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Autore: Maxy_B    22/07/2008    10 recensioni
In una città piccola, insificante. I nostri eroi padroni delle strade. Sulle note di Skater boy di Avril Lavigne, semplici storie d'amore tra ragazzi qualunque. Ecco questa è la mia prima ficcy, siate clementi please >w< e commentate in molti ^^
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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* Skater boy*

* Skater boy*

1.He was a boy, she was a girl

Una pista di pattinaggio. Gente. Ragazzi e ragazze con rollerblade e skate. Ma soprattutto tanti soldi da vincere. Quella rampa sembra terribilmente alta. Non ho paura. Di niente. Anche le scale. Sembrano infinite per arrivare lassù. Ma non ho paura. Non devo aver paura. Ho scommesso 30 dollari che ci sarei riuscita. Perciò pattini in spalla e salire le scale. Senza paura. Senza pensare. Mi siedo sulla cima della piattaforma lasciando le gambe penzoloni. E’ la più alta della pista. Basta. Non ci devo pensare. Sono soldi. Mi infilo i pattini e mi tiro su. Ok chiudi gli occhi. E’ solo un salto. Solo un salto. Solo un salto. Solo un salto. E allora lo faccio. E mi sembra di volare. Per un attimo. Di spiccare il volo. Ma è solo un attimo. Ad occhi chiusi. Pattini in aria. Poi il tonfo. E apro gli occhi di botto. Paura. Un vuoto nello stomaco. Pattini sulla pista e scendo di picchiata. Il vento sulla faccia. Tra i capelli. Mi sento una dea. Perché sto volando, sopra di tutto, sopra di tutti. Ma la pista finisce e vedo l’asfalto farsi sempre più vicino. Piego le ginocchia al petto e poi punto i piedi a terra per cadere in piedi. E ci riesco ma perdo l’equilibrio e cado. Ma ci sono riuscita. Vedo Koga avvicinarsi e gettarmi i soldi addosso.

 

-Ti brucia Koga?- Raccolgo i 30 dollari che mi doveva e li metto nella tasca del pinocchietto di jeans larghissimo che indosso. Mi avvicino a Kagome. La mia migliore amica da circa…Sempre. Noi non siamo veramente quel che si definisce “signorine per bene”. Lei canta. Io suono il basso. Lei fa karate. Io kick  boxing. Lei è una cosa con lo skate. Io con i pattini. Volteggio verso di lei. Ha un fisico bestiale. Peccato che non da la possibilità a nessuno di vederlo. Veste solo con maglie larghe e lunghe. Come ora. Maglia larga e jeans peggio. Un piede sullo skate e uno piantato a terra. Poggiata al muro guardando in un punto indefinito della pista. Un tizio sta dando spettacolo davanti a delle ragazze. Sembra che voli e lo skate non si stacca un secondo dalle sue scarpe. Cavolo. E’ bravo davvero. Kagome lo fissa con sdegno e una punta di gelosia. –Ehy Ka… Quello è… Wow- Alza leggermente un sopracciglio girandosi dalla mia parte. Ritorno con lo sguardo su quel ragazzo. Fa saltare lo skate e lo mette sotto braccio. Si avvicina alle ragazze che urlano come oche strozzate. Odio le tipe come quelle. Kagome prende il suo skate e si toglie gli occhiali da sole.

 

-E’ ora di fargli vedere come si fa- Si avvicina a quel tipo. La seguo. Deridere i cretini umiliati è il mio sport preferito. Ora che lo guardo bene non è male. Ha uno strano codino. Gli occhi di un blu intenso e lo sguardo che farebbe innamorare un pezzo di legno. Tutte quelle cretine che lo guardano ammirate sono patetiche. –Ehy tu!- Kagome sa essere davvero un animale certe volte. –E ti sembra di essere bravo? Ti insegno io ad andare sullo skate.- Mi viene da ridere. Ci sarà da divertirsi.

 

-Dolcezza, salve. Io sono Miroku. Per servirti- Che strano. Non sembra minimamente turbato. Eppure tutti qui intorno sanno chi è Kagome.

 

-Non fare il cretino con me bello non attacca. Adesso Kagome ti insegna a far girare le rotelle. – Lui ride sembra divertito dalla situazione. Prende il suo skate e va in cima alla pista.

 

-Ti aspetto tesoro!- Kagome sembra imbestialita. Lo segue lassù quasi correndo. Ci sarà divertirsi. Sono entrambi a bordo pista. Io salgo sulla curva della rampa e mi metto gli occhiali di Kagome.

 

-Quando abbasso la mano.- Alzo il braccio destro e chiudo la mano a pugno. L’abbasso con uno scatto e loro partono. Io approfitto del primo salto per togliermi dalla pista. E’ una vera e propria guerra. Volteggiano e saltano con grazia. Miroku allunga più volte il braccio verso Kagome. Ho capito cosa stanno facendo. E Miroku vince. Con un gesto. In un attimo. Prende lo skateboard di Kagome e glielo toglie da sotto i piedi. E ha vinto. Ma non la lascia cadere. La prende con uno scatto. Il cappello di Kagome cade e i suoi capelli neri come il carbone cadono sul braccio di Miroku che la sta reggendo.

 

-Oddio ma sei uno schianto- Kagome lo sposta con una spinta.

 

-Che razza di cretino! Avrò la mia rivincita stronzetto!

 

-Ehy non credi esagerare, dovresti prenderla meglio la sconfitta.- Ha sempre quel sorriso da cretino stampato sulla faccia. Mi avvicino a Kagome prima che sploda.

 

-Dai Kagome andiamo su. - La tiro verso l’altro lato della pista dove ci aspettano i nostri amici. Lo vedo mettersi il cappello che era caduto a Kagome e avvicinarsi ad un suo amico. Kagome è imbestialita. Il viso rosso di rabbia. I pugni stretti. Le labbra serrate. Raggiungiamo Koga e gli altri. Ci guardano strano. Come se non capissero. Né da dove veniamo. Né altro.

 

-Se quello crede di essere meglio di me- Non riesce a finire la frase. Non trova le parole. Per dire che è incazzata. Mai provocarla. Mai farla sentire così. Mai farla sentire inferiore. Koga si avvicina a lei. Comincerà a provarci. Come al solito. Come sempre. Poi lei gli dirà di andare a farsi fottere. Come al solito. Come sempre. Torna ad appoggiarsi contro il muro. Col suo skate sotto il piede.

 

-Ehy sorella io vado a casa. Ci vediamo lì. –Prendere un appartamento insieme è stata la cosa migliore dell’ultimo anno. Mi saluta con un cenno della testa. Io volo sui miei pattini verso il retro della piazzola. Raggiungo i parchi e da lì la strada per casa. Sento il vento sulla faccia e ripenso a quel salto. I soldi in tasca. E stasera si esce. Stasera la trasformazione. Vestiti larghi. Skate e pattini. Poi il sole tramonta. E la trasformazione. Tacchi alti. Minigonne inguinali. Top striminziti. Regine dei locali. Padrone della notte. Nel nostro regno. Fatto di luci. Discoteche. Musica. E gente che ci guarda. Ci ammira. Ci invidia. Perché siamo diverse. Siamo bambole dal trucco pesante. Fino all’alba. Poi si torna a spadroneggiare sulle piste. Sui pattini. Sullo skate. Siamo regine. Di notte e di giorno. Fino al giorno dopo.

 

  
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