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Autore: Daisy_of_light    02/05/2014    16 recensioni
One shot dedicata al compleanno di Sam!
"-Sam…ti giuro su tutto quello che ho, che quel messaggio non te l’ho lasciato io…il mio messaggio diceva ben altro…che nonostante tutto quello che era successo, eravamo ancora una famiglia...-
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Note dell'autore: ciao a tutti!! XD questa è una os dedicata al Sam per il suo compleanno! è ambientata nella sesta serie, poco dopo l'episodio 6x17. Ho deciso di ambientare il tutto in questo periodo, perchè mi sono basata sulle timeline che ho trovato su internet. Ci saranno riferimenti alle serie precedenti. XD Scusate se ci saranno errori, non sono voluti! XD intanto vi auguro buona lettura, ci vediamo alla fine della ff! XD 
Disclaimer: i personaggi non sono miei e nemmeno Supernatural! magari lo fosseroooooo!!! 

 
SAM'S BIRTHDAY
 
Erano passati un paio di giorni da quando lui e Dean erano ritornati nella loro…linea temporale grazie a Cass. Il “viaggio” aveva lasciato l’amaro in bocca ad entrambi i Winchester. Se il Titanic non fosse affondato, molte cose sarebbero state diverse…e forse sarebbero stati tutti un po’ più felici. Anche Bobby che, dalla morte di Rufus, si era rinchiuso maggiormente in sé, in compagnia di una bottiglia di whiskey e dei suoi libri. Libri su cui erano ritornati entrambi i fratelli per cercare di trovare un modo per sconfiggere Eva.
 
 
Dopo un paio di giorni, con le ricerche ferme al solito punto, ma con un Bobby meno burbero e sulla via della ripresa, Dean decise che avrebbe attuato il suo piano per il giorno dopo, senza doversi preoccupare di lasciare solo il suo padre adottivo per un po’, per dedicarsi al suo fratellino. Fratellino che si era comportato stranamente per tutto il giorno. E ancora Dean riusciva a capire il pechè. Durante tutto il pomeriggio, Sam era rimasto sepolto tra i libri, a volta si perdeva nei suoi pensieri fissando il vuoto. Dean si era anche accorto che il fratello aveva cercato di evitare il contatto con lui il più possibile e, un paio di volte, Dean lo aveva colto ad osservarlo con i suoi due grandi occhi da cucciolo addolorati. Entrambe le volte, il fratellone gli aveva chiesto se andava tutto bene, ma Sam aveva sempre “risposto” con una scrollata di spalle e uscendo dalla stanza.
Dopo un’intera giornata così, Dean era stanco e anche teso. Sembrava che Sam stesse nascondendo qualcosa e temeva che questo qualcosa riguardasse i ricordi che il cavaliere Morte aveva bloccato dietro al muro nella sua testa. Dean voleva, anzi, doveva scoprire tutto…se Sam fosse di nuovo caduto preda delle convulsioni a causa dei ricordi che erano sfuggiti alla barriera? Avrebbe potuto non riprendersi più questa volta!  No…Dean non lo avrebbe permesso. Era tempo di far parlare il suo fratellino; ora che l’aveva riavuto indietro, non lo avrebbe lasciato andare di nuovo.
 
Determinato e deciso come non mai, Dean Winchester abbandonò il librone antico che stava leggendo, afferrò il giaccone ed uscì dalla casa. Sam, una decina di minuti prima, verso le 23.30, quando Bobby aveva deciso di andare a riposare un paio di ore al piano di sopra, si era alzato ed era uscito con la scusa di prendere una boccata d’aria e si era inoltrato tra i catorci di auto accumulate nel piazzale della casa del vecchio cacciatore. Dean si diresse verso il limitare della proprietà; conosceva Sam come le sue tasche e sapeva benissimo dove il fratellino tendeva a rifugiarsi quando aveva bisogno di pensare. E, infatti, eccolo! Il suo fratellino, alto come una montagna, sembrava quasi piccolo in quel momento: lo vedeva di schiena, seduto su quello che era una volta il cofano di una Camaro, le spalle curvate in avanti, come se fossero schiacciate dal peso di qualcosa, e il braccio destro all’orecchio, mentre ascoltava il cellulare.
 
Dean rimase nell’ombra per qualche attimo, aspettando di origliare una telefonata che spiegasse il comportamento del ragazzo, invece nulla. Regnava il silenzio.
Dopo pochi secondi, Sam fece cadere il braccio lungo il fianco, la testa in avanti, quasi a toccare il petto, e Dean potè giurare di veder tremare la schiena del fratello alla luce di luna e stelle.
 
Perplesso e dubbioso, il maggiore dei Winchester si fece avanti, chiamando:
-Sammy?-
Il cambiamento del minore fu repentino: un tremito più forte lo percorse da capo a piedi, la schiena si irrigidì e la mano sinistra corse subito a stropicciare il volto.
-Dean…- fu il sussurro incerto e quasi spezzato che sfiorò il silenzio della notte.
Non appena giunse di fronte al fratello, il sospetto di Dean trovò conferma: Sammy aveva pianto. Nonostante i loro occhi non si fossero ancora incontrati, poiché Sam si ostinava a tenere lo sguardo puntato verso il basso, Dean notò ancora qualche traccia di stilla salata sul volto del fratello, lì dove la luce argento della luna le colpiva.
Interiormente stupito della cosa e anche un po’ spaventato, perché un Sam piangente significava che era accaduto qualcosa di veramente grave, Dean sospirò, cercando di dare una calmata ai suoi pensieri, poi disse:
-Allora…adesso sputa il rospo…che succede?-
-Non so di cosa tu stia parlando…- fu la risposta troppo repentina di Sam, che voleva significare tutto il contrario.
Al fratello maggiore sfuggì un ghigno: tipico comportamento da Sam che voleva mantenere un segreto che, comunque, sarebbe venuto a galla di lì a poco.
-Sì che lo sai…è tutto il giorno che sei strano, o meglio…più strano del solito!-
-Non è vero…- replicò, cocciuto, il fratellino.
-Vai a raccontarlo a qualcun altro, Sam, non a me…-
-Dean…non è niente!-
-E questa è la solita risposta che mi dai quando c’è qualcosa che non va!-
Solo un silenzio determinato da parte di Sam, ma Dean aveva capito che stava cedendo!
-Avanti, fratellino! Che ti frulla in quel cervello da secchione che ti ritrovi?-
Altri attimi di cocciuto mutismo da parte del giovane che rimaneva con lo sguardo fisso al terreno.
Dean cominciava a perdere la pazienza. Alzò gli occhi al cielo, sospirando profondamente e decidendo di tentare un’ultima volta:
-Sam…- -Sai che giorno è domani, Dean?- fu la domanda improvvisa di Sam, fatta con voce calma e decisa. Non aveva ancora alzato la testa, quindi non poté vedere l’espressione spiazzata e sbalordita che si era dipinta sul volto di Dean. Ripreso un po’ di contegno, il maggiore rispose:
-Certo che lo so, Sam! Che domanda è?-
-Che giorno è domani, Dean?- ridomandò il minore, sempre più deciso.
-Sammy…domani, anzi, tra una decina di minuti, è il 2 maggio! Il tuo compleanno!- fece Dean guardando l’orologio con un sorrisino.
-Già…il mio compleanno…- sussurrò Sam con voce fioca e depressa, totalmente inadatta a un festeggiato.
Dean, felice di essere arrivato a quello che pensava essere il nodo del problema, spiegò:
-Infatti, pensavo che, dal momento che Bobby sembra stare abbastanza bene adesso, potremmo prenderci una giornata di riposo per festeggiare…è da un po’ che non lo facciamo con tutte le cose che sono successe…-
La testa di Sam scattò subito dritta e i suoi occhi luminosi e intensi incrociarono subito quelli di Dean, interrompendo il suo discorso:
-E perché non abbiamo più festeggiato, Dean? Prova a pensarci!-
Improvvisamente, Dean realizzò il vero nocciolo della questione, il vero motivo per cui Sam si era comportato stranamente per tutto il giorno, il perché di quei sguardi da cucciolo che gli erano stati rivolti. Dalle sue labbra sfuggì solo un suono:-Oh…!-
Sam riabbassò lo sguardo, sussurrando con tono lugubre:
-Già…oh!-
Il silenzio piombò di nuovo sui due per qualche attimo, poi Dean decise di dare voce ai suoi pensieri:
-Sam…tutto quello che è successo…riguarda il passato…tutto quello che è accaduto, ora è alle spalle…per questo pensavo che, quest’anno, visto che ci siamo entrambi, possiamo festeggiare! Resta pur sempre il tuo compleanno!-
 
La reazione di Sam fu istantanea…esplose letteralmente. Saltò in piedi con uno scatto e sul suo volto si dipinse un’espressione mista tra il colpevole, lo sbalordito e l’arrabbiato. Nella sua voce, quando parlò, Dean poté notare anche una disperazione profonda:
-Io non riesco proprio a capirlo, Dean! Come fai?! Come fai ad avere ancora voglia di avermi affianco?! Come fai ad avere voglia di festeggiare il mio compleanno?! Il giorno della mia nascita! Il giorno della tua morte! Il giorno della nostra condanna!-
Si spostò di qualche metro da Dean, si passò le mani tra i capelli, un gesto di disperato, e ritornò a guardare il fratello, con ochi adesso lucidi:
-Ma non lo capisci, Dean?! Non c’è nulla da festeggiare domani! La mia nascita è stata solo una disgrazia! Ha rovinato la vita della nostra famiglia e il mondo!-
Dean era paralizzato…sì, Dean Winchester era paralizzato di fronte allo scoppio di emozioni del fratello. A malapena, riusciva a stare dietro al fiume in piena di parole che si susseguivano e lui stesso faticava a digerire quello che sentiva. Era stupito, sbalordito, completamente ammutolito da tutto quello che stava accadendo. Il suo cervello riuscì a formulare solo poche parole:
-Sammy…ma che stai dicendo?-
 
E Sam riprese il suo discorso disperato e doloroso, riversando ondate e ondate di frustrazione e sofferenza, le lacrime ancora trattenute:
-Dean! Pensaci! Io ho rovinato tutto!! TUTTO! La mamma non sarebbe morta nella mia cameretta se io non fossi nato! Papà non avrebbe votato la sua vita alla caccia e alla vendetta! E poi Jess… oh, Jess! Lei non sarebbe mai morta se non mi avesse conosciuto! È morta perché era legata a me! E anche papà ci ha lasciati un anno dopo! Per salvare te dalle ferite di un incidente in macchina quando io…IO stavo guidando! E poi  Ruby! Oh sì! Lì ho toccato il fondo! Ho scelto un demone a mio fratello! Un demone che mi ha quasi trasformato in un suo simile! Mi ha preso per il culo per più di un anno e io ci sono caduto come un imbecille! E da lì, è partita la cazzata più grande che ho fatto! Io ho scatenato la fottuta Apocalisse sulla Terra! Sono passato dal rovinare la mia famiglia a rovinare quella di persone innocenti! IO! IO HO CAUSATO TUTTO Ciò! Ellen e Jo! Anche loro sono morte per causa mia! Finalmente, avevo trovato il modo per togliermi di mezzo e fare ammenda delle mie colpe! Buttandomi nell gabbia con Lucifero e Michele! Invece sono tornato senza l’anima e non oso immaginare di che cosa mi sono macchiato in quel periodo! Il solo caso  dell’Arachne mi ha fatto accapponare la pelle e sai che non è facile! Ed è tutta colpa mia! MIA!-
 
Ormai Sam parlava a ruota libera, urlando, disperato, la sua sofferenza al mondo. Il cuore di Dean, di fronte a tutta la colpa che provava Sam, si spezzò in piccoli pezzi e il dolore lo invase, ammutolendolo e bloccandogli il fiato in gola: mai, mai, aveva pensato che Sam fosse arrivato a questo livello di disperazione. Sapeva che portava molto dolore, sapeva che Sam tendeva a portare il doppio della colpa sulle sue spalle, ma sperava che, dopo l’Inferno e dopo tutte le cose buone che aveva fatto, fosse riuscito ad alleggerire il suo fardello almeno di poco. Invece Dean si era sbagliato, aveva pensato troppo positivamente. Sam, nel suo cervello, aveva nullificato completamente tutto quello che aveva fatto di positivo per mettere in luce solo le sue colpe. Ed ora era esploso e non riusciva più a mettere un freno alla sua disperazione.
 
-Sammy…- cercò di dire Dean con voce addolorata, ma Sam ripartì all’attacco e, questa volta, le lacrime scesero dai begli occhi del giovane, mentre violentava il suo essere, pronunciando le sue colpe più dolorose:
-Dean…- non urlava più adesso. La sua voce era spezzata da qualche fioco singhiozzo, mentre tutto il suo corpo tremava da capo a piedi:
-Dean…tu…tu sei quello che ha pagato di più a causa mia! Quando io sono nato, ho rovinato la tua vita completamente…hai abbandonato la tua infanzia per proteggermi…tu mi hai allevato, hai sacrificato tutto per me…non hai esitato a dare la tua anima per la mia e io, dopo aver dichiarato che ti avrei salvato dal patto, ho fallito miseramente e ti ho lasciato morire! E poi ti ho tradito! Tu contavi su di me e io ti ho tradito! Quello su cui contavi più di tutti ti ha voltato le spalle! Mi sono fidato di un demone e mi sono nutrito del suo sangue! Quel messaggio che mi avevi lasciato prima che scatenassi l’Apocalisse, quello in cui mi chiamavi mostro, era giusto! Io sono un mostro! Un mostro che ti ha rovinato la vita!-
 
-ASPETTA! Che messaggio?! Quale messaggio in cui ti chiamo mostro?- Dean era scattato alle parole di Sam. Mai avrebbe permesso che suo fratello si auto incolpasse per il suo patto. Il patto che lui aveva scelto di fare per salvarlo. Ma soprattutto, doveva capire a che messaggio si riferiva. Prima che Sam uccidesse Lilith, Dean aveva lasciato un solo messaggio a Sam ed era sicuro, anche a distanza di anni, di non averlo mai chiamato mostro.
 
-Questo messaggio!- esclamò Sam alzando il telefono, lanciandolo al fratello e portandosi poi le mani al volto, disperato, mentre Dean afferrava il cellulare e premeva il tasto play per ascoltare il messaggio datato quel fatidico giorno. La voce che uscì dall’apparecchio era la sua, ma le parole erano ben altre e li dilaniarono l’anima:
“Ascoltami, razza di succhia sangue. Papà diceva sempre che avrei dovuto salvarti o ucciderti. Beh, voglio darti un avvertimento. Non ti salverò più. Sei un mostro, Sam. Un vampiro. Non sei più tu. E non si torna più indietro.”
Il braccio gli ricadde lungo il fianco, privo di forze, il cellulare gli cadde di mano, gli occhi spalancati. Era scombussolato e frastornato dal messaggio. Un messaggio che non era rivolto a lui eppure lo aveva lacerato, togliendogli il respiro. Mentre osservava il suo fratellino, che aveva il volto affondato nelle mani, con le spalle che tremavano a tempo con i suoi singhiozzi, chiese con un filo di voce, rendendosi conto di alcune cose:
-Sammy…è questo il messaggio che hai sentito quel giorno?-
Le spalle di Sam si irrigidirono e sollevò il volto. Alcune lacrime gli tremavano ancora sulle ciglia, ma la voce era salda adesso, dura e decisa:
-Sì, Dean…quello è il messaggio che ho sentito…e devo solo essere d’accordo con te…io sono un mostro! Io non dovevo nascere! Non c’è nulla da festeggiare domani, Dean! Non c’è da festeggiare l’anniversario della mia nascita, perché, se non fossi nato, tutti sarebbero stati meglio! Io ho solo rovinato la vita di tutte le persona che mi stavano intorno! E ho rovinato soprattutto la tua! Dovresti odiarmi! Dovevo restare morto! Io sono un MOSTRO! UN MOSTRO E MERITO SOLO DI MORIRE!-
L’ultimo urlo di Sam fu interrotto da un cazzotto di Dean che lo colpì in pieno su una guancia. La forza del colpo lo fece barcollare indietro e sarebbe sicuramente caduto se Dean non lo avesse preso per il colletto e lo avesse trattenuto in piedi. Non appena il suo cervello si schiarì, Sam si ritrovò a pochi centimetri dal volto furente e arrabbiato di Dean che gli urlò:
 
-Ascoltami, brutto figlio di puttana! Ascoltami bene, perché non lo ripeterò mai più!  Tu non sei un mostro e io non riuscirò mai ad odiarti! Tu sei il mio fratellino e questo non cambierà mai! Non ti potrò mai odiare! Mai! Tutto quello per cui ti incolpi è sbagliato! Tu non sei la causa delle disgrazie di nessuno! Nemmeno della nostra famiglia! Gli hai sentiti anche tu gli angeli e i demoni! Loro progettavano di scatenare l’Apocalisse e noi siamo stati manovrati dall’inizio alla fine! Anche quel messaggio…- e il tono di Dean si fece pacato, allentò un po’ la presa sulla maglietta del fratello e i suoi occhi si addolcirono un po’. Tuttavia la sua voce rimase ferma e sicura:
-Sam…ti giuro su tutto quello che ho, che quel messaggio non te l’ho lasciato io…il mio messaggio diceva ben altro…che nonostante tutto quello che era successo, eravamo ancora una famiglia, che ti dovevo ancora un bel po’ di legnate, ma che mi dispiaceva per quello che ti avevo detto…noi eravamo e siamo fratelli tuttora e questo non cambierà mai…-
Gli occhi di Dean avevano cominciato a brillare nel buio mentre cercava di trattenere le lacrime, lacrime che avevano ricominciato a scendere lungo le guance di Sam che, incredulo, ascoltava le parole di Dean.
Il fratellone si staccò da Sam e si passò una mano tra i capelli, come faceva sempre quando era nervoso, e riprese a parlare:
-Dio, Sam…sei talmente perso nel tuo senso di colpa da non riuscire a guardare quello che hai fatto di buono! Fratellino, tu hai salvato il mondo! Ti sei gettato nell gabbia con Lucifero e Michele! Ti sei sacrificato per salvare tutti! E salvi me ogni giorno solo respirando! Quei 40 anni all’Inferno, quel patto che ho fatto anni fa per salvarti, sono state le cose migliori che ho fatto! Non avrei sopportato di vivere senza la spina nel fianco del mio fratellino! L’anno che ho passato con Lisa e Ben…sembravo vivo, invece morivo ogni giorno al mio risveglio, perché sapevo che non ci sarebbe stato un modo per salvarti ancora! E tu, ora, mi vieni a dire queste cose? Che sarebbe meglio se tu fossi rimasto morto o che tu non fossi mai nato!-
Con espressione risoluta e piena di amore fraterno e sincerità, Dean incrociò lo sguardo liquido di Sam e lasciò che una lacrima rigasse anche una sua guancia, mentre diceva:
-Fratellino…non scambierei la tua nascita e la tua vita nemmeno per tutta la felicità del mondo!-
Sam fu travolto dalla decisione e dalla fermezza delle parole del fratello…erano oneste  e sincere, non erano una bugia…non sapeva come, ma suo fratello voleva ancora restargli a fianco, gli voleva ancora bene ed era ancora  dell’idea che la sua nascita fosse da festeggiare.
Si lasciò andare ad un pianto liberatorio, un pianto che gli fece tremare tutto il corpo e gli fece cedere le gambe. era pronto a sentire cozzare le ginocchia contro il cemento, ma due braccia forti e robuste gli cinsero le spalle e lo accompagnarono a terra, facendolo sedere delicatamente. Era Dean, chi altro poteva essere. Sam affondò il volto nel petto del fratello, mentre Dean gli accarezzava la schiena e gli sussurrava altre parole di conforto:
-Calmo, Sammy…va tutto bene adesso…sei qui con me…ti ho riavuto indietro dopo la gabbia…ho riavuto la tua anima…siamo di nuovo insieme e andremo avanti…e domani festeggeremo il tuo compleanno…un giro in macchina, un film, un paio di hamburger e di birre, perché te lo meriti, fratellino…la tua nascita quel 2 maggio del 1983, merita di essere festeggiata…-
Tra i singhiozzi, sam riuscì a sussurrare:-Ma come fai? perchè mi resti ancora vicino?-
Dean sorrise, prese Sam per il mento e lo costrinse a sollevare il viso, finchè i loro occhi non si incontrarono di nuovo. Rispose sinceramente:
-Perché sono il tuo fratello maggiore e, per quanto possa arrabbiarmi con te, tu sarai sempre il mio fratellino e lo sarai sempre!-
Finalmente, un sorriso si aprì anche sul volto di Sam. Le parole di Dean lo avevano tranquillizzato. Aveva ancora la sensazione che, se non fosse nato, forse sarebbero stati tutti più felici, ma Dean era riuscito a fargli capire che in qualche caso, aveva fatto anche del bene.
Improvvisamente, adesso che si era calmato, Sam si rese conto di tutto quello che era accaduto, del fatto che era ancora tra le braccia del fratello e di tutte le sue belle parole. Cominciò a sentire le prime vampate di imbarazzo colorirgli le guance. Dean parve capirlo e scoppiò a ridere:
-Ahahahahahah! Sapevo che ti saresti imbarazzato alla fine, Sammy! Anzi, Samatha!-
Sam distolse le sguardo e sciolse l’abbraccio con il fratello, alzandosi in piedi, imitato dall’altro. Entrambi si asciugarono il viso e il silenzio calò su di loro, mentre si sistemavano.
Fu Dean a spezzarlo, dopo un po’ chiedendo:
-Ehi, Sammy…adesso sei sicuro di stare bene?-
Sam sorrise e rispose:
-Sì, Dean…adesso sto bene…scusa se sono crollato così…-
Dean scosse la testa e, con voce seria, lo rassicurò:
-Tranquillo…in questo periodo ne abbiamo passate parecchie, soprattutto tu…non preoccuparti…comunque…prima di ritornare in casa, mi devi promettere una cosa…-
Si diresse verso il cellulare che era caduto a terra, lo raccolse e guardò intensamente il fratellino:
-Mi devi promettere una cosa…devi cancellare questo messaggio...hai continuato a salvarlo per tutto questo tempo per punirti e io non posso permetterti di farlo ancora…questo messaggio è un falso…è stato quel figlio di  puttana di Zaccaria a modificarlo…il mio era ben diverso, ma dovevano trovare un modo per spingerti a continuare il tuo piano per uccidere Lilith…domani chiamerò Castiel e lo costringerò a recuperare il vero messaggio. Non so come farà, ma dovrà trovare il modo...io non ti avrei mai detto quelle parole…-
Sam si avvicinò al fratello, prese il cellulare e cancellò il messaggio di fronte agli occhi di Dean. I due fratelli si guardarono e il minore spiegò:
-Ti credo, Dean…avrei dovuto capirlo subito che tu non potevi aver detto quelle parole…mi dispiace…-
Dean scosse la testa e rassicurò il ragazzo:
-Non preoccuparti…gli angeli hanno giocato con entrambi…-
Distrattamente, Dean guardò il suo orologio e si accorse che era mezzanotte passata. Allegramente, esclamò:
-Guarda, Sammy, è mezzanotte passata! Buon compleanno, fratellino!-
Sam gli rivolse un sorriso timido, ma sincero e rispose:
-Grazie, Dean!-
Cadde un silenzio, un silenzio imbarazzato tra i due, rotto dal Winchester più grande con una delle sue battute:
-Adesso ritorniamo in casa prima che Bobby si svegli e cominci a pensare che siamo scappati! Andiamo a vederci un bel film porno, perché dopo questo momento da femminuccia, i miei testosteroni hanno bisogno di ricaricarsi!-
-Sono stupito dal fatto che tu sappia cosa siano i testosteroni, Dean!-
-Ehi! Guarda che non sono ignorante, Sammy!-
-Guarda che è Sam!-
-Certo, Sammy!- esclamò, ridendo, Dean dirigendosi verso casa di Bobby.
 

 
Fine
Note dell'autore: (di nuovo) ok ok, niente panico, non tiratemi banane, frutta marcia, pomodori, ecc ecc che c'è la fame nel mondo, quindi evitiamo gli spechi. Spero che vi sia piaciuta e vi ringrazio per essere giunti fino alla fine! Molti di voi, magari, avranno pensato che un grande chiarimento ci fosse (attenzione spoiler) nella 8x23 e che quello che ho scritto io, possa essere simile. Secondo me no, perchè credo di avere puntato più il dito sulla questione del mostro e dell'essere una disgrazia e bla bla bla, quello che avete letto, insomma, piuttosto che sull'essere stato una delusione per Dean. Ditemi che ne pensate! Spero di non essere andata ooc, che è il mio terrore! XD 
Ho dei ringraziamenti da fare a Nala91/Cristy, l'amica di sempre che mi ha anche dato una mano a revisionare il tutto, e che sostiene ogni mia pazza trovata! XD 
Dedico la storia e lei e alle ragazze del gruppo The Family Business di FB, soprattutto a Cla, Terry, Fre, Manu, Ire, Chia, Sara, Glass, Vale con cui ho legato di più, ma anche a tutte in generale! XD 
E ringrazio moltissimo chi legge e recensirà questa ff! ciao ciao XD 
 
  
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