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Autore: solarial    22/07/2008    16 recensioni
Si alzò di scatto dal divano, si stiracchiò, fece schioccare le dita, fece dei piegamenti sulle ginocchia ed infine annodò in testa una fascia. Bene, ora era pronto.
Era ridicola tutta quella preparazione, oh lo sapeva benissimo: se qualcuno l'avesse visto gli avrebbe riso in faccia, ma quel qualcuno evidentemente non aveva come marmocchio suo figlio. E gli augurava di non averlo.
(Partecipa al Pannolini!Challenge indetto da Maki_chan)
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tra Malizia e Intelletto'
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Note: Eh no, mica potevo lasciare a Maki questo privilegio. Nono, nossignore. Perché la Shika/Ino è LA coppia che regna, non la Shika/Temari. Ed ovviamente se dobbiamo parlare del “pannolini!Challenge “ io devo avere il privilegio di portarlo avanti con la mia ship è_é
Scritta in risposta alla drabble di Maki .

Questione di Feeling


Shikamaru Nara aveva sempre saputo come sarebbe stata la sua vita: si sarebbe sposato, avrebbe avuto figli, li avrebbe cresciuti e poi, una volta sistemati, sarebbe andato in pensione.
Quello che non avrebbe mai immaginato era che un giorno i suoi stessi desideri potessero ritorcersi contro di lui...

Si era sposato. Sin qui nulla di preoccupante. Beh insomma, avere come moglie Ino Yamanaka non era il massimo della tranquillità. “Niente” era la parola che meglio sintetizzava il loro rapporto.
Niente pantofole pronte, niente piedi scalzi, niente rutti, niente di niente. Il loro era decisamente un rapporto particolare, un giorno si litigava, l'altro pure.
Era in quei momenti che rimpiangeva la vita da scapolo.
Ma c'era una cosa che andava al di là della moglie: il loro bambino.
Quel moccioso non faceva altro che urlare e piangere, piangere ed urlare. In ogni singolo momento della giornata, notte o giorno che fosse. Cioè, amava suo figlio, ovvio, non doveva neanche dirlo, ma mai si sarebbe aspettato che potesse ricevere in dono quel coso urlante.

Sospirò. Era arrivato il momento di controllarlo.
Poteva sentirla sulle orecchie, la tipica musica da combattimento. Quella tipica dei film di guerra.
Doveva prepararsi.
Si alzò di scatto dal divano, si stiracchiò, fece schioccare le dita, fece dei piegamenti sulle ginocchia ed infine annodò in testa una fascia. Bene, ora era pronto.
Era ridicola tutta quella preparazione, oh lo sapeva benissimo: se qualcuno l'avesse visto gli avrebbe riso in faccia, ma quel qualcuno evidentemente non aveva come marmocchio suo figlio. E gli augurava di non averlo.

"Un passo alla volta... piano piano... ci siamo quasi..." e si asciugava i rivoli di sudore freddo che scivolavano quasi indisturbati sulla fronte.
Ed infine eccola, la porta. C'era solo quel pezzo di legno a separarli. Avrebbe voluto tanto scappare, ma non poteva. Hai voluto la bicicletta, ora pedala. Suo padre e le sue perle di saggezza.
Aprì la porta e immediatamente la chiuse. Si premette una mano sul cuore. "Santi Numi!"
Quel demonio aveva un impianto acustico piazzato al posto delle corde vocali, ne era sicuro.
Ma si fece forza. Insomma, lui era Shikamaru Nara, il primo della sua generazione ad essere diventato Chunin, era un grande stratega, il ninja più intelligente di tutta Konoha...
Entrò.
Si avvicinò al bambino che piangeva e strepitava muovendo manine e piedini paffuti in aria.
"Tu... tu ce l'hai con me, non è vero?"
Ed ovviamente il maledetto si fermava, lo guardava in faccia e gli rideva. Splendido, preso in giro da un moccioso.
Annusò l'aria.
Ora sapeva il motivo di tante urla. Avrebbe dovuto sopportare l'inevitabile.
Avrebbe voluto che Ino fosse lì.

Lentamente tolse il pannolino con una mano mentre l'altra era occupata a tapparsi il naso.
Lo aveva pulito, passato cremina e borotalco. Tutto stava andando liscio, anche troppo, quasi si stupiva. Ma quando stava per prendere il pannolino pulito e metterlo, gli arrivò in faccia uno schizzo d'acqua.
"Sì, decisamente tu ce l'hai con me!" disse sconvolto Shikamaru mentre il moccioso rideva felice.

Fine


Si ringrazia Maki per la betatura.
   
 
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