Labirinto.
E’
come trovarsi al centro di un enorme labirinto, con tante
vie disponibili, ma senza sapere quale intraprendere. Sono sulla strada
giusta?
Dovrei ripartire da zero? Cosa sono? Chi sono? Chi voglio essere?
Non
lo so. Non so che mi succeda, non so dove voglio andare,
mi sento alla deriva, priva di qualsiasi forma e sostanza. Sento solo
che ci
sono cose che mi fanno stare bene, ed altre no, ma non per questo sento
che
dovrei sempre fare le prime per tutta la vita. Cosa voglio essere?
Alla
mia età tutti i coetanei hanno già chiarito
queste
domande ed io non so cosa fare. Non ho mai avuto dubbi fino ai miei 18
anni,
sapevo cosa facevo e cosa non volevo fare. Ma non ho mai saputo chi
volevo
essere in futuro. Conosco solo la persona che voglio essere, non la
donna che
voglio essere. Non riesco a vederla a inquadrarla, a parlarle. Ecco il
personaggio più difficile per me, darmi una dimensione
futura, la me di 30
anni, che donna sarà, cosa avrà ottenuto dalla
vita? Che lavoro starà facendo,
che vita starà vivendo?
Non
ho grandi richieste per quella donna, vorrei solo
riuscire a vederla, a capire se sto scegliendo la via giusta o se mi
sto
cullando nell’idea che queste scelte mi potranno piacere in
futuro. Ma mi sento
nata per qualcosa di più alto che neppure io sono in grado
di vedere. Il futuro
è come una nube oscura lontana sull’orizzonte,
posso vedere il suo arrivo ma
non la forma che assumerà quando riuscirò a
toccarla.
E
se avessi sbagliato tutto? Se non fosse questa la mia
strada? Cosa potrei fare per cambiare le cose? Ho Paura di trovarmi
schiacciata, senza respiro, con le spalle al muro di un vicolo cieco,
senza
uscita, senza aria, senza speranza. E allora non saprei cosa fare, sono
sempre
stata pronta ad affrontare il male degli altri, ma non so come reagirei
ad
essere io la causa del mio male, se fossi io stessa con le mie
decisioni a
portarmi alla rovina.
E
questa domanda continua a tormentarmi, a violare la
tranquillità del mio pensiero: “ chi
sono?” “chi voglio essere?” . Io non lo
so. Davvero, non ne ho la minima idea. Non riesco a vivere nel futuro,
non
voglio tornare nel passato e penso di poter vivere solo nel breve
orizzonte
temporale del presente. Ho il terrore del futuro, questo senso di
angoscia che
non riesco a non sentire sulla pelle, questo dubbio costante che
accompagna la
mia esistenza già da troppo tempo, una pioggia che non
smette mai di battere
sulle pareti della mia anima, un temporale da cui non riesco a fuggire.
E mi
manca il respiro, l’aria, una ragione per andare avanti.
Ieri
mi sono detta “ Nella vita ci sono tante ragioni per
essere infelici, Ma nessuna per scegliere
l’infelicità. “ Ed io? Cosa sto
facendo della mia felicità? Sono felice, ora. Ma domani? Tra
un mese? Tra un
Anno?
Non
riesco a fare chiarezza. Non riesco ad illuminare un
sentiero davanti a me e vedere ciò sarà di me. Io
vorrei solo essere una brava
persona, una persona felice, una madre, magari, in un futuro lontano.
Ma altro
non so , non so dare un tracciato al cammino che mi deve condurre a
queste
mete. Sono un’attrice lasciata solo con l’applauso,
ma senza spettacolo. Che
devo fare? Come posso capire chi sono? E questo senso di ansia non mi
lascia,
mai, mi opprime, cerco di non pensarci, ma non riesco, è
come cercare di
combattere le onde quando c’è l’alta
marea: continui
a nuotare, ma non riesci a resistere
ai cavalloni, cerchi la superficie, ma ti rispinge giù.
E sento che questa potrebbe essere la mia fine, la fine dei miei sogni, delle mie aspettative, che sto bruciando senza arrivare a portare la mia luce in quel futuro. Brucio e non so come spegnermi, come calmare la mia anima, come trovare la quiete della certezza.
NDA:
Questo è un lungo stream of consciousness, un flusso di
coscienza , una fotografia dell'anima priva di filtri, di schermi, di
prepensieri. Spero vi piaccia. So che per essere un flusso ha molta
punteggiatura, ma nella mia testa le virgole, la punteggiatura, i
paragrafi scelgono sempre di manifestarsi. Anche quando
parlo.