02/05/2014
3 recensioniColpo
di fulmine
Titolo: colpo di fulmine
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 19. Infatuazione
Fandom: NCIS
Personaggi: Jennifer Shepard, Jasper Shepard, Renè Benoit
Raiting: verde
Tipologia: flash-fic
Parole: 494
Era un caldo e sonnacchioso pomeriggio di fine maggio e le strade di Washington non erano mai state così vuote. Le poche persone che non erano riuscite a trovare posto in un locale climatizzato se ne stavano all’ombra di uno dei frondosi alberi di Rock Creek Park o con i piedi a mollo in qualche fontana.
Al piano superiore della casa del colonnello Shepard, Jennifer era distesa obliquamente sopra il letto, le gambe e le braccia che pendevano mollemente dal bordo.
In qualunque parte della stanza si posasse l’occhio si scorgevano quaderni aperti, fogli scarabocchiati e lasciati sopra la scrivania, apparentemente senza ordine. Alcuni pesanti tomi giacevano a terra accatastati, mentre altri erano appoggiati sulle sedie.
Qualcuno suonò il campanello di casa, la porta d’ingresso venne aperta e poco dopo Jen udì la voce del padre che la chiamava, ma lei non rispose.
Ci fu un vociare nel corridoio, poi i passi del colonnello risuonarono sulle scale di legno e la sua figura fiera comparve sulla soglia della camera.
“Jen, tesoro.” La chiamò avvicinandosi al letto, “voglio presentarti una persona.”
La ragazza aprì stancamente gli occhi e si sollevò a sedere, “Papà, non vedi che sto studiando, manca un mese alla consegna della tesi.” Spiegò abbracciando con un gesto tutta la camera.
“E sentiamo, in quale fase dello studio saresti?” chiese incrociando le braccia la petto con espressione seria.
“Raccoglievo le idee.”
Per quanto fosse un uomo severo ed esigente, il colonnello nascondeva un lato amabile e adorava sua figlia, anche se la spronava a dare sempre il massimo.
“So che sei impegnata, ma ti chiedo di scendere solo per cinque minuti. Ci tengo a farti conoscere una persona.”
Jen sbuffò, “E va bene. Ma non mi cambierò d’abito, neanche se di sotto ci fosse l’ammiraglio in persona. Fa un caldo terribile!”
Il colonnello sorrise e annuì, lei lo seguì.
Un uomo alto quanto suo padre era in piedi al centro del corridoio e dava loro le spalle, ma si girò quando sentì i passi sulle scale. Jen si arrestò sui primi gradini. L’uomo indossava dei pantaloni chiari e una camicia azzurra, le cui maniche arrotolate lasciavano scoperte le braccia abbronzate e muscolose. I capelli castani tagliati corti e un po’arruffati gli conferivano un’aria sbarazzina, ma a colpirla furono i suoi occhi.
Il cuore della ragazza accelerò i battiti, non aveva mai visto occhi così. Erano scuri come uno spazio lontano e infinito, impossibile da conoscere per un semplice mortale. Profondi come i fondali marini e altrettanto ricchi di misteri e tesori. Sentiva che avrebbe potuto inseguirli ovunque la portassero e, ne era certa, l’avrebbero condotta alla dannazione.
“Jen” la voce del padre la riportò alla realtà, “Jen, questo è Renè Benoit.”
“Molto piacere.” la salutò Renè con spiccato accento francese, prendendole la mano e posandovi un delicato bacio sul dorso.
Jen arrosì e si sentì improvvisamente ridicola con indosso una canotta sbiadita e un paio di pantaloncini di jeans sfilacciati.
Nota dell' autrice:
Sappiamo la storia di La Grenouille e Jen nella quarta serie e di quello che accadde a suo padre quando lei era giovane. Sappiamo che il padre di Jen è morto nel 1995 (alla fine della quarta serie, siamo nel 2007 circa, dice che è morto da 12 anni). Il fatto che qui La Grenouille venga presentato come un amico del padre di Jen non significa necessariamente che io ritenga il colonnello Shepard coinvolto in qualcosa, anzi. Io mi sono fatta la mia idea su come sono andate le cose.