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Autore: Yumemi_sama    02/05/2014    12 recensioni
Naruto si sente in colpa.
Durante una missione, ha fatto una mossa azzardata che ha causato la morte del Maestro Iruka.
Si sente più solo che mai, e decide di partire da Konoha, per tornare quando sarà pronto.
Cosa succederà quando tornerà?
Sarà davvero cambiato come voleva?
Dopo due anni di assenza, cominciano a dubitare del suo ritorno.
Quando durante una missione per portare a termine un compito, che si pensava fosse stato concluso, tutto cambierà...
*******
-Che cosa?!-
-Non può essere!-
-Invece è così- ribatté la voce secca dell'Hokage -Il jutsu del Clan Hyuga è stato nuovamente portato via-
-Vuol dire che...- Kiba sbarrò gli occhi, terrorizzato
Shino sussurrò una sola parola, spaventato -Hinata...!-
*******
Sakura piangeva.
-Dov'è Naruto quando serve!? - singhiozzò
Ino era disperata anche lei -Naruto... possiamo farcela solo con il tuo aiuto.... ti prego... NARUTOO!- Ino urlava sconvolta e in preda alle lacrime. Tremavano tutti.
Volevano che tornasse. Sapevano che urlavano in vano.
Non li avrebbe sentiti da li...
Lui non c'era...
Speravano in troppo.
Lui non sarebbe venuto a salvarli di nuovo come con Pain.
Finché...
-RASENGAN!-
*******
Una storia Naruto\Hinata. Romantica.
Il rating rischia di alternarsi fra rosso e arancione!
Potrebbe essere leggermente OOC!
Buona lettura! ^^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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                                                                                UN NUOVO NARUTO 

      Prologo Capitolo 1: Addio Konoha 



Naruto restava seduto sul suo letto.
Aveva  appena finito la loro ultima missione: andare in cerca del jutsu proibito del Clan Hyuga.
La missione è riuscita, ma c’è stata una perdita terribile. Tutto per colpa sua.
“E’ tutta colpa mia… perché? Perché Maestro Iruka… non doveva salvarmi”
Se il maestro era morto, era perché lui è stato un totale idiota.
“Avevano ragione… tutti avevano ragione. Sono un totale idiota. Un moccioso indisciplinato che sa solo rovinare tutto. Se il Maestro Iruka non avesse coperto la mia mossa avventata, a quest’ora sarei morto io. E doveva andare cosi! Perché Maestro…”
Era tornato da poco dal suo funerale, e nessuno gli aveva rivolto la parola.
Né Sakura, né Kakashi, né Sai… nessuno. Forse perché lo ritenevano un assassino, forse perché sapevano il dolore che stava provando e volevano dargli tempo.
Ma a lui non importava.
“Non posso più rimanere Genin” pensò. Si alzò dal letto e uscì di casa.
Doveva assolutamente parlare con l’Hokage.
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Mentre passava, nessuno disse niente. Lo guardavano con aria triste, non sapevano cosa fare. Tutti al villaggio erano coscienti dell’importanza del Maestro Iruka verso di lui.
L’unico ad avvicinarsi fu Konohamaru –Fratello Naruto!-
Lui alzò lo sguardo e guardò il suo ormai fratellino che correva verso di lui con aria preoccupata.
Naruto si inginocchiò per raggiungere la sua altezza e aprì le braccia. Konohamaru gli circondò con le braccia il collo e lo abbracciò stretto mentre i singhiozzi cominciavano a fargli rimbalzare il petto.
Naruto accarezzò i capelli del suo fratellino, che strinse ancor di più la presa e si abbandonò al corpo dello shinobi. Teneva la testa nell’incavo del suo collo e tremava. Anche per lui era molto importante, Naruto lo sapeva bene.
-Konohamaru… capisco quello che stai provando, io provo esattamente quello che stai provando tu. Ma non penso di essere la persona più giusta per…-
-No!- il singhiozzò che gli uscì dalla gola era disperato. Naruto non aveva mai visto Konohamaru così addolorato. Si sentiva esser tornato un mostro.
-No, Fratello Naruto! T-tu non centri niente!- prese fiato, la voce gli tremava – Non  è stata colpa tua! I-io lo so! N-non hai niente di c-cui scusarti… n-niente… n-ninete… NIENTE!... Mi hai capito?!- e tornò a piangere.
Naruto era sollevato che lui non lo considerasse l’assassino del Maestro, ma non lo aiutò a sentirsi meglio.
Prese il ragazzo in braccio, e in quel momento sua madre lo raggiunse.
La madre, alla vista del figlio che piangeva in braccio a lui, non riuscì neanche lei a trattenere le lacrime, e alcune cominciarono a scivolarle sulle guance.
Naruto si avvicinò a lei, che allungò le mani e prese suo figlio in braccio nonostante l’età di Konohamaru.
-Grazie- mi disse con gli occhi colmi di lacrime. Naruto scosse la testa.
Probabilmente la Signora Sarutobi, pensava fosse un “Non c’è di che”, ma in realtà era un “Non merito le sue scuse”, e se ne andò.
Naruto raggiunse l’ufficio dalla Signorina Tsunade, e bussò alla porta.
-Avanti- disse cordialmente, ma con tono un po’ depresso, la sua assistente: Shizune.
Naruto entrò nell’ufficio. Tsunade alzò lo sguardo dai fogli che stava compilando e soppesò l’immagine dello shinobi che le stava davanti. Sorrise leggermente.
-Naruto…-
-Quinto Hokage- Narutò si inchinò d’inanzi a lei, non l’aveva mai fatto prima di allora, e questo stupì le due donne che si guardarono a vicenda: c’era qualcosa che non andava.
-Naruto… - cominciò lei, ma Naruto fu più veloce di lei –Mi lasci parlare un attimo, poi dirà quello che vuole- continuava a tenere lo sguardo basso.
“Devo smetterla di fare l’idiota arrogante” pensò dentro di sé. Era ora di dire basta.
-Molto bene, parla Naruto. Ha a che fare con la morte di Iruka?-
Naruto rabbrividì. Non gli piaceva sentire quelle parole anche se erano la verità.
-Si. Io tenevo molto al maestro. Sono consapevole che la sua morte potrebbe avermi scosso parecchio, così ci ho riflettuto tanto prima di venire qui, ma per quanto cerchi di capire se si giusto o no, ho comunque intenzione di farlo, perché non vedo altra scelta-
La stanza piombò nel silenzio più assoluto per qualche istante. Naruto alzò lo sguardo, e incontrò quello terrorizzato dell’Hokage. Le palpebre erano spalancate e tremava leggermente, temeva quello che stava per dire. Lo stesso valeva per la sua assistente.
-Naruto, io…- ritentò Shizune, ma fu di nuovo troppo lenta
-Voglio lasciare la Foglia-
La stanza raggelerò immediatamente, la temperatura sembrò abbassarsi di quattro gradi..
-Naruto… non dirai sul serio…- Shizune tremava e gli occhi erano spalancati più che mai.
-Sono serissimo-
-Naruto… Naruto tu….- una lacrima le attraversò la guancia per finire a terra –tu non penserai mica che…-
-Si- la bloccò il Ninja –Se il Maestro Iruka è morto, è solo per colpa mia. Sono irresponsabile e inaffidabile. Avete sempre avuto ragione, ma io ero troppo idiota per capirlo prima. E se sol fossi stato più furbo, più astuto… più responsabile… avrei fatto dono dei consigli che mi davate e mi sarei impegnato per diventare non solo più forte, ma anche più disciplinato, e Iruka non sarebbe mai morto. O almeno non per colpa mia-
Shizune aveva cominciato a piangere sul serio, ma senza singhiozzi. Soltanto grossi lacrimoni che continuavano a scendere.
Tsunade, invece era paralizzata. Si schiarì la voce e lo guardò come se volesse penetrargli nell’anima e convincerlo
-Naruto, ti prego, stai sragionando… pensi che Iruka avrebbe voluto che tu…-
-SI!- la interruppe nuovamente. Naruto si alzò in piedi e guardò con sguardo afflitto l’Hokage. Tremava, di disperazione e rabbia.
-IRUKA E’ STATO L’UNICO CHE MI ABBIA MAI CONSIDERATO UMANO! CHE MI ABBIA MAI CONSIDERATO UN MEMBRO DELLA FOGLIA! SE NON FOSSE STATO PER LUI, IO SAREI RIMASTO SOLO A VITA! Lei mi chiede se penso se lui avesse voluto che io migliorassi? Ebbene si! E’ esattamente quello che penso! Iruka voleva il meglio da me,  e il modo migliore che posso fare per onorarlo è portare a termine quello che lui voleva da me!-
Le donne lo guardarono basite. “Oh Naruto…” gemette dentro di sé Tsunade.
-Già non sono riuscito a onorare Jiraya- la sua voce vibrava di rabbia e risentimento –mi lasci onorare Iruka, o non potrei sopportarlo! Ho perso troppe persone care nella mia vita, e devo ancora onorarle tutte: mia madre, mio padre, Jiraya, Iruka, Neji e Asuma! Sono stanco di essere il peso, la nullità, il pivello…. L’unico Genin-
Prese una pausa in cui ormai Tsunade lo guardava con aria afflitta.
-Tra poche settimane ci sarà l’esame Chunin al Villaggio della Sabbia, io andrò, ma non tornerò indietro per il Villaggio. Mi dovete lasciare andare per maturare. Tornerò quando sarò pronto… -
Cadde di nuovo in ginocchio davanti all’Hokage e si inchinò con tutto il corpo. Fronte a terra.
-La prego, Quinto Hokage, la prego…-
Tsunade lanciò un occhiata a Shizune, che la guardò con gli occhi pieni di lacrime, e annuì, facendole capire la sua decisione.
Shizune singhiozzò e strinse a sé il porcellino della Signorina Tsunade, guardando in basso.
-N-Naruto- lo chiamò. Lui alzò lo sguardo.
L’Hokage si alzò, e Naruto fece lo stesso. Si guardarono, gli occhi di Tsunade cominciarono a riempirsi di lacrime.
-Vai…. Ti concedo di andare… Ma ti prego, torna presto- strinse i pugni e cominciò a tremare –A-Abbiamo bisogno di te qui… s-sei il nostro eroe…. Ti pre-ego Naruto… t-torna…-
Si lanciò verso di lui e lo abbracciò forte.  “Incredibile, è più alto di me” pensò fra le lacrime che le scorrevano silenziose.
Naruto l’avvolse e le accarezzò la schiena. –Grazie- sussurrò.
Dopo un secondo o due si staccarono, e Shizune lo abbracciò anche lei, lasciando cadere il porcellino che grugnì infastidito.
Naruto si allontanò mentre le due donne lo guardavano. Mise una mano sulla maniglia, e prima di spingerla verso il basso guardò da sopra la spalla le donne
-Non dite a nessuno della mia partenza entro domattina alle 10:00. Promettetemelo. Che nessuno mi segui o provi a fermarmi. Lo dica a tutti-
l’Hokage abbassò lo sguardo –Si-
-Grazie- e Naruto uscì.
 
Naruto preparò le sue cose a dovere. Guardò l’ora. Erano le 23:56.
“Sono pronto. Ma prima devo fare una cosa”
Uscì di casa e la chiuse a chiave, poi cominciò a correre e a saltare tra un tetto e l’altro fino ad arrivare a casa Hyuga.
Era tutto silenzioso, solo pochi locali o bar chiudevano in quel momento, pronti ad andare a casa a dormire. Troppo stanchi per guardare in alto. Perfino i Ninja.
“Perfetto” pensò Naruto, raggiunse il tetto di casa Hyuga e arrivò ad arrampicarsi verso una precisa finestra. La aprì ed entrò nella stanza della ragazza.
Aveva avuto un debole per Hinata da quando si era quasi uccisa per lei, alla fine se ne era innamorato, riuscendo a scordarsi di Sakura. Il problema è che lei non lo sapeva. Ma non aveva paura a dirglielo in quel momento, sarebbe partito da un momento all’altro e mentre sarebbe stato via, non aveva intenzione di perderla.
Si avvicinò al letto della ragazza. Dormiva tranquillamente. Gli occhi appesantiti dalle lacrime che aveva versato per il cugino Neji.
La doveva svegliare, così si chinò verso di lei, poggiando le mani ai lati delle sue spalle e le baciò una guancia.
Tempo tre secondi, e Hinata cominciò ad aprire gli occhi. Quegli occhi stupendi, rosati come perle, che esprimevano la dolcezza pura.
Quei bellissimi occhi si sgranarono, ma prima che tirasse un urlo, Naruto le copri la bocca e accese la luce della lampada che stava sul comodino.
-Ehi, ehi! Tranquilla, sono io… sono Naruto!-
La ragazza sbatté gli occhi e con una spinta forte sullo stomaco del ragazzo, lo fece indietreggiare. Hinata si alzò dal letto e lo guardò con aria stupita, arrabbiata, dubbiosa e imbarazzata al momento stesso.
Afferrò una veste al volo e la indossò coprendosi il corpo coperto da una semplice maglia e dei pantaloncini corti.
-N-Naruto-kun! Ma c-che ci fai qui?!-
Hinata lo squadrò e notò che era in Modalità Eremitica. Lo zaino era sulle spalle e l’enorme rotolo che teneva scritte le firme di tutti coloro che avrebbero (e avevano) trasmesso questa tecnica, lui compreso, era appeso in fondo ad esso.
La ragazza si portò una mano alla bocca –Stai partendo? P-Perché?-
-Per migliorare- rispose
-M-ma… la signorina Tsunade cosa…. ?-
-Sono già stato da lei. Mi ha dato il permesso. Tra poco devo andare, ma prima ti volevo dire una cosa-
Le sue guance si fecero rosse e gli occhi sbarrati cominciarono a luccicare.
Lo shinobi le si avvicinò abbastanza da poter sentire il suo fiato sul suo collo.
La guardò. Era bellissima.
I capelli leggermente spettinati le inquadravano il viso liscio e candido, alcuni filamenti di ciocchi di capelli erano attaccate al bordo delle sue labbra, altre le coprivano il collo lungo e stretto. La mano destra era sollevata verso il mento, chiusa a pugno, mentre la sinistra si assicurava di stringere ben forte la veste che la copriva.
Attraverso la poca luce si vedeva il movimento costante del petto che si gonfiava e sgonfiava cercando di prendere aria. Naruto poteva quasi sentire il cuore della ragazza battere velocemente.  Le sue labbra erano leggermente dischiuse.
Naruto le spostò con l’indice della mano sinistra i filamenti di capelli rimasti attaccati sul suo collo, gesto che la fece rabbrividire.
Poi con la mano destra le accarezzò la guancia, spostando i filamenti che erano rimasti sul bordo delle sue labbra. Naruto la sentì prendere respiro e trattenerlo.  Tremava.
-Ho capito di essermi innamorato di te, Hinata. E mentre sono via, voglio chiederti egoisticamente di aspettarmi. Ti ho fatto aspettare già troppo, e lo so, ma ti chiedo di avere ancora un po’ di pazienza. Quando torno, saprò proteggerti meglio di quanto saprei fare ora. Io e Kurama ci dobbiamo allenare- e provò a sorridere leggermente.
-N-Naruto-kun….-
La ragazza non se l’aspettava. Il suo viso impallidì, stavolta, e la ragazza deglutì.
-Io… io ti aspetterò- Hinata strinse i pugni e tirò giù le braccia, rigide, contro i fianchi.
Sorrideva leggermente –Giuro che ti aspetterò, Naruto-kun. Ma t-tu… giurami c-che… non ci metterai più di tre anni a tornare-
Il ragazzo la guardò profondamente –Te lo giuro- e in quel momento si abbassò verso di lei e posò le sue labbra su quelle della ragazza.
All’inizio, fu presa alla sprovvista e spalancò gli occhi, pietrificandosi un attimo, poi si sciolse e si lasciò andare a ciò che aveva sempre sognato.
Una sua mano dietro la sua schiena, una sulla sua guancia, e le loro labbra unite in un unico gesto condiviso che esprimeva e univa un amore in comune.
Le sue labbra erano lente e meravigliose, cercavano di assaporare quel momento tanto atteso. Sembrò durare un eternità, in cui le ginocchia della ragazza tremarono. Le sue gambe se le sentiva deboli e lo stomaco si contorceva dalla felicità fino a farle male. Anche le sue braccia, legate intorno al collo forte del giovane, se le sentiva molli. Ma era tutto meraviglioso.
Quando si staccarono, Hinata lo abbracciò stretto e pianse. Pianse di gioia e di tristezza e di rabbia.
Naruto la cullò tutto il tempo, finché non si calmò. Accarezzandole i capelli e baciandola ovunque ne avesse la possibilità.
Quando si calmò, lei si ritrasse dalle sue braccia e si asciugò le lacrime.
-N-Naruto-kun, v-voglio che tu porti con te… q-questo- e dall’armadio tirò fuori una specie di sciarpa, bianca , candida e pulita. Profumava di lei. Di lavanda ed erba bagnata. Gliela legò allo zaino e dopodiché gli accarezzò una guancia.
Lui si beò di quel calore e premette la sua mano su quella della ragazza.
-Grazie. Tornerò presto, ti amo- e con quelle parole sparì al chiaro di luna.
Hinata guardò l’ora: mezzanotte e un minuto.


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Piccolo avvertimento: potrebbe essere leggermente OOC! 

Salve!,
questa non è la prima fan-fiction che scrivo. Ma per un po’ avevo mollato.
Avevo scritto due fan-fiction che poi, però ho eliminato, ma non su Naruto: su Harry Potter.
Adesso, dopo un po’ di tempo che ho cambiato nome (anche se sempre riferito a Harry Potter) e ho questo novo account, ho cominciato a scoprire la bellezza degli Anime e dei Manga, quindi eccomi qua!
Spero vi piaccia, e se sbaglio qualcosa riferitasi ai personaggi, luoghi, nomi di cose, persone, animali, luoghi e villaggi, ditemi pure.
Questa, comunque, è una mia versione in cui deciderò delle cose nuove più avanti!
Spero vi piacciano, e che le apprezzerete anche se saranno inventate da me.
Grazie a tutti!
Spero con tutta me stessa che mi darete il vostro parere!
Un saluto a tutti, amici! ^^
- Lady Malfoy01
  
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