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Autore: Delyassodicuori    01/05/2014    1 recensioni
Questa storia è decisamente fuori dal comune, lo so. E per di più è ambientata a Londra, in particolar modo in una scuola frequentata da persone normalissime. La vicenda ruota attorno a Leah Clearwater che, trasferitasi da poco in questo istituto, si ritroverà ben presto con un sacco di problemi alle spalle, e Jacob Black, un normalissimo studente che cerca di aiutare tutti… a modo suo…
Dal testo:
-Ti conviene stare attenta a ciò che fai, sai?- disse –Questa non è una scuola normale. Anzi, sei entrata nell' inferno, piccola-.
Piccola?
-Ehi!- stavo per urlargli in faccia, alzandomi di scatto, quando lui ormai era andato via.
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater | Coppie: Jacob/Leah
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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3_ Primo giorno_parte 3
 
-Leah-

 
Ruotammo intorno al ring, l’uno con gli occhi puntati sull’altro. Sentivo Alice e Bella trattenere il respiro, ansiose.
Si avvertiva un incredibile aura attorno agli studenti. Erano tutti ansiosi come le due ragazze, ma anche curiosi di sapere come sarebbe finito il duello.
-Poi non ti lamentare se ti rompo qualcosa per sbaglio- disse Jacob, sarcastico.
-Me lo terrò a mente- risposi, fissandolo.
-Quindi credi davvero che posso fare di meglio, eh?- chiese lui, stuzzicandomi.
-Ovvio- risposi ancora –Te l’ho detto.  Anche se le tue mosse erano precise, ti sei sprecato troppo contro un principiante. Potevi metterlo a terra molto più velocemente, ma a quanto sembra volevi fare il figo davanti a tutti-.
Jacob mi squadrò. Evidentemente la mia affermazione non gli suonava molto bene.
-Quando fai quella faccia sei fastidiosa- disse infine.
-Oooh, quale faccia? Questa?- domandai ironica, socchiudendo gli occhi, assumendo un espressione eccitata.
-Si- disse, convinto –Ti fa sembrare una zoccola bella e gros…-.
Prima ancora che potesse finire la frase gli assestai un calcio sullo stomaco. Gli arrivò talmente in fretta che non se ne accorse nemmeno. Sentivo la testa rossa dalla rabbia, mentre ribollivo dentro.
-Cosa hai detto, pezzente?!?- gli urlai in faccia, mentre lui cercava di trovare l’equilibrio di prima.
Bella e Alice assunsero delle bocche ad “O”, come il resto della classe.
-Cavolo- sbraitò Jacob, tenendosi il grembo. Sorrisi. Ben gli sta!
La lotta vera e propria ebbe iniziò così: Super-Teppista mi si scaraventò addosso, provando ad assestarmi dei pugni in faccia. Erano precisi, e veloci, oserei dire, tuttavia quella più veloce ero io.
Ne schivai qualcuna, parandone altre. Provò allora a darmi un calcio sul grembo, ma lo parai velocemente con il ginocchio. Un secondo calcio cercò di colpirmi invece sulla fronte. Mi abbassai di colpo, mentre la sua gamba schiaffeggiava l’aria e qualche ciocca dei miei capelli ancora in aria. Prima ancora che potesse abbassare la gamba, con la testa scattai contro il suo ventre, centrandolo in pieno. Ma non lo mollai lì.
Lo afferrai con le braccia, quasi come se fosse un abbraccio. Lo strinsi forte, fiondandomi sul suo corpo. Mi ci volle una certa forza per farlo cadere a terra assieme a me. la sua testa era vicinissima a sfiorare la linea del ring.
-Brutta…- stava per sbraitare, irritato. Provò ad alzarsi su un gomito, ma lo bloccai a terra velocemente, con una mossa che lasciò sia lui che la classe stupiti e sbiechi.
Mi sedetti sul suo petto, arrestando  i suoi polsi a terra con i piedi. Incrociai le braccia al petto, quasi sogghignando.
-Questo per avermi fatta cadere per ben due volte in un giorno!- sibilai tra i denti, in modo che solo lui potesse sentirmi.
Gli altri studenti rimasero scioccati. Alcune ragazze facevano dei risolini, mentre i ragazzi rimanevano ancora con la bocca aperta.
-Wow! Leah, sei grande!- fece il tifo Alice, come se stesse assistendo ad una partita di calcio.
-Ma allora ha vinto!- esultò Bella, ma venne subito interrotta dal prof:-Ah no, miei cari, la lotta avrà fine solo quando uno dei due esce dall’arena. Non ci sono eccezioni alla regola!-.
Jacob sorrise di colpo. Il ché mi lasciò perplessa. Cosa aveva da essere contento?
-Tu quindi credi di essere figa solo perchè sai mettermi K.O., vero?- chiese, fissandomi negli occhi.
Alzai un sopracciglio. Dove voleva arrivare?
Spostò lo sguardo dai miei occhi in giù, ampliando il sorriso. Segui il suo sguardo.
Feci un verso alquanto strano, un misto tra l’infuriato e l’imbarazzato.
-Ma che cacchio guardi, pervertito?!?- gli strillai in faccia, facendogli chiudere gli occhi per un momento.
-Scusa, ma sei tu che ti sei messa in questa posizione- disse Jacob, tornando con gli occhi sulla mia faccia –Non è colpa mia se dopo mi si alza il cavallo, sappilo!-.
Scemo. Idiota. Super-Teppista. Antipatico. Ma soprattutto PERVERTITO!
-Ci sono andato leggero con te, lo ammetto- continuò –E quello che farò dimostrerà quanto tu in realtà sia sensibile-.
-Come, prego?- domandai, confusa. Avevo già la testa rossa dalla rabbia e dall’imbarazzo, se poi mi viene a fare discorsi senza senso…
Capì quello che intendeva dire troppo tardi.
Avevo allentato la presa dei piedi sui suoi polsi, dandogli così la possibilità di levarseli di dosso, liberandosi così le braccia. Che errore da principiante.
Ancora prima che potessi fare qualcosa, Jacob si era già buttato su di me, facendomi cadere sul tappeto.  Ora le posizioni si erano rovesciate: adesso era il Teppista-Superman a stare su di me, ma in una posizione diversa dalla mia.
Teneva bloccati i miei polsi con le mani, in una stretta forte, inusuale, mentre aveva poggiato le ginocchia ai lati dei miei fianchi.
Cretina mi dissi automaticamente.
I ragazzi fecero un “O” sonoro, mentre le ragazze erano di nuovo con il fiato sospeso.
Jacob sorrise di nuovo, trionfante.
-Vedi?- disse, avvicinando il suo viso al mio –Voi donne siete troppo sensibili. Appena un uomo vi guarda, subito vi distraete, dimenticandovi cosa stavate facendo-.
-E tu allora sei un totale cretino- aggiunsi, ricambiando il sorriso. La cosa non piacque al mio avversario. Mi squadrò, confuso.
-Ti lamenti della mia posizione per distrarmi, ma sai che ti dico?- dissi, alzando un poco la gamba senza che lo notasse.
Nel momento esatto in cui gli diedi una ginocchiata portentosa all’altezza dei suoi gioielli, urlai:-Che voi maschi avete il concentrato di sensibilità in un unico punto!-.
Lui rimase a bocca spalancata, gli occhi sbarrati per il dolore. Mi lasciò andare, rotolando sul terreno, senza uscire dalla linea del tappeto. Rimase per un paio di secondi buoni lì, disteso a pancia in giù con il sedere all’aria, e le mani sui pantaloni. Mi alzai in quel lasso di tempo, mentre sentivo la classe scoppiare in una fragorosa risata.
-Male… detta….- sibilò Jacob, dolorante.
-E non ho finito!- dissi, avvicinandomi a lui. Gli assestai un calcio dritto sullo stomaco, colpendolo in pieno. Jacob tremò, ma non capì se era per il male che sentiva, o se era per la rabbia.
Si alzò in fretta, facendomi allontanare di un passo da lui.
Teneva una mano allo stomaco, mentre l’altra era a penzoloni verso il terreno. Cacchio, gli ho fatto così tanto male?
-Adesso falla finita!- dissi, scocciata –E’ inutile che fingi-.
-Non fingo nulla!- sbraitò.
Lo guardai un attimo, cercando di valutare la cosa. Ok, magari una ginocchiata nel cavallo e un calcio allo stomaco erano eccessivi, ma la sua reazione era esagerata. Atletico e muscoloso com’è. Per lui dovrebbero essere come delle leggere carezze – magari non per le sue parti intime.
Si ricompose, mettendosi con la schiena dritta, stringendo i pugni.
-Non male comunque- disse –Mi stai mettendo in difficoltà-.
Sorrisi, compiaciuta.
Alzai una mano, incitandolo con le dita a farsi avanti.
Lui obbedì senza esitare.
Scattò di colpo verso di me, sferrandomi un cazzotto sul grembo. Mi colpì, ma con una forza leggera. Troppo leggera…
-Leah!- urlò Alice dietro di me. Feci appena in tempo ad alzare lo sguardo dal suo pugno che ne ricevetti un secondo in piena guancia.
Questa era molto più forte della prima, ma non abbastanza da rompermi la mascella.
Sentì comunque le sue ossa schiantarsi contro le mie, i miei denti mordere la carne all’interno della bocca, e il sapore metallico e salato del sangue che si stava sprigionando.
Barcollai per un leggero tratto, abbassando la testa. Mi toccai la guancia. Si stava leggermente gonfiando.
-Stupido di un Jacob!- urlò Alice, in preda alla furia. La vidi con la coda dell’occhio dimenarsi bruscamente, stretta per le braccia da Bella e un’altra ragazza.
-Questo per il calcio nelle palle!- sbraitò, offeso.
Lo guardai per un secondo, valutando il modo migliore per metterlo a terra.
Dopo un pugno del genere con cavolo che ci vado leggera.
Forse dovrei scrivere un libro, magari con un titolo tipo: Come incazzarsi al primo giorno di scuola!
-Adesso le prendi, figlio di una buona donna!- urlai, furiosa. Mi scaraventai contro di lui, assestandogli un calcio sul fianco. Poi, immediatamente, un pugno sulla mascella. Stavolta era lui quello che barcollava.
-Come mi hai chiamato, stronza?- sibilò, anche lui con la guancia rossa e gonfia. Si scaraventò di nuovo su di me, ma stavolta i nostri colpi erano più veloci e potenti.
Ci scambiavamo calci e pugni a raffica. Ogni tanto riuscivamo a schivare qualcosa, ma capitava pure di prenderle, e anche pesantemente.
Continuammo a lungo, senza neanche prenderci una pausa. La nostra ira cresceva di secondo in secondo, arrivando pure a graffiarci a vicenda, o a tirare l’uno i capelli dell’altro.
Non ci fermammo finché il professore non intervenne. Con le sue enormi e gigantesche braccia ci separò l’uno dall’altro. Provammo a tirarci dei pugni, ma non riuscivamo a colpirci.
-Ora, BASTA!- urlò l’insegnante, bloccandoci di colpo. Il suo urlo era così forte che sentivo un male cane ai timpani.
-Fatelo un'altra volta, e finite in punizione. CHIARO?- strillò ancora, facendoci tremare da capo a collo.
Ci guardammo in faccia, irritati. Lui era decisamente conciato male. Aveva del sangue che usciva dal naso e dalla bocca, la guancia più gonfia di prima, e l’occhio destro completamente viola, più un sacco di lividi sulle braccia e sulle gambe.
Forse anche io ero conciata così. O forse pure peggio.
-Ora- riprese il prof. –Stringetevi la mano e tornate a casa. La campanella è suonata da cinque minuti!-.
-COSA?!?- domandammo in coro, scossi.
-Leah, dai, adesso basta- sentì alle mie spalle Alice. Lei e Bella erano ancora lì, mentre maggior parte della classe se n’era già andata.
Le guardai per un po’, per poi sospirare piano.
Fissai un ultima volta Jacob, con in testa una frase simile: La prossima volta ti uccido!
Lui ricambiò lo sguardo, come per dirmi: Non finisce qui, stronzetta!
-Vi accompagno in infermeria?- chiese l’insegnante, calmo. Entrambi scuotemmo le teste.
-Beh- aggiunse lui –Almeno aggiustatevi la faccia. Siete penosi!-
Mi staccai dal braccio dell’insegnante (grosso quanto un tronco!), raggiungendo le altre. Non appena mi avvicinai a Bella, sentì le gambe più pesanti del solito. Per poco non persi l’equilibrio.
Bella subito mi tenne per le spalle, scossa.
-Leah!- sussultò, spaventata.
-Tutto bene- mentì. Ora che il combattimento era finito, sentivo dolore ovunque.
Le due ragazze mi accompagnarono allo spogliatoio, anche se le avevo assicurate di star bene. Prima di entrare, feci in tempo a voltare la testa e vedere Jacob barcollare fino allo spogliatoio maschile.
Al solo vederlo in quello stato sentì una morsa strana nel cuore.
Era… come se avessi fatto qualcosa di assolutamente sbagliato.
Come… se mi sentissi in colpa…
Scossi la testa, cercando di scacciare via il pensiero, rinchiudendomi la porta alle spalle.
 
 
-Jacob-
 
Stronza pensai, non appena misi il piede nello spogliatoio. Qualche ragazzo era già pronto per uscire, mentre qualcun altro chiacchierava con un suo amico sullo sport o sulle ragazze.
Arrivai al mio armadietto con non poca fatica. Quella brutta scema mi aveva procurato lividi ovunque, come minimo. Sentivo un male cane ovunque, sulle gambe e sulle braccia. Per non parlare del viso.
Bella figura che ci faccio. Farmi picchiare da una ragazza!
Presi l’asciugamano e lo shampoo, incamminandomi lentamente verso le docce.
Fu un sollievo sentire l’acqua gelida sulla pelle, in particolare nei punti dove sentivo pulsare.
Mi osservai le braccia e le gambe. Completamente nere.
Chiamala cintura nera pensai ironicamente, ripensando a come mi aveva steso subito.
Certo, osservarle i pantaloncini era stata l’unica cosa soddisfacente di tutta la giornata – anche se lo scopo era distrarla.
Mentre mi ripulivo i capelli, la mia mente finì subito al momento in cui il combattimento era ferito.
Avevo visto bene in che condizioni era, e quasi non mi morsi la lingua.
La sua guancia si era gonfiata di molto, aveva la bocca completamente insanguinata,  alcune ciocche di capelli fuoriusciti dal suo elastico, e lividi rossi e neri su tutto il corpo.
Ma che cavolo mi era saltato per la testa? Prendere a pugni una ragazza non era di certo nella lista delle cose da fare!
Anzi, lo avrei escluso a prescindere di ogni cosa.
E più ci ripensavo, più mi sentivo quasi vomitare dal disgusto.
Che bella persona che sono.
Chiusi il rubinetto, andando poi a vestirmi. Mentre mi infilavo la canottiera, sentivo i passi di alcuni ragazzi uscire. Quando rimanemmo solo in tre, andai a controllarmi allo specchio.
Non ero messo decisamente bene. Forse un po’ di ghiaccio avrebbe rimesso in sesto la mia guancia e il mio occhio. Per fortuna il naso era integro.
-Quella ragazza è troppo forte- sentì dire alle mie spalle.
Paul, un ragazzo del mio stesso anno, stava discutendo con Colin, uno del terzo.
-E’ riuscita a tener testa a quell’idiota di Jacob- disse Paul, quasi sputando a terra, come se stesse parlando di qualcosa di disgustoso.
-Che facciamo, Paul?- chiese Colin –Se riesce a tener testa a lui, forse ci riuscirà anche con Sam…-
-Non dire stronzate, novellino!- sputò di nuovo quel testone –E’ ovvio che non riuscirà a batterlo. Quella ragazza sarà anche forte, ma non è nulla contro il nostro capo, sappilo-.
-Scusa…. è che … insomma, l’hai vista, anche tu, no? Mi ha fatto venire i brividi!-.
-Non fare il coniglio! Le daremo una bella lezione, un giorno. Non oggi, ovvio, altrimenti rischieremo di ucciderla troppo in fretta e di perderci il divertimento. Aspettiamo che si riprenda, poi la attacchiamo!-.
-E Sam sarebbe d’accordo con ciò?- chiese stupidamente Colin. Strinsi i denti, già intuendo la risposta.
-Ovvio- rispose Paul –Se è un idea realizzata dal sottoscritto, ovvero al beta del nostro branco, allora non vedo perché rifiutare!-.
Chiusi l’armadietto a forza, la solita scarica di adrenalina percorrermi la schiena.
Quella scarica che arrivava sempre quando era il momento di prendere a botte qualche coglione di turno.
Ma stavolta frenai questo desiderio. Ero già ridotto male di mio, se avessi lottato contro Paul (che era più sano, fisicamente parlando, di me) sarei finito in ospedale come minimo. E poi come lo spiegavo a Billy?
E’ già tanto se quel povero uomo riesce a sopportare un figlio problematico come me, se andassi poi in ospedale sarebbe la classica ciliegina sulla torta.
M’ incamminai verso la porta per uscire, e quando posai la mano sulla maniglia, sentì Paul sogghignare un:-Sai, Colin, penso proprio che oggi andrò da Rachel. Sai, dopo aver visto come combatte una donna allenata, mi è venuta una certa voglia di farla urlare dall’eccitazione!-
Ringhiai dentro di me, stringendo forte la maniglia, per poi uscire di corsa.
Lo aveva fatto apposta. Ne ero sicuro.
Forse dovrò comprarmi un cane ringhioso  pensai Magari così starà lontano da quella secchiona di mia sorella!
 
-Leah-
 
-Quindi non siete stati tutto il tempo a guardarci!- dissi, dopo che Bella e Alice mi avevano riempito il cervello con stronzate tipo: Non puoi buttarti così contro di lui! , Cavolo, per poco non di rimanevi secca , dovresti metterci del ghiaccio in quel punto , Guarda che capelli, che peccato! , dovresti andare in infermeria, ti accompagno se vuoi!
-No- rispose Bella –Il prof. King alla fine ci ha sistemato altri tappeti e abbiamo lottato tra di noi un po’ per volta-.
-Era prima che voi due cominciavate a scannarvi a vicenda!- annui Alice, poggiandomi delicatamente una bottiglia di acqua gelata sulla guancia.
-Capisco- dissi, infilandomi le calze –Cavolo, allora per due ore non abbiamo fatto altro che lottare?-.
Bella e Alice si guardarono, preoccupate.
-Non è una cosa molto umana- disse Bella, timida –Insomma… sareste già crollati a quest’ora, e invece sapete ancora reggervi sui piedi! Come diamine fate?-.
-Non lo so- mentì –Sarà stata fortuna-.
-O forse quegli allenamenti di Kung fu sono stati anche troppo utili- sputò lì Alice, per poi mordersi il labro inferiore.
Poverina, mi faceva tenerezza. Infondo, era solo in pensiero. E non posso darle torto. Aveva appena assistito ad uno scontro tra due bestie.
E, ripensandoci, era la prima volta che lottavo così a lungo. Non mi era mai capitato un avversario tanto forte quanto Jacob.
Dovrò stare attenta, d’ora in avanti.
-Scusatemi- dissi di colpo, bloccandole lì –Per colpa mia ora perderete la metro o il bus-.
-Non dire baggianate!- sorrise Alice –Io mi prenderò un taxi, mentre Bella ha l’auto tutta per sé!-
-Già!- disse quest’ultima –Se vuoi, Leah, posso accompagnarti. In queste condizioni non so se…-
-No, non fa nulla- dissi subito, alzandomi.  Non volevo farla scomodare troppo, e poi la conoscevo appena.
Lei mi guardò per un minuto buono, dopo di ché annui tristemente.
Presi le mie cose, mi sistemai meglio i capelli trasandati, mi toccai la guancia tiepida (che non era poi tanto grossa come temevo), salutai le altre (assicurandole che stavo benone, anzi, sana come un pesce!) e corsi fuori dalla scuola, verso la fermata dell’autobus.
 
 
 
Angolo Autrice: pardon se questo capitolo è venuto breve, ma per il momento direi che è più che sufficiente.
Beh, come vi è sembrato? La parte della lotta era abbastanza decente o faceva schifo?
Vi prego, ditemelo questo! T_T
Anyway, buon ponte di 1’ Maggio a tutti <3
Un bacio
Delyassodicuori
   
 
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