi colpisce sono le grandi finestre da cui è possibile ammirare lo skyline della città in quanto lo studio si trova all'ultimo piano dell'Empire, uno degli edifici più alti della città nonchè il fulcro della vita lavorativa. Tutti i "big" hanno uno studio qui.                                                                              All'entrata mi accoglie Sylvia, la receptionist. E' una ragazza molto bella: capelli biondo miele, fisico perfetto, vestiti di ottima fattura. Se non fosse che dopo averci parlato il giorno del mio colloquio mi è sembrata simpatica, l'avrei ettichettata subito come oca senza cervello. Invece quel giorno si è dimostrata da subito disponibile e mi ha tranquillizzata dicendo che l'avvocato Anderson non mi avrebbe mangiata e che di sicuro sarei andata alla grande. Carl Anderson è il fondatore dello studio ed è stato proprio lui l'esaminatore per il mio colloquio. Sylvia mi ha spiegato che è un uomo all'antica e gli piace conscere i dipendenti ed assicurarsi che siano tutti all'altezza del suo studio.                                                                                             "Buongiorno Amelia! Così oggi è il tuo primo giorno qui allo studio. Ci divertiremo un sacco!" Dice con entusiasmo.                                             "Buongiorno Sylvia, non ricordarmelo, questa notte non ho quasi chiuso occhio da quanto ero nervosa. Stamattina quando mi sono svegliata sembravo uno zombie"                                                                                                                                                                                                                     "Suvvia, un po' correttore e passa tutto,no? E ti assicuro che tra poco ti rifarai gli occhi!" Dice entusiasta. Ma io non ho il tempo di rispondere che arriva l'avvocato Anderson e mi dice di seguirlo nel suo studio.                                                                                                                                                     "Allora signorina Ross, benvenuta nel mio studio. Come ben sà mi aspetto il massimo da tutti i miei dipendenti, soprattutto dai praticanti. Infondo siete il futuro di questo studio e le ricordo che tra tre anni il consiglio dei soci deciderà chi resta, diventando socio, e chi viene licenziato, tornando ad essere.. niente." Dice con un sorriso sulle lebbra che mi fa rabbrividire.                                                                                                                              "Le assicuro che metterò tutta me stessa in questo lavoro, non ho intenzione di lasciare lo studio" Gli rispondo con sicurezza.                                 "Bene signorina, mi piacciono le persone decise. Ma ora passiamo al suo lavoro. Mi dispiace dirle che non lavorerà più con me, come concordato, ma lavorerà con mio figlio Rick, che si è appena trasferito qui dallo studio associato di Londra.."                                                                                            "Capisco" Rispondo con tono avvilito. L'avvocato Anderson-padre è davvero bravo nel suo lavoro  dicono che sia un ottimo insegnante.                                                                                                                                                                                                                     "Signorina non si avvilisca, Rick è un bravo avvocato ed è in grado di insegnarle il mestiere tanto quanto me."                                                    "Certamente avvocato." Dico con un finto sorriso sulle labbra. Qualcuno bussa alla porta e la conversazione viene interrotta.                            "Buongiorno papà" Dice una voce roca alle mie spalle. Una voce familiare. Aspetta... no dai, sto immaginando tutto, non può succedermi una cosa del genere, non può ess..                                                                                                                                                                                                       "Signorina ci riincontriamo!" Dice con un ghigno sulle labbra facendo intravedere una fossetta sulla guancia sinistra ricoperta dalla barba corta, forse di un giorno o due. Hey ma che sto facendo? Gli faccio una radiografia? Noo, se così fosse noterei anche che è più alto di me di almeno venti centimetri, che ha gli occhi neri più belli che io abbia mai visto e che è molto sexy.. Ma non gli sto affatto facendo la radiografia.                                                "Buongiorno Avvocato." Rispondo io ricomponendomi, infondo da oggi sarà il mio capo e stamattina non ho fatto un belissima figura. In effetti è stata la peggiore della mia vita.. con il mio capo.. Non mi prenderà più sul serio. Quando ho deciso di affrontare la giornata con positività sono stata una stupida, mi ci vorrebbe decisamente un miracolo che gli faccia dimenticare quel che è successo al bar.                                                                          Mi sembra di vedere un sorriso divertito sul suo volto, ma non fa in tempo a dire altro. "Rick lei è Amelia Ross, la tua nuova praticante. Mi aspetto che tu faccia gli onori di casa e poi vi mettiate subito a lavoro." Si intromette l'avvocato Anderson-padre.                                                                                "Mi segua signorina" Dice quasi sospirando il mio nuovo capo.                                                                                                                                        Non appena si gira il mio sguardo cade sul suo incantevole sedere, fasciato perfettamente dai pantaloni. Di sicuro si fa fare gli abiti su misura. Quanto invidio chi gli prende le misure... Oddio ma che sto dicendo? Ad ogni passo che faccio mi sembra di dirigermi verso la tana del lupo cattivo. Un lupo con un sedere da favola, ma pur sempre un lupo.. Ed io non voglio essere mangiata. Oppure si?


Scusate per l'impaginazione ma proprio non riuscivo a mettere i dialoghi a inizio riga, come avrei sperato. Grazie per aver letto la storia e spero di leggere le vostre recensioni, mi raccomando siate critiche/ci ma anche buone/i perchè è la prima storia che scrivo.           
 
  
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