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Autore: Fink    02/05/2014    3 recensioni
Un sorriso compiaciuto gli si dipinse sulle labbra: essere l’oggetto della contesa tra due donne attraenti rallegrava il suo orgoglio, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Non vedeva quello sguardo negli occhi di Jen da molto tempo, a essere precisi da otto anni, poco dopo la loro ultima missione a Parigi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Shepard, Leroy Jethro Gibbs, Lt. Col. Hollis Mann
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Armati di carta, penna e fantasia'
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Altra Jibbs, ma non so mica...



Un uomo conteso




Titolo: un uomo conteso
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 196. Triangolo
Fandom: NCIS
Personaggi: Leroy Jethro Gibbs, Jennifer Shepard, Col. Hollis Mann
Raiting: verde
Tipologia: one-shot
Parole: 989


Era bastata un’occhiata da sopra gli occhiali sottili a fargli capire che la loro presenza non era più gradita. Jethro e il colonnello Mann uscirono dall’ufficio del direttore e si incamminarono lungo il ballatoio del primo piano.
“Voi due lavorate insieme da parecchio, eh?*” chiese il colonnello a bruciapelo.
“Mmhm*” fu l’unica risposta dell’agente accanto a lei.
“Da quanto?*”
“Perché?*” domandò a sua volta Gibbs, fermandosi sul terzo gradino.
“Solo curiosità.*” Il colonnello si girò guardando l’uomo. Il volto di Gibbs diceva tutto e niente. “Lasca stare.*” Concluse e ricominciò a scendere le scale.
Jethro udì lo scatto di una porta e si girò in tempo per vedere Jen uscire dall’ufficio e rivolgere al colonnello uno sguardo di curiosità mista ad astio, prima di sparire nella sala del MTAC.
Un sorriso compiaciuto gli si dipinse sulle labbra: essere l’oggetto della contesa tra due donne attraenti rallegrava il suo orgoglio, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Non vedeva quello sguardo negli occhi di Jen da molto tempo, a essere precisi da otto anni, poco dopo la loro ultima missione a Parigi. Si erano incontrati una sera. Lui era in compagnia di quella che sarebbe diventata la sua terza ex moglie, Stephanie Flinn**. Lei era con un’amica.
Più che un incontro era stato uno scontro nell’atrio d’ingresso di un ristorante a pochi isolati dalla sede del NCIS.
“Agente Shepard.” Aveva esclamato tradendo sorpresa mista ad orgoglio ferito. In fin dei conti lei lo aveva pur sempre scaricato a Parigi.
“Agente Gibbs.” Aveva salutato lei altrettanto sorpresa di vederlo in quel locale, “Vedo che è in buona compagnia.”
“Oh, che scortese. Non vi ho presentate. Questa è Stephanie.” Gibbs l’aveva introdotta con un ghigno soddisfatto. “Stephanie, questa e Jennifer Shepard, lavora al NCIS.”
Jen l’aveva squadrata e le aveva lanciato la stessa occhiataccia che aveva rivolto alla Mann, poi si era guardata attorno come a voler controllare le presenze nel locale. “Troppo affollato, Lucy, rischiamo di non riuscire a mangiare.” Aveva detto all’amica che la guardava incuriosita.
“Piacere di averla rivista Gibbs.” Aveva allungato la mano verso la rossa, “Stephanie. Vi auguro una piacevole serata.”
Era uscita trascinandosi dietro l’amica che aveva cominciato a borbottare in segno di protesta per quella decisione repentina con cui non era d’accordo.
Quella era stata l’ultima volta che aveva visto Jen.
Prese un lungo respiro e ritornò sui suoi passi, fermandosi davanti alla porta del MTAC. Era attratto dal colonnello Mann e si era reso conto che l’attrazione era reciproca, ma prima di avventurarsi in questo nuovo mare, doveva essere sicuro che nulla lo trattenesse a riva, che tutti gli ormeggi fossero stati tirati a bordo o lasciati sul pontile. Doveva parlarle.


---


Quell’allusione alle loro “attività” insieme era stata l’ennesima pugnalata. Una lama che, con studiata e meticolosa precisione, era affondata nel petto all’improvviso e l’aveva lasciata boccheggiante alla ricerca d’aria. Li congedò e attese qualche minuto prima di cercare riparo in un ambiente in cui il profumo di Jethro non si mischiasse a quello del colonnello Mann, ma appena uscì se li ritrovò davanti. Di nuovo. Parlavano fitto fitto sulle scale e lei non poté fare a meno di squadrare il colonnello e assistere al sorriso soddisfatto di Gibbs.
Jen entrò nella sala del MTAC e, dopo essersi accertata di essere sola, si lasciò cadere su una delle poltroncine di velluto, mentre le lacrime le pizzicavano gli occhi. Lei permise loro di scivolare fuori. Bruciavano di rassegnazione e orgoglio ferito, ma soprattutto bruciavano di rabbia verso se stessa, come quella sera di otto anni prima.
Le stesse emozioni che l’avevano sopraffatta quando aveva incontrato Jethro insieme a Stephanie; quando, uscita dal locale, le lacrime le avevano scavato le guance e aveva pianto la sua rabbia davanti all’amica che la guardava senza dire nulla, ma capendo tutto.
Perché dalle sue labbra uscivano solo “no”, mentre il suo cuore non gridava altro che “sì”?
Perché non riusciva ad accettare che lui stava andando avanti? Cosa si aspettava, che le si gettasse tra le braccia dopo che lei lo aveva respinto due volte?
Sperava davvero di poter andare avanti con questo gioco del “tira e molla” ancora a lungo? Avrebbe dovuto sapere che prima o poi anche l’ultimo treno sarebbe partito e lei sarebbe rimasta ad aspettare fiduciosa sulla banchina l’arrivo di un altro “ultimo treno”, ma invano.
Jen sospirò e appoggiò la testa allo schienale. Quando sentì lo scatto della porta alle sue spalle si passò il dorso della mano sul viso e si girò nella direzione del rumore.


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Gibbs aprì la porta con uno scatto secco. La sala del MTAC era vuota e in penombra. Jen, che sedeva in una delle poltroncine della prima fila, si girò appena sentì che qualcuno era entrato nella stanza.
“Avete già trovato Sharif?” il tono canzonatorio di Jen non sfuggì a Gibbs.
L’agente raggiunse il fondo della sala e si fermò davanti al direttore.
“Jen…” cominciò, ma si interruppe quando incrociò gli occhi della donna. Nonostante il suo viso fosse in penombra Gibbs notò lo sguardo di rassegnazione, una mano invisibile si strinse attorno al suo stomaco.
Conosceva Jen da molti anni, ma le era capitato di rado vederla piangere e mai una volta aveva scorto quell’emozione, neanche quando avevano assistito al funerale di una bambina di soli cinque anni che era l’unica testimone di un caso. In quell’occasione aveva pianto, di rabbia e dolore, ma non si era mai arresa.
“Se non ha nulla di nuovo da riferire…” Jen si alzò dalla poltroncina pronta ad allontanarsi, ma Gibbs la trattenne per le spalle.
“Perché, Jenny?” fu un sussurro che le carezzò l’anima, facendole pizzicare gli occhi.
Jen si morse il labbro nel tentativo di trattenere le lacrime, ma una sfuggì al suo ferreo controllo. Jethro la raccolse con il pollice e il cielo incontrò il prato umido di rugiada.
“Niente cose a tre però, Jethro.” Scherzò Jen, sorridendo, quando le loro labbra si separarono.




* Dialoghi tratti dalla 4x13 "Il ritorno di Sharif"

** Stephanie Flinn è stata la quarta moglie (terza ex) di Gibbs. Nella puntata 5x03 "Ex Files" Stephanie chiede a Jen se tra lei e Gibbs c'era stato qualcosa prima che loro si sposassero, perchè quella era l'impresione che Stephanie aveva avuto. E mi sono chiesta, ma quindi si erano incontrate prima che si sposassero?



   
 
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