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Autore: fallenphoenix    02/05/2014    4 recensioni
"Caro Jimmy... Ho tante cose da raccontarti e sono davvero difficili da trovare le parole per farlo, ma spero che, se non dovessero essere sufficienti quelle che conosco, tu possa comunque capire cosa sto cercando di comunicare."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: The Rev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro Jimmy,
non so esattamente perchè io ti stia scrivendo tutto ciò, ma spero che tu da lassù possa stare ad ascoltarmi. Non sono propriamente sicura di come ci si rivolga alle persone in questi casi, ma dato che ti sento più vicino a me di quanto non lo siano altri, voglio parlare con te come si fa ad un amico. Ho tante cose da raccontarti e sono davvero difficili da trovare le parole per farlo, ma spero che, se non dovessero essere sufficienti quelle che conosco, tu possa comunque capire cosa sto cercando di comunicare. Non sono brava quanto te, non ho mai scritto nulla di davvero importante, qualche tema in classe e bigliettini di auguri, ma tu invece con le parole ci sapevi fare, basta ascoltare un tuo pezzo per capirlo, e spero davvero di non deluderti. Direi che possiamo saltare i convenevoli a cui comunque non potresti darmi rispostae passare direttamente al motivo per cui mi trovo qui ora, sola con il mio cuore nudo a chiedere il tuo aiuto, o almeno il tuo tacito ascolto. Recentemente ho dovuto affrontare difficoltà che mi sembravano insormontabili, cercare risposte a domande che non mi ero mai posta, ho visto crollare tutto ciò in cui credevo. Ho odiato la vita, ho toccato il fondo e ho faticato per trovarne una via di uscita. Sai, la tua storia e quella della tua band mi hanno davvero aiutato molto.Purtroppo ho conosciuto gli Avenged Sevenfold poco dopo la tua morte e per quanto provassi ad immaginare come vi doveste sentire, non riuscivo a capirlo pienamente. Ma poi le cose nella vita cambiano, passano gli anni, e si evolvono nel bene o nel male. Ed è proprio in quest'ultimo caso che ho capito come dovevano stare i tuoi compagni, nonchè amici. Mi è successa una cosa molto simile a quella che è capitata a Brian quel fatidico 28 Dicembre 2009: ho rischiato molto seriamente di perdere una delle mie migliori amiche. Quando mi è stata data la notizia non capivo, certo ci sono rimasta male ma non riuscivo a realizzare. Alle volte succede tutto così velocemente che si fa davvero fatica a rendersene conto, ma quando ciò accade si viene travolti da un mare n tempesta di emozioni e ricordi e ci si ritrova a naufragarvi con l'unica speranza di non annegare. Ho veramente compreso quello che le era capitato solo qualche mese dopo, quando per la prima volta dopo tutto quello che era successo, mi sono sentita viva e felice, senza alcuna preoccupazione. In quel momento ho provato una stretta allo stomaco, la pelle mi si è accapponata e sono passata dalla gioia incondizionata all'apatia più totale. Io stavo vivendo la vita che lei aveva rifiutato e per questo, da lì in avanti, sono cominciati i primi sensi di colpahe mi hanno poi inghiottita. Nel mio cervello si stava instaurando l'idea che potessi essere anche io una delle cause di quella riluttanza. Le altre persone non mi amano per niente, fin da piccola mi hanno presa in giro per il mio aspetto fisico e ora, a diciassette anni, questo:" Sei la causa della sua depressione. Perchè continua a cercare te? Cosa hai fatto tu per meritarlo?". I miei pensieri, alimentati da queste maldicenze, hanno iniziato a prendere una piega orrenda ed ho cominciato a rifiutare anche quelle poche persone che di bene me ne volevano sul serio. A scuola non volevo minimamente avere a che fare con le mie amiche e a casa negavo la parola ai miei genitori, per poi chiudermi in camera e passare le mie giornate fra il pianto e l'apatia. Rifiutavo ogni contatto per paura di poter trascinare anche le altre persone a me caree in tutto ciò, ma avevo comunque deciso di continuare a vivere, nell'ombra e nel dolore, perchè questo meritavo. Mi sentivo sporca e colpevole, e anche solo dover sostenere lo sguardo amorevole di mia madre o il rispondere a un qualche messaggio di amiche preoccupate per me, mi corrodeva l'animo perchè mi ritenevo una creatura deplorevole e indegna di tanto affetto. Ma si sa, nessuno è fatto per stare solo, e allora nel cuore dei miei pianti più disperati cercavo aiuto e conforto nella musica. Era l'unica cosa che mi fosse rimasta, l'unica che non potevo deludere. Poggiavo la testa sul cuscino, infilavo le cuffie nelle orecchiee lasciavo che note, lacrime e parole prendessero il sopravvento. Ed è stato così che mi sono ritrovata ad ascoltare le canzoni che i tuoi migliori amici hanno scritto in tua memoria. Ho scoperto che si sono posti le stesse domande a cui io non riuscivo a dare risposta, hanno patito la stessa mancanza, hanno sofferto dello stesso dolore e hanno affrontato le stesse paure. Sai, in voi rivedo molto il mio gruppo di amiche, anche noi siamo in cinque proprio come voi e anche noi saremo disposte a dare la vita le une per le altre, o almeno io lo sarei. Ci conosciamo dalla prima liceo e siamo cresciute insieme. Ma il "vissero per sempre felici e contenti" esiste solo nelle favole giusto? E così è arrivato il colpo basso, la pugnalata al petto inaspettata. Purtroppo non sono una persona forte, per quanto mi piaccia illudermi del contrario, sono pienamente consapevole che non è affatto così. Le persone si sono sempre approfittate di me per questo, mi hanno deriso e schernito, e proprio quando sarei dovuta essere stabile e sicura per chi ne aveva bisogno, sono crollata come un castello di sabbia all'arrivo dell'onda del mare. E mentre anche gli ultimi granelli della mia persona stavano per essere portati via, io ascoltavo gli Avenged Sevenfold e per la prima volta capivo cosa Synyster Gates avesse voluto esprimere con i brano So Far Away. Le parole di Save Me e la rabbia di Nightmare mi rimbombavano nel cervello e attraverso le vene, ma poi è arrivata lei, la tua canzone: Death, o atrimenti conosciuta come Fiction. Tu avevi capito tutto, tu hai sempre capito tutto. In quella canzone ho riletto a mia esperienza e ci ho attentamente riflettuto sopra. Ti sentivo esortarmi a trovare la mia strada quando non fossi stato qui stanotte. Allora mi è stato tutto più chiaro, allora ho compreso anche io. Stavo sbagliando a comportarmi in quel modo, stavo rovinando ogni cosa intorno a me. La mia amica aveva bisogno di sentirmi forte e piena di vita anche per lei, la mia famiglia non era più in grado di reggere una situazione del genere e chi mi voleva bene meritava altrettanto affetto. Credo che anche i tuoi compagn lo abbiano capito dopo quello che ti è successo, per quello hanno avuto il coraggio e la voglio di tornare a fare musica, sempre e comunque in tuo onore. Così anche io avevo deciso di seguire il loro esempio, di accettare la mano tesa che tu mi avevi allungato, e di cominciare pian piano a rialzarmi. Ovviamente non è stato facile, mi ci è voluto molto per riacquistare fiducia in me, sentimento che tuttora è vacillante. Ma finalmente avevo capito che la vita valeva la pena essere vissuta al massimo. Sai, mi ha colpito molto una frase del tuo amico Synyster:" Faccio del mo meglio per concentrarmi sulla giornata che sto vivendo. Anche se è una sorta di brutto giorno. Non spendo il mio tempo sperando che arrivi un' altra giornata. Perchè se anche il domani dovesse essere fottutamente schifoso, allora starei buttando la mia vita desiderando la morte.". E' questo quelle che le persone forti fanno, vanno avanti. E così voglio fare anche io. Voglio vivere ogni singolo istante di questa vita, per te, per la mia amica, per chi mi vuole bene, per la mia famiglia e per gli Avenged Sevenfold, che hanno avuto il coraggio di rialzarsi a loro volta. Così ho ripreso in mano la situazione, ho chiesto scusa a chi di dovere e lentamente sono tornata a sorridere. Certo tutto con alti e bassi. Spesso nel cuore della notte, nascosta da tutto e da tutti, tornavo a piangere, ma ricordandomi della promessa fatta a te e a me stessa, mi calmavo e riacquistavo il controllo. Con il tempo ho imparato a gestire gli attacchi d'ansia, si sono ridotti i pianti isterici e in me ricominciava a crescere la speranza nei confronti del destino che, scontato dirlo, avevo ormai perso. Così sono passati i giorni e sono tornata ad essere quella che ero. Puoi immaginare la mia felicità quando la mia band preferita, la bandche mi ha insegnato tanto, la tua band, ha annunciato una data qui nel mio Paese. Forse era una segno di tutto questo percorso che, inconsapevolmente, abbiamo affrontato insieme. Il biglietto mi è stato regalato per il mio diciottesimo compleanno e, da quel momento, ho disperatamente contato anche i secondi all'arrivo del giorno tanto agognato. I concerti non durano mai abbastanza, lunghe attese e poi si esaurisce tutto in un paio d'ore, le quali però hanno il potere di cambiarti la vita. Ci si sente a casa, le persone accanto a te hanno le tue stesse passioni e si condividno attimi di valore unico. Non dimenticherò mai il momento in cui la tua band ha messo piede sul palco, non riuscivo a crederci, mi sembrava di vivere un sogno. Ecco la me stessa felice, la me che canta, salta, poga ed inala ogni secondo di quell'energia smisurata. E poi arriva lei, la tua canzone, quella sorta di addio che hai lasciato ai tuoi amici, i quali hanno decisodi farla conscere al mondo per perpetrare la tua memoria. Sentivo quelle parole scorrere in me, così come nei momenti più bui anche in quelli più felici, e devo confessarti che non sono riuscita a placare le lacrime. ma questa volta non erano di dolore, ma di nostalgia nei tuoi confronti, di amore verso la musica e si, anche di devozione verso te che, volontariamente o meno, mi hai insegnato a rialzarmi una volta e per sempre. Guardavo i tuoi amici lì sul palco, mi sono soffermata su ognuno di loro, ed ho letto il dolore sui loro volti. In particolare negli occhi di Brian ho riletto sensazione che conscevo bene, ci ho rivisto i miei. per quanto il tempo passi certe ferite faranno sempre male e da un lato è anche giusto che sia così, il vuoto che lascia un amico è difficile da colmare. Ma ci sarà sempre un motivo per cui valga la pena vivere questa vita, con voglia e speranza. Grazie Jimmy per avermelo fatto comprendere.






Ok mia piccola nota personale. Ho deciso di pubblicare questa cosa perchè ultimamente i Sevenfold sono stati accusati del suicidio di un ragazzo che ha deciso di farla finita ascoltando la loro musica. Queste false calunnie non mi sono andate giù e, anche se conta davvero poco, ho deciso di condividere la mia storia di come la loro musica mi abbia salvato. Tutto quello che ho scritto è vero, non ho inventato nulla di quello che dico (purtroppo) e Jimmy mi è testimone. Il mio intento non è risvegliare la compassione o la pietà di nessuno. Se anche voi avete affrontato qualcosa di simile o avete semplicemnte bisogno di qualcuno con cui parlare sono qui <3
  
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