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Autore: My_life_is_a_tracklist    02/05/2014    2 recensioni
-Mamma! Mamma, dove sei!?- Urlò la piccola bambina di 4 anni, dai capelli come la pece.
-Jay, nasconditi, vattene.- Sussurrò la madre dandole un bacio sulla fronte e girandosi verso la porta.
-No mamma, vieni con me.- Mormorò Jayce con le lacrime agli occhi.
-Verrò, tesoro. Quando finirà tutto ci rincontreremo..- Dette le ultime parole la bambina si nascose dentro l’armadio in mezzo ai vestiti.. e la madre si alzò in piedi.
La bambina, piangendo in silenzio ascoltò tutto, tutto quanto.
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Dietro ogni persona c’è un’orribile storia o una brutta infanzia che la perseguita,
tratta bene qualsiasi persona ti capiti davanti”
Tutto è facile da dire, ma sembra che qua tutti se ne fregano di te, che non vedono
l’ora per sfotterti perché non hanno nient’altro da fare.


-Mamma! Mamma, dove sei!?- Urlò la piccola bambina di 4 anni, dai capelli come la pece.
-Jay, nasconditi, vattene.- Sussurrò la madre dandole un bacio sulla fronte e girandosi verso la porta.
-No mamma, vieni con me.- Mormorò Jayce con le lacrime agli occhi.
-Verrò, tesoro. Quando finirà tutto ci rincontreremo..- Dette le ultime parole la bambina si nascose
dentro l’armadio in mezzo ai vestiti.. e la madre si alzò in piedi.
La bambina, piangendo in silenzio ascoltò tutto, tutto quanto.
-Dove! Dove?!- Urlò un uomo dalla voce roca e profonda.
-Non è qui, Lucas. Vattene!- Rispose a tono la donna, con voce rotta e straziante.
-Sappi che se non avrò lei, avrò te!-
-Non mi avrai mai. Potrai fare quello che vuoi ma non mi avrai mai! Ne me, ne Jayce!- Urlò la donna.
Le sue ultime parole che precedettero un rumore assordante e un tonfo.

-Dove mi portate?- Sussurrò la piccola, in braccio a una donna dai capelli mossi biondi.
-Ti portiamo a casa.- Affermò la donna.
-In quale casa? Da chi?-

-Ti tratteremo come se fossi nostra figlia, non avere paura di noi.. piccola.-
Jayce corse nella sua nuova camera a piangere, ignara di quello che era successo,
sperando che sua madre sarebbe tornata da lei un giorno.


-Dovete parlare della vostra infanzia, dovete scrivere due pagine.- Afferma la prof di italiano.
Cosa dovrei scrivere? Cosa c’è da dire della mia infanzia?
Tutti prendono la penna e iniziano a scrivere la malacopia, hanno molto da scrivere.
-Jayce, hai qualche problema con il tema?- Domanda la professoressa guardandomi attentamente.
-Posso fare un altro tema?- Chiedo sperando in una risposta affermativa.
Tutti si girano a guardarmi, traforandomi l’anima.
-No, devi fare un tema uguale a tutti gli altri.-
-Mi rifiuto di farlo.- Affermo, restando convinta sulle mie parole.
-Per quale motivo?-
-Si chiama privacy prof, insegna italiano.. dovrebbe saperlo il significato di questa parola.-
Rispondo riferendomi a quando con la mia tutrice aveva detto che ero timida..
non sapendo la differenza tra timida e introversa.
-Si che lo so, non fare la spiritosa e fai il tuo tema se non vuoi prenderti un 3.-
-Mi dia pure un 3, ma io questo tema non lo faccio. Non faccio l’artistico per un tema sulla mia fottuta infanzia.- Sbotto alzandomi e fissandola.
-Prima cosa togliti il cappello, seconda cosa non usare quei termini scurrili, porta rispetto
e sei tenuta a fare quello che ti dico io in classe quando si tratta di attività scolastica.- Risponde alzandosi anche lei.
-Lei mi chiede di scrivere i cazzi miei su un foglio, per poi leggerlo e dirlo in giro. È la mia infanzia e di certo non la vado a dire a lei.-
-Non la vado a dire in giro…
-Non mi interessa!- La interrompe alzando leggermente il tono della voce.
-Jayce! Esci dalla classe, e ringrazia che non ti mando dal preside. La prossima volta farai questo tema senza nessuna protesta!- Urla indicando la porta.
Prendo lo zaino ed esco dalla classe mormorando un “fanculo”.
Non dico in giro quello che ho passato, non lo dico neanche ad Alice, la figlia di Giada, la mia tutrice, e dovrei dirlo a lei. Dai vala.
Vado in mensa aspettando che quest’ora finisca, come tutte quelle che devo fare oggi.
-Hei, dolcezza.- Mi giro vedendo un ragazzo alto e biondo venirmi incontro.
Alzo gli occhi al celo e torno a guardare il mio telefono.
-Sto parlando con te..- Afferma mettendosi davanti a me, mentre i suoi amici restano dietro.
-Se non l’hai capito non mi interessa.-
Uno dei suoi amici è in classe con me.. però non ricordo come si chiama. Prima non c’era.
Il ragazzo si mette a ridere. Stanca di quella situazione mi alzo e vado nel laboratorio di canto.

Prendo la chitarra e inizio a suonare una melodia lenta, che va a velocizzarsi piano piano.
-Esta es la realidad en que vivimos, Y duele cuando uno pierde a un ser querido, La calle a mí me, llama,
pero no está en mi destino, Que tome la venganza y me convierta en asesinó. Aunque me duela en el alma tengo que aceptar,
Yo soy el ejemplo, pa ustedes para que haya un cambio, Pero despierta que aquí nadie te salva, Ojos en la espalda, Ojos en la espalda.-
-Jayce, tutto okey?- Alzo lo sguardo vedendo il mio prof di canto.
Lo guardo bene, poi affermo leggermente.
-Non sembra, cosa è successo?-
-Mi ritiro, se la De Finis continua così io mi ritiro.- Sbuffo sedendomi sul tavolo e appoggiando a terra la chitarra.
-Cosa ha fatto sta volta?-
-Vuole che facciamo un tema sulla nostra infanzia e non vuole farmi cambiare tema.- Affermo guardando a terra.
-Ascolta Jayce, qua nessuno sa il tuo passato, tranne Giada. Capisco che non vuoi che la
professoressa lo sappia. Ma non puoi reagire in questo modo. Parlale con calma.-
-Non ci riesco, come si fa a guardarla e parlare con calma?! Pensa che in questo mondo esiste
solo lei e le sue richieste. Io gliel’ho chiesto con calma all’inizio e lei si è rifiutata di farmi fare un tema diverso!-
-A sto punto quando te lo fa fare senza dire niente parli di altro. Se non vuoi parlare di te, di una cosa
che è successa quando eri piccola non può costringerti. Questo è vero.- Mormora cercando di tranquillizzarmi.
-A sto punto farò così..-

Esco da scuola mettendomi le cuffie ascoltando Ojos en espalda, la canzone che ho scritto per un compito..
Mi avvio verso il cimitero, mettendomi il cappuccio della felpa nera sopra il cappello.
Mi volto in dietro, con l’impressione di essere seguita, ma non vedendo nessuno continuo il mio percorso.

-Ho poco di te, mi ricordo poco di te.. forse perché ho passato solo 4 anni della mia vita
a fianco ad una donna che ho amato e che amo tutt’ora più di qualunque altra cosa..- Mormoro osservando la lapide.
-Cada paso que des, lo hagas en secreto, Si estas en movimiento que parezca que estas quieto,
Si estas llegando que crean que te fuiste, Ojos en la espalda, Ojos en la espalda- Canto sussurrando.
-Non smetterò mai di pensarti.. mamma..- Sussurro mentre una lacrima mi riga il viso.


 

Questa è Jayce al cimitero.

La canzone si chiama Ojos en espalda. http://www.youtube.com/watch?v=Y8MTQApnqp0

A 4-5 recensioni continuo, spero vi piaccia.

  
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